IL RUOLO DEI POTERI OCCULTI

   I cosiddetti poteri occulti sono una realtà ingombrante e insidiosa. Solo per limitarsi all’Italia le inchieste della magistratura e del Parlamento si sono occupate delle attività illecite dei servizi segreti, delle trame terroristiche, della Loggia P2, della mafia.

   È mancata una visione d’insieme del fenomeno, dovuto in parte dalla ripugnanza di molti studiosi ad occuparsi di un argomento sfuggente e altamente inquinato.

   Questa ripugnanza non è del tutto negativa, giustamente si vede la storia, quella con la S maiuscola, è fatta dai grandi movimenti con le varie ispirazioni ideali, religiosi e politici, si studia la loro natura di classe e non certo l’opera di una minoranza di cospiratori. La teoria della cospirazione ha origine nel pensiero controrivoluzionario dei tempi della rivoluzione francese. Dalla presunta congiura di pochi philophes illuministi, alla trama massonica sottesa a tutti i grandi avvenimenti storici, sino all’invenzione della cospirazione ebraica per il dominio del mondo, divulgata dai Protocolli dei Savi Anziani di Sion, e fatta propria dal nazismo e dal fascismo.

   Detto questo, non si può negare il ruolo che molti di questi che sono chiamati poteri occulti svolgono nelle società imperialiste. Prendere coscienza di questa realtà non significa modificare la propria concezione marxista della società e della storia, ma semplicemente tenere conto dei fatti, anche quelli più scomodi.

   È necessario innanzi tutto delimitare il campo della ricerca e definire i soggetti. Secondo Bobbio, la democrazia “è idealmente il governo del potere visibile, sotto il controllo della pubblica opinione”[1].

   Di conseguenza, secondo Bobbio (e del pensiero liberale borghese) il problema dei poteri occulti non si pone neppure, o si pone in termini radicalmente diversi, poiché solamente negli stati assoluti d’ancien regime e nelle dittature, tutta l’attività di governo appartiene agli arcana imperii ed è coperta dal più geloso segreto.

   In realtà, tutta l’esperienza storica delle democrazie borghesi testimonia la giustezza della tesi di Lenin, che la repubblica democratica è il miglior involucro politico possibile per il capitalismo, che gli apparati militari e burocratici si mantengono e si rafforzano a prescindere dai regimi politici, se il proletariato non riesce a spezzare la macchina dello Stato: “Questo potere esecutivo, con la sua enorme organizzazione burocratica e militare, col suo meccanismo statale complicato e artificiale, con un altro esercito di impiegati di mezzo milione accanto a un altro esercito di mezzo milione di soldati, questo spaventoso corpo parassitario che avvolge come un involucro il corpo della società francese e ne ostruisce tutti i pori, si costituì nel periodo della monarchia assoluta, al cadere del sistema feudale la cui caduta aiutò a rendere più rapida”.

   La prima rivoluzione francese sviluppò la centralizzazione “e in pari tempo dovette sviluppare l’ampiezza, gli attributi e gli strumenti del potere governativo. Napoleone portò alla perfezione questo meccanismo dello Stato”.

   “La repubblica parlamentare, infine, si vide costretta a rafforzare, nella sua lotta contro la rivoluzione, assieme alle misure di repressione, gli strumenti e la centralizzazione del potere dello Stato. Tutti i rivolgimenti politici non fecero che perfezionare questa macchina, invece di spezzarla”

“I partiti che successivamente lottarono per il potere considerano il possesso di questo enorme edificio dello Stato come il bottino principale del vincitore”[2].

   Lo Stato borghese, anche quello formalmente più democratica riposa sulla separazione e sulla estraneità del potere delle masse. Nella società capitalista, la democrazia è sempre limitata dal ristretto quadro dello sfruttamento capitalistico. La maggioranza della popolazione è esclusa dalla partecipazione alla vita politico-sociale. Tutti i meccanismi dello Stato borghese creano delle limitazioni che escludono le masse popolari dalla politica. Tutto ciò significa che se la socializzazione dei mezzi di produzione deve significare che la società emancipandosi dal dominio del capitale, diviene padrona di se e pone le forze produttive sotto il proprio controllo cosciente e condotto secondo un piano, la forma politica nella quale può compiersi quest’emancipazione economica del lavoro, non potrà che essere incentrata sull’iniziativa e l’autogoverno dei produttori.

  Torniamo a tentare di definire i poteri occulti. Nonostante la visione liberale afferma che la democrazia sia idealmente il governo del potere visibile, nella realtà l’esercizio concreto del potere comporta un’area opaca, ci sono momenti e funzioni coperti dal riserbo: segreti di ufficio, segreti militari. In una certa misura questa condizione vale anche per i partiti e le associazioni. Questo non significa che tutte le realtà politiche e associative siano “poteri occulti” altrimenti questa definizione perderebbe ogni significato reale.

   I poteri occulti sono definiti da tre requisiti principali:

  1. Il segreto, che copre tutto o in parte i membri, le azioni e talvolta gli stessi fini e addirittura l’esistenza dell’organizzazione;
  2. Il perseguimento autonomo di fini propri di potere, diversi o contrari al potere ufficiale;
  3. Il carattere chiaramente illegale dell’attività, e della stessa organizzazione occulta.

   Seguendo questi ragionamenti si può individuare i principali poteri occulti operanti in Italia:

  1. I servizi segreti nazionali, in quanto assumono il carattere di corpi separati, sottratti a ogni controllo politico reale e i servizi segreti stranieri che hanno agito sul territorio italiano con metodi illegali e spesso anche senza l’autorizzazione del governo italiano;
  2. Le logge massoniche segrete, come la P2;
  3. La grande criminalità organizzata come Cosa Nostra;
  4. Le organizzazioni terroristiche che hanno attuato la strategia della tensione (Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, ecc.).

   Due aspetti è necessario rilevare subito:

  1. La dimensione internazionale nella quale operano e sono organicamente inseriti;
  2. Il complesso dei rapporti che li lega, pur conservando ciascuno la propria autonomia.

   In termini più generali si potrebbe osservare che i poteri occulti rappresentano in una certa misura il rovescio difficilmente eliminabile del regime democratico borghese. Quanto più si estendono la democrazia di massa e le masse tentano di controllare la gestione del potere, tanto più aumenta la tentazione dei gruppi di potere di operare per vie traverse e coperte, per conseguire i propri fini, eludendo la volontà della maggioranza. Non è un caso che nell’analisi della Trilaterale sulla situazione della democrazia nei paesi imperialisti riteneva che ha partire dagli anni ’60 c’era stata un’offensiva egualitaria e democratica, dove lo Stato aveva ampliato le sue funzioni ma diminuito le sue capacità di scelta. Tutto ciò era causato dal sovraccarico di domande economiche, politiche e sociali che lo Stato non poteva rispondere. Da qui l’obiettivo diventava il recupero della governabilità.

   Se si aggiunge in un paese come l’Italia, dove ci sono e hanno il sopravvento gli interessi particolari delle varie corporazioni (pensiamo a realtà come notai e avvocati dove il mestiere si tramandano da padre e figlio) e il sistema politico è travagliato da una crisi morale e politica profonda, questi poteri occulti trovano terreno fertile.

   Spesso nella pubblicistica giornalistica si dice spesso che in Italia governano le caste (come sono definiti in maniera generica i politici eletti) se non addirittura le supercaste (i magistrati).

   Niente di più errato e fuorviante.

   In Italia si costituì nel secondo dopoguerra un autentico Sistema Criminale che occupò il paese.

   L’esistenza di un Sistema Criminale potrebbe apparire il frutto di persone malate di complottismo, ma un pentito di mafia caduto nel dimenticatoio Vincenzo Calcara, ne rilevò l’esistenza. Nel suo memoriale[3] rivela a Borsellino dell’esistenza delle cinque entità che occupano e influenzano la vita politica ed economica italiana: “L’unica persona che io ricordi all’esistenza di queste cinque Entità è stato Buscetta. Al di fuori di lui, nessun altro pentito ha voluto parlarne. In realtà, queste Entità possono essere pensate anch’esse come idee, forti e apparentemente indistruttibili. Per fare un esempio, è chiaro che l’idea di un palazzo è più importante del palazzo stesso: il palazzo può crollare, ma la sua idea non ne rimane scalfita. Quando si parla di Cosa Nostra e delle altre Entità ad essa collegate, bisogna tenere ben presente questo fatto: quello che conta è la qualità di queste idee.

Quella nobile grande idea di cui parlavo può essere allora definita come un’Idea Madre che racchiude al suo interno tutte le cinque Idee rappresentate dalle cinque Entità. Eccole:

Cosa Nostra.

‘Ndrangheta.

Pezzi deviati delle istituzioni.

Pezzi deviati della Massoneria.

Pezzi deviati del Vaticano (un 10% direi)”.

   I poteri occulti, non sono un residuo di un passato feudale, essi sono un fenomeno nuovo, specifico dell’età contemporanea che si sviluppa soprattutto con l’evoluzione delle forme di conflitto che si sono manifestate a partire dagli anni ‘50/’60 del XX secolo. Accanto alla guerra convenzionale, combattuta dagli eserciti regolari, si è, infatti, generalizzato il ricorso a forme di conflitto a bassa intensità militare (come il terrorismo) ma con grande efficacia politica, che sono in grado di evitare o limitare il rischio di una guerra aperta tra le potenze.

   In una fase la condizione di belligeranza endemica tra le potenze, causa il logoramento delle regole tradizionali della guerra e dei rapporti fra gli Stati. È questo il terreno privilegiato in cui si dispiega l’azione occulta dei servizi segreti, assunti a ruolo di protagonisti.

   In questo contesto, l’Italia zona d’importanza strategica decisiva nell’area mediterranea, ma anche con gli equilibri politici molto precari, si potrebbe definire il “ventre molle” della NATO, è particolarmente esposta a questo tipo d’interventi, diventando uno dei principali campi di battaglia. Una guerra combattuta dai diversi servizi segreti, coinvolgendo altri poteri occulti, come la mafia. Precisiamo, qui non si tratta di immaginare una specie di cospirazione universale, o un’unica centrale che manovra come pezzi su una scacchiera tutti i poteri occulti. Ciascuno di questi pezzi ha una sua autonomia, persegue i propri fini, o almeno si sforza di farlo.

   Nei servizi segreti si possono distinguere tre funzioni fondamentali, alle quali corrispondono in genere tre diverse sezioni di lavoro:

  1. Analisi delle notizie e studio delle situazioni;
  2. Raccolta e controllo delle informazioni per mezzo delle reti di spionaggio e controspionaggio;
  3. Operazioni clandestine volte ad interferire nella politica di altre nazioni (o anche del proprio paese).

   Le forme di questa attività clandestina (Cover Action secondo la classificazione della CIA), sono molto differenziate, e possono andare dal semplice finanziamento di partiti politici, giornali e gruppi editoriali, alla manipolazione delle notizie, alla corruzione e ricatto di personalità politiche, sino alle cosiddette operazioni speciali. Queste costituiscono il tipo più brutale e diretto di intervento, come l’assassinio politico, l’organizzazione o l’uso strumentale di gruppi terroristi, l’impiego di formazioni paramilitari.

   È appunto sul terreno dell’azione clandestina e in particolare nelle operazioni speciali, che si determina la connessione tra servizi segreti, associazioni criminali e organizzazioni terroristiche. Di norma nessun servizio di una grande potenza imperialista, si lascerebbe coinvolgere direttamente con i propri agenti in questo genere di attività sporche, col rischio di farsi cogliere con le mani nel sacco. Nel caso che l’operazione sporca sia scoperta è, infatti, essenziale che il governo responsabile possa opporre una smentita plausibile ad ogni accusa o sospetto coinvolgimento in un’azione illegale.

   In Italia che ha vissuto il periodo di quella che fu definita strategia delle tensione, si definiscono le stragi che sono avvenute da Portella della Ginestra in avanti come fasciste, mafiose o addirittura di Stato.

   Ritengo che queste siano definizioni parziali. Le stragi non furono solamente mafiose, fasciste o di Stato. Ritengo che il termine esatto sia di strage internazionale di marca USA. Non si deve dimenticare che l’Italia è inserita pienamente in un’alleanza politico militare (NATO) e in una rigidissima catena di comando polito e militare che ha negli USA e nei suoi apparati militari e servizi segreti la sua testa. Con questo non intendo ovviamente assolvere i servizi segreti italiani, i fascisti e i mafiosi. Furono certamente i servizi segreti italiani, in collaborazione con i fascisti e i mafiosi a partecipare attivamente alle stragi e ai successivi depistaggi. Tuttavia le stragi in un paese della NATO, che peraltro aveva perso l’ultima guerra e quindi era rigidamente sottomesso agli USA, furono certamente pianificate e dirette oltreoceano, dai servizi segreti americani e dalla NATO, che in Italia ha almeno un centinaio di basi (che sono sottoposte alla sola giurisdizione nord-americana, dove cioè non è possibile nemmeno una semplice ispezione di nessun organo dello Stato italiano).

   I motivi principali di queste stragi? Non c’è neanche da spiegare più di tanto. Fermare con tutti i mezzi l’avanzata del movimento operaio, la crescita delle sinistre, del PCI, del PSI, delle formazioni della sinistra rivoluzionaria, delle lotte operaie e studentesche del ’68-’69, di quelle parti della DC e del mondo cattolico che osavano manifestare una certa autonomia rispetto alla politica USA e alla conseguente divisione del mondo in due blocchi politico-militari. Spaventare, terrorizzare, intimidire per bloccare ogni cambiamento del Paese in direzione diversa da quella voluta dalla Borghesia Imperialista americana e italiana, per evitare di perdere il controllo sull’Italia nel lungo periodo della cosiddetta “guerra fredda” dopo la seconda guerra mondiale, per stabilizzare l’Italia nel sistema capitalistico e imperialistico, nell’alleanza politico-militare della NATO.

  A Milano si colpiva il cuore delle lotte operaie-studenti (e con il resto delle masse popolari) e la loro pericolosità per il sistema. Mentre a Bologna nel 1980 si colpiva la città del PCI.

   Ci si chiede perché proprio a Bologna e proprio nel 1980, cioè alla fine del compromesso storico, esperienza già fallita, morta e sepolta con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro e l’espulsione del PCI dall’area di governo? Che bisogno c’era di colpire ancora il PCI che era stato messo fuori dal governo del Paese?

   Ritengo che con la strage di Bologna si intendeva colpire la città simbolo del PCI, per dare un chiaro segnale al suo gruppo dirigente, entrando nelle sue dinamiche interne, in quegli anni dopo la sconfitta del compromesso storico e il rischio (per gli americani e la DC) che il Pci si ripiegasse su una posizione di “chiusura” alla francese o come i comunisti portoghesi. In sostanza con la strage di Bologna del 1980 si intendeva dire al PCI: o proseguite nel cambiamento della natura del partito, ovvero del passaggio dall’essere un partito revisionista (via pacifica al socialismo) a diventare un partito della sinistra borghese (che significa la rimozione a ogni riferimento al socialismo), di un cambiamento delle alleanze internazionali, della ragione sociale, il messaggi era: arrendetevi del tutto e passate di campo, oppure vi colpiamo con tutti i mezzi.  E vi dimostriamo tutta la nostra forza e il nostro cinismo. Vi colpiamo a Bologna e bombardiamo la sala di attesa di seconda classe piena di gente comune, di donne e bombe. La logica era quella del poliziotto buono e di quello cattivo. Il poliziotto buono che ti dà un bicchiere d’acqua e la sigaretta era il quotidiano Repubblica e tutto quel mondo politico contiguo al PCI, schierato contro l’asse Forlani-Craxi del preambolo anticomunista, che invitava il PCI a proseguire la via della legittimazione democratica borghese e (soprattutto) atlantica, avviata con il compromesso storico a superare il cosiddetto “fattore K”, a rompere definitivamente con l’URSS e il Movimento Comunista (che era in profonda decadenza per via dell’egemonia del revisionismo al suo interno), per poter accedere senza più ostacoli al governo del paese, per “sbloccare il sistema politico” (così allora si diceva), per togliere dal frigorifero (anche così di diceva) quel 30% di voti e per far sì che il PCI contasse veramente (perché “si conta solo dal governo e non dall’opposizione”), eccetera, eccetera. E c’era il poliziotto cattivo che diceva, dando il segnale in codice al gruppo dirigente del PCI: vedete cosa siamo capaci di farvi? Vi colpiamo duro nel punto di vostra forza, a Bologna, con una strage che è stata la peggiore strage di tutta l’Europa del dopoguerra. Il segnale era chiaro, chiarissimo per chi doveva intendere.

  La bomba alla stazione di Bologna dal mio punto di vista e seguendo una logica politica, fu una bomba della NATO, come quelle che caddero nel 1999 su Belgrado per spingere alla resa la Serbia, per uno scherzo del destino con gli eredi capitolardi del PCI al governo che autorizzarono l’uso delle basi italiane da cui partivano i bombardieri. Il PCI solo un anno dopo quella strage si arrese completamente, giungendo a dichiarare esaurita la spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre, simbolo evidente di rottura non tanto con l’URSS e il cosiddetto “socialismo reale”, già allora in crisi profonda, quanto con il comunismo e il Movimento Comunista che ha nella Rivoluzione d’Ottobre il suo codice genetico. Per il PCI quegli anni Ottanta, non senza contraddizioni e scontri interni (come lo scontro sulla Fiat, sulla scala mobile e sui missili americani a Comiso) furono gli anni che prepararono la Bolognina di Occhetto, dove si aprì la strada a ciò che poi divenne Pds, Ds, Pd, cioè alla completa omologazione liberista e imperialista della sinistra italiana, evidenziata oggi senza più nessun equivoco.

   Perciò per capire maggiormente gli avvenimenti nazionali bisogna vedere il contesto internazionali.

   Il crollo del revisionismo nei paesi dell’Est ha cambiato inevitabilmente gli equilibri anche nel mondo massonico, dove in passato le logge militari avevano assolto anche il compito di penetrazione e di controllo del territorio.

   All’inizio degli anni ’90 c’è stata una corsa a penetrare nei paesi dell’Est e le massonerie estere si sono trasformate in centri di affari.

   In questo periodo si è giocata sullo scacchiere internazionale una partita decisiva per la ridefinizione dei nuovi equilibri mondiali, e in particolare modo, europei, tra chi voleva un rilancio di un progetto della “casa comune europea” e chi, al contrario, progettava il rafforzamento dell’influenza degli USA nei territori che fino a poco tempo prima rientravano nella sfera del Patto di Varsavia.

   Tutto ciò nasce dal fatto che la crisi generale del capitalismo mette l’uno contro l’altro le maggiori potenze imperialiste. Ogni gruppo imperialista deve assicurare la valorizzazione del suo capitale. La massa del capitale finanziario ha raggiunto dimensioni tali che non solo non è più di sollievo all’economia reale capitalista, ma la succhia e soffoca. Ogni potenza imperialista deve assicurare la stabilità al suo potere entro i confini del suo Stato e questo fine deve spogliare e devastare agli altri popoli e paesi. Il sistema internazionale dei gruppi imperialisti è la troupe teatrale di questa catastrofe che incombe su tutti noi. L’imperialismo USA guida la marcia. Le sue frazioni borghesi dominanti ne scrivono il copione, mentre i presidenti della repubblica (che siano Bush oppure Obama è indifferente) recitano la parte del capo nel teatro dei burattini.

   Inizialmente il Vaticano era favorevole al progetto europeo. Mentre la Massoneria, soprattutto, quella che faceva riferimento alla Giurisdizione Sud del Rito Scozzese antico e accettato, profondamente legato al Dipartimento di Stato degli USA, era contrario, poiché intravedeva in questo progetto la formazione di blocco imperialista concorrente con quello USA.

   Gli schieramenti erano pieni di contraddizioni al loro interno. Nella Massoneria, alcuni settori del Grande Oriente di Francia e, in misura minore del Grande Oriente d’Italia, avevano assunto una posizione decisamente europeista.

   Nel quadriennio 1989-1993 questo “conflitto segreto” è stato particolarmente aspro. La Massoneria filoamericana ha mirato a conquistare l’Est sia da un punto di vista politico che economico, attraverso la “rinascita” (capitalista) di questi paesi e il controllo delle attività produttive. Proprio in quegli anni il progetto di “casa comune europea” è stato messo in crisi dall’esplosione della “questione etnica”, sfociata in conflitti locali e soprattutto, nella guerra civile jugoslava (la Repubblica Federale Jugoslava ha subito l’aggressione imperialista). Per capire maggiormente la natura della guerra civile jugoslava bisogna tenere conto che negli anni ’60 e ’70 i teorici della Stay-behind, avevano pianificato di fomentare i conflitti tra le etnie e i popoli dell’Est europeo, per innescare meccanismi di crisi che potessero mettere in difficoltà i paesi aderenti al Patto di Varsavia. La pianificazione dei contrasti tra i popoli membri della Repubblica Federativa Jugoslava, era stata realizzata dai comandi NATO.

   Nell’Est europeo, storicamente, la Massoneria ha avuto la sua “testa di ponte” in Romania, Ceausescu ha sempre mantenuto stretti contatti con Licio Gelli, con Giancarlo Elia Valori, espulso dalla P2 e con il principe Aliata di Montereale. Un’altra prova di questo legame è rappresentata dal documento La Romania oggi che fu ritrovato nella valigia di Maria Grazia Gelli, nella stessa busta in cui era contenuto il Piano di Rinascita Democratica. Bisogna tenere conto che Ceausescu ha sempre mantenuto una strettissima diplomazia segreta con gli Stati Uniti, e manteneva i rapporti con organismi imperialisti come il Fondo Monetario Internazionale[4] e condannò l’intervento russo contro la Cecoslovacchia nel 1968. In ambienti massonici, anche se non sono state date fino ad ora prove documentate, si afferma che Ceausescu sia stato iniziato “sulla spada”.[5]

   Che ci sia stato una conquista dell’Est usando obbedienze massoniche come copertura, lo afferma un documento, scritto da un esponente di quello che si potrebbe definire l’ala europeista della Massoneria: “Molti sono i viaggiatori verso l’Est europeo: rappresentanti di gruppi economici, di singoli operatori finanziari, di portatori di opinioni riservate, come la Massoneria, di spregiudicati faccendieri, di esponenti della delinquenza organizzata (…) Se un ministro come De Michelis prende certe iniziative di appoggio a tesi relative al mondo che si dibatte  nelle strettoie, con manifestazioni, talvolta sanguinose, ha il dovere di usare la massima prudenza perché parla a nome dell’Italia; se un elemento rispettabile quale il Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia che si è recato in Jugoslavia molte volte ed anche in Cecoslovacchia ed in Ungheria, se non va per motivi personali, deve pur sapere valutare quali implicazioni comporta la sua presenza in quei luoghi per la massoneria italiana se la Fiat od  altro gruppo industriale italiano voglia dare il suo apporto alla penetrazione occidentale nell’Est deve tener conto che non rischia solo il proprio, ma anche qualcosa che è patrimonio e sudore del popolo italiano”.[6] Prosegue il documento: “Mesi orsono Famiglia Cristiana ha attribuito al ministro De Michelis il seguente intervento presso le autorità jugoslave: “se ci sarà una pronta restaurazione della massoneria, si avranno maggiori possibilità di investimenti di capitale estero nel vostro in Jugoslavia. Tale frase non è mai stata smentita e stranamente in Jugoslavia si fa vedere frequentemente un avvocato romagnolo, Oratore del Grande Oriente d’Italia, ex missino passato al Pri, seguace di Pacciardi, il quale fu sempre legato alle posizioni americane”.[7] Il documento conclude con l’auspicio di un chiarimento interno all’interno della Libera Muratoria: “Ma allora quante sono le fazioni nelle logge? Quanto è influente la longa manus di oltre oceano? (…) Non sarebbe male se un chiarimento venisse effettuato dal mondo massonico italiano, allo scopo di frugare sospetti, che sprovveduti suoi personaggi danno ragione di ingenerare. Tanto più che funzione primaria della massoneria nera è di gestire i collegamenti internazionali per il traffico di armi e droga”.[8]

   Bisogna dire che a rendere complessa la lettura di quello che è avvenuto in questo periodo, bisogna tenere conto che la realtà non è solo bianca o nera, ma quando parliamo di situazioni dove ci sono di mezzo servizi segreti o logge massoniche il colore prevalente è il grigio.

   Un esempio di questa complessità è Loggia P2.

   Dice a proposito il professor Aldo Giannuli[9] storico, politologo e saggista: “La P2 era un comitato di affari che si è sciolto in quanto loggia P2 dopo lo scandalo del 1981, ma che ha continuato a esistere fino ai giorni nostri, con figure che sono uscite e altre che sono entrate. Questa sorta di conglomerato di potere sostanzialmente sempre esistito”[10].

  Nonostante l’ultra-atlantismo di Gelli “la massoneria angloamericana non ha digerito i tentativi di chiamare in causa e riabilitare le massonerie del Sud del mondo. Nella P2 troviamo infatti colonelli argentini, capi di stato come Anwar Sadat (Egitto) e William Tolbert (Liberia) e figure chiave del regime rumeno di Ceausescu. Un qualcosa che agli angloamericani non piaceva per niente. La disgrazia di Licio Gelli comincia quando, essendosi probabilmente montato la testa, decide di creare l’Ompam.[11] Un’iniziativa non gradita dagli americani che gli fanno capire che agli italiani certe cose non spettavano. La P2 è una banda strettamente anticomunista, ma principalmente un gruppo di spregiudicati, ci si trova alti esponenti della Romania di Ceausescu, non a caso presenti anche nel Club di Berna organizzato dal piduista Federico Umberto D’Amato[12]. Accanto a essa troviamo mondi che fanno riferimento ad Andreotti e che fanno operazioni in Etiopia con la ditta Salini, strizzando l’occhio ai sovietici. Anche la vicenda di Sigonella è sintomatica: la pone in essere Craxi, ma non fu Andreotti a opporsi, bensì il repubblicano Spadolini”[13].

   C’è indubbiamente un filorosso tra massoneria e servizi segreti “Tutti gli apparati statali degli anni Settanta erano a larga partecipazione massonica; c’è una voce che questo fil rouge sia continuato fino a oggi, e che persino Walter Bior[14] sia un ‘fratello’”.

   Negli elenchi della P2 emersero figure di un certo livello come Carlo Alberto dalla Chiesa “I quesiti su dalla Chiesa e sulla volontà di infiltrare la P2 sono complessi e la verità in questo in questo caso sia grigia: come mi disse il generale Mori, dalla Chiesa quando si infiltrava in un ambiente voleva diventare quello che comandava, voleva fare della P2 il suo strumento di potere”[15].

   Prima dicevo che nessun servizio segreto, si lascerebbe coinvolgere direttamente con i propri agenti in attività sporche, col rischio di farsi cogliere con le mani nel sacco. Ovviamente ci sono delle eccezioni, come nel caso di Abu Mar, l’egiziano che fu rapito a Milano il 17 febbraio 2003 in pieno giorno. Ma questo fatto nasce, come ha rivelato Luigi Malabarba (che quando era senatore fu membro del Copaco l’organismo di “controllo” parlamentare sui servizi segreti), è che la CIA e il suo Capocentro a Milano, Robert Seldom Lady alla questura di Milano sono di casa, e forniscono computer e strumentazione alla Digos nell’attività di collaborazione contro il cosiddetto “terrorismo islamista”[16]. Questa circostanza è confermata dalla CIA e dallo stesso giudice. Questa commistione fra servizi segreti americani e polizia italiana (milanese in particolare) è affermata dal marocchino Daki. Daki, assolto due volte dal tribunale di Milano e successivamente espulso dall’Italia dal ministro Pisanu nel dicembre 2005, ha sostenuto che in quel periodo fu interrogato nell’ufficio di Dambruoso da americani che si dicevano dell’FBI, ma lui era convinto che appartenessero alla CIA. Un interrogatorio illegale, dove gli interroganti erano incappucciati.

   Per le operazioni clandestine, i servizi segreti, di norma ricorrono a persone e organizzazioni disposte ad agire, a volte inconsapevolmente, per conto di terzi. Secondo l’ex agente della CIA Victor Marchetti, la CIA impiega di preferenza agenti a contratto e mercenari.[17] Ma per operazioni più impegnative e di ampio respiro gli strumenti preferiti sono la criminalità organizzata e i gruppi terroristi. Le agenzie delle grandi potenze imperialiste possono giovarsi di un’altra risorsa: l’impiego come proprio braccio secolare, dei servizi segreti dei paesi subalterni, i quali spesso e volentieri non agiscono direttamente.

   L’Italia è uno dei casi più significativi di subappalto di lavori sporchi da parte dei servizi segreti della potenza dominante. Il direttore dei servizi segreti militari, da cui dipendeva la pianificazione Stay Behind (ovvero Gladio), da punto di vista istituzionale rispondeva al Presidente del Consiglio, oltre che al Ministro della “Difesa”, ma dal punto di vista effettivo, in quanto capo di Stay Behind era legato a una catena di comando esterna in ambito NATO che rispondeva ai capi dei vari servizi segreti americani. Egli aveva addirittura il potere di decidere se comunicare o meno l’esistenza della pianificazione al Presidente del Consiglio ed era colui che concedeva, di fronte agli alleati il nulla osta sicurezza allo stesso Presidente del Consiglio. Così il direttore del servizio segreto militare, che formalmente dipendeva dal Presidente del Consiglio, aveva il potere di bloccarne la nomina.

   Quando il SIFAR, in attuazione del piano Demagnetize, che aveva lo scopo di ridurre l’influenza comunista in Italia e in Francia con qualsiasi mezzo, per organizzare una rete paramilitare in grado di compiere le “azioni diversive” previste, ricorse a gruppi fascisti. Dall’altra parte della barricata erano i servizi bulgari e cecoslovacchi che operavano in Italia e negli altri paesi dell’area mediterranea per conto del KGB. A quanto risulta i servizi bulgari utilizzarono elementi della mafia turca.

   A volte può essere sufficiente indirizzare verso l’obiettivo prescelto alcuni delinquenti, senza che si rendano conto dei reali fini politici della loro azione. È questo il caso del sequestro di Guido De Martino (5 aprile 1977) da parte di malavitosi napoletani; una scelta incomprensibile per un rapimento a scopo d’estorsione, considerate le condizioni economiche della famiglia, che non era certamente multimiliardaria. Il rapimento guarda caso fu eseguito poco prima del congresso di Torino del PSI. La P2 e il SISMI tramite Carboni e Pazienza, tenevano legami diretti con la camorra e le bande di Turatello[18] e di Begameli.

   Il senatore socialista Francesco De Martino, interrogato dalla commissione P2, ha più volte fatto capire che il rilascio di suo figlio ha avuto come contropartita la sua rinuncia a tornare ad assumere il ruolo dirigente nel PSI. Egli ha affermato infatti: “il rapimento di mio figlio ha avuto lo stesso significato politico dell’assassinio dell’onorevole Moro”.[19] Il significato di questa frase, sta nel fatto che da allora De Martino, pur rimanendo deputato, ha rinunciato a rappresentare l’alternativa nel PSI a Bettino Craxi.

   Ma in genere le operazioni speciali richiedono rapporti più complessi e impegnativi con la criminalità e con le organizzazioni terroriste. In molti casi il metodo consiste nel reclutare o strumentalizzare singoli elementi, da impegnare nelle operazioni più sporche e rischiose, dopo averli sottoposti a lavaggi del cervello, condizionamenti del comportamento, che li trasformano in persone assolutamente indecifrabili. Un esempio qui in Italia è dato dal cosiddetto “anarchico” Gianfranco Bertoli, autore della strage alla Questura a Milano nella primavera del 1973.

   Il fascista veneziano Carlo Digilio, era un agente veneziano della Cia con nome in codice “Erodoto”, che partecipando nei gruppi neofascisti si unisce a Carlo Maria Maggi, anche lui ordinovista; la cellula veneziana completata con Delfo Zorzi, è unita alla cellula di Freda e Ventura; oltre vent’anni dopo troviamo Digilio pentito dello stragismo italiano[20] e davanti al Giudice di Milano Antonio Lombardia che seguiva il procedimento inerente, la strage. Digilio dichiara: “Neami gli stava spiegando, con una specie di vero e proprio lavaggio del cervello, cosa avrebbe dovuto dire alla Polizia in caso di arresto e gli faceva ripetere le risposte che avrebbe dovuto dare e cioè che era un anarchico individualista e che si era procurato da solo, in Israele, la bomba per l’attentato.

   Capii subito da Soffiati e Neami che Bertoli era un debole e mi dissero infatti che gli piaceva bere e lo avevano convinto anche con la promessa di un po’ di soldi.

  Mi dissero che era che era già da parecchi giorni e che lo facevano bere e mangiare a sazietà.

   Anch’io rimasi qualche giorno a dormire in Via Stella, su un vecchio divano, e in quei giorni, non in Via Stella, ma a Colgnola, vidi anche Minetto il quale era al corrente di cosa si stava preparando e aveva personalmente procurato i soldi per Bertoli tramite gli americani.

   Non si trattava comunque di una grande somma, ma di pochi milioni e infatti si capiva subito, con un occhiata, che Bertoli poteva essere comprato per pochi soldi.

   Neami dormiva con Bertoli, nella stanza da letto, per controllare i suoi eventuali colpi di testa, mentre io dormivo su un divano nel salotto e il divano era posto per controllare vicino all’ingresso. Bertoli faceva discorsi strani, diceva che comunque fosse andata egli sarebbe diventato un grand’uomo”[21].

   Vi rendete conto lettori, di quello che stava dicendo Digilio, egli parla della programmazione di un individuo per diventare un assassino e confessare un delitto, in sostanza della creazione di un candidato manciuriano.

   Negli USA, gli avvocati di Shirhan Sirhan, l’uomo che presubilmente uccise R. Kennedy nel 1968, hanno chiesto che fosse rilasciato dalla prigione, sostenendo il fatto che fosse stato vittima del controllo mentale[22].  Essi sostengono che nel processo contro il loro cliente che fu fatto nel 1969, furono ignorate le prove vi fossero due tiratori presenti durante l’assassinio di R. Kennedy. Il team legale di Shirhan sostiene che “anche che la programmazione/controllo mentale tramite ipnosi non è affatto nuova, il pubblico è ignorante riguardo il lato oscuro di questa pratica” perciò “La persona media non è a conoscenza che l’ipnosi può e viene usata per indurre una condotta anti sociale negli esseri umani”. La CNN spiega che gli avvocati di Shirhan Sirhan avevano scoperto registrazioni audio che dimostrano che vennero sparati ben 13 colpi al momento dell’attentato a R. Kennedy: “Gli avvocati sostengono inoltre che Sirhan venne ipnoprogrammato per fungere da diversivo al vero assassino, il fatto che sia arabo avrebbe poi facilitato anche la propensione di colpevolezza. Sirhan 67 anni, è un palestinese cristiano nato a Gerusalemme che nel 1950 assieme alla famiglia emigrò negli States.

   Sirhan ‘fu un partecipante involontario dei crimini commessi in quanto venne sottoposto a sofisticate programmazioni ipnotiche e tecniche per impiantare memorie che lo resero incapace di controllare coscientemente i suoi pensieri e azioni al momento in cui i crimini vennero commessi”.

   Daniel Brown esperto di ipno-programmazione alla Harvard Medical School ha recentemente lavorato con Shirhan, dicendo di averlo aiutato con successo a ricordare l’assassinio. Brown afferma che Shirhan nel 1969, a causa del controllo mentale, pensava di trovarsi in un poligono di tiro. Alcuni di questi soggetti sottoposti a controllo mentale sono membri di sette esoteriche. Questo avvenne quando la CIA decise di spostare la sperimentazione del controllo mentale dai laboratori militari e accademici alla comunità esterna e al mondo delle sette modello OTO.[23] Una cerchia segreta sperimentò da allora sui devoti dei vari culti e sette, e a volte si spinse fino a operare omicidi di massa nascondendoli come suicidi per ridurre al silenzio i soggetti coinvolti, come accade nel 1978 alle vittime del tempio del sole con il più grande suicidio di massa della storia, a Johnstown, o a quello dell’Ordine del Tempio Solare[24].

   Le società occulte sono riservate e spesso molto irrazionali. Seguono un leader. Esistono all’orlo di una società che le ignora, perché la loro strana retorica religiosa risulta sgradevole.

   Nelle sette sataniche, dedite alla celebrazione di messe nere, nate per celebrare l’era nascente dell’Anticristo – come nel caso della Chiesa di Satana, nata negli Stati Uniti nel 1966 o il Tempio di Set, nato negli Stati Uniti nel 1974, ci sono personaggi promossi dalla CIA come Anton Szandor LaVey e il Tenente Colonnello Miquel Aquino, figure carismatiche e perverse intente a manipolare l’occulto per sperimentazioni allucinanti, come quelle del progetto Monarch della CIA, che faceva parte del programma per il controllo mentale MK-ULTRA.

    Tra i fondatori della Chiesa di Satana ci fu il regista cinematografico e mago delle rockstar Kenneth Anger, che era anche un nono grado dell’OTO californiano e discepolo di Crowley.

    In sostanza le sette come l’OTO sono uno strumento in mano ai servizi segreti americani e ai loro scagnozzi dell’occulto. Per arrivare al controllo della setta, i servizi sono passati attraverso il discredito dei membri non in linea. All’interno di esse vengono attuate le sperimentazioni più perverse e immorali, grazie all’uso e abuso della religione. Queste sperimentazioni sono legate a frange religiose o occulte, come il Tempio Solare, sono legate in maniera quasi ossessiva alla famosa Stella Sirio[25], quella “Stella fiammeggiante” che per la Massoneria diventa il più profondo e più sacro dei suoi simboli e una costante e strana presenza del culto Solare nei culti più oscuri e perversi degli ultimi decenni.

   La setta del Tempio Solare aveva tre convinzioni fondamentali:

  1. Il mondo stava per finire;
  2. L’apocalisse verrà gestita da un gruppo di iniziati che vivono nella Loggia bianca di Sirio;
  3. Che per essere degli eletti e arrivare a Sirio bisogna morire con un rituale che coinvolge il fuoco.

   Sirio è posta anche relazione ad alcuni esperimenti facenti parte del programma MK-ULTRA. Un ricercatore finlandese Martin Koski, in un libretto che si intitola La mia vita dipende da voi, parla di Sirio che viene evocata in un episodio di controllo mentale. Egli sosteneva di essere stato rapito e che i “dottori” che avevano operato su di lui dichiaravano di essere “alieni provenienti da Sirio”. Egli sosteneva che questi rapimenti alieni, fossero una copertura per il programma MK-ULTRA.

   La Massoneria per la sua struttura settaria e per il carattere iniziatico costituisce il potere occulto per eccellenza, in quanto presente in profondità nelle istituzioni e nella classe dirigente, e avendo solidi e ramificati rapporti istituzionali. Lo spiritualismo esoterico e l’ideologia elitaria e cospirativa, largamente circostanti al suo interno, insieme con la pratica segreta e iniziatica, formano un contesto culturale omogeneo a quello del radicalismo di destra: un background nel quale massoneria e organizzazioni neonaziste e neofasciste s’incontrano spontaneamente, e che è il territorio naturale dei signori del potere occulto.

   E bene ricordare che la Massoneria ha conosciuto e attraversato esperienze complesse e contraddittorie. In contrasto, ma spesso in sincretismo con l’ispirazione illuminista, liberale, filantropica che la pubblicistica apologetica e quella ostile, per opposti motivi, hanno privilegiato, vive in essa un’anima aristocratica e reazionaria divenuta predominante. Da questa ebbe origine già nel Settecento la potente massoneria di rito scozzese, che faceva propria l’eredità di una certa tradizione torbida della tradizione esoterica rinascimentale. Fondamento, teorico, del rito scozzese è infatti il mito di una dottrina occulta sovrumana, venuta dalla notte dei tempi, riscoperta dai templari nelle rovine del tempio di Gerusalemme, e tramandata segretamente da ordini cavallereschi e confraternite segrete (Templari e i Rosa-Croce). La massoneria scozzese involta in questa nebbia esoterica, divenne ricettacolo di tendenze irrazionalistiche e misticheggianti, di riti misterici e pratiche occultiste. D’altra parte il moltiplicarsi degli alti gradi, secondo una complicata gerarchia articolata in numerosi gradi compartimentali, accentuava il carattere iniziatico della massoneria scozzese, trasformatasi in un temibile centro occulto, dominato da gruppi conservatori e reazionari e aperto agli intrighi di avventurieri e impostori di ogni risma[26].

   E in questa tradizione culturale e politica affonda le radici l’anima esoterica, occultista e conservatrice che resta tuttora una componente essenziale del mondo massonico, e ne ispira alcuni dei gruppi di potere più esclusivi, segreti e potenti. Ed è impressionante constatare che questo guazzabuglio di dottrine esoteriche e miti aristocratici e cavallereschi, che appartengono alla tradizione massonica, costituisce il fondamento ideologico del filone più estremo del radicalismo di destra: quello delle SS tedesche, del neonazismo europeo, di Julius Evola e dei suoi seguaci italiani di Ordine Nuovo, da Pino Rauti e Freda, da Paolo Signorelli a Mario Tuti.

   Il sodalizio tra Rosacroce, Templari e Massoneria cominciò a svilupparsi nel corso nel corso del XVIII secolo, divenne più che palese nel secolo XIX, l’epoca in cui operavano noti occultisti francesi come Stanislas de Guaita, Joris Huysmans, Joséphin Péladan, Papus, Jules Bois, Maître Philippe e Saint Yves d’Alveydre. Molti di questi misteriosi personaggi appartengono a logge martiniste e allo stesso tempo erano membri della Rosacroce[27].

   Il governo ideale degli occultisti ottocenteschi seguiva il modello della Sinarchia. Fu Saint Yves d’Alveydre (1842-1909) il teorico del regime sinarchico. Si trattava di un governo fortemente ordinato, retto da un ristretto consiglio di saggi, un élite di re-sacerdoti. Un concistoro segreto. Questo modello, secondo i sinarchici, doveva essere applicato dapprima alla Francia e poi, dopo aver eliminato tutti i governi in carica allora esistenti, si sarebbe fondata una confederazione di Stati Uniti d’Occidente. Tale unione si rivelava indispensabile per contrastare la “minaccia espansionistica dell’Islam”. Saint Yves d’Alveydre definiva i Templari come padri spirituali della Sinarchia.

  Era necessario distruggere per poi ricostruire. Tutto sotto il segno del Sacro Cuore.

   Quello che d’Alveydre si limitò a teorizzare durante i convegni esoterici alla Librairie de l’Art Indépendant fu messo in pratica più tardi dai suoi seguaci. Il Sacro Cuore rivestiva in questo scenario un ruolo di primo piano. L’esoterista e iniziato Pierre Dujols osservò che il Sacro Cuore rappresentava per gli occultisti dell’epoca il nuovo Graal. I Rosacroce ottocenteschi si identificavano con i Templari, che il mito medievale aveva innalzato a custodi del Graal. La dottrina praticata dagli esoteristi della Belle époque era un “cristianesimo delle radici”, secondo la loro stessa definizione; un gnosticismo, pregno di acceso nazionalismo, intriso di riti satanici e dedito a un atavico culto dei morti.[28] 

   Questo ramo deviato dei Rosacroce abbandonava, poco a poco, la lungimiranza dei mitici padri fondatori e si tingeva di un nero profondo. L’universalismo degli umanisti, il messaggio liberale dei Fedeli d’amore (società iniziatica esoterica alla quale Dante apparteneva)[29] e il sacrificio disinteressato di ispirati filosofi come Giordano Bruno, lasciavano il posto alle ambizioni più nazionalistiche, allo spiccato settarismo, addirittura all’antisemitismo[30]..

   Le trame per impadronirsi del potere diventavano subdole, più raffinate. I membri dei nuovi Rosacroce si infiltravano senza remore di sorta nelle società segrete rivali, cambiavano colore a seconda del momento, organizzavano morti misteriose, incensavano e sponsorizzavano impostori e, come se non bastasse, fomentavano la paura, mettendo in scena miracolose apparizioni della Madonna o del Sacro Cuore foriere di apocalittiche disgrazie. I riti di questi iniziati confermavano l’aura tenebrosa che ne permeava il pensiero: erano vere e proprie messe nere[31].

   La Sinarchia di Saint Yves d’Alveydre permeava anche la società cattolica dello Hiéron du Val d’Or, fondata nel 1873 a Paray-le-Monial dal barone Alexis de Sarachaga e dal gesuita Victor Drevon[32].  Lo Hiéron contribuì a espandere le idee sinarchiche tra i cattolici più estremisti, a tal punto che alcuni ricercatori vi hanno riconosciuto il precursore dell’Opus Dei. Non ci sarebbe da stupirsi che anche i famigerati Protocolli dei savi anziani di Sion, che all’inizio del XX cominciarono ad avvelenare l’Europa nel corso di una serrata propaganda antisemita, non fossero stati solamente l’opera di un agente dei servizi segreti russi, ma anche un frutto maledetto di questi tenebrosi compari. Lo scrittore francese Maurice Joly (1829-1878), autore del pamphlet Dialoghi all’inferno tra Montesquieu e Machiavelli, affermava che gli agenti dell’Ochrana (servizi segreti russi nel periodo zarista) si erano ispirati nel mettere su carta gli infamanti Protocolli, a un rosacroce. Joly spirò in circostanze misteriose[33].

   Con il passare del tempo, le mire politiche dei sinarchici non rimasero limitate all’Europa. Si pensò di estendere l’auspicato governo sacerdotale al mondo intero. Dagli Stati Uniti d’Europa si passò all’idea di un governo mondiale. Questo nuovo sviluppo iniziò nella prima metà del Novecento, tra le due guerre. Sfociò nel manifesto del Patto rivoluzionario sinarchico per l’Impero francese, redatto nel 1936, in cui il MSE (Movimento Sinarchico Europeo) annunciava una rivoluzione dall’alto, che sarebbe partita dalla Francia e avrebbe coinvolto tutte le nazioni del mondo.

   Triste fiore di questa propaganda fu il movimento politico della Cagoule, che non esitò a usare metodi violenti allo scopo di rovesciare la Repubblica e istituire un regime fascista[34].  Utilizzando simbologia ritualistica simili a quelle praticate dalla Massoneria, i membri della Cagoule terrorizzarono la Francia per anni, seminando bombe e morte. Eugène Deloncle (1890-1944), capo dell’organizzazione, era un esoterista e si ispirò, nella struttura del suo movimento politico, al modello delle società segrete. Collaboratore dei Deloncle all’interno della Cagoule fu anche Francois Plantard, un cugino di Pierre Plantard. Il fondatore del moderno Priorato di Sion.   

   Questo è il contesto culturale e politico sotteso ai collegamenti politici e operativi tra un certo settore di Massoneria (e delle altre società iniziatiche come si è visto) che si può benissimo definire nera (in particolare la Loggia P2) e le trame terroristiche e golpiste di destra. Non sorprende quindi di scoprire alcuni esponenti neofascisti tra i massoni. Dalla fine degli anni ’60 entrarono nella Massoneria, molti spiritualisti evoliani ed estremisti neri, tra i quali spiccano i nomi di Sandro Saccucci e di Loris Facchinetti, leader di Europa e Civiltà.

   Ed è significativo che esponenti dell’eversione nera affiliati alla Massoneria e giunti a controllare la casa editrice Atanor, specializzata in libri massonici ed esoterici, risultino implicati nell’inchiesta della magistratura romana sul covo arsenale di Via Prenestina e sulla società pubblicitaria Adp, copertura di una centrale di supporto di organizzazioni terroristiche fasciste come i NAR (ma anche a … “Prima Linea”)[35].

   Ed è significativo che il mondo del cinema e dell’editoria gestiti dal grande capitale finanziario abbiano dato spazio e notorietà a stragisti come Mambro Francesca e Fioravanti Giusva (peraltro attore di cinema sin da bambino), a banditi criminali come Vallanzasca (il cui prestigio gli permise di recarsi a Radio Popolare appena evaso) e Felicetto Maniero (sponsorizzato culturalmente da giornalisti di rilievo) od a “guerriglieri metropolitani” di “Prima Linea” prontamente dissociatisi dopo la cattura come Segio Sergio e le evase di Rovigo. Ed i servizi segreti inglesi sostennero la permanenza a Londra per circa 20 anni diversi dirigenti dei NAR e di “Terza posizione” tra cui il futuro fondatore di “Forza nuova” Roberto Fiore.

    Né può essere una coincidenza che in tutte le trame golpiste (dal tentativo di colpo si Stato del 1970 organizzato da Junio Valerio Borghese, quello progettato per l’agosto 1974, alla Rosa dei Venti) si ritrovino in ruoli chiave diversi affiliati alla Massoneria. Nel caso del golpe Borghese, non solo il suo braccio destro, Remo Orlandini, ma anche il generale Duilio Fanali, Salvatore Drago e Sandro Saccucci sono Massoni, ma è pure documentata l’adesione di una loggia del ceppo di Piazza del Gesù, si pure ritirata all’ultimo momento con una lettera del suo rappresentante Gavino Matta, che tuttavia parteciperà personalmente all’impresa abortita[36].

  In questo contesto la Loggia P2 di Licio Gelli si configura con i suoi autentici caratteri di una sovrastruttura parallela e segreta di comando all’interno del mondo massonico, con fini di potere e di condizionamento politico, collegata con i servizi segreti e con altri gruppi di potere. Indubbiamente, una deviazione rispetto alla tradizione illuminista, liberale della Massoneria ufficiale, ma anche per converso interprete dell’anima reazionaria e oscurantista di essa. Non è un caso che un amico e apologeta di Licio Gelli, Pier Carpi (tra l’altro iscritto anche lui nella Loggia P2 dove era  Maestro), autore di un pamphlet in sua difesa, sia un cultore dell’esoterismo e un grande ammiratore di René Guénon (il pendant francese di Evola) autore di un libro un libro pubblicato dalle Edizioni Mediterranee specializzate in esoterismo, occultismo e opere di Julius Evola, sulle profezie di Giovanni XXIII, ove si dice che Angelo Roncalli avrebbe dettato per misteriosa ispirazione, congiunto in mistica catena con i fratelli della società segreta dei Rosa-Croce, alla quale sarebbe stato iniziato quando era nunzio in Turchia[37].

   La logica dell’intreccio e collaborazione tra i diversi poteri occulti è assai complessa, contorta, fondata in sostanza sul principio della reciproca utilità. La grande criminalità riceve dai servizi protezione e impunità, specie ai suoi più alti livelli colludenti con settori della classe politica e delle istituzioni, mentre il terrorismo rappresenta quanto meno un efficace diversivo, che impegna su un altro fronte le energie dello Stato. I servizi segreti trovano nella criminalità comune e nel terrorismo gli esecutori, spesso in parte inconsapevoli, delle operazioni clandestine, ma anche, partecipando a traffici illeciti come quello degli stupefacenti.

   Dal Sud Est asiatico all’America Latina si ripete, dunque, lo stesso copione: il narcotraffico è usato come un’arma per reprimere la lotta popolare ed antimperialista e nello stesso tempo, per impedire che lo scontento dei giovani e dei proletari degli Stati Uniti si converta in una lotta organizzata contro il capitalismo e le sue istituzioni, I mercenari della malavita organizzata  si recano in questi paesi per operazioni sporche, le organizzazioni criminali transazionali tessono le loro tele di ragno con gli eserciti e le autorità locali. Importanti latitanti fascisti (come Enrico Caruso assassino di Brasili a Milano o i partecipi di Terza Posizione) rimangono protetti anni e decenni negli USA o nel Regno Unito. Di esempi ce ne sono tanti, passando da Haiti, ove “i combattenti della libertà” erano finanziati attraverso il riciclaggio del narcotraffico, in Guatemala, in cui i vertici militari erano finanziati dai traffici di droga nel sud della Florida, e per la Jugoslavia, ove la Germania e poi gli USA diedero il loro contributo ad organizzare finanziandolo con il narcotraffico, un movimento di guerriglia con il fine di destabilizzare la Jugoslavia.  

   Il ruolo centrale dei servizi segreti statunitensi nell’organizzazione del narcotraffico non è una deviazione istituzionale. Il ruolo degli enti statunitensi come la DEA è quello di impedire l’afflusso di droghe differenti da quelle approvate dalla CIA.

   La cosiddetta “lotta alla droga” promossa dagli USA è stata in realtà una copertura di politiche volte alla protezione e alla funzionalizzazione del narcotraffico alla politica dell’imperialismo statunitense nei paesi oppressi e nelle metropoli imperialiste.

   Questo problema non riguarda ovviamente solamente gli USA. Fu la Francia a prima a utilizzare i proventi del traffico di oppio per finanziare le operazioni coperte contro i popoli dell’Asia. Sino al 1954, il Laos e il resto dell’Indocina erano una colonia francese. E l’oppio aveva anche un compito di pacificazione all’interno della vita coloniale. Sulla base della distribuzione dell’oppio, lo Stato francese annichiliva la popolazione vietnamita già stremata dalla mancanza di cibo e dal lavoro nelle piantagioni e nelle miniere.

  L’alleanza tra servizi segreti dei paesi imperialisti e organizzazioni criminali, nasce dal fatto che sono alleati naturali. Essi, infatti, usano le stesse armi clandestine ed hanno lo stesso tipo di immoralità. Un’operazione illegale come un assassinio, un colpo di stato chi le fa? Mica quelli che vanno in ufficio tutti i giorni, né quelli che vanno a scuola. Al limite li utilizza per qualche rissa. No, si utilizza quelli che lo fanno come mestiere, e non hanno scrupoli.

   In ciascun paese, che non sia in preda a una guerra civile aperta e dichiarata, il campo dei poteri occulti è saldamenti tenuto da una realtà che si potrebbe definire un “governo invisibile” vale dall’insieme dei servizi segreti e delle altre funzioni di potere, che dietro le quinte e collegati ad essi, operano dall’interno delle istituzioni, in autonomia e talvolta in contrasto con esse.


[1] N. Bobbio, Il potere invisibile, La Stampa 23 novembre 1980.

[2] Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte.

[3] Link http://www.19luglio1992.com/index.php?vien=article&catid=2%3Aed

[4] Serviva a finanziare l’industrializzazione.

[5] Gianni Cipriani, I mandanti, Editori Riuniti, Roma, 1993, p. 183.

[6]                                     C.s. p. 188-189.

[7]                                     C.s.

[8]                                     c.s.

[9] Intervista di Ferruccio Pinotti ad Aldo a Giannuli, 22 aprile 2021. Ferruccio Pinotti, Potere massonico, Chiarelettere, 2021, pp. 298-300.

[10]                                                                     C.s.

[11] Si tratta dell’Organizzazione mondiale per l’assistenza massonica. Sulla carte il progetto avrebbe dovuto essere un organismo internazionale della filantropia massonica, che avrebbe dovuto soccorrere le popolazioni in caso di disastri, aiutando i paesi “in via di sviluppo”. Tuttavia si proponeva anche Come mediazione in caso di crisi internazionali, come punto di riferimento di gruppi di paesi, come veicolo di accordi commerciali internazionali.

[12] Era il capo della potentissimo Ufficio affari riservati.

[13] Intervista di Ferruccio Pinotti ad Aldo a Giannuli, 22 aprile 2021. Ferruccio Pinotti, Potere massonico, Chiarelettere, 2021, pp. 298-300.

[14] Walter Bior è un ufficiale della marina militare italiana, arrestato per spionaggio nell’aprile 2021. È accusato di aver passato informazioni militari confidenziali e riservate a uomini dei servizi segreti russi a Roma.

[15] Intervista di Ferruccio Pinotti ad Aldo a Giannuli, 22 aprile 2021. Ferruccio Pinotti, Potere massonico, Chiarelettere, 2021, pp. 298-300.

[16] Luigi Malabarba, 2001-2006 SEGRETI E BUGIE DI STATO “partito americano” e l’uccisione di Calipari, Edizioni Allegre.

[17] V. Marchetti – J. D. Marks, CIA, culto e mistica del servizio segreto, Garzanti.

[18] Su questa faccenda ho un ricordo personale/familiare. Una mia cugina nel 1972, dopo che era morto suo marito si mise assieme ad uno della banda di Turatello, che si occupava di riciclare denaro. Quando fu arrestato nella casa di mia cugina, trovarono nell’abitazione denaro proveniente dal sequestro De Martino. Quando lui uscì dal carcere scomparve dalla circolazione.

[19] http://www.fondazionecipriani.it/Scritti/allapsi.html

[20] Digilio è nato a Roma nel 1937 ma veneziano d’adozione, s’iscrisse nei primi anni ’60 alla Facoltà di Economia e

Commercio dell’università di Venezia, senza riuscire a terminare gli studi. Prima il servizio militare, poi la morte del padre Michelangelo, dopo un incidente stradale nel gennaio del 1967, lo portarono, è lui stesso a scriverlo in un memoriale, a contattare l’ambiente in cui il genitore si era inserito: la rete degli informatori italiani al servizio delle basi NATO nel Veneto.

  Digilio disse “Il mio primo reclutatore fu il capitano David Carrey della Marina militare degli Stati Uniti di stanza a Verona che aveva già conosciuto mio padre”. Negli anni dell’università, entrò anche a far parte del Centro Studi Ordine Nuovo. Il primo nucleo di quest’organizzazione fu fondato a Venezia nell’aprile del 1957 da Giangastone Romani e Carlo Maria Maggi, per poi diramarsi nel Veneto. Gli anni immediatamente successivi furono quelli dei rapporti con l’OAS (l’” Organisation de l’Armée Secréte”), organizzazione promossa da settori dell’esercito francese e dall’estrema destra per contrastare l’indipendenza dell’Algeria, presto trasformatasi in un’internazionale nera. Ordine Nuovo ne favorì l’azione, allestendo nel nostro paese basi logistiche e rifugi coperti. Nel marzo del 1962, sempre a Venezia, si tenne uno dei raduni più importanti del neofascismo a livello internazionale, con il tentativo di realizzare ad un “Partito Nazionale Europeo”. Tra gli altri, a firmare il “Protocollo” d’intesa, il tedesco Adolf von Thadden, l’inglese Oswald Mosley, il belga Jean Thiriart e il conte italiano Alvise Loredan, un grande proprietario terriero veneto. http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2824&Class_ID=1001

[21] http://www.uonna.it/salvin41.htm

[22] http://neovitruvian.wordpress.com

[23] L’Ordo Templi Orientis (O.T.O.) (Ordine del Tempio d’Oriente) è un’organizzazione internazionale esoterica fondata

Intorno al 1905 dal noto occultista tedesco Theodor Reuss e da Franz Hartman sulla falsa riga dei livelli massonici e delle capillari confraternite ermetiche che erano presenti in tutta Europa. In realtà, le origini potrebbero risalire al 1895, quali espressioni delle correnti di pensiero di Karl Kellner (1851-1905). In origine l’O.T.O. era destinata ad essere modellata e associata, con tre gradi iniziatici successivi. Tuttavia, sotto la guida di Aleister Crowley, l’O.T.O. fu poi riorganizzata intorno alla Legge di Thelema (i cui precetti fondamentali sono “Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge” e “Amore è la legge, amore sotto la volontà” promulgata da Crowley già nel 1904, con Il Libro della Legge.

   Similmente a molte organizzazioni esoteriche, l’O.T.O. è basata su un sistema iniziatico, con una serie di cerimonie che utilizzano un dramma rituale per stabilire legami fraterni e spirituali ed impartire dottrine filosofiche. L’O.T.O. comprende anche la Ecclesia Gnostica Catholica (E.G.C.) che è la ramificazione ecclesiastica dell’Ordine stesso.

[24] Leo Lyon Zagami, Le confessioni di un illuminato, UNO EDITORI.

[25] Molte culture storiche hanno dato a Sirio dei forti significati simbolici, in particolare legati ai cani; in effetti, è spesso chiamata nei Paesi anglosassoni con l’appellativo “Stella del Cane”, ossia la stella più luminosa della costellazione del Cane Maggiore. Spesso appare anche legata al mito di Orione e al suo cane da caccia; gli antichi Greci credevano che le emanazioni di questa stella potessero avere degli effetti deleteri sui cani, rendendoli particolarmente irrequieti durante i caldi giorni dell’estate (i “Giorni del Cane”). L’eccessiva colorazione di questa stella spesso poteva essere messa in relazione con l’avvento di disastri naturali o di periodi particolarmente secchi e, in casi estremi, poteva infondere la rabbia nei cani, che poi veniva trasmessa agli uomini tramite i morsi, mietendo numerose vittime. I Romani chiamavano i giorni dell’inizio estate dies caniculares e la stella Canicula (“piccolo cane”). Nell’astronomia cinese la stella è conosciuta come la “stella del cane celestiale” Più lontano ancora, molte tribù? di nativi americani associavano Sirio con un canide; alcune indigeni del sud-ovest del Nord America indicavano questa stella come un cane che seguiva delle pecore di montagna, mentre i Piedi Neri la chiamavano “faccia di cane”. I Cherokee appaiavano Sirio ad Antares e le consideravano come due cani da guardia alle estremità di quello che chiamavano “percorso delle anime”. Le tribù del Nebraska facevano invece diverse associazioni, come la “stella-lupo” o la “stella-coyote”. Più a nord, gli Inuit dell’Alaska la chiamavano “Cane della Luna”. Altre culture in diverse parti del mondo associavano invece la stella ad un arco e delle frecce. Gli antichi cinesi immaginavano un ampio arco e una freccia lungo il cielo australe, formato dalle attuali costellazioni della Poppa e del Cane Maggiore; la freccia era puntata sul lupo rappresentato da Sirio. Una simile associazione è rappresentata nel tempio di Hathor di Dendera, in Egitto, dove la dea Satet ha disegnato la sua freccia su Hathor (Sirio). Nella tarda cultura persiana la stella era similmente rappresentata come una freccia, ed era nota come Tir. Nel libro sacro dell’Islam, il Corano, Allah (Dio) viene definito il “Signore di Sirio”. Il popolo dei Dogon è un gruppo etnico del Mali, in Africa Occidentale, noto per le loro conoscenze sulla stella Sirio che sarebbero da considerare impossibili senza l’uso di un telescopio. Come riportato nei libri Dio d’acqua.

Incontri con Ogotemmêli e Le renard pâle di Marcel Griaule, questo popolo sarebbe stato al corrente della presenza di una compagna di Sirio (la “stella del fonio”) che orbita attorno ad essa con un periodo di cinquant’anni prima della sua scoperta da parte degli astronomi moderni. Questi affermano inoltre che ci sia pure una terza compagna oltre a Sirio A e Sirio B. Il libro di Robert Temple Il mistero di Sirio, edito nel 1976, accredita loro anche la conoscenza dei quattro satelliti di Giove scoperti da Galileo e degli anelli di Saturno. Tutto ciò è diventato così oggetto di controversie e, talvolta, di speculazioni. Secondo un articolo edito nel 1978 sulla rivista Skeptical Enquirer, potrebbe essersi trattato di una contaminazione culturale, o forse proprio ad opera degli stessi etnografi. Altri invece vedono queste spiegazioni fin troppo semplicistiche, create ad hoc per giustificare un mistero irrisolvibile secondo i dettami della scienza in vigore. È La questione resta dunque ancora aperta.

[26] Ovviamente non solo di questi, ma anche di persone che davanti alla crisi culturale in atto, cercano un senso e significato alla vita. La struttura settaria può offrire un ambito per questo tipo di persone. Mi ricordo che un mio collega che era associato alla Massoneria, la sua gratificazione maggiore era di scrivere sulla rivista Focus, su argomenti misticheggianti ed esoterici (era diventato uno specialista di argomenti come gli angeli). In maniera indiretta, cercò di farmi associare anche lui con un misto di minacce e blandizie. Quello che non tenne conto è la forza di una coscienza ideologica, della serie al massimo mi possono distruggere il cervello. Il fattore predominante di resistenza fu che mi parlò che andavano a fare delle riunioni dentro la base di Aviano, al mio stupore, lui quasi meravigliandosi mi affermò che cosa c’era di tanto scandaloso, che il giardiniere di Truman era il Gran Maestro, perciò, è un’organizzazione profondamente democratica. Devo dire che appena andato in pensione, andò in Friuli e morì quasi subito.

[27] Sabina Marineo, Il Serpente rosso Società segrete al potere, Venexia, Roma, 2013, p. 156. 

[28]                                                   C.s. p. 157

[29] http://www.esonet.it/News-file-article-sid-213.html 

[30] Sabina Marineo, Il Serpente rosso Società segrete al potere, Venexia, Roma, 2013, p. 157

[31]                                            C.s. pp. 157.158

[32]                                          C.s.   p. 158

[33]                                          C.s.   p. 158

[34] La Cagoule aveva rapporti con i servizi segreti italiani. Fu per conto loro che assassinarono nel 1937 i fratelli Rosselli.

[35] C. Incerti, Camerati squadra e compasso, Panorama 18 maggio 1981.

[36] R. Fabiani, I massoni in Italia, Editoriale l’Espresso.

[37] P. Carpi, Le profezie di Papa Giovanni, Roma, Ed. Mediterranee, 1976.

~ di marcos61 su marzo 27, 2024.

2 Risposte to “IL RUOLO DEI POTERI OCCULTI”

  1. i sottotitoli non sono in cecoslovacco ma in magiaro 🙂

  2.  

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