GUERRA PSICOLOGICA IN ITALIA DAGLI ANNI OTTANTA IN POI
In Italia, nel periodo che va dal 1969 al 1980, con Piazza Fontana, Piazza della Loggia, le stragi sui treni e della stazione di Bologna ed il terrorismo ad alta intensità, si era attuata un’attività terrorista in cui il principale obiettivo era la psiche del popolo italiano per favorire gli interessi di un certo tipo di Stato. Molte attività, apparentemente tendenti ad azioni di destabilizzazione, erano in realtà, effettuate con il fine stabilizzare il quadro politico e lìopinione pubblica in senso reazionario.
Afferma l’ex paracadutista Fabio Piselli che tra il 1985 e il 1994, molti membri dei vari reparti speciali furono reclutati, gestiti ed addestrati da singoli soggetti e organizzati in piccole cellule di specialisti, al fine di acquisire competenze in varie materie. Queste comprendevano, oltre alle tecniche militari, anche attività di captazione delle comunicazioni delle comunicazioni e attività inerenti ai segnali elettronici e alla esecuzione di azioni di guerra psicologica per destabilizzare e condizionare l’opinione pubblica in un territorio oggetto di interesse[1].
Fabio Piselli afferma che nel 1987, soldati della Folgore, frequentando Camp Darby, seppero della formazione di nuclei autonomi rispondenti direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri in funzione “antiterrorismo”. Bisogna tenere conto che la Folgore a sempre fornito personali ai servizi segreti, per l’impiego di unità d’élite in funzione operativa, per operazioni all’estero e la messa disposizione di ufficiali e sottoufficiali che venivano transitati ai vari raggruppamenti di unità speciali. Rus (Raggruppamento unità speciali) e poi Rud (Raggruppamento unità difesa). In particolare in quest’ultimo reparto, elementi, non più operativi, ma congedati e tornati al proprio reparto di origine, avevano continuato a collaborare con i servizi segreti, gestiti da un ufficiale con funzione di coordinamento[2].
Membri della Folgore collaborarono con alti ufficiali con i quali avevano un rapporto di fiducia, saldati dal condizionamento psicologico indotto dall’appartenenza a reparti d’azione e dal particolare tipo di addestramento, dal fatto di sentirsi diversi dalle altre unità e di essere legittimati a compiere azioni diverse da quelle condotte normalmente dalle Forze Armate e dalle Forze di Polizia (che vuol dire dal mio modesto punto di vista azioni illegali come le torture, azioni di stalking, ecc). Questi operatori entravano in azione quando le altre unità incontravano i propri limiti dalla legislazione vigente.
Negli anni Novanta è stato invece, sperimentato un terrorismo a bassa intensità finalizzato a diffondere timore, sospetto e diffidenza a livello collettivo per favorire l’irreggimentazione e la programmazione psicologica delle masse e il proliferare di destre eversive nel nome di “legge e ordine” (Lega compresa). Non è certamente un caso che in questo periodo sono stati attuati i programmi politici contenuti nel Piano di Rinascita Democratica della P2 tendenti a favorire quello che viene definito “Nuovo Ordine Mondiale” ovvero la globalizzazione capitalista del capitale finanziario e delle multinazionali. Ritengo, personalmente, che sia evidente la contiguità tra le forze economiche e politiche che utilizzano l’insicurezza psicologica delle masse per trarne benefici. Come, ormai è evidente l’intreccio tra massoneria, servizi segreti, organizzazioni di tipo mafioso e magistratura deviata rispetto alle finalità attribuite dalla Costituzione. Questi programmi sono naturalmente accompagnati dal controllo dei mezzi di informazione di massa, compresi anche quelli di opposizione.
Nella prima metà degli anni Novanta inizia una nuova strategia della tensione che dall’ammmissione ufficiale dell’esistenza di Gladio passa per la nascita della Falange Armata. Nello stesso periodo operò quella che fu definita la banda della Uno Bianca, composta da poliziotti, che si macchiò di decine di omicidi e ferimenti contro carabinieri, tabaccai, cassieri, passanti, testimoni, rom e immigrati extracomunitari. Questi delitti venivano attuati spesso con il pretesto di quelle che erano nella realtà finte rapine, poiché fruttavano pochi spiccioli ai rapinatori. A questo tipo di operazioni vanno riferiti anche gli interventi terroristici compiuti nel nord-est dopo il 1994 da una figura denominata Unabomber, in una zona che è sempre stato un laboratorio della controrivoluzione preventiva e delle tecniche di guerra non ortodossa.
Tali attività, oltre all’apporto da parte di diversi apparati dello Stato, si basano sui contributi delle varie mafie e delle forze reazionarie, su una logica di contrapposizione a qualsiasi tentativo si modificare lo status quo dello Stato italiano. Le mafie vengono utilizzate come potentati locali, poiché hanno un disciplinato apparato organizzativo su base regionale, sul quale fare affidamento nel controllo del territorio e delle opposizioni. Le clientele elettorali dei vari clan di Cosa Nostra, della Stidda, della ‘Ndrangheta, della Sacra Corona Unita e della Camorra hanno possono influenzare la formazione dei governi su scala locale e perfino su quello nazionale.
Questo tipo di operazioni inducono a violazioni delle regole Costituzionali e della legge vigente. Come si è detto prima l’organizzione è cellulare ed è parte di un programma nella quale i singoli operatori non hanno mai una completa conoscenza.
Dopo il 2000 un serie di fatti di sangue in ambito provinciale saranno esaltati dai mass media. Lo scopo è sempre quello di condizionare e manipolare l’opinione pubblica attraverso crimini efferati le cui simbologie sono in grado di penetrare in modo programmato nell’inconscio individuale e in quello collettivo.
[1] http:blog.libero.it/biofilia/12079713.html
[2] Marco Sacchi, 22/01/2008, Ipotesi su Sacchetti, Gladio Carceraria e Falange Armata per operazioni congiunte, questa ipotesi nasce dalla testimonianza dell’ex parà Fabio Piselli in un suo articolo che era rintracciabile http://fabiopiselli.blofspot/2008/1/11-spionaggio-elettronico-falange.html