I ROBOT INDOSSABILI E SUPER SOLDATI MADE IN USA
Lo sviluppo tecnologico ha prodotto sistemi robotizzati indossabili. In gergo tecnico sono chiamati “esoscheletri” e consistono in una sorta di “armature intelligenti” in grado di potenziare la forza e la resistenza fisica dell’uomo.
Tra i principali progetti di ricerca non poteva certamente mancare il settore militare. Tra gli obiettivi di questa ricerca ci sono la creazione di superpoliziotti e di supersoldati.[1]
Ufficialmente la prima sperimentazione degli esoscheletri sarebbe stata effettuata dai militari USA nel 1969, con il finanziamento del progetto Hardimann della General Electric. Nelle intenzioni dei costruttori, questo progetto di aumentare di 25 volte la forza dell’uomo, ma il peso eccessivo dei materiali (600 kg) ne impedì lo sviluppo.[2]
Negli ultimi decenni, invece, l’industria militare è tornata a investire molte risorse nella realizzazione di nuovi esoscheletri e uno dei colossi della produzione bellica, la Lockheed,[3] ha già realizzato un prototipo denominato HULC, con motori pneumatici e idraulici di ridotte dimensioni in grado di aumentare notevolmente sia la velocità che la capacità di carico dei soldati.
Gli esoscheletri di nuova concezione scaricano a terra tutto il peso dell’armatura, mentre i loro “muscoli” artificiali moltiplicano la forza dei soldati, assicurando un alto livello di mobilità sul campo di battaglia. L’HULC, per esempio, permette ai soldati di trasportare 100 Kg sulle spalle come se fossero cinque.
XOS 2 è un altro modello di esoscheletro già in avanzata fase di sviluppo sperimentato nel 2010 dalla Raytheon Sarcose. Si tratta di una tuta cibernetica della corazza decisamente più robusta e ingombrante, mai i suoi motori elettromeccanici consentono uno straordinario consentono uno straordinario incremento della forza umana, con un rapporto peso effettivo/peso percepito di 17 a 1.[4] L’alimentazione dell’intero dispositivo è assicurata da un accumulatore esterno di energia da portare sulle spalle e un soldato dotato di questo tipo di equipaggiamento può svolgere il lavoro pesante di tre uomini. Chi la indossa può camminare anche sui talloni, salire le scale e fare flessioni a terra senza avvertire alcuna fatica. L’entusiasmo dell’industria militare per questo tipo di tecnologia è alle stelle: per il futuro si punta alla realizzazione di nuove generazioni di esoscheletri espressamente ispirati alla tuta di Iron Man.[5]
L’XOS 2 è stato concepito per uso bellico, ma il suo utilizzo in campo medico sta rivoluzionando anche la vita dei malati condannati alla sedia a rotelle. Possiamo quindi facilmente prevedere che la crescente integrazione dell’uomo con i sistemi robotici andrà ben oltre l’impiego militare e la cura delle disabilità. Altri esoscheletri di diverso tipo sono stati realizzati in quasi tutti i paesi appartenenti alle metropoli imperialiste per svolgere diverse funzioni (sia militari che civili).
Il processo di integrazione uomo-macchina è appena iniziato ma nel prossimo futuro le tutte robotiche potrebbero diventare di uso comune ed essere impiegate anche come potenziamenti adatti a tutta la persone.
E’ IN ARRIVO UN ESERCITO DI AUTOMI
Secondo le previsioni degli esperti, nel giro di due o tre decenni al massimo assisteremo alla comparsa di superpoliziotti e di super soldati robot che avranno caratteristiche a quelle descritte nei film Robocop e Terminator. La loro costruzione non è più fantascienza, ma una priorità assoluta per l’amministrazione militare americana che ne sta finanziando la ricerca. I nuovi soldati robot, come spiega Gordon Johnson del Joint Forces Command USA, non avranno nessun “difetto” di tipo umano: “Non avranno fame, non dimenticheranno gli ordini ricevuti, non saranno sopraffatti dalle emozioni, non gliene importerà niente se un loro camerata verrà colpito a morte, insomma assolveranno il loro compito mollo meglio dei soldati tradizionali”.[6]
La storia dei robot militari ha avuto ufficialmente inizio con il Goliath, costruito dagli scienziati della Germania nazista nel 1943. Fu il primo veicolo corazzato da combattimento a essere equipaggiato con motori elettrici filoguidati e, grazie all’uso dei cingoli e grazie all’uso dei cingoli e a una discetta manovrabilità, poteva riuscire a portare il suo letale carico di esplosivo fino alle linee nemiche. Durante la battaglia di Kursk (5-16 luglio 1943), per esempio, venne utilizzato per aprire dei varchi all’interno dei campi minati nemici: l’esplosione di un singolo Goliath rendeva transitabile un’are con un raggio di 45 metri. Ne furono prodotti circa 700 esemplari e il Goliath è ancor considerato una pietra miliare nello sviluppo delle tecnologie robotizzate con guisa a distanza.[7]
I robot militari di ultima generazione sono già entrati in servizio, ma risulta che non possono ancora fare a meno del controllo meno. Ciononostante, la loro intelligenza artificiale continua a progredire di anno in anno e con il passare del tempo diventeranno completamente autonomi e indipendenti. La loro costruzione ha preso il via con il Future Combat Systems, approvato nel 2003 dal Pentagono con lo stanziamento di 127 miliardi di dollari (che è uno dei più grandi investimenti della storia). Il programma originario è stato poi sostituito nel 2009 dell’Army Brigade Combat Team Modernizzation Program (BCT Modernanizzation), un progetto ancora più ambizioso, che prevede una massiccia introduzione della tecnologia robot delle forze armate.
L’Europa, risulta che sta finanziando un progetto per lo sviluppo di robot destinati all’uso civile chiamato Walk-man (acronimo di Whole Body Adaprive Locomotion and Manipulation). La sua realizzazione è stata affidata a Niikos Tsagarakis, lo scienziato che coordina il lavora dei ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e del centro di ricerche Piaggio dell’Università Pisa. Il primo Walk-man realizzato dal team di ricercatori è alto 1,85 metri e pesa all’incirca 100 Kg, può roteare il busto di 180° gradi ed è in grado di manipolare gli oggetti dietro lo schiena. Rispetto ai precedenti modelli realizzati finora dallo stesso istituto, ha un ridotto consumo di energia e un movimento dei giunti più fluido ed elastico.
Walk-man è stato concepito per operare in qualsiasi condizione e quindi riesce a muoversi su terreni irregolari, ambienti stretti o attraverso la folla. Grazie ai sensori e allo speciale software in dotazione, questo robot può superare gli ostacoli, ad aprire le porte, a salire le scale e a manovrare gli utensili di lavoro. Il suo corpo è interamente ricoperto da una protezione morbida che gli consente di ammortizzare gli urti accidentali. Il sistema di visione è dotato di uno scanner laser 3D e di telecamere supplementari che forniscono una visione molto ampia dello spazio in cui camminare e agire. Questo robot è già in grado di operare in modo completamente autonomo (senza controllo remoto dell’uomo) e sa riconoscere la diretta tipologia degli oggetti da utilizzare (distinguendone forma, peso e consistenza),[8] ma non dispone ancora di una vera e propria intelligenza artificiale basata sulle reti.
Questa accelerazione del robotizzazione nel settore militare negli USA, deve essere vista con le difficoltà che sta vivendo l’imperialismo, dove fa la voce grossa ma non fa più paura come un tempo. Un esempio lampante è la vicenda inerente la Repubblica Popolare Democratica di Corea che ha sfidato l’imperialismo USA sul terreno che crede di essere più forte: quello nucleare. La campagna propagandista di denigrazione della Borghesia Imperialista di presentare l’intero paese come una prigione a cielo aperto e il presidente Kim Jong-un come un demente crudele, nasconde queste difficoltà.
Un altro elemento delle difficoltà dell’imperialismo USA sta nel fatto che ha bisogno non solo della NATO, per affrontare le minacce al suo dominio, ma anche di una serie alleati occasionali e di nemici storici; un esempio lampante è la lotta contro l’ISIS dove ha avuto bisogno dell’intervento militare della Russia, dei Curdi e degli Iraniani senza i quali avrebbe dovuto scendere a terra cosa estremamente difficile e pericolosa da tutti i punti di vista come dimostrano i rovesci subiti in Iraq ed in Afghanistan.
Ora per fare una politica muscolare devi avere i muscoli, che sono di due tipi: economici e militari.
Da un punto di vista economico gli USA sono un paese sull’orlo della bancarotta, privo di una politica economica in quanto i problemi a tappeto sono insolubili, con un mercato del lavoro ingessato, un PIL pro-capite in ristagno, mentre quello globale ha una crescita asfittica ed inadeguata.
Per quanto riguarda l’aspetto militare, l’esercito USA è costoso, è nello stesso tempo strapontente e impotente. Si rileva: “Lo scorso anno l’esercito (…) ha avuto bisogno di 9000 reclutatori per arruolare 62mila soldati; poco più di una recluta ogni due mesi per ciascun reclutatore (…) nel contempo dei 62mila neofiti nell’esercito rientrava una piccola quantità di reclute “categoria mentale IV” ovvero la più bassa. L’intero processo è oltremodo dispendioso. Oggi il costo complessivo del personale costituisce più del 50% del bilancio annuale delle forze armate…”.[9]
In data recente il personale militare attivo è di circa 1,4 milioni,[10] cifra modesta per chi voglia dominare il mondo: gli USA possono distruggere chiunque con le armi atomiche, che però non sono servite in guerre (che nello stesso tempo erano lotte di liberazione nazionale) come quella del Vietnam dove furono impiegate 500.000 soldati (ed altrettanti alleati) che non bastarono e adesso con un esercito di élite di militari di professione (a volte con basso quoziente intellettivo) si possono fare interventi militari “leggeri”, poco più di 100 mila effettivi (Iraq e Afghanistan) con cui puoi occupare solo le zone chiave del territorio dove ti trovi più ad essere assediato che occupante; per questi motivi l’imperialismo USA ha bisogno di alleanze quanto mai eterogenee per scendere terra, mettendo insieme – come si diceva prima – Curdi e Iraniani e facendosi aiutare anche dai nemici storici come i russi.
[1] Ovviamente questo tipo di ricerche non investono solo il settore militare, ma anche l’ambito medico, poiché consente ai disabili con problemi motori di tornare a muoversi e camminare in maniera del tutto autonoma.
[2] Hardiman I Arm Test, General Electrric Company, Schenectady, New York, 12305, 31 dicembre 1969, ONR code 455.
[3] Teniamo conto che circa il 50% dei fondi destinati dal pentagono all’acquisto di armamenti era andato ai 20 maggiori contrattisti, che avevano monopolizzato la produzione dei più importanti sistemi d’arma. Si è consolidato così il monopolio che i colossi dell’industria avevano negli ultimi decenni. La Lockheed aveva avuto così il contratto per la produzione del C.141, inoltre, la Lockheed per trent’anni aveva fornito alla Marina tutti i missili balistici dei sottomarini dai Polaris ai Poseidon, dai Trident 1 ai Trident II.
[4] Eric Marrapodi e Chris Lawrence, Future soldiers may be wearing ‘Iron Man’ suits, CNN, 12 novembre 2010.
[5] C.s.
[6] Timi Weiner, New Model Army Soldier Rolls Closer in te Battle, New York Times, 16 febbraio 2005.
[7] Arrigo Petacco, La seconda guerra mondiale, Armando Curcio, Roma 1979.
[8] Il robot Walkman in partenza per la DRC di Los Angeles, Comunicato stampa dell’Università di Pisa, 13 maggio 2015.
[9] Vedere L. Wilkerson, Non possiamo affidarci sempre ai mercenari, in Limes n. 11, 2016, p. 69, dove il discorso in sostanza sta nel fatto che ai mercenari si possono affidare funzioni accessorie ma non realizzazione della politica USA che non può che essere affidata ad uno strumento che risponda alle direttive del governo e non alla logica del profitto di una grande impresa. Però le multinazionali della guerra possono pagare stipendi più alti di quelli di uno Stato indebitato e possono sottrargli la migliore forza lavoro disponibile, anche per questo motivo le difficoltà di reclutamento da parte del governo USA che deve, a volte accettare gli scarti.
[10] Vedi editoriale, La Cina si avvicina l’America si allontana, in Limes n. 1, 2017, p. 21.