DELITTI IRRISOLTI IN UN SISTEMA CRIMINALE
In Italia da tempo nei media è sorta la moda dei “delitti irrisolti”, che diventano dei fatti medianici, dove la cosiddetta “opinione pubblica” si “divide” (si fa per dire) in innocentisti e colpevolisti, e programmi come Porta a Porta riempiono le serate.
Del delitto di Carmela Rea “stranamente” si è taciuto alcune cose di non secondaria importanza.
Dall’autopsia si è evinto che Melania non sia stata uccisa sul luogo del ritrovamento a causa del poco sangue nelle vicinanze del corpo, e che alcune delle 35 coltellate, tutte eseguite tra il tronco e il collo, siano state inferte anche post-mortem, inoltre, la vittima non ha subito violenze sessuali.
In questo delitto ci sono diversi interrogativi. Uno è la croce uncinata sul cadavere di Melania. Un depistaggio? Ma c’è da chiedersi come mai il marito militare, addestratore nella caserma femminile di Ascoli Piceno, una delle quattro caserme delle Unità Addestramento Volontari (U.A.V.) avrebbe fatto questo tipo tutto sommato particolare di depistaggio nel vilipendere il cadavere. Questa domanda sembra essere stata congelata nelle menti di chi doveva razionalmente valutare e mai argomentata in modo apprezzabile. Eppure era uno dei tanti fatti obbiettivi, di consistenza fisica certa.
Io ritengo che non si depista su un fatto di oltre 70 anni fa, si depista su qualcosa che esiste attualmente, in Italia, e non tra i commercianti di alimenti o tra i giornalai ma necessariamente in ambienti militari.
Esiste una setta massonica satanica nell’ambiente militare?
Gli inquirenti nelle indagini sul delitto di Melania Rea hanno prestato particolare attenzione alla figura del marito di Melania Rea, Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito, il quale lavora come istruttore preso il 235° Rav Piceno.
Da tempo circolava la notizia che il possibile omicida si trovasse all’interno dell’ambiente militare.
Paolo Ferraro, sostituto procuratore della Repubblica di Roma denuncia il fatto che all’interno dell’ambiente militare vi sarebbe una setta satanica massonica, militare, della quale farebbe parte alcuni ufficiali dell’Esercito.
Le prove sarebbero all’interno di circa 45 files audio analizzati attentamente. Da tali files emergerebbero in maniera chiara alcuni nomi. Tale setta agirebbe nell’ombra, attirando a sé gli adepti. In questa setta avvererebbero riti satanici basati sul sesso e in cui si verificherebbe anche l’assunzione di droghe da parte dei partecipanti.
Come risposta a queste denunce il PM è stato dal CSM messo in aspettativa per quattro mesi.
Questo provvedimento è stato adottato con una procedura d’urgenza, motivata dalla asserita gravità ed attualità dell’ inidoneità del magistrato “ad adempiere convenientemente ed efficacemente ai doveri del proprio ufficio”.
Contro detto provvedimento, avente efficacia immediata, i legali di Ferraro, Mauro Cecchetti e Giorgio Carta, hanno annunciato un ricorso al TAR Lazio: “Il procedimento cautelare seguito dal CSM risulta non solo costellato di violazioni delle garanzie difensive, ma addirittura atipico, perché non previsto da alcuna norma, nonché arbitrario, atteso che non risulta fondato su alcuna perizia medica, se non una risalente al 2008 che, peraltro, attestava l’idoneità allo <svolgimento di attività professionali anche complesse>. Il CSM, poi, ha stranamente ritenuto ininfluenti le numerose perizie mediche di parte, private e pubblica, del 2011 – attestanti la specifica idoneità ed anzi qualità intellettuale del magistrato – ed ha ignorato una denuncia analitica e argomentata depositata in atti, che evidenzia fatti gravissimi a suo danno patiti dal 2009 in poi. In definitiva, il CSM ha fondato il provvedimento cautelare sulle dichiarazioni di alcuni colleghi della procura di Roma, con i quali il nostro assistito è notoriamente in contrasto proprio per effetto delle sue denunce”.[1]
Sembra che Melania Rea, alcune settimane prima della sua morte, sia stata vista presso il terzo piano della procura. Era davvero lei o una donna che le assomigliasse? Che Melania sia stata fatta fuori per metterla a tacere su qualcosa di cui era venuto a conoscenza, e che non avrebbe dovuto sapere?
Dunque molto probabilmente un delitto nato in ambiti militari[2].
Proviamo a fare delle ipotesi. La caserma del 235° Rav Piceno è l’unica caserma in femminile, e ogni soldato donna finito in Afghanistan, potrebbe aver ascoltato, delle confessioni di alti ufficiali. Che Salvatore Parolisi avesse captato qualcosa e avesse riferito anche alla moglie particolari di una storia potenzialmente esplosiva?
Pensiamo che nell’ambito dei controlli condotti dai reparti dell’Esercito al personale e ai materiali al rientro dai teatri operativi, emerse che un certo quantitativo di sostanze stupefacenti era nascosto nelle canne dei fucili rientrati nelle casse dall’Afghanistan nella caserma Feruglio degli alpini della Julia di Venzone (Udine).[3]
Sarà sempre un caso, ma nel 235° Rav Piceno era Laura Titta, arrestata in quanto aveva legami con la camorra.
Esiste dunque un mondo sotterraneo negli ambienti militari, dove questa setta, molto probabilmente gestirebbe affari non del tutto leciti (è un eufemismo evidentemente). Uno di questi affari sarebbe un traffico di eroina proveniente dall’Afghanistan , dove molte soldatesse finite nel teatro della missione ISAF, conoscono particolari fino ad oggi rimasti celati nel mistero.
Altro fatto da non trascurare, quando Paolo Ferraro andò al CSM fu visto assieme a Francesco Bruno.
Francesco Bruno è un noto criminologo (e star televisivo), è stato consulente del SISDE. Egli già dal terzo delitto del cosiddetto “Mostro di Firenze” aveva preparato un dossier che ipotizzava che a compiere questi delitti non fosse un solo serial killer, ma i componenti di una setta che agivano in gruppo. Ma questo dossier – che porta la data del 1980 – non fu mai consegnato agli inquirenti di Firenze. In totale tre degli studi commissionati dal SISDE si persero “misteriosamente” per strada e non arrivarono mai sulle scrivanie dei magistrati fiorentini. Guarda caso, i dossier “scomparsi” erano quelli che ricostruivano la pista dei mandanti plurimi. Qualche anno dopo Francesco bruno, intervistato, sosterrà che ha suo parere che il serial killer è un mostro isolato.[4]
SETTE NELL’ESERCITO
La presenza di sette nell’esercito non è un frutto di una fantasia complottista.
Nel 2004 la marina inglese ha concesso a un tecnico satanista di praticare il suo credo anche quando è in navigazione[5].
Ma questo che potrebbe passare per un fattore di libertà religiosa (perciò non condannabile) non rende idea degli intrecci che esistono tra queste sette e gli apparati degli eserciti dei paesi imperialisti.
Prediamo come esempio il maggiore dell’esercito statunitense Michael A. Aquino.
Il maggiore Aquino era un esperto di guerra psicologica che nel 1975 fondò una setta satanica chiamata “Il tempio di Set”, che subentrò alla Chiesa di Satana di Anton LeVay. Fu sospettato (guarda caso) di essere al centro di un giro di pedofilia.
Aquino assieme al generale Paul E. Vallely[6] e al generale Thomas McInerney fanno parte della cerchia di quelli che vengono definiti “piegatori di cucchiai”.
McInerney, assieme a Vallely, ha fondato l’Iran Policy Committee che è un centro di propaganda anti-iraniana. Il duetto ha pubblicato un libro intitolato, Endgame –Blueprint fot Victory for Winning the War (Resa dei conti. Il piano per vincere la guerra al terrorismo) la cui sostanza si ritrova in un documento che Vallely scrisse assieme ad Aquino nel 1980. In questo scritto, intitolato From PSYOP to WindfWar: The Psychology of Victory (Dalla Guerra psicologica alla guerra mentale: la psicologia della vittoria) si presentava un piano per una guerra psicologica perpetua, rivolta anche contro la stessa popolazione americana. Nel documento, si afferma tra l’altro: “ La guerra mentale strategica deve iniziare nel momento in cui la guerra si ritiene inevitabile. Deve ricercare l’attenzione della nazione nemica attraverso ogni mezzo possibile e deve colpire i potenziali soldati della nazione prima che essi indossino le uniformi. Essi sono più vulnerabili alla guerra mentale nelle loro case e comunità…”.
“La guerra mentale è soprattutto strategica…Nel suo contesto strategico deve estendersi in ugual modo ad amici, nemici e neutrali in tutto il globo – non attraverso i primitivi volantini gettati sui campi o gli altoparlanti della guerra psicologica, né attraverso gli sforzi deboli, imprecisi e limitati della psicotronica – ma attraverso i mezzi di informazione posseduti dagli Stati Uniti che hanno la capacità di raggiungere virtualmente ogni popolo sulla faccia della terra.[7] Questi mezzi d’informazione ovviamente sono quelli elettronici, radio e televisione. Gli sviluppi più avanzati delle trasmissioni consentono una penetrazione delle menti ovunque nel mondo come non sarebbe stato concepibile fino a pochi anni fa.
Come la spada Excalibur, noi dobbiamo arrivare ad impossessarci di questo strumento per noi, se avremo il coraggio se avremo il coraggio e l’integrità di promuovere con esso la civiltà.
“Per essere efficace la guerra mentale deve prendere di tutti i partecipanti. Non deve soltanto indebolire il nemico ma deve rafforzare gli Stati Uniti. Lo fa negando alla propaganda nemica di poter raggiungere il nostro popolo e spiegando e sottolineando alla nostra gente quali sono gli interessi nazionali in una data della guerra”[8].
Vallely promosse anche uno studio sulle tecniche subliminali di lavaggio del cervello e sulle armi che possono aggredire il sistema nervoso e cerebrale delle popolazioni prese di mira: “Vi sono delle condizioni puramente naturali in cui le menti possono diventare più o meno ricettive e la guerra mentale deve avvantaggiarsi completamente di questi fenomeni come l’attività elettromagnetica dell’atmosfera, ionizzazione dell’aria ed onde alle frequenti estremamente basse”.
Questi schemi di “guerra mentale” messi a punto da Vallely e dal satanista Aquino assomigliano paurosamente alla Total Information Awareness (TIA), un programma varato dal Pentagono, quando era guidato da Rumsfeld, sotto la direzione dell’ammiraglio John Poindexeter, salito alle cronache nel caso Irangate. Ufficialmente questo progetto, che comprendeva un colossale sistema di data-mining (tecniche informatiche per l’esplorazione delle grandi banche dati), è stato poi accantonato a seguito di una serie di rovesci, ma molto probabilmente questo programma è gestito “con altri mezzi”.
Jon Ronson giornalista, autore, regista di documentari e presentatore radiofonico. I suoi articoli sono apparsi su giornali britannici come il quotidiano The Guardian e la rivista Time Out. Ha girato alcuni documentari per la televisione e due serie documentaristiche per Channel 4. In Italia sono stati pubblicati un suo libro intitolato L’uomo che fissa le capre (Einaudi, 2009) da quale è stato tratto un film interpretato da George Clooney.
Il libro parla della diffusione della diffusione della New Age[9] nell’esercito americano, ma è soprattutto è un’inchiesta documentatissima sull’utilizzo di tecniche “psichiche” nell’esercito americano e, allo stesso tempo, il racconto dell’inchiesta stessa.
Ebbene tutto questo è fatto risalire a un manualetto del colonnello Jim Channon, intitolato First Earth Battalion, che è una raccolta delle teorie New Age applicato all’esercito, pubblicato nel 1979, con il proposito di mettere a punto “tecniche non distruttive di controllo”[10]. Marilyn Ferguson, autrice del famoso libro La cospirazione dell’acquario[11] era in contatto con il colonnello Channon. Le diverse iniziative di Channon maturarono nel 1983 nella Task Force Delta, che comprendeva un raduno dei 300 ufficiali interessati al New Age e all’occultismo[12]. Inizialmente costoro si tenevano in contatto tra loro attraverso la famigerata DARPA[13].
Questi ambienti tirarono dentro l’ex prestigiatore Uri Geller che fu introdotto negli ambienti servizi segreti statunitensi dal dott. Andrija Puharich, esperto di parapsicologia e telepatia della Divisione Guerra Psicologica dell’US Army i cui esperimenti in questo campo risalgono agli anni ’50. Puharich dirigeva la Round Table Foundation of Eelectrobiology, dedita agli esperimenti sulle onde cerebrali. Era un personaggio vicino al fondatore della cibernetica[14] e a Aldous Huxlew[15] uno dei guru della controcultura.
CONTROLLO MENTALE NELLE SOCIETA’ INIZIATICHE
Questi gruppi, controllano mentalmente i propri membri. All’interno di questi gruppi, le persone vengono “formate” in modo tale da commettere le più gravi cattiverie senza avere scrupoli di coscienza e magari motivandole per renderle in qualche modo “legittime”.
In effetti, organizzare guerre di rapina, torturare persone significa distruggere il sentimento umano naturale di empatia con i propri simili, e dunque non sembrerebbe possibile farlo senza un’accurata “formazione”. Per questo motivo sembrerebbe necessario far praticare ai propri membri (sia che ricoprono ruoli importanti oppure che siano soltanto delle infine pedine), culti che disumanizzano, che stimolano gli aspetti più negativi e distruttivi dell’essere umano, o che inducono a credere che possano esistere principi, valori o ideologie che giustificano più terribili contro l’umanità.
Esisterebbero due tipi principali di culti misterici:
1) Quelli che prevedono l’affiliazione di un numero relativamente ampio di adepti, che per la maggior parte ricoprirà livelli bassi, e dunque non raggiungerà mai determinate conoscenze, appannaggio dei pochi che raggiungeranno gli alti livelli;
2) Quelli che appaiono come sette vere e proprie, poiché sono destinate ai rampolli delle grandi famiglie miliardarie o a personaggi scelti. In tal caso il personaggio sarà chiamato ad aderirvi come fosse un “eletto”.
In quest’ultimo caso i riti sarebbero agghiaccianti, simili a quelli satanici. Si dice che nel gruppo chiamato Skull & Bones che raggruppa i rampolli dell’elite statunitense, gli iniziati dovrebbero masturbarsi nudi in una bara, e in seguito subirebbero anche violenze verbali e fisiche, dovendo lottare nel fango e a subire violenza con altri adepti fino allo sfinimento. Si tratterebbe di tecniche elaborate dalla CIA al fine di indebolire il soggetto attraverso una serie di atti che lo piegherebbero fisicamente e mentalmente. Agli adepti sarebbe inculcata l’idea di essere superiori e di avere una missione di dominare sugli altri. Essi subirebbero dunque umiliazioni sessuali, ma al contempo sarebbero abituati a esaltare il proprio ego umiliato, per sopperire alla bassa autostima stimolata dalle umiliazioni.
Questi rituali hanno l’obiettivo di far emergere gli aspetti del sé distruttivo, in modo tale che emozionalmente e mentalmente la persona possa diventare più incline a mentire, a ingannare e a commettere azioni criminali.
In sostanza questi rituali hanno lo scopo di “programmare la mente” ai crimini che dovranno commettere quando saliranno al potere. Essi dovranno commetterli non soltanto senza alcun rimorso ma addirittura credendo che ciò sia giusto, e per raggiungere questo livello di mistificazione occorre una sorta di percorso esoterico atto a manipolare la mente a tal punto da produrre questo effetto. I riti praticati in questi gruppi misterici sono traumatizzanti e violenti, e addirittura per essere resi più agghiaccianti sarebbero utilizzate urla di sottofondo.
Questi riti sarebbero collegati a simbologie di vario genere, e servirebbero anche a creare affiliazione a realtà false, per disorientare l’esistenza.
Nelle società segrete viene creato un clima di unità è “fratellanza” molto forte, come se gli adepti fossero legati da qualcosa d’importante e fondamentale per la loro esistenza. La stessa cosa avviene per la Mafia.
Ma perché bisognerebbe accettare che persone così squilibrate, che si mettono nude in una bara, che si fanno umiliare sessualmente, debbano esercitare un potere enorme sui nostri destini.
è possibile dare una matrice esoterica agli omicidi mediatici?
Mi rendo conto che tutto ciò è molto difficile da mandare giù, si ricerca sempre una ricerca che all’apparenza può essere “razionale” (fanatismo ideologico o religioso, stato psicologico della persona, motivi ideologici ecc.). Ma non si vuol riconoscere che l’aspetto esoterico è una realtà, occulta (fino a un certo punto basta andare nelle librerie e vedere che una parte è riservata all’esoterismo) solo per chi non vuole vedere.
Un esempio evidente di quello che potrebbe avere una matrice esoterica soni i delitti attribuiti al cosiddetto “Mostro di Firenze”.
Dal 1968 al 1985 furono uccise otto copie di giovani nelle campagne di Firenze. In 4 di questi duplici omicidi vengono prelevate dai cadaveri seni e pube. La vera e propria caccia al “Mostro” comincia dopo il terzo omicidio, quando si capisce che dietro ad essi c’è la stessa mano. Dopo “errori giudiziari” (si sarebbe col seno di poi dire che molto probabilmente furono degli autentici depistaggi), si arriva all’incriminazione di Pietro Pacciani nel 1994. Sembra chiaro, al momento, che Pacciani è colpevole, o perlomeno che è gravemente coinvolto in questi omicidi. Gli indizi, infatti, sono gravi, precisi e concordanti; in particolare lo inchiodano il ritrovamento di un bollo di pistola nel suo giardino, inequivocabilmente proveniente dalla pistola del “Mostro” (una beretta calibro 22); l’asta guidamolla della pistola del “mostro”, inviata agli investigatori avvolta in un pezzo di panno identico a quello poi trovato in casa di Pacciani; e soprattutto un portasapone e un blocco da disegno, di marca tedesca, che sarà riconosciuto come appartenente alla coppia tedesca.
C’era poi un biglietto trovato in casa sua con scritto “coppia” e un numero di targa corrispondente a quello di una coppia uccisa. Le intercettazioni telefoniche e ambientali poi fecero il resto, mostrando che Pacciani mentiva, celando agli investigatori diverse cose importanti. Eppure il processo fa acqua da tutte le parti. Tante cose non quadrano in quel processo. Non quadra il movente, perché Pacciani – benché violento e benché in passato avesse giù ucciso, per giunta con modalità che ha tratti ricordano quelle di alcuni delitti – non sembra il ritratto del serial killer. Non quadrano alcuni particolari (ad esempio le perizie stabiliranno che l’uomo che ha sparato dovesse essere alto almeno un metro e ottanta, mentre Pacciani è alto molto meno). Inoltre durante il processo alcuni dei suoi “amici” mentono palesemente per coprirlo, sembrano colludere con lui. Perché mentono? In primo grado Pacciani sarà condannato. In secondo grado sarà assolto. L’impianto accusatorio, in effetti, era fragile. Però proprio il giorno prima della sentenza di secondo grado, la Procura di Firenze riesce a trovare nuovi testimoni (quattro) che inchiodano Pacciani e soprattutto riescono a spiegare il motivo di alcune incongruenze. Due di questi testimoni sono, infatti, complici di Pacciani e, autoaccusandosi, svelano che in realtà quei delitti erano commessi in gruppo.
Ma la Corte di appello di Firenze decide di non sentire testimoni e assolve Pacciani. La sentenza sarà annullata dalla Cassazione, ma nel frattempo Pacciani muore in circostanze poco chiare. In apparenza muore d’infarto ma Giuttari, il commissario che segue le indagini per la Procura di Firenze, sospetta un omicidio. Nel 2002 l’indagine sul “Mostro” si riapre, ma a Perugia, ma per capire come e perché bisogna fare un passo indietro. Il 13 ottobre 1985 è trovato nel Lago Trasimeno il corpo di un giovane medico perugino, Francesco Narducci. Il caso è archiviato come suicidio, anche se la moglie non crede a questa versione dei fatti. Anzi, da subito i giornali ipotizzano un coinvolgimento inerente al “Mostro di Firenze”.
Narducci, aveva una moglie giovane, una casa bellissima, viaggi, barche e tanti soldi. Questa era la vita pubblica di Francesco Narducci. Ma forse, ne esisteva un’altra fatta da rituali, popolata da demoni. Narducci ha sempre saputo celare la sua vera identità. E soltanto in una lettera, lasciata alla famiglia prima di scomparire, potrebbe avere deciso di svelare sua vera identità[16].
Adesso vediamo i misteri inerenti alla morte di Narducci. Un pescatore dice di averlo ritrovato su una spiaggetta del lago Trasimeno il 9 ottobre 1985, quattro giorni prima della scoperta ufficiale. “Era incaprettato” ricorda. E questo sarebbe la dimostrazione che fu una vera e propria esecuzione. L’eliminazione di un uomo diventato scomodo. In quei giorni i giornali scrivevano che il “Mostro” aveva i giorni contati, che aveva commesso un errore tale da inchiodarlo. In sostanza ipotizzavano che Narducci potrebbe avere avuto paura, o sentendosi minacciato decise di tirarsi fuori.
Suo padre Ugo Narducci, famoso medico, massone, era riuscito a costruire per il figlio una carriera luminosa. In un certo periodo, cominciano a concentrarsi su di lui delle chiacchere tremende, si comincia a sospettare che abbia dei collegamenti con il Mostro. Alcuni lo ricordano di averlo visto nelle campagne tra San Casciano e Mercatale in compagnia del farmacista del paese. Ci sono voci che Narducci partecipava a festini e messe nere. Una doppia vita che dura fino al 1985. Nell’estate di quell’anno il suo equilibrio si spezza. Ricorda la moglie: “Era molto preoccupato mi sembrava depresso. Una sera mentre parlavamo della difficoltà di avere un bambino, scoppiò a piangere e questo mi sembrò molto strano perché lui non era assolutamente il tipo che se la prendeva per queste cose. Restava alzato fino a tardi, chiuso nel suo studio”. L’8 ottobre, dopo aver ricevuto una telefonata, Francesco Narducci va via sconvolto dall’ospedale. Prende la barca ancorata sul Trasimeno e sparisce per sempre. Secondo la versione ufficiale il suo cadavere affiora il 13 ottobre. Causa della morte: annegamento. Soltanto nel 2004 un pescatore ammette di averlo trovato il giorno dopo la scomparsa e di aver consegnato il corpo alla famiglia. Nel 2000 il corpo è riesumato e riparte l’inchiesta: l’ipotesi è che, con la complicità di alcuni pubblici ufficiali, la famiglia volesse nascondere il delitto. In sostanza c’è il forte sospetto che la famiglia avesse sepolto il corpo, e gettato un’altra salma nel lago e fatta passare per quella di Narducci.
L’ipotesi formulata dalla Procura di Perugia secondo cui Narducci sarebbe stato ucciso perché la cellula impazzita dell’inquietante circuito che ha commissionato, e in certi casi anche portato termine i duplici omicidi attribuiti al “Mostro”, aveva deciso di eliminarlo.
C’è un uomo che negli anni ’70 e ’80 afferma di conoscere a fondo le realtà del “Mostro”[17]. In una memoria consegnata agli inquirenti che indagano sugli omicidi, ricostruisce per filo e per segno gli ambienti e i poteri che decisero la fine delle copie di fidanzati e del Narducci divenuto che non era più affidabile e di altre persone divenute via via scomode al sistema.
Tra le realtà che secondo il teste, avrebbero avuto un ruolo importante nell’assassinio del Narducci e nella costruzione di una rete di convivenza che coprisse la verità, ci sarebbe la Massoneria. Nel suo documento il testimone parla anche d’ingerenze da parte di ambienti di Cosa Nostra e di un circuito dedito alla pedofilia.
Per l’occultamento del cadavere del Narducci, sviamento delle indagini e altri reati minori, furono indagati il questore di Perugia Francesco Trio, il colonello dei carabinieri Di Carlo, l’ispettore di PS Napoleoni, l’avvocato Fabio Dean, tutti iscritti alla stessa loggia massonica, alcuni collegati alla P2. Appartenevano alla P2 il questore Trio, mentre Fabio Dean è il figlio di uno dei legali di Gelli. Una “bella” compagnia dunque.
Ferdinando Benedetti, uno storico che ha compiuto un’indagine personale sulla morte di Narducci, ha rivelato il ruolo della Massoneria (lui stesso è un massone). Racconta Benedetti: “Il padre del medico faceva parte della loggia Bellucci e insieme al consuocero si rivolse al Gran Maestro per evitare che fosse effettuata l’autopsia del figlio. So che Francesco Narducci aveva preso in affitto una casa vicino a Firenze, nella zona dove sono avvenuti i delitti. Era entrato a far parte di un’associazione segreta denominata “la setta della rosa rossa”. Al momento dell’iniziazione era al livello più basso, ma dopo un po’ di tempo aveva raggiunto il ruolo di “custode”. Già nel 1987 si disse che poteva essere uno dei “mostri” e la massoneria si attivò per sapere la verità. Tra il 1986 e il 1987 ci furono riunioni tra logge diverse e si decise di compiere alcune indagini. Alla fine la loggia accertò che era coinvolto, ma si decise di non far trapelare c’era il rischio che venissero coinvolti tutti[18].
Tra i testimoni ascoltati dai magistrati, c’è anche Augusto De Megni, nonno del bambino rapito nel 1990, per anni al vertice del Grande Oriente che conferma: “So che Narducci andava a Firenze e che frequentava giri poco raccomandabili”. Secondo le indagini compiute dalla signora Narducci, potrebbe essere stato il custode dei genitali asportati alle vittime. Si cerca di verificare se c’è un nesso tra la sua morte e la spedizione di un lembo di seno di Naudine Mauriot. L’omicidio della francese e del suo compagno avvenne l’8 settembre. Si è scoperto recentemente che la coppia era in Toscana per partecipare a pratiche esoteriche. Un mese dopo il delitto scompare Narducci (8 settembre duplice omicidio, 8 ottobre scomparsa di Narducci, una casualità?).
In questa vicenda del “Mostro di Firenze” come si diceva prima entrano in scena i servizi segreti e precisamente il SISDE dopo il terzo delitto.
E poi ci sono le morti sospette di persone convolte con la storia del Mostro. Da quella del Narducci, a quella di Pacciani. In molte di queste morti è stata usata una tecnica simile a quella dei morti “suicidi” di persone implicate nell’inchiesta per la strage di Ustica e delle altre stragi che hanno insanguinato l’Italia. Questo utilizzo delle stesse tecniche fa ipotizzare una firma unica: quella dei servizi segreti.
Perché dico questo? Nella questione del “Mostro di Firenze” come per Piazza Fontana, Ustica e le altri stragi che hanno bagnato di sangue il nostro paese, c’è stato un autentica mattanza di testimoni o di persone coinvolte.
Non solo Pacciani e Narducci. Muore Elisabetta Ciabiani, una ragazza di vent’anni che aveva lavorato nell’albergo di Narducci e che aveva rivelato al suo psicologo, Maurizio Antonello (fondatore dell’Associazione per la ricerca e l’informazione delle sette) il nome di alcuni mandanti del “Mostro” e aveva rivelato il coinvolgimento di questa setta (la Rosa Rossa)[19] nei delitti: Elisabetta verrà trovata uccisa a colpi di coltello, compresa una coltellata alla pube, ma il caso venne archiviato come suicidio. Mentre lo psicologo Maurizio Antonello sarà trovato “suicidato”, impiccato al parapetto della sua casa di campagna.
Per affrontare l’argomento del rapporto tra sette e servizi segreti possiamo prendere come esempio uno dei casi che è diventato famoso: quello di Manson e della sua Family.
Dopo il suo arresto nell’ottobre del 1969, ci fu una serie di omicidi, di suicidi e di fortuiti incidenti di testimoni appartenenti alla Family, o amici di adepti della Family. Tutto questo segue un programma ben noto in certi particolari di omicidi coperti (lo stesso modus operandi di quello che è avvenuto in Italia con la vicenda del cosiddetto “Mostro di Firenze”, dove ci fu, come si è visto, una scia di morti molto sospette tra le persone coinvolte). Magicamente chi può testimoniare si uccide o ha un provvidenziale incidente.
Nell’agosto del ’69 Manson e la Family si trasferirono definitivamente nella Death Valley, recidendo così ogni rapporto con la “civiltà”. Manson prepara così i suoi alla sua delirante profezia: i negri d’America faranno una rivoluzione, rovesceranno il governo e solo loro, la Family, saprà fronteggiare come ultimo baluardo bianco contro” l’infernale razza negra”.
Nel deserto oltre i 40 gradi, nella solitudine assoluta, Manson può finire il suo lavoro di controllo mentale degli adepti, in maggioranza donne. Quando queste entrano nella Family sono spogliate e valutate da Manson (certe sette sembrano il rifugio per vecchi maiali). Poi le adepte subiscono attraverso il dominio sessuale, quella completa perdita di volontà che le renderà docili esecutrici della volontà unica di Manson, dell’Anima, come si faceva chiamare. Ai pasti mangiano prima gli uomini, poi le donne, ma prima devono offrire il pasto ai cani, e poi hanno il permesso di mangiare gli avanzi degli animali. Nelle baracche della Family e tra le dune del deserto le donne devono starsene nude, al massimo con le mutandine, docili, ad un ordine di Manson, accoppiarsi con uno o più uomini, anche sconosciuti. Devono praticare la fellatio su ordinazione non solo sui membri maschili della Family, ma anche sui cani. Quest’uso del sesso come iniziazione alla completa sottomissione e umiliazione, uscendo anche dai limiti dell’umano con il rapporto animale, distrugge la dignità e scardina l’identità, cui sarà sostituita una nuova: quella di macchine pronte a eseguire i propositi criminali di Manson.
Ma questo controllo sulla volontà avveniva anche sugli uomini. Quando fu interrogato Tex Watson, esecutore degli omicidi Tate-LaBianca, gli inquirenti verificarono che l’uomo sembrava aver perso il 30% delle sue possibilità mentali, come se qualcosa avesse mangiato parte del suo cervello. Inoltre, sia al momento dell’arresto che in carcere, tutte le adepte sembravano, collegate tra loro da una volontà unica: erano allegre, improvvisavano spogliarelli, urinavano davanti ai poliziotti, si tenevano mano nella mano in circo salmodiando misteriose litanie come seguendo gli ordini di Manson che sussurrava nella sua cella delle parole incomprensibili. Invece quando le donne si trovavano isolate nelle loro rispettive celle, cadevano in una specie di abulia.
C’è da chiedersi dove Manson, un marginale che ha passato buona parte della sua vita nelle patrie galere, abbia appreso simili tecniche di controllo mentale. Ed Sanders, nel suo libro su questo caso pubblicato nel 1971 , accenna in poche righe di quanto si dovrebbe investigare per capire gli omicidi della Family in certe tecniche di controllo mentale. Si era nel 1971, e non erano stati resi pubblici i documenti del progetto di controllo mentale della CIA denominato MK-ULTRA[20].
Una risposta a questo interrogativo lo diede Carol Greene che nel suo libro del 1992 Mirder aus der Retorte: Der Fall Charles Manson (Omicidi di Laboratorio: il caso Charles Manson), rivela che Manson prima degli omicidi era un “soggetto di ricerca” da parte del Nacional Institut of Mental Healt (NIMH), un centro fondato dallo psichiatra Felix che era anche il boss di Isbell, un autentico criminale che conduceva barbarici presso il Centro Ricerche Tossicodipendenze di Lexington, Kentucky. Questi esperimenti riguardavano LSD e una grande varietà di altri allucinogeni e veleni esotici. In un caso sette prigionieri furono mantenuti in stato allucinatorio da LSD per ben 77 giorni consecutivi. La tortura che si svolgeva a Lexington seguiva lo schema sviluppato da quell’altro criminale che portava il nome di Cameron a Montreal: sonno indotto da un farmaco, che viene interrotto da shock elettroconvulsivi, i soggetti collaborativi venivano premiati con buchi di eroina o qualsiasi droga gradissero.
Torniamo a Manson, egli fu scarcerato da una prigione della California nel marzo del 1967. Per legge, gli fu prescritto di presentarsi regolarmente ai colloqui con l’ufficiale per la libertà vigilata, il signor Roger Smith, che era stazionato c/o la Clinica Medica Haigtht-Ashbury di San Francisco. Questa clinica era frutto di un progetto del NIMH, che aveva lo scopo di studiare – e, di fatto, supervisionare – la prima tossicodipendenza su larga scala degli adolescenti bianchi, migliaia dei quali erano clienti della clinica. Il direttore della clinica, David E. Smith era anche l’editore del Journal il Psychedelic Drugs, nonché un emittente sostenitore della legalizzazione dei narcotici. Egli era incaricato di investigare gli effetti che i vari tipi di droghe avevano sui tossicomani seguiti dalla clinica NIMH: in sostanza doveva portare avanti uno studio comportamentale sui bambini delle comuni. Egli era un esperto nell’allevamento di personaggi violenti e antisociali nell’ambiente delle comuni hippy o delle sette.
Roger Smith seguì i percorsi di Manson anche dopo aver cessato di essere il suo ufficiale per la libertà vigilata, come consulente e osservatore dell’uomo che andava gradatamente impazzendo (ma forse sarebbe meglio dire che ci fu l’induzione all’impazzimento), nel frattempo Manson si affiliò a The Process, un curioso e teologicamente originale gruppo para-satanista fondato da due ex membri di Scientology (egli aveva già frequentato le 150 ore di Scientology nel corso di un Criminon – il programma di recupero e indottrinamento per carcerati organizzato dalla “chiesa” di Ron Hubbard – gli danno diritto ad accedere agli eventi ed ai parties organizzati dalla setta fra Los Angeles e San Francisco allo scopo di irretire le stars di Hollywood nei famosi Celebrity Centers)[21].
Non è ancora chiaro quando Manson si affiliò a The Process, ma secondo alcuni rapporti secondo cui fu nell’estate del 1967. I fondatori della setta avevano stabilito il loro quartiere generane negli USA a due isolati dal luogo, dove viveva Manson e reclutava tra i figli dei fiori.
Persone che hanno avuto a che fare con questa setta, sono state implicate in omicidi. Non solo Manson ma anche David Berkowitz, che fu condannato per gli omicidi seriali, “Son of Sam”[22] di New York.
Perché ritengo importante il collegamento sette e controllo mentale? Si commette l’errore spesso di ridurre gli strumenti e le tecniche per controllare la mente all’uso di mezzi tecnologicamente avanzati oppure a tecniche invasive; come l’elettroshock, l’uso pesante di LSD, la deprivazione sensoriale, le percorse, la tortura, l’uso di messaggi diffusi da altoparlanti alle cavie chiuse in isolamento, elettrodi impianti nel corpo o chip. Ebbene Manson era riuscito ad avere il controllo totale su più di una trentina di persone, senza l’uso di macchinari tecnologici o particolari tecniche invasive. Se, invece, si prendesse la briga di andare a vedere in molta letteratura esoterica e occultista, si vedrebbe che simili pratiche di controllo mentale vi sono descritte, seppure sono di difficile decifrazione. È quasi certo che molti di questi testi non sono mai stati pubblicati o se lo sono la circolazione è limitata in determinati e ristretti ambiti iniziatici.
Si potrebbe formulare l’ipotesi che quello che si sa del progetto MK-ULTRA sia una sorta di informazione-disinformazione. Potrebbe essere stata messa in giro proprio dalla CIA e da altri organi occulti, per nascondere certe notizie, per far credere che per il controllo mentale servono costosissime tecniche, che hanno bisogno l’ausilio di complicati macchinari, della partecipazione di decine di scienziati, di Università, nascondendo tecniche meno appariscenti, ma più efficaci.
Manson e il suo lavoro sulle adepte della Family lo starebbe a dimostrare.
Se si analizza la struttura sociale delle comuni hippy degli anni ’60, vediamo che il fulcro è sempre un leader. Come nel mondo da cui si vuole fuggire, anche nella comune (da non confondere con la Comune di Parigi e le altre comuni rivoluzionarie) anche in queste comuni si ricrearono gli stessi meccanismi, ma nel caso di questo tipo di comune, il leader non è colui che deve soffocare la libertà dei suoi adepti, come avviene nella società “civile” (ma sarebbe meglio specificare nella società divisa in classi sociali), al contrario, la deve liberare. E proprio quest’accezione, il leader assume la valenza di Totem, come si faceva chiamare Manson, l’Anima. Ogni anima di un adepto avido di conoscenza e limitata vede in questa luce dell’Anima una strada da seguire, una via che la può liberare dalla sua prigionia, dalla paura. Di fronte ad un simile afflato della psiche, un condizionamento mentale non è cosa poi così difficile.
Ci sono esempi lampanti di tutto questo in religioni riconosciute, programmi televisivi, cinema e di esempi se ne potrebbero farne tanti.
Ci sono ricercatori che hanno avanzato l’ipotesi che il funzionamento del cervello umano sia una specie di ipnosi, che entra in questo stato ipnotico auto indotto nel momento della ricerca di una soluzione ad un problema: la mente per funzionare deve cadere in uno stato ossessivo, quindi ipnotico, e si giunge ad affermare che la stessa struttura del cervello è proprio nella ripetività delle onde cerebrali del digramma dell’encefalogramma. È proprio quel meccanismo dell’eguale che si ripete che regolerebbe il funzionamento della mente stessa.
Questa tesi porterebbe alla conclusione che il controllo della volontà è insito nella mente stessa, e proprio per far funzionare il cervello al meglio, lo stesso individuo domina il suo stesso cervello, lo ipnotizzerebbe.
Non sono in grado di dire se queste teorie siano vere o false, resta il fatto che chi stava portando avanti il progetto di controllo della mente, invece di costringere delle cavie a subire trattamenti criminali come faceva Cameron, oppure coinvolgerne l’altro con l’inganno, avrebbero potuto semplicemente farsi un giro nelle strade della California degli anni ’60 dove avrebbero trovato molti individui disposti a sottoporsi ad esperimenti con gli acidi, oppure ad entrare a far parte di sette religiose, dove il controllo della mente è più semplice e in un certo senso “pulito”. E solo in seguito si sarebbero potuto usare certe tecniche più invasive, farle accettare non sarebbe stato difficile, la scusa era il progresso dell’individuo stesso, e gli adepti di tante sette ci si sarebbero sottoposti di propria volontà.
La legge degli Stati Uniti sulla divulgazione di documenti segreti del governo, la Freedom of Information Act (FOIA), ha un po’ l’aspetto di un bluff nella sostanza, in quanto se un segreto lo è ancora attualmente, come nel caso dell’MK-ULTRA, allora è facile prima della divulgazione far scomparire i documenti (come è successo per il progetto MK-ULTRA), oppure se vengono pubblicati, le ipotesi sono due: o i documenti non sono più pericolosi, oppure si divulgano per disinformare sotto la copertura di aver rivelato una verità segreta.
In sostanza in un determinato periodo per nascondere meglio le attività sul controllo mentale, i servizi s’infiltrano nei vari culti settari. Uno di questi è sicuramente l’OTO fondato da Crowley. Nel 1925 si era frantumato, un gruppo seguì Crowley, un altro conservò la sua indipendenza, un altro ancora si organizzò nella Fraternitas Saturni, che sopravvisse alla guerra ed esiste ancora oggi.
E’ SE TUTTO CIO’ FOSSE IN REALTA’ DELLE OPERAZIONI DI GUERRA PSICOLOGICA? O FORSE QUALCOZA DI PEGGIO!
Attentati, serial killer, omicidi familiari tutto questo nelle metropoli imperialistiche hanno un risvolto mediatico.
Visto che in molti di questi avvenimenti ci si trova di fronte a realtà che si possono definire occultiste/esoteriche, voglio precisare che l’esoterismo non è uno strumento fine a se stesso, esso viene usato per indurre le persone particolarmente quelle deboli a fare delle cose che altrimenti non farebbero.
Come premessa di questo discorso bisogna fare delle differenze tra sette e Ordini Iniziatici, che sono delle organizzazioni esoteriche che operano nella società in maniera occulta (non parlo della Massoneria poiché prima di tutto non è una realtà omogenea, essa viene usata come caprio espiatorio come gli ebrei -a cui spesso viene associata – , i comunisti, i satanisti ecc.).
Della presenza di questi ordini spesso è raccontata in romanzi o comunque in storie ”fantastiche”. Un esempio di tutto questo è stato quando nel 1968 la televisione francese mise in onda lo sceneggiato I Compagni di Ball[23].
ll racconto è unico, come un lungo film spezzato in sette parti. L’ispirazione dichiarata più volte sono i film alla Fantomas. Qui però il geniale criminale non è un lupo solitario, ma il leader di una Spectre (guarda caso troviamo sempre in racconti fantastici organismi del genere), i Compagni di Baal, che cospirano dietro le spalle dei popoli, che raccoglie i vertici delle istituzioni e governa il mondo da dietro le quinte. Ad affrontarli c’è un giornalista ed alcuni suoi compagni di strada, il giornalista interpretato da Jacques Champreux, che era anche lo scrittore della serie. La storia della cospirazione traccia una storia del mondo parallela a quella ufficiale, ed essendo la cospirazione basata sul segreto, di questa contro-storia ci sono molte versioni, almeno quanti sono gli interpreti, i divulgatori, gli scopritori di indizi. Ogni società segreta ha al suo centro una dottrina e un obiettivo che, in definitiva, sono coincidenti. Credo e obiettivo diviene per gli adepti motore catalizzatore, centro di gravità che fa ruotare, come un primo motore immobile, ogni azione intorno a sé. Poi c’è l’uso della paura, ma questa serve solo per asservire chi non è parte della società segreta. A ben guardare ogni società segreta ha riti e catechismi del tutto simili a quelli delle religioni. Ma le religioni hanno un volto “rivelato” e pubblico che le presenta, almeno in una forma, anche ai non-iniziati. Bisognerebbe approfondire il perché del segreto dottrinale. Di certo non dire dà potere ai pochi che sanno, evidente, il caso degli antichi mestieri dove i fabbri tenevano celati i metodi per fondere il ferro, così come gli architetti il sapere necessario per erigere una chiesa. Ma l’esistenza del segreto si esaurisce in questo, in una mera gestione di dati, conoscenze e del potere che ne deriva? O non è anche un invito alla ricerca al di là di insegnamenti calati dall’alto? Non è anche un invito alla scoperta che ogni singolo può fare secondo i suoi mezzi, della sua intelligenza, della propria indole, della propria volontà e quindi, in altre parole, della propria necessità?
Parlare di questo sceneggiato significa recuperare un frammento di archeologia Fanta-televisiva (fantastico sì ma fino un certo punto) un serial che già quando fu trasmesso sugli schermi nel 1968 era già dotato di un’atmosfera retrò, di personaggi degni di un romanzo d’appendice ottocentesco e di sceneggiature ingenue perfino per il pubblico televisivo di quegli anni. Nondimeno questo sceneggiato transalpino è in parte anche figlio del suo tempo. Erano gli anni del maggio Parigino dello sviluppo in senso rivoluzionario della lotta di classe ed erano anche gli anni dell’esistenzialismo.
E tutte queste cose, sia pure sotto traccia sono presenti nello sceneggiato. Lo stesso regista Pierre Prevert che altro non era che il fratello del più famoso cantore dell’esistenzialismo Jacques e in tutte le puntate si respira quell’aria, quelle idee. Aggiungiamo l’amore per il feuilleton e per le avventure di Fantomas da sempre dichiarato da Jacques Champreux ed otterremo il perfetto mix finale di questo sceneggiato.
Champreux, singolare esempio di attore\regista e sceneggiatore scrisse il copione e la sceneggiatura tenendo presente tutte le influenze culturali e popolari del periodo, inserendoci anche richiami al gotico, al’ horror, all’esoterismo e anche, in misura molto minore alla fantascienza. Questo comprendeva anche diversi armamentari utilizzati dai Compagni di Baal che avrebbero potuto rivaleggiare con i gadget in dotazione a James Bond, personaggio, di gran moda in quegli anni.
L’O.R.T.F, rete pubblica francese (che nel corso dei decenni avrebbe cambiato nome più volte) si dimostrò subito entusiasta dell’idea, dal momento che i vertici dell’ente da tempo cercavano di replicare l’enorme successo di un altro sceneggiato: Belfagor (1965).
Belfagor è una storia in bilico tra il giallo e l’horror fantastico, tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Bernède.
La storia è questa: nelle sale del museo parigino del Louvre si aggira un fantasma. La misteriosa figura, avvolta in un mantello scuro, con un nero e lungo copricapo e il volto nascosto da una maschera, è stata vista vicina alla statua di Belfagor, la divinità dell’inganno. Il commissario Menadier viene incaricato dell’inchiesta, ma ben presto la sua strada incoccia le indagini private di Andrea Bellegarde, uno studente universitario che, quasi per gioco, inizi a cercare di risolvere il mistero che si cela dietro la maschera di Belfagor. E l’investigazione condurrà i protagonisti sulle tracce dell’antico Ordine Iniziatico dei Rosacroce.
Belfagor fu uno sceneggiato molto particolare, nella democristiana RAI TV dell’epoca approdarono tutti insieme: i Rosa Croce e le sette segrete, l’esoterismo, l’alchimia, l’antico Egitto, una donna adulta che ha una relazione con uno studentello (teniamo conto che all’epoca quando fu messo in onda questo sceneggiato non c’era il divorzio e il delitto d’onore e il matrimonio riparatore erano ancora in vigore), le droghe rendono gli individui come automi (tutto ciò non ricorda MK-ULTRA per caso?) e misteriose pietre radioattive, il tutto avvolto in una pericolosa nebbia sulfurea e diabolica (nella novella di Machiavelli Belfagor era il diavolo che prese moglie).
In sostanza riemerge la manipolazione mentale, una questione che si perde nella notte dei tempi. Durante il corso della storia, sono stati registrati molteplici resoconti che descrivevano rituali e pratiche simili al controllo mentale. Uno dei primi scritti che si riferisce all’uso dell’occultismo per manipolare la mente, può essere trovato nel Libro dei Morti egiziano. Si tratta di una raccolta di rituali, molto studiato dalle società segrete di oggi, che descrive i metodi di tortura e d’intimidazione (per creare un trauma), l’uso di pozioni (farmaci) e il “lancio” d’incantesimi (ipnotismo), che si traduce nel totale asservimento dell’iniziato. Altri eventi attribuiti alla magia nera, alla stregoneria e alla possessione demoniaca (dove la vittima è animata da una forza esterna) sono anch’essi antenati della programmazione Monarch.
Tuttavia è durante il XX secolo che il controllo mentale diviene una scienza in senso moderno del termine, dove migliaia di soggetti sono stati sistematicamente osservati, documentati e sperimentati.
Torniamo allo sceneggiato I Compagni di Baal. Questa storia, come tante altre storie messe in onda nel piccolo schermo, non è certamente solo un frutto di fantasia, ma molto probabilmente (in maniera indiretta) ha preso ispirazione dalla realtà, mettendo in evidenza alcune questioni legate a certe organizzazioni esoteriche.
Questi Compagni di Baal, non sono una setta, ma un Ordine Iniziatico.
A differenza con una setta, che possono essere anche organizzazioni popolari (possono esserci sia l’industriale che l’operaio e il disoccupato), gli Ordini Iniziatici non sono solo controllate da singole persone per un proprio vantaggio materiale o altro (il gusto del comando, di manipolare le persone), ma le persone che vi appartengono è tutta gente ben inserita nei posti chiavi dell’economia, della politica e della cultura, poiché dietro c’è una precisa visione d’ordine sociale ed esoterico.
Nella sostanza si può far parte di questi ordini solo se si appartiene ai posti chiave della finanza, della stampa, della politica e della religione.
La base di massa che operano come braccio armato di questi Ordini iniziatici, è formata da appartenenti delle forze dell’ordine, da militari, dalla criminalità, da gente spostata in cerca di fortuna.
Quindi gli Ordini Iniziatici si considerano depositari di antiche conoscenze tramandate per via orale o per scritti che circolano solo all’interno.
Inoltre spesso e volentieri c’è l’aspetto generazionale, del sangue, ossia possono far parte dell’élite esclusiva e di comando di questi ordini Iniziatici solo coloro che appartengono alla nobiltà.
C’è un stretto rapporto tra nobiltà (non è certamente un caso che spesso e volentieri questi ordini ritengono di avere una derivazione dagli ordini cavallereschi come i Templari, tant’è che nel caso dell’iniziazione di adepto senza titoli nobiliari – ma che abbia parecchi soldi – c’è la buona dose di probabilità che diventi Gran Maestro o un personaggio similare) potrebbe avere questi titoli al momento dell’investitura, e nel nuovo battesimo che segue, l’adepto magari può cambiare nome.
Nelle prime scene del sceneggiato, si vede Joseph, il braccio destro del Gran Maestro, scendere da un treno nella stazioncina, dove dieci anni prima era avvenuta una rapina di lingotti d’oro su di un treno e dove il giornalista che stava indagando su di essa è morto in un “incidente” stradale.
La macchina che guidava il giornalista era stata manomessa. Da queste prime scene, si mostra il modo d’operare di queste organizzazioni esoteriche: tutti quelli che provano a indagare sui loro affari muoiono in strani “incidenti”. E in questo caso si è trattato di un incidente d’auto perciò viene l’archiviazione.
Il modus operandi dei delitti degli ordini Iniziatici risulta essere: incidente d’auto come si è detto prima, malore, avvelenamento che viene spacciato per suicidio, o quant’altro non possa destare sospetti.
Nella prima puntata, La Lanterna di Diogene, in un bancone di un bar, c’è un uomo che indossa abiti eleganti, che chiede al barman un altro bicchiere che non può pagare. Ci sono dei giornalisti seduti in un tavolo che si lamentano del lavoro poco gratificante. Hanno grandi sogni, imbevuti di romanzi d’appendice, quali Fantomas.
Entra un altro giornalista che si siede con gli altri tavoli, prende in giro l’uomo al bancone ma un giornalista anziano Pépére racconta la storia di Diogene, di Jacques Arnaud.
Arnaud, una decina di anni prima, era redattore del loro giornale, ed era considerato uno dei più valenti giornalisti francesi, ma ora è solo un derelitto. Dieci anni prima si stava occupando di un caso delicato, di cui non aveva detto niente a nessuno, quando in una gita in Bretagna con la famiglia, la barca con sua moglie e sua figlia di nemmeno sei anni era misteriosamente scomparsa. Non si ritrovarono mai i cadaveri delle due donne. Da quel giorno Arnaud perdette la lucidità e divenne Diogene, un alcolizzato che farneticava di strane vendette.
Nel bar c’è un altro uomo seduto a tavolino, è Joseph il braccio destro del Gran Maestro dei Compagni di Baal.
Quando Diogene uscirà dal bar, Joseph lo seguirà in strada e gli chiederà: “Qual è la punizione dei Compagni di Baal per chi tradisce?”, risponderà Diogene “La morte… la morte”.
Qui c’è un aspetto interessante che deve far riflettere, se Diogene avesse solo tentato di rivelare i segreti dei Compagni di Baal, sarebbe stato un “traditore”. È tutto questo perché anche lui apparteneva all’Ordine.
Diogene era uno dei Compagni di Baal, ed è stato punito perché voleva rivelare qualcosa nei suoi articoli. Ma come alto dignitario dell’Ordine fu risparmiato, seppure tenuto sotto controllo, e la sua condanna a morte era solo sospesa.
Le minacce di colpire i famigliari o comunque le persone care sono una delle armi migliori di questi Ordini esoterici. Loro sanno perfettamente che alcuni individui potrebbero aver sprezzo del pericolo, ma di fronte alle minacce alle persone a loro care e vicine, anche questi alla fine desistono. Inoltre, è un segnale per chiunque altro voglia tradire. Così, con queste minacce, si mantengono nell’ordine persone che altrimenti dovrebbero essere eliminate. Nello sceneggiato si vede come i Compagni di Baal non rinunciano ai favori che questi potenziali “traditori” possono ancora dare all’Ordine.
Già da queste prime scene dello sceneggiato si rivela il rapporto che queste organizzazioni esoteriche hanno con il mondo dei media (nello sceneggiato era la stampa). Essi infiltrano i loro uomini delle varie redazioni e con i loro articoli, comunicazioni cercano di influenzare l’opinione pubblica.
Questa loro capacità di influenzare l’opinione pubblica è stata agevolata dallo sviluppo dei mezzi di informazione. In passato c’era meno circolazione di notizie, ma non è che l’attuale migliore conoscenza dei fatti abbia migliorato la comprensione dei fatti stessi, poiché attualmente la stampa e i media si occupano molto più di interpretare di fatti che spiegare come sono avvenuti, inoltre, molti fatti scompaiono ed altri inesistenti appaiono. Quindi se in passato si finiva sul rogo per le proprie opinioni, ora non c’è ne più bisogno: l’opera dei media è quello di prevenzione, nella sostanza nell’addomesticare l’opinione pubblica. Quello che una volta era libertà di stampa si è tramutato in uno dei metodi del controllo sociale.
Ora tornando sul discorso della pista esoterica sui delitti inerenti al cosiddetto “Mostro di Firenze” si potrebbe formulare l’ipotesi che la città di Firenze sia stata il teatro di un progetto di destabilizzazione psicologica degli abitanti e di esperimenti militari di controllo mentale sulla popolazione. Tale progetto è la prosecuzione degli esperimenti condotti da Mengel nei campi di concentramento. Mengel capì che si potevano ottenere degli schiavi mentali che potevano essere controllati attraverso gravi episodi traumatici indotti. Tali esperimenti sono applicati su due piani. Se prendiamo come esempio i fatti inerenti le vicende del cosiddetto “Mostro”, si potrebbe ipotizzare che il primo piano sono i cittadini di Firenze che sono il vero bersaglio. Che siano i delitti delle copie per i fatti inerenti il cosiddetto “Mosto” o più recentemente l’uccisione di senegalesi o si seviziano delle prostitute, queste azioni anno lo scopo creare un trauma ai cittadini di Firenze. Cioè le vittime uccise sono solo il mezzo per indurre il trauma su un livello più alto. Su un secondo piano tali esperimenti sono applicati sui capri espiatori, i soggetti manipolati che commettono materialmente gli omicidi.
A questo punto è necessario fare una parentesi per comprendere meglio quello che sto dicendo. Al giorno d’oggi il sistema mediatico, che come dicevo prima è fortemente controllato, lavora incessantemente per condizionare il modo di pensare della gente e una volta che la notizia o (ed è quello che avviene più spesso) l’interpretazione di una vicenda viene divulgata acquisisce spesso e volentieri il crisma della verità senza alcuna possibilità per l’individuo che rifiuta la mistificazione del sistema di elaborare interpretazioni diverse.
Così in quello che è definito immaginario collettivo, si cristallizza l’idea che il “Mostro” è un contadino ubriacone e violento, che uccideva delle coppiette per futili motivi o semplicemente per divertimento. A supporto della tesi che il progetto reale della questione del “Mostro” (come degli altri omicidi che si sono susseguiti) sia la destabilizzazione psicologica dei cittadini di Firenze, si può sostenere che quando quello che era indicato come il responsabile muore la vicenda, non si dovrebbe ripetere. Nel caso di Firenze invece la vicenda si ripete senza soluzione di continuità e nascono nuovi “Mostri” che nella sostanza creano il terrore nel territorio con uno scopo politico (nascosto ovviamente). Oltretutto, se si guarda bene, queste vicende stanno assumendo modi inverosimili che non possono essere la follia di un individuo. Proviamo ad analizzarle con la premessa che alla base di queste vicende possono essere più cause che le scatenano. Infatti, al giorno d’oggi le tecnologie militari hanno sviluppato la capacità di interferenza elettromagnetica che potrebbe indurre un individuo a compiere gesti inverosimili. Mentre Gianluca Casseri, l’uccisore dei senegalesi viene fatto passare come un serial killer razzista[24], e la sua morte è fatta passare per suicidio (un’ipotesi potrebbe essere che era a conoscenza del gruppo occulto che ha pilotato la vicenda), Riccardo Viti, l’idraulico che uccise Andrea Cristina Zamfir, una romena di anni 26 che prima di essere uccisa fu seviziata e in seguito crocifissa[25], è un po’ più complesso, non solo perché è vivo.
Una mano, per comprendere tutto ciò, potrebbe darcela il film La vera storia di Jack lo squartatore. Quando il commissario che indaga sui delitti scopre che Jack lo squartatore non uccide semplicemente delle prostitute, ma è uno che compie una sorta di dovere, inoltre, nel film è uno vicino alla corte inglese ed è anche un massone. Ora Riccardo Viti potrebbe essere un’appartenente a qualche setta più o meno popolare (come le Bestie di Satana) che sia eterodiretta da qualche Ordine Iniziatico e usata per effettuare i lavori sporchi. Che il suo silenzio nasca dal fatto che poiché appartenente a una setta (ripeto è un’ipotesi) abbia fatto il giuramento del silenzio e per questo temerebbe qualora parlasse di coinvolgere i suoi familiari o delle spersone a lui care. A costo di essere ripetitivo questa ipotesi che espongo, si basa sull’infondatezza delle versioni ufficiali. Prima di tutto egli afferma di non essere un mostro e di aver rispetto per la vita altrui. Ora è vero che tutto ciò potrebbe far ridere o piangere, visto le accuse, ma se nelle sue affermazioni egli volesse dire che non è un mostro ma che ha messo al primo posto la sicurezza della sua famiglia rispetto a quella di persone che non conosceva? Oppure se avesse lanciato un messaggio che dice in codice: attenzione se non mi date quello che è promesso e non contrattate con il sottoscritto la mia posizione giudiziaria io vi creo dei problemi? Purtroppo è difficile se non quasi impossibile trarre delle conclusioni in vicende misteriose.
Una cosa però è certa, e non succede solo a Firenze ma da almeno quarant’anni contraddistingue tutta la storia della repubblica italiana: si lascia fare perché cresca sempre di più il clima di tensione perché, crescendo, alimenta per reazione una domanda di ordine: destabilizzare per stabilizzare.
Ora quando Viti afferma che non è un mostro, possiamo formulare un’ipotesi: prima operava nella più completa impunità, in seguito capisce di essere usato per uno scopo più diabolico di quello che pensava. E perciò il suo affermare che lui non era un mostro potrebbe voler dire che è questo sistema diabolico.
Alcune notizie mediatiche hanno tentato di depistare l’attenzione della gente dicendo che i giornali erano pieni della sua gesta!!! Il problema sorge che fino a quel 5 maggio 2014 non risulta in alcun trafiletto di giornale notizie inerenti ai seviziatori di prostitute. L’ipotesi più probabile è che si vuole coprire tutto. Il film su Jack lo squartatore offre a chi abbia voglia di capire e approfondire delle indicazioni che ritengo interessanti: il caso è stato affidato a un modesto commissario che è stato più volte indirizzato dal capo della polizia inglese in piste investigative sbagliate ma, quando comincia a muoversi nella direzione giusta, riceve minacce di morte dal capo dei servizi segreti inglesi in prima persona. Alla fine del film si vede che dietro di tutto c’è la Regina di Inghilterra.
Ma potrebbe esserci una versione alternativa nell’interpretare questo film che non necessariamente è incompatibile con la prima: nei primi omicidi Jack lo squartatore agiva sotto la copertura dei servizi segreti inglesi. Poi a un certo punto lo fermano ma non per fare giustizia, lo fermano perché è diventato una scheggia impazzita. Nel tribunale dell’Ordine iniziatico appositamente istituito dal Primo Ministro inglese viene accusato che egli ha esposto con le sue mutilazioni la fratellanza. A tali accuse Jack risponde che nessuno è in grado di giudicare la perfezione raggiunta dalla sua arte, nemmeno la fratellanza, in sostanza era preso da un delirio di onnipotenza.
Nel caso di Riccardo Viti non potrebbe essere successo qualcosa del genere?
I casi di Gianluca Casseri e Riccardo Viti hanno un’altra caratteristica comune: i protagonisti sono soggetti deboli, con un basso livello culturale e modesti mezzi economici. Alla fine oltre che carnefici sono anche loro delle vittime scelte poiché non avevano mezzi sufficienti per condurre un’azione legale forte e determinata ovverossia sostanzialmente con il criterio di farla franca.
È da notare poi che quando succedono queste vicende entra sempre in scena prepotentemente l’altra parte del sistema deputata a deviare l’attenzione pubblica dalla realtà delle cose ovverossia quell’esercito di professori, criminologi, manipolatori mediatici che attraverso sofisticatissime teorie, accesi dibattiti, trasmissioni televisive costruite ad hoc lavora per confondere l’opinione pubblica e fare in modo che sia la gente stessa, che ingenuamente crede di chiedere verità e giustizia, a scagliarsi contro il “Mostro” dando autorità e credibilità al sistema. E inconsapevolmente a permettere questo scempio nella società che alla fin fine continuerà a clonare nuovi mostri che sacrificheranno altre minoranze etniche, altri soggetti sociali, altre donne o bambini indifesi per costruire dei cittadini perfettamente controllati e funzionali agli obiettivi del sistema.
Perciò le vicende inerenti del cosiddetto “Mostro di Firenze”, di Riccardo Viti e di tanti altri. deve insegnare che i veri mostri non sono tanto le persone che sono incolpate dei delitti ma un sistema che li genera. Un sistema che non svolge indagini sui veri responsabili delle vicende non solo per permettere che non incorrano in conseguenze penali ma soprattutto per permettere che possano a fare le stesse cose che hanno sempre fatto e sviluppare queste tecniche di controllo mentale e le pratiche di magia nera in maniera sempre più sofisticata rendendo i principi costituzionali, nonché di diritti fondamentali dell’essere umano sempre più inefficaci fino a farli scomparire completamente.
UN SISTEMA CRIMINALE
Viviamo in un sistema criminale poiché nel nostro paese manca una legislazione contro la tortura elettronica e la manipolazione mentale.
Nel marzo 2022, l’australiano paralizzato Philip O’Keeffe fu il primo uomo a pubblicare su Twitter, usando solo la sua mente per scriverlo[26]. Per trasmettere pensieri dal cervello al sistema internet o cellulare, basta raccogliere le onde elettromagnetiche emesse dal cervello durante la sua attività, convertirle in parole scritte e trasmetterle al telefono cellulare o al suo display o al sistema internet. Per invertire questo processo, è sufficiente trasmettere nel cervello segnali elettromagnetici alle frequenze dell’attività dei neuroni mirati, che assorbiranno questa energia e quindi, la nuova attività neuronale prodotta dall’esterno apparirà nel cervello.
Già nel 1962 i suoni venivano prodotti nel cervello umano dalle microonde pulsate nelle frequenze dell’attività nervosa del sistema uditivo umano[27].
Nel 2007, il Washington Post scrisse: nell’ottobre 1994 al laboratorio dell’Air Force gli scienziati furono in grado di trasmettere frasi nella testa di soggetti umani, anche se con intelligibilità marginale[28]. Se queste frasi trasmesse fossero convertite in ultrasuono, la gente non le sentirebbe ed inoltre, non lo realizzerebbero, ma il loro cervello le accetterebbe ed in questo modo diventerebbero “i pensieri” degli individui designati. In molti paesi è vietato utilizzare gli ultrasuoni per manipolare le menti delle persone, ma non esiste un divieto simile sulla manipolazione del sistema nervoso umano, del cervello e del pensiero mediante microonde pulsate.
Nel 2020, l’American Academy of Sciences ha scritto nel rapporto sugli attacchi dei diplomatici americani a Cuba e in Cina, ben nota come la sindrome dell’Avana, che la causa più probabile dei loro problemi erano le microonde pulsate[29]. È noto che questi attacchi sono accompagnati da allucinazioni sonore prodotte artificialmente. Ciò dimostra che le microonde pulsate sono già oggi utilizzate come arma.
Nel 2018, al World Economic Forum di Davos[30], lo storico israeliano Yuval Noah Harari ha avvertito nel suo discorso dell’ascesa di un nuovo totalitarismo basato sull’accesso al cervello umano. Secondo Mr. Harari, “Una volta che abbiamo algoritmi che ci possono capire meglio di noi stessi, potrebbero prevedere i nostri desideri, manipolare i nostri sentimenti, e anche prendere decisioni per nostro conto. E se non stiamo attenti, il risultato potrebbe essere l’ascesa delle dittature digitali“.
Questi dati sono presi da un appello internazionale di diverse associazioni che si occupano di diritti umani[31].
In questo appello il denuncia il fatto che attualmente, non esiste una legislazione che proibisca l’uso di tecnologie di controllo mentale e per questo gli scienziati in materia si sentono liberi di lavorare allo sviluppo di “nanobot”, nanoparticelle che possono entrare nel sangue e collegare il cervello a Internet[32]. Una volta connesso a Internet l’attività del cervello umano può essere manipolata anche da lì, soprattutto se Internet viene trasmesso da microonde pulsate, come in realtà accade (anche se probabilmente non ancora nelle frequenze cerebrali, ma c’è un piano per collegare i cervelli a Internet nella sesta generazione di telefonia cellulare e quindi i segnali dei telefoni cellulari saranno trasmessi nelle frequenze cerebrali – questo dovrebbe accadere entro 10 anni).
Nell’ottobre 2018 uno scienziato della famigerata agenzia di ricerca militare americana DARPA James Giordano ha detto in una conferenza ai cadetti che la sua agenzia ha prodotto nanomateriali, che possono essere aerosolizzati e quando respirati, penetrano nel cervello umano e lo rendono controllabile dall’esterno[33]. Questo materiale funziona evidentemente come un’antenna, che può raccogliere microonde pulsate trasmesse da un’antenna esterna nel cervello.
Questo nanomateriale è più che probabilmente grafene che è così piccolo che può penetrare la barriera emato-encefalica. Gli scienziati affermano che: “Gli impianti di grafene sono progettati per interpretare i segnali cerebrali con eccezionale precisione per fornire una risposta terapeutica adattata alle condizioni cliniche di ciascun paziente“[34].
Nel 2021 il Comitato Internazionale di Bioetica dell’UNESCO ha scritto: “Strumenti esterni che possono interferire con le nostre decisioni possono mettere in discussione, o addirittura sfidare, il libero arbitrio di un individuo, e di conseguenza le responsabilità di un individuo. In questo modo, la neurotecnologica potrebbe influenzare la libertà di pensiero, di decisione e di azione[35]. Considerati insieme, questi potrebbero avere un profondo impatto sui sistemi giudiziari e sulle organizzazioni sociali” (pag. 36) e “incoraggia gli stati membri a garantire i neurodiritti ai loro cittadini” (pag.38)”.
Nel settembre 2021, il Parlamento cileno ha approvato una legge che garantisce ai cittadini cileni i diritti all’identità personale, al libero arbitrio e alla privacy mentale[36].
Sarebbe bene seguire l’esempio cileno per impedire allo Stato dove si abita, (che in linea teorica è una democrazia e sul rispetto dei diritti umani), si trasformi in uno Stato totalitario dove l’élite trasforma i cittadini in biocittadini robot, controllati da supercomputer.
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[1] Nel Link http://www.youtube.com/watch?v=YIpuagECY60 c’è la conferenza stampa si Paolo Ferraro.
[2] http://www.corsera.it/notizia.php?id=4233
http://www.corsera.it/notizia.php?id=4234
http://www.corsera.it/notizia.php?id=4235
http://www.corsera.it/notizia.php?id=4237
http://www.supernotizie.com/3043/carmela-rea-minacce-e-ostruzionismo-a-magistrato-che-indaga-su-satanismo-nella-caserma/
http://www.corsera.it/notizia.php?id=4234
http://www.newnotizie.it/2011/06/18/melania-pm-ferraro-sospeso-infermita-perizie-dimostrano-opposto/
http://cervelliamo.blogspot.com/2011/06/omicidio-melania-pm-indaga-su-pista.html
Paolo Ferraro said this on agosto 1, 2011 a 10:28 PM | Rispondi (modifica)
[3] http://droghe.aduc.it/notizia/droga+nelle+canne+dei+fucili+alpini+che+tornano_122489.php
[4] Francesco Bruno durante lo scandalo dei fondi neri del SISDE, davanti alle accuse ai loro dirigenti da parte degli agenti del SISDE Malpica, Galati e Brocoletti, affermava a suo parere che i tre sarebbero affetti da una nuova malattia psichiatria: la “sindrome del canarino”. Affermava Bruno: “a differenza dei mafiosi gli agenti segreti che si sentono traditi dallo stato, improvvisamente si sentono abbandonati e perdono ogni riferimento con la realtà. Questo complesso di onnipotenza, sindrome del canarino, portai soggetti in questione a partire all’attacco il più alto possibile, ritenendo di avere delle carte che giustificano queste affermazioni”. Che Ferraro cercava consulenza da come uscire in situazione ingarbugliata e pericolosa?
[5] http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/10_Ottobre/24/satana.shtml
[6] Vallely laureato a West Point è andato in congedo nel 1991 vicecomandante generale dell’US Army per il Pacifico. Ha poi ottenuto un posto alla Fox TV di Murdoch come commentatore militare.
[7] In sostanza si dice che attraverso i media si può far passare una visione del mondo. Tutto ciò non è solo propaganda ma guerra autentica.
[8] http://guerrierodellapace.com/tag/leggete+pericolo+guerra
[9] Di New Age (Nuova Era) si comincia a parlare fin dal 1944, quando Alice Bailey, promotrice di un ramo della Società Teosofica, usa questo termine nei titoli di alcuni suoi libri Discepolato nella Nuova Era, N.Y. 1944; Educazione nella Nuova Era, N.Y. 1954. Tuttavia l’uso contemporaneo del termine si fa risalire a David Spangler, che iniziò a divulgare la propria concezione della Nuova Era nel 1967, raccogliendo in uno scritto del 1973 le sue riflessioni più significative: The New Age Vision (edito in Scozia). Spangler dice chiaramente di aver usato come punto di riferimento delle sue riflessioni un testo dell’esoterista francese Paul Le Cour (1871-1954), L’età dell’Acquario, del 1937. La tesi principale di questo libro era che il sole cambia di segno zodiacale ogni 2160 anni circa, per cui l’età dei Pesci, sorta nell’anno 1 dopo Cristo, dovrebbe essere sostituita da quella dell’Acquario verso l’anno 2160. L’età dei Pesci coincide con quella di un cristianesimo gerarchico e politico (sotto il segno di S. Pietro), mentre quella dell’Acquario rappresenterà un cristianesimo spirituale ed esoterico (sotto il segno di S. Giovanni). Da notare che l’acrostico formato dalle parole greche che indicano Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore ha delle iniziali che in greco danno la parola “pesce”. Altro modo di distinguere l’Età dei Pesci da quella dell’Acquario: la prima è determinata da razionalità, conformismo, paura, dolore, fanatismo, violenza; la seconda invece è caratterizzata da emotività, espressività del corpo, energia di mente-spirito, visione magica del mondo. I seguaci del New Age sono detti anche Acquariani. In seguito negli ambienti astrologici di lingua inglese vi furono grandi discussioni: alcuni sostenevano che siamo già entrati nell’era dell’Acquario, altri invece che ci restano 300 anni. Le riflessioni su questi temi si sono mescolate negli anni ’60 con temi derivanti dall’astrologia indo-buddista e precolombiana. Si arrivò a dire che prima dell’era dei Pesci c’è stata quella del Toro: di qui la venerazione di questo animale sacro nella civiltà micenea e in quella egizia. Subito si sono cercati i paralleli con le profezie del monaco calabrese Gioachino da Fiore (1145-1202), che, commentando le 42 generazioni bibliche di 30 anni ciascuna, riportate nella genealogia di Gesù secondo il vangelo di Matteo, divide la storia del genere umano in tre grandi epoche: del Padre (o della legge o del V.T.), del Figlio (o della grazia o del N.T.) e dello Spirito (o di una grazia maggiore). (L’età del Figlio avrebbe dovuto terminarsi intorno al 1260). Altri paralleli sono stati cercati nel Sufismo islamico e nella filosofia gnostica. Il film musicale di Milos Forman, Hair, del 1968, rese popolare in tutto il mondo, l’idea dell’età dell’Acquario. La New Age pretende di avere una visione di umanizzazione totale, olistica. Si praticano tecniche di espansione della coscienza, medicine alternative (omeopatia, aromaterapia, cristalli, bioenergetica, agopuntura, reflessologia: p.es. manipolazione del piede per migliorare le funzioni del fegato), astrologia e channeling (o comunicazione con le entità del mondo invisibile). Esiste anche la padronanza del corpo mediante le arti marziali e la danza sacra, la cassa d’isolamento sensoriale e le terapie dolci e naturalistiche, mediante l’arte floreale (ikebana), l’ecologia mistica, il vegetarianismo, l’attenzione per le forze geodetiche. La New Age vuole raccogliere in unità tutto ciò che è diverso, ivi incluse le religioni. È un nuovo paradigma, anche se in realtà la tradizione della legge dei cicli dell’umanità si ritrova in grandi civiltà (indiana, greca, egiziana, sumera, indù, cinese). Con questo millennio sta per concludersi l’età del Ferro (6.840 anni), preceduta da tre età: Oro (25.920 anni), Argento (19.440 anni) e Bronzo (12.960 anni); intorno al 2160 inizierà l’età dell’Oro per chiudere il ciclo di tutte le età”. In effetti, nella tradizione induista sta per aver fine l’Età Nera, preludio dell’Età dell’Oro.
[10] Questa definizione è un misto di umorismo e cinismo, una contraddizione di termine come lo è “armi non letali”, come si può non distruggere una persona quando la vuoi controllare, dominare?
[11] La cospirazione dell’acquario si presenta come un manifesto della controcultura, definendo la controcultura il consapevole abbraccio dell’irrazionalità – dal rock, alle droghe, dal biofeedback, alla meditazione, “che elevava la consapevolezza”, fino allo yoga, all’arrampicata in montagna, alla terapia di gruppo e allo psicodramma”.
[12] Il general maggiore Albert N. Stubblebine III che è stato direttore dell’INSCOM (servizio segreto dell’esercito) tra il 1981 e il 1984, lanciò una serie di progetti segreti a Forte Meade per la visione remote e cose del genere. Stubblebine è stato il più esplicito nel proporre una versione New Age delle tecniche di combattimento. Nel 1981 fondò una “unità di spie psichiche” a Fort Meade e promosse progetti analoghi a Fort Bragg.
[13] La Defense Advanced Research Projects Agency (agenzia per i progetti di ricerca avanzata per la difesa), più conosciuto con la sigla DARPA, è un’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare. La DARPA è stata responsabile dello sviluppo e dell’implementazione di tecnologie importanti, che avrebbero influito notevolmente nella vita comune di milioni di cittadini del mondo: tra queste includiamo le reti informatiche (fondarono ARPANET, che si sviluppò nel moderno Internet), e di On Line System (NLS), che a livello di programmazione costituì il primo tentativo di creare ipertesti con l’uso di un’interfaccia grafica. Il suo nome originario era Advanced Research Projects Agency (ARPA), ma fu rinominata DARPA (indicando che il suo scopo era la difesa militare) il 23 marzo 1972; il 22 febbraio 1993 tornò ARPA, e ancora DARPA l’11 marzo 1996. La DARPA fu fondata nel 1958 in risposta al lancio della sonda sovietica Sputnik l’anno precedente, con lo scopo di mantenere le capacità tecnologiche statunitensi al passo, e possibilmente all’avanguardia, rispetto a quelle dei nemici. La DARPA fa rapporto esclusivamente ai più alti ranghi del Dipartimento della difesa. Vi lavorano circa 240 persone (di cui 140 tecnici) per un budget complessivo di circa 3 miliardi di dollari. Si tratta di budget calcolati su una media, poiché la DARPA si concentra su progetti a breve termine (dai 2 ai 4 anni di studi) gestiti da piccole squadre di ricerca, generalmente costituite ad hoc.
[14] La cibernetica è la scienza che studia i fenomeni di autoregolazione) e comunicazione sia negli organismi naturali quanto nei sistemi artificiali. La cibernetica si pone dunque come un campo di studi interdisciplinare tra le scienze e l’ingegneria. Il termine cybernetics fu coniato nel 1947 dal matematico statunitense Norbert Wiener, derivandola dal greco Kybernetes (timoniere, pilota).
[15] Aldous Leonard Huxley (1894-1963) è stato uno scrittore britannico. Famoso per i suoi romanzi di fantascienza, ha inoltre pubblicato saggi, racconti brevi, poesie e racconti di viaggio. Oltre alla laurea in letteratura, conseguì a Oxford nel 1917, quella in Scienze Biologiche. Huxley era un umanista e pacifista ma è stato anche interessato a temi come la parapsicologia e il misticismo filosofico. Era noto anche per sostenere e prendere allucinogeni ed è considerato da molti come il “padre spirituale” del movimento hippie.
[16] http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/28/Viaggi_denaro_messe_nere_
[17] http://digilander.libero.it/pfconsleg/s_15_605.htm
[18] http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/24/Mostro_unagia_protesse_
[19] Tra l’Umbria e la Toscana potrebbe esserci la chiave della rete dei pedofili, si dice che in questa zona c’è una discussa congrega, l’Ordine della Rosa e della Croce d’Oro, una setta magica esoterica.
[20] http://icompagnidiball.myblog/2012/08/02/sharon-tate-
[21] http://web.mclink.it/MH0077/LeStagionidellaFollia/stagioni%202/Catalano_Manson.htm
[22] David Richard Berkowitz, più noto con i soprannomi Figlio di Sam o Il killer della calibro 44, è un serial killer statunitense. Ha confessato l’uccisione di 6 persone e il ferimento di molte altre a New York tra il 1976 e il 1977. Il suo caso è ancora aperto perché si sospetta la presenza di complici negli omicidi. https://it.wikipedia.org/wiki/David_Berkowitz
[23] http://web.mclink.it/MH0077/LeStagionidellaFollia/stagioni%202/Catalano_Manson.htmù
[24] http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/13/ritratto-gianluca-casseri-killer-estrema-destra-pensione-fantasy/177280/
[25] http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/09/30/news/viti-124002572/
[26] https://www.dailymail.co.uk/news/article-10348257/Paralysed-man-person-tweet-message-using-MIND-thanks-tiny-brain-implant.html
[27] https://www.academia.edu/3786627/Allan_Frey_Human_auditory_system_response_to_Modulated_electromagnetic_energy
[28] https://www.washingtonpost.com/archive/entertainment/books/2007/01/07/mind-games-span-classbankheadhow-neuroscience-could-alter-our-perceptions-of-realityspan/8995638d-bc22-495e-a92e-84ffeab7fe2a/
[29] https://nap.nationalacademies.org/catalog/25889/an-assessment-of-illness-in-us-government-employees-and-their-families-at-overseas-embassies
[30] https://www.weforum.org/events/world-economic-forum-annual-meeting-2018/sessions/will-the-future-be-human
[31] https://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/dICHIARAZIONEiNTERNAZIONALE-2022-02.pdf
[32] https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2019.00112/fulln
[33] https://www.youtube.com/supported_browsers?next_url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Ft%3D38&v=N02SK9yd60s&feature=youtu.be
[34] https://www.medicaldevice-network.com/analysis/inbrain-neuroelectronics-graphene/
[35] https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000378724
[36] https://techxplore.com/news/2021-09-neurotechnology-advances-chile-neuro-rights.html
Si sa che l’appetito vien mangiando: ciliegina dopo ciliegina; noce dopo noce; fragola dopo fragola, patatina croccante dopo patatina croccante. Così …. C’est la vie! Ma nell’imboccare tutto ci si strangola, talvolta, o perlomeno ci si ingolfa. Così allorché il nostro periscopio traguarda, avvista che so io un quarto di giro bussola, diciamo quindi un 90 gradi, uno spicchio, l’immagine ci potrà apparire chiara, definita, sensata, consequenziale, razionale insomma. Ma, è stato detto prima l’appetito è vasto e quindi bulimico e vuol sorvolare a mo’ di volo d’uccello lande più vaste, territori immensi. Il periscopio quindi gira e rigira su se medesimo e scandaglia l’intero dei quattro quadranti bussola, 360 gradi quindi: allora si paga pedaggio senza quasi accorgersene (purtroppo). Nella foga, nella fame di Senso – un Senso che si vuol appioppare a Tutto ed a Tutti “per forza di cose” ove “questo” determina “quello”, quell’altro fa scaturire quest’altro, la cosa è avvenuta alle ore 12.00 del giorno 12 di dicembre quindi mese numerato 12, Marte giaceva in Saturno e via di seguito con tali costruzioni a “stelle su misura”, tutto il Quadro, tutta l’Immagine si sfoca, diviene mossa, non ha micro-contrasto e Tutto perde di credibilità, ahinoi. La perde come è ben esemplificato negli ultimi lavori di CARLO PALERMO ove un “endless” guazzabuglio di trame ed orditi viene “ricomposto” a forza, a suon di “a cui prodest” che fanno sfaldare l’IMMAGINE totale messa in piedi come l’acqua sfalda la carta, in un batter d’occhio. L’Uroboro giunto al fine della faccenda si morde la gola perché non sa più che pesci pigliare davvero e ricomincia da capo, come se fosse finito in una casella del suo Gioco dell’oca, prigioniero del suo stesso ragionamento. È esattamente ciò che accade qui, come altrove: è quello che accade – destino ineluttabile, cul de sac vero e proprio – a tutti i Critici che si basano su un unico vettore, quello geo-politico, econometrico, di “do ut des”, insomma valutando solo e solamente il gradiente di “efficienza”, tipico atout con cui e per cui si “muovono” tutti i Servizi, ma la défaillance non è neanche dietro l’angolo: sta dinnanzi a costoro, come la trappola per i pecari disposta nel sottobosco della foresta inevitabilmente finisce per impalare i pecari caduti in essa. Fuor da metafora basta citare un solo e solo elemento di questa metodologia analitica: il presunto condizionamento che l’Autore suppone sia impresso da “cadavre exquis” – le morti mediatiche – allorché essi, esse, vengono “rimbalzate” dagli usuali tam tam dei media. Ebbene, non esiste nessun studio comprovato di psicologia delle masse che comprova tale teoria il che non vuol dire che non possa esistere tale irretimento, tale mesmerizzazione (noi crediamo che sia e possa essere all’opera ma il disvelamento di ciò è posto al di fuori del campo geo-politico, econometrico ecc. ma è insito in una sfera di mitopoiesi, di metafisica che esula appunto in toto dall’universo ermeneutico a cui è fedele invece l’Autore) ma non è spiegato né è spiegabile con gli utensili, coi mezzi, di una razionalità lineare, diretta, di causa-effetto come fa invece l’Autore. Abbandonate o Voi Fedeli della dea Ragione le facili quanto ingannevoli spiegazioni e disvelamenti suggerite da Essa: le Potenze dell’Aria come spiegava Paolo, il Santo, non il vicino di casa, sono ben altra cosa.