L’INDUSTRIA DELLA “SALUTE” CONTROLLA LA SCIENZA E LA SOCIETA?
Dentro un contesto di crisi generale del capitalismo (crisi, non solo economica, ma anche politica, culturale, ambientale e di tutti gli aspetti che investono i rapporti sociali e umani, in sostanza di potrebbe benissimo dire che siamo di fronte alla decomposizione della società) anche l’arrivo dei “disastri naturali”, delle “pandemie”, e delle “catastrofi naturali” riveste un utile ruolo politico.
Dentro questo quadro l’industria farmaceutica ha occupato un posto particolare, e paradossale, poiché nonostante la crisi in atto, nella classifica delle industrie che hanno maggiori profitti. Nel 2005 la Pfizer annunciava profitti equivalenti a quelli della Total, per un fatturato 5 volte inferiore.
C’è da chiedersi che cosa c’è di particolare nella produzione dei farmaci perché la redditività di grandi gruppi come Pfizer o Aventas possa fare concorrenza a quella di un’industria come la Renault, perché i sonniferi alla fine sono più redditizi del petrolio?
Ebbene questo settore è un esempio di come il percorso capitalistico di sviluppo abbia in nome del profitto delle conseguenze negative sulle persone.
La produzione su scala industriale di farmaci è un fenomeno relativamente recente. Con l’imporsi della teoria dell’origine microbica delle malattie, con Louis Pasteur e Robert Kock, nella seconda metà dell’Ottocento, e la comparsa dei primi farmaci relativamente efficaci (come l’Aspirina per febbre e dolori, messa in produzione dalla Bayer nel 1899, e il Salvarsan contro la sifilide, inventato dall’immunologo tedesco Paul Ehrlich ai primi del Novecento), decolla anche l’industria del farmaco.
E’ la fase eroica della medicina moderna. Finalmente, non solo si potevano descrivere le malattie, ma anche trovarne una causa in un agente patogeno e utilizzare una “pallottola magica” che lo sopprimeva. Il cerchio era chiuso. Il paradigma forte e compatto.
Certo, non per tutte le malattie si poteva risalire a una causa e poche ancora si potevano curare con le pallottole magiche. Ma era solo una questione di tempo, di accumulo di conoscenze scientifiche. In questo quadro, i produttori di pallottole magiche svolgevano un ruolo centrale.
Ma è solo con la messa in produzione della penicillina, scoperta da Alexander Fleming nel 1929, iniziata a essere prodotta su larga scala dal 1941, che l’industria decolla. Nei due decenni successivi, battezzati dagli storici l’età dei farmaci, c’è una vera e propria esplosione nella scoperta e nella produzione di farmaci, tra cui certamente rilevante è il cortisone, nel 1949.
Negli ultimi decenni, la salute diventa uno dei più floridi e profittevoli settori economici nei Paesi definiti “avanzati” (eufemismo per nascondere il fatto che essendo paesi imperialisti hanno un ruolo gerarchico dominante nel mondo rispetto ai paesi coloniali/semicoloniali che potrebbero benissimo essere definiti dominati).
Il motore dell’industria della salute è ovviamente quella del farmaco. Solo in Europa, queste attività danno lavoro a più di mezzo milione di persone. Per stare a casa nostra, solo nell’area milanese operano più di tremila aziende, con oltre cinquantamila addetti e un giro d’affari che supera i dieci miliardi di euro.[1]
A livello mondiale, il settore conosce una forte concentrazione in poche mani: un piccolo gruppo di supercolossi, che gli angloamericani chiamano “Big Pharma”, con fatturati vertiginosi.
Tanto per fare un esempio, la Pfizer da sola detiene più del 10% del mercato mondiale, con oltre 48 miliardi di dollari. Negli ultimi anni questa tendenza alla concentrazione monopolistica è talmente cresciuta, che ha portato il numero delle attuali grandi aziende da trenta a dodici. I margini di profitto diventeranno sempre più elevati.
Tutto questo non deve migliorare, essendo che le aziende capitaliste non producono per il benessere della popolazione ma per raggiungere sempre un maggior profitto (ricordarsi sempre la formula D-M-D’).
In proposito, di solito si pensa all’informatore farmaceutico che corrompe il medico prescrittore con regali e benefici (la Corte di Cassazione ha sentenziato che si commette non solo “comparaggio” ma vera e propria “corruzione in atti d’ufficio”), oppure al dirigente d’azienda che mette sul conto svizzero di un primario la tangente per l’acquisto, da parte dell’ospedale, di kit e macchinari diagnostici. Certo, tutto questo è documentato ed è anche stato sentenziato in via definitiva dalla Corte di Cassazione, dal famoso caso Poggiolini e De Lorenzo (l’ex Ministro che prese tangenti per rendere obbligatorio il vaccino anti-epatite B che, in sostanza, è somministrato illegalmente!) in avanti, e ha sicuramente effetti di distorsione dell’intervento medico, ma non sembra l’aspetto principale della questione. Infatti, la corruzione è un fenomeno che si verifica a valle.
A monte c’è la sistematica distorsione della conoscenza. E’ questo l’aspetto più preoccupante e pesante come un macigno.
“Si possono fare molti soldi, dicendo alle persone sane che sono malate“. Così inizia un citatissimo articolo scritto per il British Medical Journal da un giornalista scientifico, un medico di base e un professore di farmacologia clinica, il cui titolo esplicita l’argomento: Vendere le malattie: l’industria farmaceutica e il mercato della malattia.
Gli autori dimostrano, con numerosi esempi, che c’è una costante azione, da parte dell’industria farmaceutica, di medicalizzazione della società, al fine di allargare il mercato.
Uno studioso di Sanità, Gianfranco Domenighetti [2]nel libro Etica, conoscenza e sanità, così descrive le strategie di allargamento del mercato messe in atto dall’industria e dagli altri anelli della rete: “Anticipazione della diagnosi, screening e altre procedure assimilabili, che tendono ad estendere il dominio della malattia sul piano temporale della vita. Abbassamento della soglia tra normalità e patologia, che tende ad estendere il dominio della malattia sul piano quantitativo. Attribuzione della qualifica di patologico a condizioni esistenziali comuni, che tendono ad estendere il dominio della malattia sul piano quantitativo“.
La promozione degli screening rappresenta probabilmente “il più grosso business per creare ammalati” scrive Domenighetti.
Tipico esempio è lo screening del PSA (Antigene Prostatico Specifico), che è stato proposto a tappeto in Europa e negli Stati Uniti d’America a maschi cinquantenni, anche in buona salute, con effetti nulli sul controllo della mortalità per tumore alla prostata, con molti effetti negativi derivanti dalla diffusione ingiustificata della chirurgia della prostata e con molti effetti positivi per i produttori del test e dei farmaci.
Ma l’esplosione di questa strategia di allargamento del mercato la tocchiamo tutti i giorni col bombardamento vaccinale al quale vogliono sottoporre i bambini, addirittura con uno scriteriato calendario vaccinale da 0 a 100 anni, con la diffusione dei test genetici che fondano la cosiddetta “medicina predittiva“.
La strategia della “medicina predittiva” è quella che piace tanto a giornali e televisioni e anche al mercato della Sanità. Quella che scrutando i geni pensa di trovare il gene dell’autismo, quello del cancro e magari anche quello dell’immortalità!
Ma come sappiamo, e come ricorda il Prof. Paolo Vineis[3], “il ruolo dei geni nel provocare malattie viene spesso equivocato. Il determinismo genetico è un chiaro errore metodologico, eppure lo ritroviamo spesso nelle pagine dei giornali e delle stesse riviste scientifiche” .[4]
L’altro pilastro della strategia di marketing è l’abbassamento della soglia che divide il normale dal patologico. Gli esempi li abbiamo sotto gli occhi: la soglia del colesterolo e quella della pressione arteriosa sono diventate talmente mobili verso il basso che si fa fatica a catturare l’ultimo limite. Al punto che, ormai, è frequente sentire cardiologi che dicono che meno colesterolo si ha e meglio è, stravolgendo la fisiologia e la biochimica, che ci insegnano come questa molecola è comunque essenziale per la sintesi degli ormoni steroidei. [5]
Dal punto di vista conoscitivo, adottare questo punto di vista significa passare dal concetto di equilibrio dei valori[6] a quello di nemici interni da annientare.
L’esempio eclatante riferito alle vaccinazioni lo troviamo con il tetano.
Il bacillo del tetano vive come innocuo commensale nel tratto intestinale di molti animali e anche dell’uomo stesso. Qualsiasi persona sana potrebbe albergare il bacillo del tetano nel suo intestino.
Le spore tetaniche sopravvivono nel nostro corpo per mesi o anni senza germinare: la loro sopravvivenza, germinazione o eliminazione dipendono dalla forza del nostro sistema immunitario.
Il bacillo del tetano non è un germe di per se stesso pericoloso, ma è pericolosa la tossina che produce e che non viene prodotta in presenza di ossigeno. Ecco perché la prima terapia antitetanica è il corretto trattamento delle ferite.
Eppure, il Ministero della Salute ha stabilito che va considerato come protettivo un tasso plasmatico dieci volte maggiore a quello proposto dagli studi scientifici internazionali (superiore a 0,1 UI/ml invece di 0,01 UI/ml), in questo modo risultano non protetti anche molti soggetti adeguatamente protetti.
Il concetto di salute che è alla base non è più quello di equilibrio, che la persona ricerca in prima persona, ma è quello di difesa da nemici esterni e interni, da realizzarsi con armi che vengono fornite dall’esterno sotto forma di pillole, vaccini e simili.
Roy Moynihan[7], tanto per tornare all’esempio del colesterolo, in nel libro Selling Sickness (Vendere la malattia) scritto assieme ad Alan Cassels fa notare che la decisione di abbassare la soglia del colesterolo negli USA, dopo molte traversie, è stata presa nel 2004 da un gruppo di 9 esperti federali, di cui 8 hanno interessi con le industrie che producono farmaci per abbassare il colesterolo. Le nuove Linee Guida, solo negli USA, hanno, di colpo, creato 25 milioni di malati in più, facendo passare da 12 a 36 milioni le persone che dovrebbero ricevere un farmaco per abbassare il colesterolo.
Per non parlare poi delle Linee Guida sull’ipertensione, per le quali, nel giro di pochi anni, si è passati da una pressione di 140/90 considerata normale a 120/80. Nella primavera del 2003, gli esperti chiariscono che se si raggiungono quei valori di 120/80 la persona deve essere considerata in “pre-ipertensione”. In sostanza, per questi signori, una persona, per essere considerata sana, dovrebbe viaggiare sempre sul filo del rasoio dell’ipotensione!
Anche in questo caso è ovvio che abbassare la soglia significa alzare le prescrizioni di farmaci, e comunque medicalizzare uno stato normale.
Altri esempi massicci sono rappresentati dagli sforzi di etichettare come malattie delle normali condizioni come perdere i capelli, avere un calo del desiderio sessuale dopo una certa età, non riuscire da piccoli a stare inchiodati in un banco di scuola per molte ore di fila, ecc.
Eppure, i soliti incalliti detrattori che si permettono addirittura di tacciare per “complottisti” degli stimati professionisti e soprattutto i genitori che hanno assistito impotenti alla regressione autistica del proprio figlio causata dai vaccini, proseguono ad affermare che le industrie hanno dalla loro la ricerca e una solida documentazione scientifica, che viene pubblicata su riviste di grande prestigio.
Questi detrattori, a volte perfino pagati sotto banco dalle stesse industrie, sembrano dimenticare il segreto nelle procedure riguardanti il sistema regolatorio dei farmaci, i conflitti d’interesse della cricca dei vaccini e nella pratica clinica, i risultati di una ricerca tutta italiana che misura il grado di attendibilità, trasparenza ed equilibrio della divulgazione scientifica sui quotidiani e i settimanali di casa nostra, la risposta non lascia spazio all’ottimismo. Quando si parla di salute al grande pubblico, devono essere soppesati tutti gli aspetti in gioco: i benefici di un vaccino o di una terapia non farmacologica, ma soprattutto i rischi per il paziente e i costi per il sistema. E va cercata e svelata la presenza di eventuali conflitti di interesse, se cioè esiste un legame di natura finanziaria fra l’azienda produttrice e la fonte di informazione: medici, riviste, associazioni, giornalisti. Perché se l’esperto è a libro paga dell’industria, questo condiziona inevitabilmente il punto di vista. E chi legge, ha tutto il diritto di saperlo!
Addirittura, tre pezzi da novanta dell’editoria medica sono scesi in campo sull’argomento: Marcia Angell e Jerome Kassirer (ex Direttori del New England Journal of Medicine) e Richard Smith (ex Direttore – per venticinque anni – del British Medical Journal).
Richard Smith, con dovizia di particolari, mostra tutti i trucchi usati dalle industrie farmaceutiche per ottenere risultati favorevoli ai loro studi clinici. Si va dal confrontare il proprio farmaco con un concorrente noto per avere una scarsa efficacia, oppure con un dosaggio o troppo basso o troppo alto del concorrente, oppure a giocare a fini statistici sul numero delle persone coinvolte nello studio, sull’analisi dei cosiddetti sottogruppi, fino a evitare di pubblicare gli studi che danno risultati negativi.
L’industria, infatti, essendo la principale promotrice di ricerca, ne detta anche le condizioni riguardo all’uso e alle proprietà dei dati raccolti, che rimangono saldamente nelle sue mani, e quindi può decidere se saranno pubblicati o no, a seconda del vantaggio o dello svantaggio che ne può ricavare.
L’ex Direttore del British Medical Journal descrive poi i legami e la dipendenza dell’editoria medica dall’industria farmaceutica, non solo tramite la pubblicità, che, scrive, “almeno è visibile“, ma, soprattutto, tramite pratiche come l’acquisto, da parte delle compagnie, di riproduzioni di molte migliaia di copie di articoli pubblicati e favorevoli ai loro prodotti. Per i giornali medici queste copie sono fonte di forti ingressi finanziari e, soprattutto, hanno costi bassissimi.
In sostanza Smith conclude affermando che “i giornali medici sono l’estensione del settore marketing delle industrie farmaceutiche“. Per uscire da questa incresciosa situazione, propone, con una serie di accorgimenti, di recidere il cordone ombelicale tra stampa medica e industrie e di incrementare la presenza pubblica nel campo degli studi controllati.
L’analisi di Kassirer è più centrata sulla corruzione, sul “fiume di denaro che dalle industrie arriva ai medici“, come scrive nel suo libro denuncia, il cui titolo è tutto un programma, On the take (Nel taschino) e, affinché il messaggio sia chiaro, l’editore, che è nientemeno che la Oxford University Press, mette in copertina un primo piano di un camice bianco con una mazzetta di dollari nel taschino!
epidemie, vaccini industria farmaceutica c’è una correlazione?
Potrebbe sembrare complottista, ma ritengo personalmente ritengo che non se ne parli mai abbastata parlare delle epidemie, magari create artificialmente per rifilare vaccini. Questa non è una questione di questo o quel personaggio (magari corrotto fino al midollo). Qui sono implicati interi organismi mondiali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le malattie come le guerre e i cataclismi cosiddetti “naturali” non sono un prodotto della natura, ma delle condizioni storiche in cui vivono gli esseri umani. È l’intero sistema della medicina (da quella che viene chiamata pomposamente viene chiamata scienza medica a tutta l’organizzazione della società, pubblica e privata, alle industrie farmaceutiche e alla casta dei medici, il quale, così come è venuto sottomettendosi al sistema del capitale complessivo, non serve affatto a curare i malati ma a mantenerli tali, e qualche volta a farli ammalare semplicemente per cavarci denaro. Infatti, le malattie, come le guerre, i terremoti, le alluvioni sono la linfa dell’arricchimento.
Normalmente (e ingenuamente) curare viene inteso come un processo che conclude con la guarigione, per cui la malattia scompare. Di fatto si hanno dei trattamenti, per rallentare, diminuire i sintomi, migliorare, ecc. ma quasi mai per guarire, anzi spesso si hanno effetti collaterali e nuove insorgenze.
La stessa logica quantitativa ha la precedenza ad ogni definizione qualitativa, ad esempio l’inquinamento atmosferico non se ne discute l’abolizione, con l’abolizione delle emissioni, ma la riduzione, con la tacita e tragica ammissione che tanto non è possibile, pena la fine dello “sviluppo”, che poi significa l’uscita dal capitalismo. Così diventa commestibile ogni cibo, non perché esente da veleno (esempio la diossina da delezioni industriali), ma se ne contiene solo una parte convenzionale, e chi stabilisce la quantità sono proprio coloro che a vario titolo sono interessati a lucrare da quella soglia convenzionale. I morti sono già messi nel conteggio, perché è arcinoto che non tutti si ammalano oltre quella soglia, ma una parte si ammala prima. E non si tratta neppure si morti per errore, perché in questo campo si ammazza sperando di farlo (persino con tabulati alla mano, quando non vengono occultati in occasione di scandali) e accettando di farlo per denaro.
Queste potrebbero essere definite parole grosse, ma se pensiono che l’epidemia nota come “spagnola” nel 1918 che fece oltre 50 milioni di morti ne primo dopoguerra. Questa epidemia ebbe origine negli Stati Uniti, nella rurale contea di Haskell in Kansas. Solo successivamente si sarebbe diffusa in tutto il mondo, soprattutto a causa dei movimenti di truppe provocati dalla prima guerra mondiale: è la storia ripresa e raccontata dallo storico americano John Barry in The Great Influenza. The Story of the Deadliest Pandemic in History, uno dei libri più documentati sulla vicenda.[8] Si tratta di una delle diverse teorie sulla presunta origine dell’influenza del 1918, su cui, però, non si avrà mai una reale certezza per la mancanza di una sufficiente documentazione storico-scientifica.
soldati americani destinati al fronte europeo venivano addestrati in patria in campi estremamente affollati, uno dei quali a pochi chilometri dal luogo di propagazione del virus. Il medico Loring Miner fu il primo a notare questa influenza con strani sintomi e avvisò subito le autorità, ma in quel momento l’amministrazione Wilson aveva altre priorità e nessuno badò a quella che sembrava solo una modesta epidemia locale.
I militari acquartierati nei campi di addestramento statunitensi cominciarono quindi a infettarsi, ma i sintomi non erano ancora sufficientemente gravi per capire l’entità della malattia e le truppe vennero spedite in Europa. I due terzi dei soldati americani diretti in Francia arrivavano nel porto Brest, che fu il primo focolaio di infezione nel vecchio continente, mentre negli Stati Uniti l’epidemia si sviluppò a partire dalle basi dell’esercito e dai porti dove transitavano le truppe, come Boston, Philadelphia e New Orleans.
Le navi registravano decine, a volte centinaia di casi durante la traversata: a quel punto le autorità sanitarie militari compresero la gravità del problema e cercarono di isolare i soldati contagiati ma ormai era troppo tardi.
Per quale motivo questa epidemia è rimasta alla storia con spagnola? Per una ragione molto semplice e allo stesso tempo inquietante: la censura. La Spagna infatti in quel momento non era in guerra, quindi i giornali furono i primi a parlare dei primi casi di morti in rapida successione, descrivendo l’epidemia nelle sue vere dimensioni. Non bisognava mettere in evidenza la correlazione esistente tra epidemia e guerra.
Ma pensiamo anche le più recenti epidemie lanciate come armi batteriologiche, dalla SARS all’Antrace.
L’ANTRACE E LA CIA
Il 18 settembre 2001 furono consegnate le prime lettere all’antrace, due giorni dopo la proposta presidenziale del decreto antiterrorismo detto Patriot Act. La crisi dell’antrace però non scoppia prima del 4 ottobre, con la prima persona infettata (CNN, 18 novembre 2001). Il primo caso d’infezione all’antrace è in Florida, è riportato sui giornali. Lettere all’antrace continueranno a essere recapitate fino al 19 ottobre.
Questi attacchi all’antrace, sono mirati, sicuramente per influenzare la vita politica U.S.A.
Il senatore democratico Tom Daschle (leader della maggioranza in Senato) e il deputato democratico Patrick Leahy (presidente della Commissione Giustizia alla Camera dei Rappresentanti) critici sul decreto anti-terrorismo, il 9 ottobre ricevono una lettera all’antrace. Il 24 ottobre è approvato dai Rappresentanti il Patriot Act, insieme agli altri decreti che prima erano osteggiati: riduzione del prelievo fiscale alle imprese per 25 miliardi di dollari, lo sfruttamento petrolifero in Alaska, tagli alla sicurezza sociale e all’istruzione (CNN, 25 ottobre 2001).[9] Gli attacchi all’antrace, ai membri (democratici critici dei provvedimenti di Bush) del Senato e del Congresso, ai principali media e al sistema postale, furono dapprima attribuiti ad Al-Qaida e all’Iraq.
Il 23 marzo 2002 l’FBI annunciava ufficialmente che “esaurienti esami non supportavano la voce che l’antrace fosse presente in qualsiasi luogo dove erano stati i dirottatori”. Dopo quest’affermazione l’FBI ha evitato sistematicamente di eseguire le indagini sull’antrace.
Il 4 aprile 2002 il giornalista investigativo dell’ABC, Brian Ross, nella trasmissione dell’ABC World News Tonight dice che dopo sei mesi l’FBI non aveva ancora indizi o sospetti colpevoli dell’indagine sull’antrace.
Il microbiologo K. Alibekov che tra l’altro è anche un consulente del Pentagono, fa una sorprendente affermazione: “dietro agli attacchi all’antrace potrebbe ci potrebbe essere un consulente del governo USA”[10] . E interessante sapere che Alibek è della Handron Advanced Biosystem, una sussidiaria dell’Handron Inc. di Alexandria in Virginia, ditta che si autodefinisce “specializzata in soluzioni tecniche per la comunità dell’intelligence”. Il 2 ottobre 2001, due giorni prima che il primo caso di antrace fosse riportato, l’Handron Advanced Biosystem, ricevete un sussidio di 800.000 dollari dal NIH (sarebbe l’Istituto Nazionale della Sanità statunitense) per individuare un’efficace difesa contro l’antrace. Già negli anni ’80 la società Handron Inc. era incappata in uno scandalo. Quando era presidente della società, Earl Brian (che era stato segretario della Sanità in California quando era governatore di questo Stato Reagan), l’Handron Inc, si appropriò illegalmente del Promis (Prosecutors Management Information System), un software che inizialmente era stato creato per assembleare gli archivi privati di studi legali e procure.
Non solo: pare che Promis fosse in grado di leggere e integrare qualunque programma o banca-dati indipendentemente dal linguaggio informatico usato. Questo significava che questo software, nato per assemblare i casi legali, in mano a una società collegata ai servizi segreti poteva servire come strumento di controllo su intere comunità, organizzazioni e gruppi di opposizione, ma anche poteva essere venduto a paesi terzi. Ed è quello che accade, l’Handron Inc. grazie ai rapporti che aveva con i servizi segreti vendette il Primis ad altri paesi[11].
Torniamo agli attacchi con l’antrace dopo l’11 settembre. Il 14 marzo 2002 in un programma della BBC Newsnight, la Dottoressa Barbara Rosemberg della Federazione degli scienziati americani, afferma che la CIA era coinvolta, attraverso i fornitori della difesa, in collaudi segreti d’invio di antrace per posta. La Rosemberg fu attaccata dalla Casa Bianca, dall’FBI e ovviamente dalla CIA. La BBC ha intervistato anche il Dr. Timithy Read dell’Istituto Ricerche sul Genoma e principale esperto delle caratteristiche generiche dell’Antrace. Read, in questa intervista, disse dei due ceppi, che essi sono assolutamente collegati l’uno all’altro. Comunque, Read non si spinse ad affermare che il ceppo della Florida, conosciuto come Ames, e quello sviluppato nel laboratorio di guerra biologica a Fort Detrick, erano una cosa sola.
Fort Detrick, ufficialmente terminò ogni attività inerente alla guerra biologica il 1972, quando Nixon firmò, assieme all’Unione Sovietica, la Convenzione sulle Armi Biologiche. Ora si sa che i militari e i servizi segreti USA violarono quest’accordo. Durante gli anni ’70 Cuba accusò fermamente gli Stati Uniti di usare contro di essa armi biologiche. Malcom Dando uno studioso americano di questioni militari, nei suoi lavori ha raccontato degli attacchi biologici USA contro Cuba. La campagna segreta bersagliò il raccolto di tabacco con la peronospera tabacina, il raccolto di canna da zucchero con il fungus usrilaginales, il bestiame con la febbre suina africana e la popolazione cubana usando un ceppo emorragico della febbre gialla.
William C. Patrick, uno che ha lavorato al programma di sviluppo iniziale dell’antrace a Fort Detrick, disse alla BBC che come esperto dell’antrace (negli anni ’90 era membro del gruppo d’ispezione di guerra biologica dell’ONU) era sorpreso che l’FBI non l’avesse chiamato dopo i primi attacchi con l’antrace[12]. La BBC riportò che il Batelle Memorial Institute (uno dei fornitori preferiti del Pentagono e della CIA) ha condotto nel settembre 2001 un test di guerra biologica nel deserto del Nevada usando antrace modificato geneticamente, appena prima degli attacchi terroristici. Tra l’altro, la BBC riportò la notizia che Patrick scrisse un documento sugli effetti della spedizione per poste dell’antrace, e che questo documento faceva parte del lavoro di fornitore su tale agente biologico.
Nel gennaio del 2002, un giornale statunitense l’Hartford Courant riporta la notizia della scomparsa di 27 confezioni di esemplari di tossine biologiche da Fort Detrick dopo l’inventario del 1992. Il giornale riportava che tra gli esemplari scomparsi vi
era il ceppo dell’antrace. Eric Oldenberg, un tecnico che aveva lavorato nel laboratorio di Fort Detrick, disse che mentre lavorava in questo laboratorio maneggiò solamente il ceppo Ames, lo stesso mandato al Senato e ai media. Lo Hartford Courant rilevò pure che erano spariti esemplari, inclusi Ebola, l’hantavirus, l’AIDS e due etichettati come sconosciuti, un termine di copertura per la ricerca classificata su agenti biologici segreti.
Steven Block della Standford University, un esperto di guerra biologica, disse al The Dallas Morning che “Il procedimento americano per preparare l’antrace è segreto nei dettagli, ma gli esperti sanno che produce una polvere molto pura. Un grammo (appena un 28° di oncia) contiene un trilione di spore… Un trilione per grammo è una spora essenzialmente solida… Appare in tutti rapporti fatti finora che questa era una polvere fatta con la c.d. ricetta ottimale USA… ciò significa che essi dovevano
avere informazioni dagli Stati Uniti o forse essi erano gli Stati Uniti”. Block inoltre disse al giornale di Dallas, “Dopo tutti questi mesi l’FBI non ha ancora arrestato nessuno…E’ possibile, com’è stato suggerito, che se ne stiano tenendo alla larga perché
la persona coinvolta potrebbe avere le informazioni che il governo degli Stati Uniti non vorrebbe fossero divulgate”. Quello che il governo U.S.A. non vorrebbe che fosse divulgato è che gli Stati Uniti violano apertamente la Convenzione sulle
armi biologiche del 1972.
Il 24 febbraio 2002 appare sul Washington Times una storia, molto meschina. Una lettera anonima inviata a fine settembre (perciò molto prima che il caso antrace scoppiasse) alla polizia militare della Marina a Quantico, Virginia, accusava un bio-ingegnere di origine egiziana, Ayaad Assaad, cittadino americano che ha lavorato per anni al laboratorio segreto di Fort Detrick di essere la mente di un complotto bioterroristico.
Ayaad che interrogato il 2 ottobre 2001, racconta la sua versione dei fatti. Nel 1991 nel laboratorio dove lavorava, aveva dovuto subire le angherie di un gruppetto di ricercatori capeggiati dal colonnello (e micro biologo) Philip Zack, un ebreo sionista. Dopo che invano denuncia queste angherie ai superiori, Assaad intentò un’azione legale contro l’esercito (suo datore di lavoro) per discriminazione razziale. In conseguenza a questi fatti, Zack si dimise volontariamente nel dicembre del ’91 ma non mancò di tornarvi. Difatti, come riportava il giornale statunitense,
l’Hartford Courant sopraccitato, nel segretissimo laboratorio scomparvero scomparsa 27 confezioni di esemplari di tossine biologiche. Una telecamera di sicurezza identificò il colonnello Zack. La cosa fu nascosta, Zack trovò lavoro in un’azienda di Washington che ha contratti con il governo. Dopo che questa storia è venuta a galla, Zack fu licenziato dall’azienda, ma non arrestato.
I VIRUS COME ARMI BATERIIOLOGICHE
La SARS proviene da un ceppo sconosciuto di coronavirus[13] , frutto di un’abile clonazione tra l’agente patogeno del morbillo e quello della parotite epidemica. Un “mostro” d’ingegneria genetica, in grado di selezionare il tipo di DNA da colpire. Sergei Koleshnikov, un membro dell’Accademia russa delle scienze mediche, durante una conferenza disse: “Un virus composto come quello responsabile della SARS non può formarsi spontaneamente in natura. Può essere creato solo in laboratorio” e ancora “quando si creano armi batteriologiche in genere allo stesso tempo si lavora al vaccino”
Guarda caso, nell’aprile del 2003 il Corriere della Sera riportando notizie diffuse dal Times di Londra[14] fa sapere che “i primi esperimenti effettuati dall’Istituto nazionale della società americana AVI BioPharma dell’Oregon avrebbero confermato la capacità del preparato nell’uccidere il virus responsabile della polmonite atipica, tanto da spingere a realizzarsi entro le prossime due settimane”. Jean Shinoda Boled medico e ricercatore, ricorda che quando esplose l’allarme SARS, che l’Institute of Science in Society di Londea si chiese se “l’ingegneria genetica non abbia prodotto per inavvertenza il virus SARS”.
I teorici della Revolution in Military Affaire (che è termine che definisce il complesso che dovrebbe stare alle strategie militari USA) contemplano la Guerra Genomica (in realtà i nord-americani usano il termine tedesco Genome Kampf…) è una “Guerra condotta nel campo della genetica. Si tratta di individuare, nella mappa dei geni (DNA) di un popolo/etnia, i punti deboli da attaccare mediante virus e batteri, frutto di biotecnologie”.
È risaputo (per chi vuole prenderne atto ovviamente) che le ricerche sulla “bomba etnica” sono sviluppate da tempo,[15] esse contemplano la possibilità di una “forma di schiavitù farmacologia”, in cui “la popolazione presa di mira non sa di essere messa in schiavitù”.
RIPRENDIAMO IL DISCORSO
È noto che proprio dove affluiscono i più grossi capitali, nel campo della ricerca (ospedali e relativo indotto, centri di ricerca, ecc.) e dove anche dovrebbero riversarsi, raccolti con periodiche campagne faraoniche, come ad es. la ricerca contro il cancro, quello è punto dove maggiormente viene ostacolata la ricerca vera, quella che, nonostante tutto, non è ancora asservita, o non del tutto alle leggi del capitalismo. Il sistema sanitario è diventato ovunque un polmone parassitario di spartizione del plusvalore, al punto che si erogano finte cure o terapie “non necessarie”, persino interventi chirurgici, talvolta mortali, si inventano letteralmente prestazioni a pazienti inesistenti o già deceduti, pur di pompare denari, a volte semplicemente per prenderli dalle Compagnie assicuratrici, che lo sanno e che, a loro volta, li estorcono agli assicurati con l’assicurazione obbligatoria e la bonus malus[16], con la complicità dello Stato e spesso con la mediazione di organizzazioni criminali.[17]
L’organizzazione sanitaria in tutti i paesi in tutti i paesi del mondo sia considerata come un qualunque settore di investimento del capitale, lo dimostra il vertice di tale organizzazione a livello internazionale, l’OMS, che attraverso la sua direttrice che era in carica nel 2000, alla Terza Conferenza internazionale sulla priorità in materia di cure sanitarie (Amsterdam, 23/11/2000), cerva di convincere dirigenti di azienda, banchieri e capi di Stato a investire nel campo sanitario evidenziando gli effetti negativi delle malattie nella “crescita economica”, sul calo del PIL, ecc.[18] Se poi consideriamo le spese sanitarie in rapporto al PIL si può osservare la perfetta corrispondenza tra redditi a più alto reddito e spesa sanitaria.[19]
Inoltre, la medicina e le malattie siano solo fonte di business, lo dimostra il regime dei brevetti che, spesso più che ad altre industrie , si è attaccato come una zecca all’industria farmaceutica, nonché la vera e propria guerra scatenata contro ogni innovazione e ricerca nella cura contro il cancro, con rapimenti, assassini di ricercatori e biologi che, secondo una collaudata tradizione, cadono a raffica con aerei che li trasportano.[20] Il legame tra guerra e industria farmaceutica può essere visto nel personaggio di D. Rumsfeld, ministro della guerra di G. W. Bush Jr. e insieme di direttore generale di parecchie industrie farmaceutiche e non è un caso che il 50% dell’amministrazione Bush Jr. fosse formato da di alti funzionari dell’industria farmaceutica. Il gruppo Rockefeller, che per conto suo è già ramificato dai primi decenni del secolo scorso nei settori finanziario, bancario, petrolifero, dei media, gestisce un capitale superiore al PIL di oltre mezzo mondo, controlla più di 200 ditte farmaceutiche. Altrettanto abbarbicato in Europa all’industria farmaceutica è il gruppo Rothschild.
Per questo motivo bisogna sottolineare il fatto che la sottomissione totale al rapporto capitalistico, con l’effetto della regressione sia della medicina in quanto tale (ma anche dell’alimentazione, del clima e dell’ambiente) che delle condizioni della vita della specie umana che dalla tale sottomissione si determinano, qui ancor più che in altri campi sottomesso al rapporto capitalistico. Non è l’organizzazione della sanità che nasce in funzione del malato ma sono i malati che servono ad alimentare ciclicamente flussi di arricchimento parassitario. Il paradosso è evidente: se non ci fossero i malati, li si inventerebbe. Uno degli effetti nefasti e regressivi in questo intreccio politico, finanziario, industriale è la battaglia contro l’informazione scientifica sugli effetti dei prodotti naturali salvavita non brevettabili, fino alla loro messa fuori legge. Lotte sorde svolte nell’ombra, nel pieno controllo dell’arma mediatica.
[1] https://www.disinformazione.it/industria_salute.htm
[2] Gianfranco Domenighetti, (1942-2917). Era conosciuto soprattutto come studioso del sistema sanitario (offerta medica, farmaci).
Domenighetti è stato un promotore della medicina preventiva (promozione della salute) ed uno strenuo paladino del ruolo attivo e critico del paziente nella diagnosi e cura della sua malattia (“patient empowerment”).
[3] Paolo Vineis è professore di Epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra. Il suo lavoro principale è sull’impatto dei cambiamenti ambientali sulla salute umana e sulle molecole.
[4] Manuale Etica, ambiente e biotecnologie.
[5] Ormoni sessuali, cortisolo, e altri di minor peso.
[6] Del colesterolo, della glicemia, della pressione arteriosa, ecc.
[7] Ray Moynihan è un ricercatore australiano, giornalista sanitario, documentarista e autore. Impiegato per molti anni come giornalista investigativo presso l’Australian Broadcasting Corporation.
[8] https://ilbolive.unipd.it/it/news/come-nacque-linfluenza-spagnola
[9] Questa breve cronologia breve è stata presa dalle indagini fatte da Mike Ruppert, uno che ha indagato a fondo
sull’11settembre. Egli è un ex poliziotto di Los Angeles, alla scuola investigativa gli ha insegnato, fra l’altro, il metodo
della cronologia in ordine di data di tutte le notizie giornalistiche relativo a un evento delittuoso oscuro, per vedere
se ne emerge un disegno, una logica.
[10] Fonte: Wayne Madsen giornalista investigativo di Washington DC http://xoomer.alice.it/sitoaurora/Covert/Lantrax.-
Htm
[11] Dal rapporto investigativo della commissione giudiziaria di Jack Brooks, del 10.09.1992: “Documenti del Dipartimento di Giustizia dimostrano che una versione del Promis era stata mandata a entità nazionali estere”.
[12] Il personaggio, è evidentemente uno con il senso dell’umorismo. Ma d’altronde cosa non si farebbe per mettere
fumo negli occhi alla gente.
[13] I coronavirus sono virus di forma sferica, con un diametro che varia dagli 80 ai 160 mm, a simmetria elicoidale e dotati di envelope.
[14] USA: farmaco contro la SARS entro pochi mesi, Corriere della Sera, 25 aprile 2003.
[15] https://marcos61.wordpress.com/2020/02/07/armi-etniche-e-biologiche/
[16] Il termine bonus-malus viene utilizzato per una serie di accordi commerciali che premiano o penalizzano alternativamente. Viene utilizzato, ad esempio, nei call center e nelle industrie assicurative.
[17] Un danno di oltre 30 milioni di euro contestato a 4 manager della sanità siciliana: avrebbero consentito il pagamento di tariffe gonfiate anche del 400% alle cliniche di Michele Aiello, prestanome di Provenzano. Citati in giudizio gli ex direttori generali delle Asl di Palermo, Giancarlo Manenti e Guido Catalano e i dirigenti della stessa Asl Salvatore Scaduto e Lorenzo Ianni (ANSA, 13.01.2011). http://notizie.it.msm.com/topnews/articolo.aspx?cp-documentid=1558309813
[18] JEANE-LOUP MOTHCANE, Quand l’OMS épouse la cause des firmes pharmaceutiques, in http://www.monde-diplomatique.fr/2002/07/MOTCHANE/16708 luglio 2002.
[19] Dante Lepore, gemeinwesen o gemeinscaft? Decadenza del capitalismo e regressione sociale – Loren Goldner, l’immensa sorpresa di OTTOBRE. Un collasso del mondo capitalista, PonSinMor, p. 193.
[20] Su questo argomento oltre a quello indicato sopra nella parte dedicata all’antrace, rinvio al libro di Roberto Quaglia, Il mito dell’11 settembre e l’opzione dottor Stranamore, PonSinMor, Torino 2006.