LA MORTE DI VALERIO VERBANO E I SEGRETI DEL MINISTERO DEGLI INTERNI
Il 22 febbraio 1980, alle 12.44, tre giovani armati e coperti da un passamontagna entrano in casa Verbano, al quarto piano di Via Monte Bianco 11 nel quartiere Monte Sacro a Roma, dichiarando di essere amici; armati di pistola con silenziatore, dopo essere entrati immobilizzando i genitori nella loro camera ed attendono Valerio dicendo di volere parlare con lui. Ne usciranno infine, dopo che arrivato a casa Valerio, lo colpirono a morte al ventre con un colpo di pistola, dandosi alla fuga dopo una colluttazione con il ragazzo. Il 22 febbraio 1980 Valerio Verbano muore assassinato, ci furono diverse rivendicazioni che furono in seguito smentite. Valerio aveva seguito con attenzione le gesta e le collusioni dei NAR con la criminalità organizzata romana, tra cui la Banda della Magliana. La sparizione dei fascicoli all’uopo redatti da Valerio viene definitivamente accertata quando, nell’ottobre 1980 i genitori chiedono il dissequestro dei materiali, tra i quali manca appunto quello che viene definito dossier NAR. Chi operi oltre e sopra alla sigla e sigle consimili è attualmente noto, ma faceva comodo indicare la pista dell’estremismo eversivo di destra, e vi è anche la rivendicazione opposta di un fantomatico gruppo di “sinistra” Gruppo Proletario Organizzato Armato[1].
All’epoca l’ex magistrato Paolo Ferraro lavorava nella stessa amministrazione pubblica del padre di Valerio, erano nello stesso sindacato (CGIL) e operavano nelle sedi politiche dove si cercava di far partire al meglio i decreti sul decentramento regionale, e tra essi quello sulla soppressione degli enti, ivi compresa la Amministrazione autonoma che si occupava dei servizi sociali e dell’assistenza nel Ministero degli Interni, e, anche alla Protezione Civile mediante la gestione i magazzini per le emergenze.
Secondo Ferraro, il padre di Valerio aveva un segreto. Egli lavorava nel Ministero degli Interni, in settori socio-assistenziali “sperimentali” gestiti in una amministrazione autonoma con fondi ex U.N.N.R.A. (sono i soldi inviati dagli USA nel secondo dopoguerra) e avrebbe potuto trasmettere oralmente al giovane Valerio questo segreto.
Come, questo segreto avrebbe potuto essere stato annotato nelle pagine del diario che non sono mai state ritrovate.
C’è da chiedersi di quale tipologia di segreti era depositaria la A.A.I. (Amministrazione per le attività assistenziali italiane ed internazionali).
Quale poteva essere la sperimentazione e l’attività coperta di una struttura che lavorava trasparentemente, nel settore socio-assistenziale e della tutela dei minori, degli handicappati anziani ecc. dal 1947?
E ove sperimentavano all’epoca che non c’erano case-famiglia a serrande abbassate (ufficialmente)? Mentre di certo c’erano centri sotterranei o meno, militari e civili, che erano allocati prevalentemente in Sardegna e in Friuli.
Mentre si sa (almeno in parte) cosa si è sperimentato negli anni Cinquanta, Sessata e Settanta negli USA, anche per bocca del presidente degli USA Clinton, che ha chiesto scusa al popolo americano[2].
C’è da chiedersi in Italia cosa si è sperimentato in Italia in questo periodo.
Sappiamo del progetto Chaos e di Stay Behind (Gladio) e molto di più ancora.
La A.A.I. nasce come Amministrazione per gli Aiuti Internazionali con decreto del 1947 (anno del progetto Chatter[3] antesignano dell’MK-ULTRA) e diviene Amministrazione per le Attività Assistenziali Italiani ed Internazionali nel 1953, lo stesso anno di battesimo da parte della CIA del progetto MK-ULTRA, sperimentato inizialmente su minori, handicappati anziani, attricette ecc.
La AAI aveva strutture sperimentali, il suo palazzo centrale accanto a via Inselci, dopo la soppressione dell’ente nel 1978 fu assegnato al SISDE[4].
[1] http://paoloferraro1.blog.com/08/14/la-morte-di-valerio-e-i-segreti
[2] https://ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3701:stati-uniti-700-detenuti-utilizzati-come-cavie-per-esperimenti-medici-ora-il-governo-chiede-scusa&catid=16:notizie-2010&Itemid=1
[3] Nell’autunno del 1947, fu avviato dalla CIA e dal National Security Council il primo di una serie di programmi segreti di controllo mentale, il Progetto CHATTER, in risposta ai progetti russi.
La loro ricerca comprendeva esperimenti di laboratorio su soggetti sia animali che umani. Il progetto era orientato all’identificazione di agenti sia sintetici che naturali efficaci durante l’interrogatorio, come l’anabasina (un alcaloide), scopolamina e mescalina.
Il programma si concluse nel 1953, presumibilmente a causa di progressi limitati e del successo di altri progetti.
La CIA decise di espandere i propri sforzi con l’avvento del Progetto BLUEBIRD, approvato dal direttore Allen Dulles nel 1950, i cui obiettivi erano:
- Perfezionare una tecnica di condizionamento personale per impedire l’estrazione di informazioni dai soggetti, con mezzi conosciuti
- Valutare la possibilità di controllo di un individuo mediante l’applicazione di tecniche di interrogatorio speciali
- Indagare il miglioramento della memoria
- Istituire dei mezzi di difesa per prevenire il controllo ostile del personale dell’Agenzia.
Nell’agosto del 1951, il progetto BLUEBIRD fu rinominato Project ARTICHOKE, portato a termine nel 1956. Tre anni prima della sua sospensione, nacque il Project MKULTRA o MK-ULTRA (13 aprile 1953).
Un gran numero di medici tedeschi, nazisti, diventarono i principali protagonisti per lo sviluppo di questo progetto. https://marisagiudice.com/tag/progetto-bluebird/
Gli strumenti impiegati per controllare il comportamento umano durante l’MK-ULTRA, includevano le radiazioni, l’elettroshock, la psicologia, la psichiatria, la sociologia, l’antropologia, la grafologia, l’uso di sostanze stupefacenti, di LSD e dispositivi paramilitari e furono utilizzati per molestare, discreditare o con scopi invalidanti.
[4] http://paoloferraro1.blog.com/08/14/la-morte-di-valerio-e-i-segreti