PAOLO RUMOR: IL LATO OSCUTO DELLA STORIA

   La lettura del libro di Paolo Rumor L’’altra Europa Miti, congiure ed enigmi all’ombra dell’unificazione europea, Hobby & Work è illuminante e istruttivo di come circoli ristretti possano influenzare la vita economica, politica e culturale delle nazioni.

   Paolo Rumor è il figlio di Giacomo Rumor che pur non avendo avuto un ruolo importante nella vita politica nazionale come suo cugino Mariano (che fu Presidente del Consiglio dei Ministri ben cinque volte, a cavallo tra gli anni ’60 e i ’70) rivestì incarichi locali di amministrazione, a Vicenza e nel Veneto, quali: la presidenza della CCIAA (dal 1947 al 1965) di Vicenza, del Consorzio per lo Sviluppo; del Centro per la Produttività; dell’Ente Case Popolari; del Progetto per il Canale Navigabile Veneto-Lombardo; dell’Ufficio per l’Emigrazione; di quello per la Direzione Aziendale allocato c/o l’Università di Padova; nonché la vicepresidenza dell’Ente Fiera, dell’Autostrada Serenissima; della Cassa di Risparmio di Verona-Vicenza-Belluno ed altri.

   In questo libro, Paolo Rumori, parla del contenuto dei documenti di suo padre e della sua attività, soprattutto quando tra la seconda metà degli anni ’40 e i primi anni ’50 aveva lavorato con persone che erano direttamente impegnate negli studi per le primissime fasi di progettazione dell’Unione Europea. Egli era stato scelto da De Gasperi quando questi era ministro degli esteri. I primi contatti non ufficiali fra alcuni Paesi che erano stati coinvolti nel conflitto mondiale appena cessato erano avvenuti quando Presidente del Consiglio era Parri. Gli Stati Uniti spingevano in questa direzione. Erano state istituite delle Commissioni informali di studio per esaminare gli aspetti chiave della futura Unione.

   Nei primi tempi la materia di studio era stata in stata in prevalenza quella concernente i rapporti economici. I paesi occidentali avevano incaricato dei loro commissari, scelti alcuni dei quali tra gli esponenti della Resistenza (escludendo però i comunisti) per questi incontri. La caratteristica di questo gruppo di lavoro era che non facevano parte emissari che erano politicamente o pubblicamente già impegnati, bensì persone che fungevano da esperti e da fiduciari.

   Il nome di Giacomo Rumor in questo gruppo di lavoro era stato caldeggiato dal Vaticano per intervento diretto di monsignor Montini.

   In questa documentazione emerge che l’idea di unione europea non era nuova. Era stata preparata molto tempo dietro dalla Casa di Lorena-Vandémont. Lo schema di statuto internazionale del 1948, su cui era innestato il successivo impianto europeistico, era tratto da uno scritto denominato Atto di intenti 20 luglio 1889, a firma D’Angloise-Boile-Michelini-Kauffmann, depositato all’epoca presso la Prefettura di Augusta, poi trasferito a Strasburgo.

   I lavori di questi esperti (che venivano chiamati Commissari) erano organizzati in Divisioni. Vi erano quindici Divisioni, comprendenti quasi tutte le materie che fanno parte di una struttura statale, e sulle quali verteva l’analisi dei predetti esperti: quella concernente l’aspetto costituzionale, quella dedicata al campo amministrativo, quella focalizzata sulla finanza, quella incentrata sul sistema fiscale; e poi anagrafe e cittadinanza, famiglia, assistenza sociale, lavoro, patrimonio, commercio interno, commercio estero, risorse energetiche, territorio, polizia, viabilità e trasporti. Rumor era inserito nella Commissione del commercio estero.

   I membri in tutto erano sessanta. Il rappresentante di ciascuna Divisione si incontrava solo con gli altri tre membri del suo gruppo e poi riferiva ai rappresentanti delle altri quattordici Divisioni durante alcuni incontri che avvenivano in genere tra Verona, Vienna e Parigi, ma anche altrove, Europa orientale compresa. Le Commissioni in realtà non avevano una sede centrale, ma si riunivano in aree decentrate per favorire i loro partecipanti; ciò anche in zone allora in guerra.

   Quest’organo aveva compiti solo consultivi, perciò è probabile che gli atti siano stati accorpati a quelli dell’attuale Consiglio d’Europa sotto qualche altra denominazione. Ma potrebbe anche darsi che siano stati “secretati”, perché a quel tempo (appena terminato il secondo conflitto mondiale) le commissioni di studio erano classificate come “consulte diplomatiche interne” dei rispettivi Capi di Stato. Non sembra che tali lavori abbiano interferito né con la politica interna né con quella estera dei governi, al punto che neppure i parlamenti nazionali non ne erano a conoscenza.

   Quando è stata varata la Comunità Europea, nel suo primo assetto strettamente economico, essa aveva un apparato statutario già predisposto, in tale settore e nelle linee essenziali, dalle Commissioni che avevano lavorato negli anni 1944-50.

   Dalle lettere di Giacomo Rumor emerge come nel periodo 1943-1944 avessero siglato con i rappresentanti delle componenti borghesi della Resistenza italiana (perciò escludendo i comunisti) delle convenzioni precise, sia per la futura stabilità politica dell’Europa, sia per la rivitalizzazione economica dopo i danni bellici, e quindi per la ricostruzione.

   Pertanto, erano state firmate delle clausole politiche concernenti i rapporti Est-Ovest, e delle clausole economiche. Fra queste ultime esisteva un patto al quale l’Italia si sarebbe servita, per il periodo di alcuni decenni, di risorse energetiche derivanti dalle compagnie statunitensi o controllate da queste.[1] Ciò era considerato un modo indiretto e più agevole per pagare almeno parte delle spese belliche in corso e quelle future.

   Nel momento dell’adozione di tali pattuizioni non esistevano strutture diplomatiche indipendenti da parte italiana, mentre il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) non era ritenuto affidabile perché troppo influenzato dai comunisti e dai loro alleati. Pertanto, gli USA avevano utilizzato nelle loro trattative con Francia e Italia, come canale riservato, il Vaticano nonché quelle persone impegnate nella Resistenza delle quali la Chiesa aveva una sicura fiducia e che con ogni probabilità avrebbero ricoperto, alla fine della guerra, incarichi di rilievo. La rete di questi interlocutori era costituita al vertice, per gli USA, da James Jesus Angleton, funzionario di primissimo piano dell’OSS e poi della CIA; da Monsignor Giovanni Battista Montini per il Vaticano; da Luigi Gedda (presidente dell’Azione Cattolica), che era il portavoce di Montini, dal vescovo Francis Spellman (divenuto cardinale di New York nel 1946), interlocutore riservato del governo USA.

   All’epoca monsignor Montini era uno dei dirigenti del Servizio Segreto Vaticano (nonché, dal 1944, prosegretario di Stato). Egli fu in precedenza l’assistente ecclesiastico degli universitari cattolici (e fu in questa veste conobbe Giacomo Rumor).

   Dalla lettura di queste carte emerge in molto chiaro dell’esistenza (e che quanto afferma suo figlio Paolo opererebbe tuttora), ad un livello molto alto e diverso da quelli conosciuti, di un Gruppo o un’Entità (di cui facevano parte persone appartenenti a vecchie casate nobiliari) che lavorava non solo ad un progetto di Europa, ma anche ad altre finalità.

   Le persone che appartenevano (e appartengono) a tale Gruppo o Entità non esitano a ricorrere a tecniche di suggestione o dissimulazione per pilotare l’emotività dell’opinione pubblica, le sue aspettative, le sue aspirazioni mentali, e conseguentemente far accettare cambiamenti che coinvolgono le comunità nazionali. L’attività dei singoli governi non sembra avere la capacità di interferire con la citata programmazione, quantomeno a breve termine; e neppure i partiti politici, che in realtà vengono totalmente esclusi da quella che in gergo viene chiamata “La Grande Opera”.

   Entrambi, governi e partiti, subiscono a loro insaputa l’influenza discreta ma incisiva di una rete di statisti e consiglieri collocati in ambiti chiave delle funzioni strategiche. In effetti, durante taluni incontri tenutisi a Vienna per i lavori delle commissioni cui partecipava Giacomo Rumor, erano presenti persone che in linea teorica non avrebbero dovuto partecipare, poiché risiedevano in Cecoslovacchia e in Ucraina, dove ricoprivano anche incarichi di governo locali.

   Ancora durante le seconda guerra mondiale (ma nella realtà il processo era iniziato ben prima) alcuni circoli intellettuali inglesi, americani e francesi avevano preso a adoperarsi non solo perché l’Europa avesse una unificazione economica e politica, ma anche perché fosse retta da una leadership morale impersonata da alcuni appartenenti ad un ramo di antica nobiltà, che affondava le proprie radici in un passato, in parte di estrazione ebraica.

   Su questo argomento Paolo Rumor afferma che esistono dei documenti chiamati Protocolli e a tale proposito si ricorda di un circolo politico denominato Circuit, osteggiato dalla Chiesa Cattolica nonostante vi partecipassero dei prelati di alto rango.

   Nel periodo di collaborazione ai lavori per gli studi preparatori per la costruzione dell’Unione Europea, Giacomo Rumor intrattenne rapporti con Alain Poher (che divenne un esponente del partito cattolico di centro francese, il Mouvement Républican Popoulaire e del parlamento francese), con Maurice Schumann (futuro Segretario di Stato agli esteri); con Robert Schumann (fautore della politica europeistica basata sull’intesa franco-tedesca); con Jeanne Monnet (che nel 1952 divenne il primo presidente dell’Alta Autorità della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) e con altre personalità.

   Questo gruppo di persone comprendeva alcuni intellettuali che aderivano ad un movimento europeo esistente ancora negli anni ’30, che erano chiamati Priori. Giacomo Rumor affermava che questi personaggi che erano stati i primi a coltivare l’idea di una federazione degli Stati europei, e ciò fin dalla seconda metà del XIX secolo. Questo sodalizio, dichiarava di far risalire la propria strategia a un passato straordinariamente lontano. All’epoca di cui parlava la documentazione di Giacomo Rumor, i suoi membri erano in prevalenza di estrazione francese, inglese e scozzese. Avevano preso quest’iniziativa in un gruppo riservato al quale in seguito anche Maurice Schumann ne divenne membro.

   Alcuni appartenenti di questo movimento, furono poi utilizzati in parti dal servizio segreto americano durante il secondo conflitto mondiale (era l’OSS).

   Esisteva inoltre un organismo di unione molto più elitario, all’interno del primo, formato da due circoli, Kreisau e Alpha Galates, che avrebbero dovuto costituire una forma attuativa o intermedia, entrambe cessate dopo poco tempo, attorno ai primi anni ’50.

   Una parte del corpo unionista europea venne impiegato dopo la seconda guerra mondiale dalla CIA, dai servizi segreti italiani e da quelli vaticani, per ostacolare la diffusione del Movimento Comunista e di tutte le forze progressiste e di sinistra che erano ritenute di ostacolo al loro progetto.

IL CASO MATTEI

   Come si diceva prima, fra le clausole degli accordi assunti tra i rappresentanti qualificanti per il futuro governo italiano e gli USA nel 1943 – relativamente al prevedibile rimborso dei costi per l’intervento americano che si andava a preparare, nonché di quelli per la ricostruzione civile e la successiva rivitalizzazione economica – ve ne era anche uno secondo con la quale l’Italia si sarebbe servita, per un periodo di qualche decennio, di risorse petrolifere derivanti o controllate dalle compagnie statunitense.

  In base a questi patti, l’Italia era stata assegnata a due diverse compagnie di produzione petrolifere: il nord del Paese all’uno e il sud all’altra.

   Vediamo in sintesi il quadro della situazione all’epoca della questione energetica.

      Bisogna tenere conto che  tra gli anni ’50 e ’60 il Mercato Comune Europeo (MEC) diventa il terreno privilegiato per le concentrazioni dei  grandi gruppi americani e per le loro penetrazioni nel mercato europeo. Emblematico è il Piano Schuman, primo momento programmatico di integrazione che si concretizza di fatto in un cartello dei grandi gruppi carbo-siderurgici di cui favorire ulteriori concentrazioni e nuove intese con gruppi americani.

    L’acuirsi degli squilibri dei paesi del Terzo Mondo consente un rafforzamento del dominio oligopolistico sulle loro risorse e una sistematica azione americana per il controllo delle riserve mondiali di materie prime individuate nel cosiddetto Rapporto Paley del 1949[2]  azione che si traduce in vaste penetrazioni dei trusts nordamericani negli imperi coloniali anglo-franco-belgi già prima del loro crollo. Si dilata così un processo di concentrazione e di intese che sfocia in sistemi imperniati su 4-5 accordi per settore, come nell’alluminio le americane Alcos e Alcan e le europee Pechiney e Alusuisse, o nel nickel in Nordamerica o la Nikel-Penaroya in Europa con outsiders tipo Falconbridge e Western Mining o Mariduke e così via.

   Tutto questo accadeva in quadro dove le incertezze e le carenze dell’azione sindacale in questo periodo caratterizzato da vaste verticalizzazioni e ramificazioni, si evidenziano nello stesso sostegno alle lotte di liberazione. È un sostegno più o meno intenso, magari tormentato come in Francia per l’Algeria, ma che non riesce a intervenire però ad alimentare attacchi a quel dominio aprendo loro sbocchi e creando condizioni reali di lotta comuni per nuovi assetti. In altre parole, il riformismo e l’economicismo dominante nel movimento operaio occidentale, impedisce di concepire la propria lotta come parte integrante dello scontro di classe internazionale. E questa mancanza di visione di una comune lotta, non lo si è avuta neanche davanti a processi emblematici come la nazionalizzazione del petrolio in Iran durante il governo Mossadeq[3] e la nazionalizzazione dello Stagno in Bolivia nel 1952[4]. Nella FSM il sostegno è, come si diceva prima, in prevalenza propagandistico, mentre la CISL internazionale, degli accenni alle nazionalizzazioni vengono dalla UGTA[5] e dall’UMT[6] affiliatesi ad essa nella seconda metà degli anni ’50, ma restarono solo delle frasi giustapposte dalla linea generale.

   Il Cartello petrolifero – sorto nel 1928 e subito articolatosi in aziende “pluri-oligopolio” come l’IPC o l’ARAMCO subisce un rovesciamento di potere dal 60-65% al 35-30% per le due “sorelle” anglo-olandesi rispetto alle cinque americane, prima in America Latina (1940) e poi in Medio Oriente (1945-50). Negli anni ’50 il Cartello deve cedere: sia al 50% dei profitti agli Stati produttori[7], sia per l’intervento di società “indipendenti”, sia sull’avvento e sulle iniziative di Enti pubblici come l’ENI e, inoltre, subisce l’assalto delle nazionalizzazioni in Iran.

     In pari tempo, riesce a stroncare l’assalto iraniano, a ottenere la chiusura protezionistica del mercato americano obbligando le società “indipendenti” a cedergli il loro petrolio, ad usare l’eccesso di produzione per un calo dei prezzi sfruttandolo per un dumping al carbone e al mercato europeo; e a utilizzare la “difesa elastica del prezzo del carbone” attuata dalla CEE/CECA, realizzando un dumping più lento ma a più alto saggio di profitto[8]. I prezzi energetici europei restano così più alti di quanto non fosse possibile, favorendo in tal modo la competitività dell’economia americana[9]. Il Cartello può far cadere lo sforzo europeo per la produzione di energia nucleare avviato coi Convegni del 1955-58 e sfociato nell’Euratom[10]: può battere la pressione dei truts americani del “nuovo” settore atomico, grazie sia alle enormi capacità di profitto assicurategli da quel processo, e convergere con le scelte di sviluppo affermatasi in Europa (auto, petrolchimica, beni di consumo durevoli) il cui bisogno di benzina e di energia elettrica abbondante consente ai monopoli elettrici di utilizzare i residuati di fuel-oil (carburante) per vaste produzioni termoelettriche a costi decrescenti.

   I già menzionati accordi hanno rischiato di andare in crisi quando Enrico Mattei, nei primi anni ’50, decise unilateralmente (e contrariamente al parere del Presidente della Repubblica) di alleggerire il fabbisogno energetico italiano senza consultarsi con le controparti statunitensi.

   Mattei era stato nominato commissariato straordinario dell’AGIP in alta Italia nel maggio del 1945 e poi presidente dell’ENI dalla sua costituzione del 1953. Aveva compiuto già nel 1946 una serie di perforazioni a Coriaga, in Val Padana, peraltro insoddisfacenti. Nel 1949, tuttavia, trovò un giacimento di idrocarburi a Cortemaggiore, nella bassa piacentina: evento che indusse il ministro dell’Economia Lombardo (socialdemocratico) a proporre di incentivare l’iniziativa privata italiana nello sfruttamento delle risorse nazionali. Si aggiunse quindi l’ulteriore scoperta dei giacimenti di Rivalta e del cremonese, cui seguirono molte altre perforazioni di metano. Nel 1955 fu individuato in Abruzzo un vastissimo giacimento, ritenuto in grado di soddisfare tutte le esigenze italiane.

   Parallelamente, Mattei aveva preso dei contatti con l’URSS per il gas e il petrolio della Siberia, nonché con il governo persiano per la costituzione di un consorzio iraniano aperto anche agli USA. Dalla metà degli anni ’50 si schierò apertamente contro le “Sette sorelle” che erano le multinazionali che monopolizzavano la produzione del petrolio a livello mondiale (ovvero l’Esso, la Royial Ducht Shell, la Anglo-Persian Oil   Company, la Mobil, la Texaco, la Standard Oil of California e la Gulf Oil). Gli USA erano preoccupati perché queste iniziative erano contrarie alle intese del ’43, ma anche perché l’emancipazione energetica italiana avrebbe reso il governo italiano meno dipendente dall’economia USA e, si stimava, reso (potenzialmente) più incline ad una politica tendenzialmente neutralista che avrebbe indebolito la NATO nel fronte sud dell’Europa.

   Il problema degli approvvigionamenti di materie combustibili era stato discusso fin dai primi tempi degli studi per l’Unione Europea. Si riteneva, infatti, che, per riuscire a possedere la necessaria libertà nelle scelte politiche, bisognava anche avere una relativa indipendenza nelle provviste energetiche. Questo problema era stato temporaneamente risolto per mezzo degli accordi di fornitura con gli Stati Uniti, ma si era istituito sul tema un Gabinetto apposito, e i suoi membri si erano riuniti in alcune conferenze di lavoro a Vienna tra il 1948 e il 1951. Vi parteciparono per conto dell’AGIP Enrico Mattei e il suo portavoce confidenziale, Raffaele Mattioli.

    Nel 1952 era stata costituita anche un’intesa tra l’AGIP e il corrispondente organismo tedesco per l’energia. A quel tempo la ricerca alternativa (debitamente autorizzata, all’inizio dagli USA) si era sviluppata in alcune direzioni principali: i giacimenti del mare del Nord; quelli della Val Padana e di alcune zone del centro-sud Italia; gli scisti bituminosi e i rapporti con alcuni Paesi arabi. Dopo un decennio, prese corpo perfino l’ipotesi di un accordo per l’acquisto di petrolio della Russia; nel 1962 maturò una possibilità analoga con la Cina e l’Algeria. L’accordo con quest’ultima avrebbe consentito all’Italia di sottrarsi dalla dipendenza petrolifera degli USA.

   In questo quadro cominciò ad emerge un conflitto fra Mattei e le multinazionali del petrolio. Tra l’altro egli continuò a mettere in dubbio i rapporti internazionali dell’Italia, sostituendosi, di fatto, alle decisioni riservate alla diplomazia politica. Il clima internazionale in quel periodo era molto teso, e proprio in contemporanea si era accesa la questione dei missili sovietici a Cuba. Mattei continuò inoltre i rapporti con gli iraniani. Tuttavia, quest’ultimo paese era diventato dopo il golpe del 1953, un protettorato USA, per cui occorreva il consenso degli USA all’operazione. Perciò, quando Mattei prese unilateralmente contatto con l’Iran, la diplomazia riservata tra USA e Vaticano (che a volte era utilizzata a quella collateralmente a quella ufficiale fra Stati) fu attivata. A Giacomo Rumor fu chiesto da Montini (su iniziativa del cardinale Spellman) di interporre la sua influenza e amicizia con Mattei. Essi si conoscevano dai tempi della Resistenza, e in seguito avevano intrattenuto rapporti a proposito del Polo energetico di Ravenna-Ferrara.

   L’avvertimento riferito dal Vaticano era che il braccio armato di un cosiddetto “Contingente americano” si sarebbe occupato di eliminare il presidente dell’ENI se egli non avesse desistito dalle trattative con i Paesi estranei all’influenza statunitense.

   A Roma operava una cellula di una cosiddetta “Ala riformata” di questo “Contingente americano”. Un suo membro, chiamato col soprannome di Sokar (un corso), si era fatto assumere all’aeroporto di Fontanarossa (Catania) poco prima dell’attentato. Vi era poi un italiano chiamato Neter.  Entrambi erano definiti col termine di lupetto e lavoravano nell’aeronautica a Pavia, abbinati allo stesso programma, a proposito della questione Mattei.[11]

   Mattei fu messo in guardia sia da Giacomo Rumor che da un agente del KGB. Fu uno sforzo inutile, poiché Mattei non ritenne queste segnalazioni preoccupanti.

   Questo “Contingente americano” era un’istituzione scelta e molto dissimulata: una specie di compagine strategica ed operativa (composta da addetti specialisti) di quell’altra entità – che Paolo Rumor definisce “organizzazione” – che era già esistente nel XIX secolo e che già spingeva all’epoca la costruzione di un nuovo ordine politico europeo basato sui valori di libertà, umanesimo ecc. Quest’organizzazione dette il primo impulso all’impianto generale tendente all’Unione Europea, ed era contraddistinta da un retaggio ebraico mescolato a forti connotazioni massoniche. Quest’organizzazione (spiccatamente elitaria), e la precedente menzionata, erano di natura conservatrice e anticomunista. Essa fu utilizzata nel 1947 da Andrè Malraux contro i comunisti in Francia. Questa organizzazione era chiamata anche L’Unione dei Migliori, oppure L’école des home, con riferimento di “Uomo cosmico, apritore della porta e custode delle chiavi”.

   La direzione operativa del braccio armato in Italia, durante quel periodo di tempo, era affidata ad un certo Nutting, e ad Henri Lobineau di Vienna.

   Mattei rappresentava una linea politica presente in Italia che pur non volendo mettere in discussione la scelta atlantica ed europea da parte dell’Italia, voleva sviluppare una maggiore autonomia italiana in seno all’alleanza occidentale. Già la Francia si stava avviando in questa direzione, tramite l’opzione nucleare e nel 1966 con l’uscita dalla NATO. Bisogna tenere conto che la posizione della Francia era ben diversa da quella italiana, poiché risultava (nonostante il crollo e l’occupazione tedesca del 1940) essere parte delle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, e mantenere rapporti privilegiati nei confronti di Stati Uniti e Gran Bretagna.

   Nell’ottica di uno sviluppo dell’economia maggiormente autonomo, succedeva che mentre da un lato Mattei cercava vie alternative nell’approvvigionamento di idrocarburi, il ministro per le Opere pubbliche e quello dello dell’Economia del governo Tambroni incentivavano le Camere di Commercio e gli Enti Locali a consorziarsi per studiare piani di utilizzo delle vie d’acqua navigabili ai fini del trasporto commerciale. L’Italia, ancora alla fine degli anni ’50 non aveva ancora optato di privilegiare il trasporto su gomma.

   In quel periodo Giacomo Rumor era presidente del Consorzio per l’Idrovia, nel tratto Padova-Verona. L’intero percorso del canale doveva collegare il porto Malamocco con la Lombardia. Questo progetto, teso ad assorbire una parte consistente del traffico commerciale non veloce dell’alta Italia, subì una brusca interruzione in conseguenza dell’attentato a Mattei. Infatti, l’episodio venne recepito per quello che esso effettivamente era: un secco rifiuto a vedere modificati in quel momento gli orientamenti generali assunti verso la metà del conflitto mondiale oltre ad una risposta allarmata per certe prospettive politico-strategiche dell’Italia.

LA TRACCIA DI QUESTA STRUTTURA NEL TEMPO

   Nella documentazione di Paolo Rumor emergono anche le preoccupazioni vaticane rispetto alle posizioni illuministiche di alcuni membri di entità (come Monnet), tanto da pensare che quando Benedetto XVI, sulla scia dei suoi predecessori, faccia riferimento alle radici cristiane dell’Europa, esso esprimesse la preoccupazione con cui il Vaticano notava – e nota – l’influenza di questa entità che aveva cominciato ad operare prima delle due guerre mondiali e che hanno radici massoniche.

   Giacomo Rumor pensava che ci fosse una sorta di “papato alternativo e clandestino” che agiva nell’ombra, utilizzando spesso per i suoi scopi e per portare avanti il suo progetto, altre organizzazioni già esistenti, la cui natura ne risulta a volta contraffatta.

   Come si diceva prima la Chiesa Cattolica non apprezzava l’orientamento ideologico di alcune personalità che facevano parte delle Commissioni per l’Unione Europea.

   Verso la fine degli anni ’50 essi avevano pubblicato una rivista di nome Circuit che era un progetto di carattere nazionalista mascherato da un apparente oggetto riguardante l’edilizia.

   Paolo Rumor afferma che suo padre aveva maturato il sospetto che l’ideazione stessa e la traduzione in pratica di un Unione delle nazioni europee rivelava una “mano guida” all’opera da diverso tempo.

   Questo supposizione gli era stata confermata da Schumann, il quale asseriva che il Progetto risaliva, come studio, alla prima metà del XIX secolo, ma che questa pianificazione sarebbe appartenuta addirittura all’epoca carolingia (per quanto questa affermazione non può che apparire come minimo singolare e certamente genera delle legittime perplessità); con più precisione, ad un accordo siglato dai Franchi di Clodoveo nel 496 con Remigio, intermediario, del Papa, grazie all’influenza di un promotore, Elisacardo, e con l’appoggio dato qualche anno prima da Zenone di  Costantinopoli. La programmazione era stata tuttavia interrotta dopo l’invasione araba del 641 dell’Egitto e della Persia, che aveva separato l’Europa continentale dalle coste del Mediterraneo del Sud. Dopo di ciò il Progetto sembra avere seguito una strategia ben definita, che all’inizio consisteva nel servirsi di alcune dinastie regnanti – principalmente, dopo quella franco-normanna e in epoca più tarda, delle case di Lorena e Asburgo; poi, molto più avanti, delle strutture politiche espresse dagli Imperi Centrali; in seguito in seguito da quelle dei governi democratici e anche di alcuni governi dittatoriali; per approdare, infine, agli organismi sopranazionali (MEC, CEE): tutto ciò allo scopo di portare a compimento l’unione geopolitica dell’Europa, primo essenziale passo per allargare la compagine al bacino meridionale del Mediterraneo, cioè alla fascia comprendente i Paesi stanziati tra Marocco e Turchia. Sembra sottinteso che l’area del contingente europeo debba procedere in modo politicamente “gemellato” con quella americana.   

   La formulazione delle linee essenziali di questa geopolitica secondo i ricordi di Paolo Rumor sarebbe stata contenuta nello Hieron uno scritto realizzato intorno al 1870 in Francia. In esso vi era enunciata una sorta di società cristiana e transcristiana in cui si proponeva una struttura locale che unificasse i popoli del bacino europeo. In essa, tuttavia, gli elementi ideologici prevalevano su quelli socioeconomici.

   L’Unione era vista (nell’ambito del ristretto ambiente che aveva alimentato in passato l’idea della federazione europea) come un ricorso – o una rievocazione – dell’ancestrale, semi-mitica unione originale che si affermava essere esistita all’inizio, prima che avvenissero quegli sconvolgimenti che avevano disgregato o destrutturato la civiltà urbana stanziata in parte nel bacino meridionale del Mediterraneo e in parte nel subcontinente indiano e in altre località del globo terrestre. In sostanza Paolo Rumor pensa che si utilizzi un simbolismo dialettico e concettuale in base al quale l’operazione politica era ritenuta la ripetizione di un accadimento antecedente e lontanissimo. Lo scopo di quest’iniziativa sarebbe stato, in sostanza, quello di riprodurre a livello molto esteso, sia in modo fisico sia sociale, una condizione esistita in un remoto passato. Gli impedimenti politici e sociali che si sovrapponevano nel momento contingente a una tale ambiziosa realizzazione erano definiti “incidenti di percorso”, comunque tali da non impedirne il paziente e metodico lavoro di messa in opera.

   Nel gruppo dei componenti le commissioni che aveva partecipato Giacomo Rumor, erano presenti alcuni persone che i loro nominativi furono in seguito citati in diverse pubblicazioni negli anni ’90. C’era il notissimo scrittore e drammaturgo Jean Cocteau, che in seguito fu indicato come il Gran Maestro del Priorato di Sion e il ben noto esoterista Gurdjjeff. Fra i membri italiani vi era Cesare Merzagora. C’erano persino due membri dell’Histadrut europea (il ramo europeo del sindacato sionista dei lavoratori ebrei).

   In sostanza dalla documentazione di Giacomo Rumor emerge che sin dalla seconda metà del XIX secolo un gruppo di persone (nessuna delle quali era politicamente conosciuta) aveva iniziato a dare attuazione ad una nuova impostazione geopolitica dell’Occidente che, in ampia sostanza, voleva proporre l’Europa e gli Stati Uniti come modello di sviluppo civile per gli altri Paesi. In pratica s’intendeva perseguire una sorta di occidentalizzazione dell’intero pianeta sulla linea di fondo di alcuni criteri guida costituiti da:

  • Libera concorrenza economica.
  • Parlamenti a impostazione elettiva.
  • Abolizione delle influenze religiose nell’organizzazione civile.
  • Adozione di valori etici di natura universale.

   Per cercare di capre l’esistenza di organismi occulti che cercano di influenzare la vita economia, politica e culturale, bisogna partire dal fatto  che dalla fine del XIX secolo è il periodo in cui il capitalismo comincia a entrare nella sua imperialista, di conseguenza la borghesia da forza rivoluzionaria rispetto ai modi di produzione precedenti (ed alle forme politiche che corrispondevano a essi), che combatteva per la libertà di vivere e lavorare dove meglio credeva, diventa una classe reazionaria che, pur di difendere i suoi meschini privilegi, impedisce alla gran parte degli esseri umani di realizzare uno o più dei loro diritti naturali come attualmente si vede dall’utilizzo degli apparati repressivi statali per negare la libertà di movimento a milioni di migranti che sono costretti a reclamarla anche a costo della vita.

   E proprio in questa fase che nascono nuove forme di controllo e di repressione, alimentate da specifici pregiudizi e che sono alimentate da apposite costruzioni culturali.

   E in questo periodo che si sviluppano interpretazioni arbitrarie della biologia che vorrebbero stabilire che alcuni popoli sono superiori e altri inferiori (razzismo) e che alcuni individui sono superiori e altri inferiori (come l’eugenetica).

   Si comincia a teorizzare che i leader sono geneticamente destinati a comandare e che ciò che vale per un individuo vale per un gruppo, un popolo, una nazione.

   Tutte queste ideologie, che hanno una base comune, ebbero la funzione di dare una base culturale ai lager nazisti.

   Se questa affermazione potrebbe sembrare esagerata, prendiamo come esempio l’eugenetica.

   Il termine eugenetica significa “la buona specie” fu coniata nel XIX secolo da Francis Galton (che tra l’altro era un parente di Charles Darwin), il quale sentiva “l’obbligo morale” di incoraggiare coloro che erano forti e sani a fare tanti figli con il fine di “migliorare” l’umanità e che l’incrocio selettivo degli adatti poteva portare alla razza superiore, come si concepiva all’epoca l’aristocrazia inglese. Nella stessa epoca Herbert Spencer sviluppò “l’evoluzione della psicologia” teorizzando che molte persone erano biologicamente imperfette e degne solo di una morte molto veloce.

   Dal 1907 al 1973, negli USA percorrendo l’eugenetica nazista, 24 stati autorizzarono la sterilizzazione coatta di pazienti di ospedali psichiatrici, di condannati per crimini sessuali, di “imbecilli”, di “individui moralmente depravati”, di persone con epilessia. La maggioranza di queste persone erano immigrati slavi, ebrei, e soprattutto neri.

   Così, gli Stati Uniti sono stati il primo paese al mondo ad autorizzare la sterilizzazione con finalità eugenetiche. Nel 1907 lo Stato dell’Indiana approvò, infatti, la prima legge per la sterilizzazione di pazienti ricoverati in istituzioni psichiatriche.

   Negli USA gli eugenisti sostenevano che il paese si stava deteriorando a causa della qualità dei geni della popolazione statunitense, e per questi motivi richiedevano interventi politici per incrementare il numero di individui dotati di “geni buoni”. La riscoperta della legge di ereditarietà di Mendel agli inizi del XX secolo aveva aperto la strada della genetica che oggi conosciamo. Tuttavia, queste stesse basi scientifiche che indicavano le leggi di ereditarietà negli organismi viventi inclusi gli esseri umani divennero presti un potente sostegno per il movimento eugenetico che l’utilizzò per affermare l’inferiorità di alcuni gruppi etnici e classi sociali.

   Se si vuole capire perché gli USA furono i pionieri della sterilizzazione, bisogna partire tra gli scheletri negli armadi delle lobby interessate alla conservazione della natura (è proprio vero che le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni). Su tutti emerse il circolo formato da scienziati, economici e politici del professor Henry Fairfiled Obsorn. I membri più importanti del circolo di Obsorn (come T. Roosevelt che divenne in seguito Presidente della repubblica stellata) fondarono nel 1887 il Bonne and Crockett Club (B&C) che costituì la prima associazione conservazionista degli USA ed ebbe un ruolo fondamentale nel sostenere sia il Museo Americano di Storia Naturale, il parco zoologico di New York e la Lega di Difesa della Foresta Rossa a San Francisco che i movimenti eugenetici di restrizione dell’immigrazione. In un’epoca sempre più secolarizzata, la natura diviene un surrogato di Dio, tanto che per il presbiteriano Obsorn natura e Dio sono pressoché la stessa cosa.

   Per tanti anni, il cuore del movimento eugenetico americano fu l’Eugenetics Record Office, allestito nel 1910 a Gold Spring Harber (che è lo stesse centro che attualmente ospita – guarda caso – l’Uman Genome Project, per la ricerca sul geoma) sovvenzionato da Mary Harrimann. Mary era la moglie di Edward, il magnate delle ferrovie, e la madre di Averel, l’industriale che nel 1921 decise di ripristinare il corridoio di navigazione tedesco Hamburg-America Line, la più grande linea di navigazione negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale. Nel 1926 accolse nella sua ditta un socio il cui nome divenne in seguito famoso: Prescott Bush, padre di presidente e nonno di un altro.    

   Con tutta probabilità l’americano che dopo il 1933 ha maggiormente influenzato l’eugenetica tedesca, è stato Harry Laughlin, con il modello di legge per la sterilizzazione e l’eugenetica del 1922 che condusse alla sterilizzazione do almeno 20.000 americani. La legge di Laughlin fu presa come modello dalla Germania nazista.

   E prima dell’eugenetica ci furono le teorie di Malthus che sostenevano che la causa delle miseria era che produzione non bastava per tutti poiché esiste la sovrappopolazione. Le posizioni di Malthus si riallacciavano alla legge dei rendimenti decrescenti di Smith e Ricardo. Questa legge prevedeva l’incremento costante dei prezzi dei prodotti agricoli e delle materie prime, rispetto alle quali, i salari diminuivano, il che a sua volta provocava l’impoverimento della classe operaia e il peggioramento sistematico del suo livello di vita con il trascorrere del tempo. Per questa via il sottoconsumo di Sismondi coincide con il consumismo dei maltusiani: “E’ da questa teoria di Malthus che nasce tutta questa concezione sulla necessità che esista e si sviluppi senza sosta il consumo improduttivo, concezione che trova uno zelante propagandista in questo apostolo della sovrappopolazione per mancanza di mezzi di sostentamento”.[12]

   Con l’aggiornamento e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, i pretesi cultori della discriminazione sociale cercano sempre nuovi appigli.

   Lombroso discrimina i popoli e gli individui riferendosi essenzialmente a caratteristiche anatomiche. In seguito, si cercherà di discriminare su basi fisiologiche, poi su basi biochimiche.

   Altri modi per tentare di distinguere individui e popoli in superiori e inferiori (concetto indispensabile all’imperialismo) sono legati a metodologie storiche e psicologiche.

   Ora non c’è da meravigliarsi che in quest’epoca storica nascano società segrete che si ispirino a una dottrina che proclami la missione di un popolo.

   Nell’Inghilterra vittoriana nell’ambiente dell’Università di Oxford intorno alla figura di John Ruskin, un critico estetico, riformatore sociale e nonché un profeta politico, si raccolse un gruppo di persone imbevute di teorie che aveva come obiettivo, secondo le parole di Ruskin: “Il mio scopo costante è stato quello di mostrare l’eterna superiorità di alcuni uomini su altri”.[13]

   Nel 1891 un gruppo di discepoli oxoniani imbevuti di tali dottrine – tra i quali spicca l’energico uomo d’azione e di affari Cecil Rhodes, fondatore della colonia che prese il nome di Rhodesia – avrebbe costituito una società segreta caratterizzata da una fanatica vena di pananglismo razzista; imporre al mondo il predominio britannico, tale programma nato nella tradizionale atmosfera del Rule Britannia,  ma animato da un affatto nuovo, che dalla nazione sposta l’accento alla razza, postulando l’esigenza di un’alleanza tra le nazioni di razza anglosassone. Dopo la morte di Rhodes un’altra figura di proconsole sudafricano, lord Alfred Milner, organizza una cerchia esterna, la Rounde Table, che deve assicurare alla società segreta, di cui non si conosce il nome (nome che forse, per maggior segretezza, si evitò di coniare) un ambiente di “simpatia” e di fattiva collaborazione. Nel 1914 funzionano gruppi di Round Table in Inghilterra, Sud Africa, Canada, Australia, Nuova Zelanda, India e Stati Uniti. Il coordinamento della loro attività intellettuale vie assicurata per mezzo di un organo trimestrale, The Round Table, che esce completamente anonimo, allo stesso modo della rivista dei gesuiti, La Civiltà Cattolica; analogia non casuale, se si pensa che la Compagnia di Gesù costituiva il modello organizzativo di Cecil Rhodes.

   Alla fine della prima guerra mondiale, quando ormai è chiaro che gli  Stati Uniti sono destinati ad assumere un’importanza sempre più grande nel concerto mondiale, il gruppo americano della Round Table offre la piattaforma  per la creazione del Council of Foreign Relations (CFR) delineato nei colloqui anglo-americani di  Parigi, che assume il compito contrastare la tendenza isolazionista della borghesia americana (e della sua influenza nell’opinione pubblica degli Stati Uniti) e indirizzare la politica estera del governo statunitense nel senso voluto dalla società segreta, nel senso cioè di una affermazione planetaria della razza anglosassone.

   È dagli ambienti gravitanti intorno al CFR è derivato l’impulso per l’intervento degli USA nel secondo conflitto mondiale, ed è dagli stessi ambienti che viene impostata la strategia della cosiddetta guerra fredda, che sarebbe stata abbandonata n seguito constatazione della sua sterilità. Risultando impossibile abbattere in modo frontale il campo socialista, è dai cervelli del CFR che nasce la strategia alternativa, basata sull’indebolimento dei paesi socialisti, che l’avvento del revisionismo ha portato nel Movimento Comunista Internazionale e nei paesi socialisti ha comportato, il cui sgretolamento era assicurato dalla penetrazione commerciale occidentale e dal contagio ideologico rappresentato dagli eurocomunisti (i partiti comunisti dell’Europa occidentale).

   Altre società più o meno segrete nate verso la fine del XIX secolo c’è la Golden Dawn (più precisamente Hermetic Order of the Golden Dawn, in italiano Ordine Ermetico dell’Alba Dorata). I tre fondatori erano i massoni britannici William Robert Woodman, William Wynn Westcott e Samuel Liddel MacGregor Mathers che tra l’altro erano membri della Societas Rosicruciana in Anglia (S.R.I.A.).

   Accanto a essa, bisogna ricordarsi anche l’Ordo Templi Orientis (OTO), società fondata da massoni tedeschi, che fu presa in mano dal famoso mago e occultista Crowley, che la trasformerà profondamente, utilizzandola come veicolo per quella sua filosofia “magico-libertaria”, che ebbe un grande influsso negli anni ‘60/’70 sulla cultura “alternativa”, degli hippie e in seguito nella New Age.

   Tuttavia, la più nota fra le realtà neospiritualiste che ispirerà il pensiero mondialista è la Società Teosofica.

   La Società Teosofica è nota ed è inscindibile da quella della sua fondatrice, Elena Petrovna Blavatsky, nata in Russia nel 1831 da genitori tedeschi e fuggita a 16 anni da quel paese (e da un matrimonio con un ufficiale). La sua vita sarà costantemente costellata da contatti con personaggi di varia e spesso enigmatica provenienza, tra cui non mancheranno molti frequentatori di logge massoniche. Massone, era il colonnello americano Henry S. Olcott, con il quale la Blavatsky mise in piedi a New York, nel 1873 la Società Teosofica, una sorta di parareligione sincretista, che univa elementi di Oriente e d’Occidente in una sorta di meeting post spiritualista.

   Questa funzione “strumentale” della Blavatsky, all’interno di complesse vicende dai risvolti non sempre chiari, sembra evidenziarsi soprattutto a partire dai suoi primi viaggi in India (1878), che all’epoca era sotto dominio britannico. In India, la funzione della Società teosofica sarà non solo quella di elaborare una sorta di neo-orientalismo esportabile in Occidente, ma anche, quella di occidentalizzare l’Induismo. Lo storico indiano R. Mukerjee inserisce la Società teosofica fra le quattro organizzazioni che maggiormente hanno lavorato per trasformare la tradizione indù in una forma più in sintonia con la mentalità occidentale, elaborando una sorta di “protestantesimo indù”.[14]  Non a caso, uno dei più stretti collaboratori della Società teosofica in India, Dayananda Saraswati, sarà noto nella sua terra con il soprannome di “Lutero indiano”.[15] Un’operazione culturale, questa, che sembra avere avuto aiuto diretto dello stesso governo britannico, che allora (e non bisogna scordarsi) era sotto il suo dominio, ed era interessato alla creazione di una “forma di spiritualità” che potesse essere condivisa dagli occupanti e dai colonizzati.[16]

  In Occidente, il ruolo della Società teosofica sarà quella di creare una nuova religiosità sulle rovine del cristianesimo: “Il nostro scopo non è di restaurare l’Induismo, ma di cancellare il Cristianesimo dalla faccia della Terra”.[17]

   Lo stesso obiettivo, sarà ribadito anche dal successore della Blavatsky, Annie Besant, che nel discorso di chiusura al Congresso dei Liberi Pensatori tenutosi a Bruxelles nel 1880, affermerà: “Innanzitutto combattere Roma e i suoi preti, lottare ovunque contro il Cristianesimo e scacciare Dio dai cieli!”.

   Alice Bailey, fondatrice nel 1920 dell’associazione Lucifer Truts, il cui nome è stato poi cambiato in Lucis Truts, affinché il riferimento a Lucifero (che per il Teosofismo è un’entità positiva, presiedente all’evoluzione dell’umanità) non ferisse la sensibilità dei “profani”. Oggi la Lucis Trust è membro del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, il cui debito ideologico è stato pubblicamente riconosciuto nel 1948 dall’allora assistente del Segretario generale delle Nazioni Unite, il belga Robert Muller.

   Alice Bailey, è stata tra quelli che hanno promosso quell’ideologia dell’Era dell’Acquario che, a partire dalla cultura hippie degli anni ’60 fino alla New Age, ha costituito un vero e proprio annuncio profetico del “nuovo mondo”. Secondo la Bailey, infatti, l’Età dell’Acquario sarebbe destinata a sostituire la vecchia Età dei Pesci (dominata dal cristianesimo) con una Nuova Era di riunione fra i popoli e fra le religioni, sotto il controllo delle organizzazioni internazionali. Quest’obiettivo si realizzerà, secondo la Bailey con un’opera volta a trasformare la coscienza di massa: “Segno della magia del settimo grado sulla coscienza di massa, è l’uso crescente di slogan per ottenere certi risultati e spingere gli uomini a certe azioni collettive”.[18]  Cosa non è quest’affermazione se non dare dignità teorica alla manipolazione delle menti delle persone?

   Tutte queste realtà visibili, tuttavia, sembrano essere più che altro la punta dell’iceberg di un mondo complesso e sotterraneo, di cui è difficile farsi un’idea. In definitiva, per quanto riguarda le organizzazioni e i gruppi visibili, non ha torto René Guénon, quando afferma un giudizio sulla Blavatsky: “Si può legittimamente concludere che M.me Blavatsky fu soprattutto, nel bel mezzo delle circostanze, un “oggetto” o uno strumento nelle mani di individui o di gruppi occulti che si facevano scudo della sua personalità, allo stesso modo di altri che a loro volta furono strumenti nelle sue mani”.[19]

   Per capire ulteriormente il contesto in cui avvengono questi fenomeni bisogna partire dal fatto che una delle caratteristiche della fase imperialista del capitalismo è il formarsi del capitale finanziario che è un entità che consta di due momenti indissolubili: la concentrazione della produzione e i relativi monopoli, la fusione delle banche con l’industria, il capitale finanziario sarebbe il capitale monopolistico che monopolizza ingenti disponibilità di capitale di prestito.

   Con il formarsi del capitale finanziario, si forma una oligarchia finanziaria che tende a dominare la vita sociale, politica e culturale e quindi lo Stato.

   I legami oggettivi di natura economica e finanziaria che si intessono tra i vari gruppi monopolisti, sono accompagnati da legami personali. Questi legami oggettivi sono espressi naturalmente da persone, da uomini che sono alla direzione dei gruppi produttivi o di gruppi finanziari. Occorre quindi uno scambio di dirigenti. Nei consigli di amministrazione delle varie industrie si ritrovano gli stessi nomi; uomini di banca si ritrovano nei consigli di amministrazione di industrie e viceversa.

   Nasce così un’oligarchia finanziaria, composta da questi capitalisti e qualche volta di dirigenti. Essa è composta di personaggi come Rockefeller, Carnegie, Morgan, Ford, Krupp ecc.  

  Vi è senza dubbio una correlazione tra la teoria della “classe eletta”, che si sviluppa come si diceva prima alla fine del XIX secolo e che ha avuto in Italia il più alto sostenitore nel Pareto, e la base sociale costituita dal consolidarsi della oligarchia finanziaria.

   Così pure vi è una correlazione, in certi momenti di una più stretta unità del capitale finanziario e la teoria del superuomo, del duce, del Führer.

   Il formarsi di questa élite è legato, oltre che da associazioni proprie di categorie, che rappresentano un’altra forma di direzione economica (Associazioni industriali), da associazioni culturali, onorificenze (Cavalieri del lavoro) e circoli vari (Rotary Club ecc.). In tal modo cerca di mantenere il più possibile un’unità anche ideologica. Questa élite non si accontenta del dominio sulla struttura economica ma cerca anche quello sulla sovrastruttura. Essa cerca di dominare la sfera sociale nella formazione dei quadri tecnici e intellettuali (pensiamo al ruolo della Fondazioni, delle borse di studio ecc.) e l’opinione pubblica con il dominio dei media.

   In tal modo si crea la base psicologica per il dominio dello Stato. Questa élite, mantiene il suo dominio, la sua influenza ideologica non solo attraverso gli strumenti citati prima, ma anche attraverso la scuola, attraverso la vita che obbliga tutti gli elementi dirigenti a essere necessariamente incapsulati in un organismo capitalistico o nell’apparato direttivo dello Stato. 

   Tornando alla documentazione di Giacomo Rumor, da essa emerge che le persone che avevano lavorato per l’impostazione dell’Unione Europea erano, in parte (ma erano le più influenti), schierate con una concezione laica, anche se la maggior parte era di estrazione o di educazione cattolica/protestante, insistevano tuttavia che nella futura Unione fossero recepite solo connotazioni spirituali comune ai laici.

   Questo gruppo unionista qui descritto avrebbe fatto dei tentativi di aggregazione di frange o movimenti federalisti già esistenti in Europa fin dal XIX secolo e poi nel corso della prima metà del XX secolo, come Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi (fondato a Milano nel 1943).

   In questi documenti si descriveva un gruppo di persone chiamate gli Anziani e si riferivano taluni scritti denominati Protocolli dei Priori.

   Giacomo Rumor aveva incontrato varie volte Schumann e a quanto sembra ne ricevette una confidenza. Nel 1948, durante le sedute della commissione cui partecipavano, Schumann gli confidò che l’aspirazione a una “geopolitica umanistica” aveva preso una forma concreta ai tempi della Restaurazione (dopo la caduta di Napoleone), perché allora si era ritenuto che i tempi fossero maturi.

   In quel periodo la Casa di Lorena aveva fatto da “protettrice” al circolo che aveva elaborato le fasi attuative ed i vari passaggi ritenuti necessari per arrivare ad una conclusione concreta di geopolitica, e che aveva utilizzato a tale scopo uno schema preesistente.

   Questo circolo sembra che si chiamasse Ordine delle Ardenne (o di Stenaj) e che qualche componente del clan scozzese di origine normanna dei Sinclair vi avesse svolto un ruolo importante. Sembra, che questo gruppo, nei secoli precedenti, avesse fatto da custode e catalizzatore dell’idea di identità europea e si fosse adoperato per preservare e stimolarne alcune significative espressioni. Ciò sarebbe avvenuto in vari modi, anche patrocinando attività letterarie, contribuendo alla riscoperta dei testi antichi, finanziando l’opera di diversi ricercatori al tempo degli Enciclopedisti. Avrebbero beneficiato di appoggio, artisti, filosofi, scienziati e uomini di governo come Filipepi (che sarebbe il vero cognome di Botticelli), Robert Boyle, John Locke, Victor Hugo, Andrè Gide e diversi altri, anche recenti; il tutto mediante fondazioni, elargizioni, associazioni.

   Da questa documentazione l’elenco dei nominativi di questa struttura partiva dagli anni ’60 del XX secolo per poi retrocedere progressivamente lungo i decenni e i secoli.

   I nominativi appartenevano a nazionalità diverse (anche olandese, spagnola, statunitense, italiana, svizzera, polacca, balcanica). La maggioranza (quella riguardante nel periodo XIX e XX secolo) era comunque franco-inglese. Non c’erano solo uomini politici, molti provenivano dal mondo della cultura; altri erano ricercatori in varie discipline scientifiche: archeologi, etnologi e antropologi. Vie erano anche dei prelati, un rabbino, un gesuita. Qualcuno era islamico (nativo e residente in Paesi dell’area mediorientale); più di uno era senza qualifica, nel senso che non vi era citata la sua professione.

   Nell’organigramma della struttura cerano persone che non vi facevano parte in pianta stabile, ma venivano individuate di volta in volta per compiere missioni specifiche o per prestare consulenze occasionali. Queste costituivano la parte di gran lunga prevalente di tutto l’apparato, ed il loro interessamento veniva per così dire richiesto, sotto mentite spoglie. L’utilizzo di tali operatori saltuari, che non conoscevano l’ambito gerarchico della struttura, poteva essere una strategia efficace per avvalersi di menti preparate, senza la necessità di una loro adesione consapevole alla manovra che di volta in volta si stava portando avanti.

   Tale organismo non aveva a che fare con la Massoneria, anche e qualcuno dei suoi membri apparteneva di fatto a qualche loggia locale. Anche se secondo Paolo Rumor taluni termini e connotazioni di fondo non possono essere disgiunti dalla cultura propria della Massoneria. Egli ipotizza che questa struttura abbia trovato accoglienza o protezione in ambienti massonici, mutuandone fatalmente qualche espressione lessicale, retorica o simbolica.

   L’elenco riguardava i membri aderenti della parte consultiva della struttura. Ve ne sarebbe poi un altro concernente, la parte decisionale, di chi avvalendosi dei consulenti, impartiva le direttive a un terzo gruppo, formato da colo che svolgevano funzioni meramente attuative. A questo terzo gruppo potrebbero verosimilmente essere appartenuti quei membri del “Contingente americano” che hanno eseguito il piano di soppressione di Mattei. In sostanza questa struttura era composta di tre livelli a compartimenti stagni: consultivo, deliberativo e attuativo.

  Paolo Rumor ipotizza che sarebbe esistita nel passato (ed esisterebbe ancora oggi) un’organizzazione che assumeva diverse denominazioni a secondo della cultura e del periodo in cui si trovava ad operare. Di questa cultura e di questo periodo adottava i connotati tradizionali, così da rendersi sostanzialmente indistinguibile dal contesto storico-sociale esterno. La sua parte più interna, inoltre, si tramandava convinzioni tutt’affatto particolari e indipendenti da quelle propri del resto dei suoi membri (dai quali si presuppone si limitava a trarre i servigi) nonché dalla formazione mentale dominante da costoro. In questo modo a struttura sarebbe riuscita a confondersi, nel corso delle varie epoche storiche, con le espressioni e le tradizioni prevalenti, pur mantenendo intatta la propria personalità peculiare, e tale permane tuttora.

   Secondo Paolo Rumor questa struttura si identifica solo formalmente con parti o spezzoni di altre strutture sociali, politiche, religiose scientifiche, ludiche, umanistiche, letterarie e solidaristiche delle varie epoche di appartenenza, comportandosi quindi nello stesso modo in cui agiscono taluni organismi parassitari del mondo biologico. Essa si adeguava altresì ai vari gradi e strati sociali, come ad esempio i rami di nobiltà, quelli ecclesiastici e militari, per quanto riguarda il passato; mentre, per quel che concerne il presente, alle espressioni mercantili, socioeconomiche, scientifiche, medianiche ecc.

   La conformazione a rete di tale struttura faceva sì che la maggior parte dei suoi aderenti ed operatori non fosse al corrente delle decisioni assunte dai loro vertici (che peraltro restavano a loro sconosciuti, tranne quelli contigui, cioè posti sullo stesso piano organizzativo). La compagine avrebbe sempre funzionato in questo modo, anche quando ospitava in tempi antichi una prevalenza di membri di estrazione e cultura ebraica, i quali comunque non ne costituivano la totalità, perché secondo la documentazione di suo padre c’era un sottogruppo esistente (al tempo dei Kittim, nel periodo appena successivo alle guerre maccabaiche, tra il II e il I secolo avanti cristo) in Siria, in Marmarica, e in tante altre località.

   Sempre secondo questa documentazione vi sarebbe stata in India, in epoca molto precedente a quella alessandrina una struttura gemella con rapporti reciproci, poi estinta o riassorbita dalla prima. Essa è data per ubicata nell’antica calle dell’Indo, in una zona chiamata Mero, che veniva tenuta in considerazione dalla stessa compagine quale incrocio significativo di due linee della Terra identificate in epoca molto antica, corrispondenti a quelle erano avvenuti gli sconvolgimenti climatici assieme alla cosiddetta “caduta degli angeli”, al “sobbalzo” della terra e allo “spostamento o rottura del palo (asse, colonna)”.

   Ci si rende conto che adesso c’è una mescolanza tra mito, e storia. Secondo questa documentazione, la parte mediterranea della struttura – quella corrispondente ai membri di estrazione ebraica – avrebbe subito una scissione (a quei tempi si sarebbe detto scisma) al suo interno, al tempo della famiglia “delle due colonne”, poi superata con o stralcio della parte dissidente, che è stata dissidente, che è stata espunta dal vertice tempo, e che sarebbe andata assumere configurazioni autonome, devianti e conflittuali rispetto al ceppo ortodosso creando una forma non secolare.

   Poi Paolo Rumor dai suoi appunti elenca tutta una serie di nominativi che avrebbero parte della struttura. Una serie di nominativi che va dalla fine dell’impero romano fino al XX secolo. Qui ovviamente entriamo in un campo dove non è chiaro dove inizia il mito (o la disinformazione) e comincia la storia.

Dalla documentazione di Giacomo Rumor emerge il retaggio di una perduta civiltà?

  Negli archivi Rumor si trova della documentazione molto particolare. Paolo Rumor non avrebbe riportato la seconda parte delle memorie (la prima era di natura politico-economica) se non si rese conto, di una singolare corrispondenza con nomi e situazioni presenti anche in certa saggistica che affronta temi storici, scientifici, archeologici, mitologici con approcci decisamente alternativi (appartengono a questo filone autori come De Santillana, Hapgoof, Hancock, Bauval, Baigent, Leigh, Collins e altri).

   Nei circoli intellettuali in cui si muovevano i primi ispiratori dell’Unione Europea (e dietro ai quali si profilava la Struttura emersa dalla documentazione Rumor), sin dai tempi della Restaurazione, vi era la convinzione che un periodo storico plurimillenario stesse per concludersi, e per avviarsi un nuovo ciclo di evoluzione umana. L’idea del XIX secolo e l’inizio del XX, di alcuni documenti che confermavano e integravano il complesso di tradizioni e conoscenze (incluso un elenco cronologico degli affiliati) che la Struttura si tramandava da secoli. Da tali documenti, tenuti segreti per la loro straordinaria importanza, deriverebbero le informazioni contenute nel materiale appartenuto a Giacomo Rumor.

   Agli inizi del XX secolo nella sinagoga di Nusaybin (in passato Nisibis, cittadina turca presso il confine con la Siria) sarebbero stati rinvenuti alcuni rotoli di rame, facenti parte di un più ampio materiale considerato perduto; Giacomo Rumor avrebbe ricevuto stralci delle traduzioni dai testi originali in greco.

   I rotoli (si ipotizza che sono attualmente conservati nientemeno che nella cappella di Rosslyn), in alcuni bauli posti sotto la cripta di sud-est, interrati nella camera sotterranea di mezzo, nel luogo corrispondente al punto ove si trova San Pietro che tiene in mano la squadra.

   Il testo di Nusaybin conterrebbe la descrizione di un’età protostorica caratterizzata livello di organizzazione sociale ed economica, nonché da avanzate conoscenze che si potrebbero già definire scientifiche e che l’umanità avrebbe conseguito solo nell’età solo nell’età illuministica. In quest’epoca remota sarebbero esistite delle comunità urbane in località costiere del Mediterraneo e di altre regioni, ora sommerse dal mare; poi, a causa di sconvolgimenti globali e repentine mutazioni climatiche, sarebbe seguito un lungo periodo di decadenza; quindi, una fase di lenta, faticosa, parziale ricostruzione, in cui sarebbe stata determinante l’opera svolta da un gruppo di Illuminati. È precisamente a questo momento che risalirebbe l’istituzione della Struttura, la cui azione si sarebbe protratta nei millenni sino ai nostri giorni, attraverso un lungo elenco di persone che il di Nusaybin riporta espressamente, e da cui è derivato l’elenco parziale riportato nelle memorie (relativo al livello consultivo); nella parte più antica di tale elenco i membri vengono collettivamente designati come il Collegio dei Sorveglianti o anche i Custodi, corrispondente agli Illuminati di cui sopra.

   Nel testo inoltre sarebbero citate tutte le località dove erano diffusi gli Illuminati, specificando che sono “prima dell’acqua”, da intendersi: prima che venissero sommerse dall’innalzamento del livello marino seguito al termine dell’ultima glaciazione (circa 10-11.000 anni fa). Alcune località sono riportate nelle memorie: l’isola di Galonia nel Mediterraneo (la Galonia Leta dei romani), situata nel luogo di Malta, la più grande di questo e un tempo persino unita alla Sicilia da una lingua di terra emersa: la “altura nel basso corso del Nilo”, identificabile con la piana di Giza: il “golfo partico, quello antico”, intendendosi con ciò la valle che anticamente esisteva in luogo dell’attuale Golfo Persico; il Golfo di Cambay, nell’Oceano Indiano, un tempo terraferma; “la penisola di Kumari, con i suoi quarantanove territori”, identificabile con il continente perduto della leggenda Tamil – Kumari Kandam – una lingua di terra unita all’estremità sud della penisola indiana e comprendente le isole Maldive e Sri Lanka; “il continente di Seille, prima della riduzione” ovvero Ceylon prima che il mare se ne prendesse una parte; “il continente Sondien”, identificabile con una vastissima regione un tempo emersa e unita all’Indocina, ma di cui oggi restano solo gli arcipelaghi dell’Indonesia e delle Filippine; “l’isola dei progenitori degli Jomon, prima dell’ascensione di Sosano”, che potrebbe corrispondere all’arcipelago delle Ryukyu (fra Taiwan, Okinawa e l’estremità meridionale del Giappone), in prossimità di un vastissimo territorio ora sommerso dalle acque nel Mar Giallo e del Golfo di Corea; “il continente di Kambu o Kolba” (identificabile con Cuba) “sito cinquanta giorni di navigazione a ponente dello scoglio di Calpe” (identificabile con Gibilterra); “l’arcipelago di Vacca, il cui nome precedente è quello di Colba, unica terra rimasta” (pertanto identificabile con il vasto complesso di terre emerse esistenti un tempo nella regione caraibica, in particolare presso la penisola della Florida e le isole Bahamas).

   Oltre all’elenco degli affiliati e alla descrizione delle località, il testo di Nusaybin conterrebbe anche le rappresentazioni cartografiche di talune regioni costiere riportate in differenti condizioni e periodi di tempo; riporterebbe, inoltre, una sorta di rappresentazione metaforica e allusiva, degli eventi che si sarebbero abbattuti su quell’antica civiltà. A tali eventi si riferivano termini quali “caduta delle luci”, “accoppiamento”, “grande freddo”, “ritardo del sole sulla cima” e “incursioni della stella sulle regioni del monte”; cioè era associato all’idea di una punizione che avrebbe colpito l’umanità per la colpa di avere “guastato gli animali; creato le vite che lo Spirito e l’ordine non avevano voluto; accesso le luci che non danno calore; violato il corpo della madre e misurato le sue estremità; separato il seme della terra; bruciato l’acqua marcia; contato le anime nei loro orizzonti e studiato i loro cammini per poterle sorprendere all’uscita dalla porta del cielo”. Altri brani, ricopiati e tradotti dallo stesso Paolo Rumor, dicono “(…) prima dello spostamento del fuoco, quando il trapano non si era ancora scardinato; il leone era ancora sacrificato; gli angeli non si erano ribellati; l’acqua del mare obbediva all’abisso e non aveva iniziato a crescere. (…) i forzatori del cielo erano arrivati di seguito al leone (…) l’abisso e le onde di pietra avevano abbattuto gli uomini perché questi avevano profanato il corpo della madre misurando le sue estremità, saccheggiando le sue vene, rivelando i suoi segreti, accendendo luci che non danno calore, creando animali che lo Spirito non aveva voluto”. Sia parla di Giganti che, oltre ad essere responsabili delle colpe di cui sopra, avrebbero “spinto la ruota fuori del solco”. Subito dopo i Giganti sarebbero arrivati i Sorveglianti. Il linguaggio è evidentemente mitico, ma il testo di Nusaybin preciserebbe espressamente trattarsi di rappresentazione allegorica di fatti reali.

   Un altro passaggio nel testo di Nusaybin affermerebbe: “I Sorveglianti sono divenuti Illuminati quando hanno posto le tre piattaforme rialzate sulla collina a fianco del fiume, nel luogo in cui l’alto e il basso si bilanciavano, lungo la via d’acqua che serpeggia fra le canne, sul punto di maggiore intersezione della rete, scrivendo con la pietra gli avvertimenti da rispettare”. Le cosiddette piattaforme sarebbero state completate migliaia di anni dopo, secondo il progetto originario che vi era depositato, ma con alcuni orientamenti modificati in base a mutati riferimenti spaziali e stellari; ciò a causa di un evento geofisico a cui ci si riferisce con l’espressione di “scivolamento del manto”. Questo luogo, chiamato anche “l’altura”, non sarebbe altro che Giza.

   Fra i documenti di Rumor vi sono degli schemi grafici (planimetria e sezioni) che rappresentano un sistema di corridoi e ambienti sotterranei esteso a tutta l’area della Sfinge e delle piramidi di Giza. Questi schemi indicano anche il punto in cui nel 1872 sarebbero state rinvenute, da una spedizione privata, delle tavolette di gesso incise: un ambiente artificiale sotterraneo ubicato nel corridoio che collega la Sfinge (chiamata il “puntatore”) alla piramide di Nusaybin di cui si è già parlato, alcuni grazie all’archeologo Alexander Thorn, insieme al testo di Nusaybin di cui si è già parlato, alcuni decenni dopo la loto scoperta. Vi sarebbe scritto che coloro i quali avevano realizzato le “piattaforme” e scavato il “puntatore”, lo avrebbero fatto affinché fosse trasmessa per sempre, “a chi possiede la conoscenza e ai ricercatori della via, il contenuto dell’avvertimento”. Il cosiddetto “avvertimento” consisterebbe in una serie di schemi geometrico-matematici, di coordinate geografiche, di allineamenti con località e con corpi celesti (espressi a volte per mezzo di ignote unità di misura di spazio e tempo) correlati a fenomeni di natura geofisica: la rottura dell’equilibrio nella rotazione terrestre e lo scivolamento degli strati più superficiali rispetto a quelli più interni del pianeta. Il riferimento è, evidentemente allo stesso tipo di disastrosi eventi descritti nel testo di Nusaybin: terremoti (chiamati “onde di roccia”) e “grandi piogge”, inondazioni, trasgressioni marine (scalini d’acqua) che avrebbero colpito la Terra in due periodi diversi, circa 8.000 anni fa e ancora prima 11.000 anni fa, “nell’età (precessionale) del Leone”. In seguito a ciò, il Collegio dei Sorveglianti avrebbe operato pre preservare la conoscenza della civiltà precedenti a tali eventi, realizzando un cosiddetto “tabernacolo” dove custodire “l’essenza spirituale” di coloro che avevano messo in movimento “la nuova era”. Una sorte di archivio, delle tavolette rinvenute.

   La Struttura avrebbe incaricato numerosi e diversi specialisti allo scopo di studiare i rotoli di Nusaybin e le tavolette di Giza: Alexander Thom, come si è detto, sarebbe stato uno dei consulenti interpellati per la traduzione e l’interpretazione dei testi, altri sarebbero stati incaricati di comprendere e descrivere in termini scientifici i fenomeni geofisici a cui tali testi, aldilà del linguaggio figurato, si riferivano come a fatti reali.

   Si tratta di nomi che sono noti per chi ha un minimo di familiarità con la saggistica alternativa: Alexandre Lenoir (1761-1839); Waynaman Dixon (1844-1930) e il fratello maggiore John; Hugh Auchincloss Brown (1879-1975); Alexander Thom (1894-1985); Marcel Griaule (1898-1956); Charles Hutchins Hapgood (1904-1982); Livio Catulo Stecchini (1913-1979); Adolf Erik Nordenskiold (1832-1901); Arlington H. Mallery; James H. Campbell.

   Alcuni sono nomi di archeologi, antropologi, storici, come Lenoir, i fratelli Dixon, Thom, Stecchini, Griaule. Lenoir, archeologo, raccoglitore e conservatore del patrimonio culturale, fu anche massone e convinto sostenitore della discendenza della Massoneria dall’antico Egitto; i fratelli Dixon, ingegneri, ferroviari e archeologi dilettanti, sono noti per aver scoperto nel 1872 i cunicoli della Camera della Regina nella piramide di Khufu (e alcuni oggetti all’interno di essi); Thom è noto per le sue ricerche megalitiche europee (la “yarda megalitica” è una sua scoperta, anche se non concordemente accettata); Stecchini, professore di storia antica, fu autore di ricerche sulla storia  della scienza, della metrologia e della cartografia (formulò anche una controversa teoria numerologica sulla piramide di Khufu); Griaule (insieme a Germain Dieterlen), compì lunghi studi sulla cultura africana dei Dogon grazie ai quali si rivelarono inspiegabili conoscenze astronomiche sul sistema triplo di  Sirio.

   Se la presenza in elenco di questi nomi è abbastanza singolare, lo è ancora di più i primi tre sopra citati, perché ci sono precise e significative relazioni che li legano reciprocamente. Cominciamo da Nordenskiold: si tratta di uno studio di cartografia antica il quale, esaminando approfonditamente i portolani medievali, giunse alla conclusione che tali mappe (molto – troppo – precise per l’epoca), dovevano avere un modello di riferimento prodotto in età antiche, probabilmente dai navigatori fenici. Guarda caso, il cartografo citato e utilizzato da Tolomeo era un certo Marino di Tiro (città fenicia, appunto). A dire il vero Tolomeo è l’unico a citare questo cartografo che l’avrebbe preceduto, tant’è che ad alcuni è sorto il dubbio che Marino non sia una persona in carne ed ossa, ma rappresenti invece la tipologia di carte nautiche prodotte e utilizzate da Fenici, e forse ispirate a loro volta ad una cartografia ancora più antica, come Tolomeo fa esplicitamente capire descrivendo il lavoro di Marino. L’ipotesi che Marino non sia una persona reale sembrerebbe rafforzata dal fatto che marinos in greco significa “pesce di mare”.

   C’è un passaggio delle memorie di Rumor che si collega direttamente a questo punto, e anzi diviene comprensibile solo grazie ad esso. Per descrivere le ubicazioni in cui si sarebbe sviluppata la civiltà antidiluviana, le memorie fanno riferimento ad un “prototipo del pesce di mare”, oscura espressione che potrebbe stare ad indicare proprio l’opera di Martino di Tiro, intesa nel senso precisata da Nordenskiold, ossia come lo sconosciuto modello cartografico postulato all’origine dei portolani medievali. Le mappe incluse nei documenti consegnati a Giacomo Rumor potrebbero avere la stessa origine e far riferimento direttamente a tale prototipo; in ogni caso rappresentano senza ombra di dubbio, e con sostanziale precisione, la situazione del Golfo Persico, del Mediterraneo e delle Antille prima che il livello del mare cominciasse ad alzarsi per effetto dello scioglimento delle calotte glaciali.

   Tornando all’elenco dei nominativi nelle memorie, vediamo il collegamento che esisteva tra Hapgood e Nordenskiold: in Maps of the ancient sea kings del 1966 Hapgood si riallacciava direttamente agli studi di Nordenskiold e avanza l’ipotesi dell’esistenza di un’antica e sconosciuta civiltà che avrebbe mappato l’intero pianeta e prodotto una cartografia le cui tracce si sarebbero viste poi, appunto, nelle carte fenice, nei portolani medievali e in altre sconcertanti mappe del XV-XVI secolo, di tipo diverso dai portolani, recanti informazioni anomale, come la celebre mappa di Piri Re’is. Questa in particolare fu fatta oggetto di un attento studio da parte di Hapgood, ma il primo a segnalare, nel 1956, le anomalie contenute in tale mappa fu Mallery, un altro nome che c’era nell’elenco: dopo una carriera nella marina militare, Mallery si era dedicato allo studio della cartografia antica (in particolare delle mappe vichinghe del Nord America e della Groenlandia); interpellato per esaminare la mappa di Piri Re’is, giudicò che la parte più meridionale della mappa rappresentasse l’Antartide prive della colta glaciale che oggi le ricopre.

   Nordenskiold-Hapgood-Mallery costituiscono un terzetto contraddistinto dagli studi di cartografia antica; un altro terzetto, contraddistinto dagli studi di geofisica, è costituito da Brown-Hapgood-Campbell, con Hapgood come cerniera fra le due tematiche. Infatti, l’altra parte fondamentale della ricerca di Hapgood fu indirizzata a dimostrare la validità della teoria degli slittamenti della crosta terrestre, una evento che sarebbe causato dalla distribuzione asimmetrica delle masse del pianeta (in particolare i ghiacci polari) e che avrebbe catastrofiche conseguenze a livello globale. In verità Hapgood non fu il primo a proporre questa teoria: il primo fu Brown nel 1948. Quanto a Campbell, fu amico di Hapgood e suo collaboratore nello sviluppo e nella verifica analitica del modello geofisico alla base della teoria.

   Secondo la documentazione di Rumor, Hapgood avrebbe ricevuto la traduzione delle tavolette di Giza e da ciò ricavato alcuni spunti per l’elaborazione e lo sviluppo della sua teoria degli slattamenti della crosta terrestre. Ora, si deve ammettere che tale teoria sia assolutamente pertinente nel contesto del materiale di Rumor e capace di fornire significato ad asserzioni che resterebbero altrimenti incomprensibili.

   La chiave per la decodifica del progetto di Giza e per la rilevazione del suo messaggio sarebbe nella combinazione di due preesistenti teorie: quella di Bauval sulla correlazione stellare Giza-Orione (integrata con nuovi elementi e contributi originali), e quella di Hapgood sugli slittamenti della crosta terrestre. Ne risulterebbe una sorta di “disegno planetario” in cui l’ubicazione di numerosi siti antichi  in tutto il mondo acquista un preciso significato geodetico alla luce dei precedenti assenti della Terra; la stessa diffusione di determinati toponimi il cui significato rimanda a concetti astronomici, come Meru (la montagna sacra degli induisti, simbolo dell’asse polare) sembrerebbe ricollegassi alle linee di scorrimento della crosta terrestre in occasione degli eventi presumibilmente accaduti più volte in passato e descritti dalla teoria di Hapgood.

   Nelle memorie di Rumor ci sono dei passaggi dove si afferma che “(…) vi sarebbe stata in India, in epoca (remota …) una struttura gemella con rapporti reciproci, poi estinta o riassorbita dalla prima. Essa è data per ubicata nell’antica valle dell’Indo, in una zona chiamata “Mero” (…) che veniva tenuta in considerazione (…) quale incrocio significativo di due linee della Terra identificate in epoca molto antica, corrispondente a quelle in cui erano avvenuti gli sconvolgimenti climatici (…) assieme alla cosiddetta “caduta degli angeli”, al “sobbalzo” della terra e allo ‘spostamento o rottura del palo (asse, colonna)’”  queste affermazioni sono eguali a quelle dell’architetto Loris Bagnara Il segreto di Giza (Newton & Compton, 2003) dove si esprime lo stesso concetto e si evidenzia il dato di fatto della grande concentrazione di toponimi Menu nel territorio dell’attuale Pakistan. Un altro elemento da tenere considerazione è l’interpretazione fornita dalle memorie e dal libro di Bagnara del mito della “caduta degli angeli”, che è presente in molte tradizioni fra cui quella ebraica. C’è un’interpretazione in chiave astronomica, come appare chiaro nei passaggi nei documenti di Rumor in cui si accenna alla registrazione del “movimento di discesa degli “angeli” cattivi e la corrispondente ascesa di quelli “buoni””. Tutto ciò viene detto nel consueto linguaggio figurato e allusivo, sarebbe conseguenza di una colpa; ma che non si tratti solo di un racconto mitologico lo si capisce dalla descrizione della Terra come formata da un “asse o pilastro” unita a una “struttura armillare” e circondata da un “vortice”: tutte formata da un “asse o pilastro” tutte espressioni possono essere intese come una rappresentazione della Terra nello spazio, con particolare riferimento al movimento precessionale. In altri termini, gli angeli non sarebbero altro che le stelle, le “incursioni della stella sulle regioni del monte” potrebbero significare l’ingresso di una stella nelle regioni celesti più settentrionali, per effetto del ciclo precessionale; e la caduta, al contrario, non solo significherebbe la discesa nelle regioni celesti meridionali (sempre per effetto del ciclo precessionale), ma alluderebbe anche alla discesa di un astro sotto l’orizzonte in conseguenza di uno slittamento della crosta terrestre.

   Ora la fondatezza ivi contenuti nell’archivio si fonda quasi esclusivamente sull’autorevolezza delle persone coinvolte delle persone coinvolte e molto poco su riscontri concreti. Tutto ciò potrebbe essere spiegato dalla natura segreta della Struttura.

   Ma soffermiamoci sugli elementi oggettivi che potrebbero contribuire ad avvalorare i contenuti della documentazione emersi dagli archivi.

   Innanzitutto c’è da dire che il richiamo a cataclismi naturali, abbattutisi sulla Terra nel periodo terminale dell’ultima era glaciale, trova oggi precisi riscontri scientifici: non solo la riduzione delle terre emerse per effetto dell’innalzamento del livello del mare, come descritta nei documenti e nelle mappe di Rumor, è sostanzialmente corretta; sembrerebbe altresì, di poter confermare che siano altresì effettivamente accaduti, nello stesso periodo, eventi di natura astronomica e geofisica con disastrose conseguenze globali. Nel 2006, al meeting dell’American Geophysical Union ad Acapulco, un gruppo di ricercatori americani ha presentato una teoria secondo cui una cometa sarebbe caduta sulla calotta glaciale che ricopriva il Nord America, 12.900 anni fa, causando devastanti inondazioni ed estinzioni di  massa; altri studiosi primo fa i quali l’americano Paul LaViolette, ritengono che la Terra sia stata colpita dagli effetti di una potentissima esplosione del nucleo galattico, circa nello stesso periodo[20] inoltre, anche la stessa possibilità di un riorientamento degli strati più esterni della Terra rispetto all’asse di rotazione sembra trovare conferma (benché   non all’ampiezza ipotizzata da Hapgood).

   Che nelle terre un tempo emerse e poi cancellate dall’innalzamento del livello marino, possano trovarsi vestigia di civiltà evolute è una possibilità concreta, avvalorata da recenti ritrovamenti di estese rovine sommerse, ancora oggetto di studio, proprio in alcune delle ubicazioni che le memorie citano: uno è il tratto di mare che separa la penisola indiana da Sri Lanka; un altro, ancora in India, è nel Golfo di Cambay.[21] Ma vale la pensa di ricordare anche le presunte strutture sommersa Yonagumi nel Mare della Cina, e la presunta città sommersa al largo di Cuba: benché i dati siano ancora molto controversi, è suggestivo il fatto che si tratti anche in questi casi di ubicazioni citate nelle memorie.

   Il rincontro più impressionante, riguarda il luogo di ritrovamento delle tavolette di gesso, nei pressi della Sfinge. Secondo Rumor questo luogo sarebbe “(…) situato PR ubicato sotto (la Sfinge), in un ambiente artificiale semiallagato, con degli incavi laterali, al cui centro è ricavato un rialzo su cui giacciono delle colonne cadute”. Ora, questa descrizione richiama innegabilmente quella del cosiddetto “pozzo di Osiride” scoperto da Zhai Hawass nel 1999. Dopo l’acqua che riempiva quasi completamente il pozzo, Hawass descrive un vano con al centro un grande sarcofago su un basamento tagliato nella roccia e i resti di quattro colonne agli angoli; secondo una schema simile all’Osireion di Seti I ad Abydos, il canale d’acqua che circonda questa sorta di isola ed è interrotto in corrispondenza dell’ingresso alla camera prende così la forma della parola geroglifica pr (pronuncia pir), che significa casa e che Hawass riferisce all’epiteto “pr wsir nb rstaw” (casa di Osiride, signora di Rastaw) attribuito alla piana di Giza. Significativamente Rastaw (il nome di Giza per gli Egizi) era espressamente riferito all’idea di cunicoli sotterranei. Hawass non nega la possibilità che nei sottosuolo della piana di Giza vi sia un’estesa rete di passaggi, come è rappresentato di Rumor; peraltro, lo stesso archeologo ha parzialmente esplorato un cunicolo che parte dal vano del sarcofago e procede per lungo tratto in direzione della piramide di Khufu.

 Nelle memorie di Rumor il “segreto dei segreti” del mito di Rennes-le-Château, sembra essere sostituito da un altro segreto: la conoscenza di eventi remoti della storia della Terra e dell’umanità. Queste informazioni non hanno evidentemente nulla a che fare con quel mito né tanto meno con i gruppi esoterici che si erano serviti della sigla del Priorato di Sion come copertura.

   Una possibile traccia l’ha suggerita l’architetto Loris Bagnara[22] egli afferma che esiste una traccia che porta ai gruppi rosacrociani operanti a partire dalla seconda metà del XIX secolo, in Europa e in America, a cominciare dall’AMORC (Antico e Mistico Ordine dei Rosacroce), il cui fondatore, Harvey Spencer Lewis, nel 1936 pubblicò un libro in cui erano contenute le mappe del sito di Giza, mappe venute in possesso di Rumor. Ma si può risalire oltre, perché Spencer Lewis, come dichiarò egli stesso, fondò il proprio movimento negli Stati Uniti nel 1915, dopo aver ricevuto l’iniziazione durante un viaggio in Francia nel 1909.

Guarda caso, dagli USA si torna alla Francia. Bagnara ipotizza che il movimento che iniziò e ispirò Spencer fosse l’Ordine Kabbalistico della Rosacroce, fondato nel 1888 da Stalinslao de Guaita. Questo, ordine, a sua volta raccolse le tradizioni di movimenti rosacroce precedenti. È in queste tradizioni che si potrebbero trovare le conoscenze segrete sulla storia della Terra e dell’umanità, conoscenze che in seguito sarebbero giunte a Schumann (e quindi a Giacomo Rumor), non si sa se tramite l’Ordine Kabalistico della Rosa-Croce oppure l’AMORC.

   Fra i membri conosciuti dell’Ordine Kabalistico della Rosa-Croce (OKRC), si possono annoverare: Stanislao de Guaita, come primo Gran Maestro; Papus (guarda chi si rivede), Joséphin Péladan, che se ne separò nel 1890 per fondare un suo Ordine della Rosa-Croce, principalmente incentrato sulla ricerca estetica.

   La OKRC attirò immediatamente gli occultisti europei più influenti dell’epoca: Paul Adam (1862-1920), Jollivet-Castelot, August Reichel, l’abate (il cui vero nome era Calixte Mélinge, 1842-1933, curato di Morigny nella diocesi di Versailles, che sostituì Péladan) e tanti altri.

   Papus come si è visto un testimone e partecipante della nascita di altre correnti Rosa-Croce di origine britannica (ad esempio la Golden Dawn), scrisse sull’Ordine Kabalistico della Rosa-Croce: “Il movimento Rosa-Croce avrebbe continuato nel silenzio, o nascosto dietro altre organizzazioni iniziatiche, se alcuni occultisti stranieri non avessero tentato di strapparlo alla Francia – luogo d’elezione delle tradizioni occidentali – alle sue origini, per convogliarlo in un movimento che avrebbe l’asse di gravitazione dell’esoterismo per porlo al di fuori di Parigi (…). Sarebbe stato sacrilego lasciare distruggere l’opera dei maestri d’occidente. Fu quindi deciso, dall’alto, di intraprendere un’opera di diffusione, destinata a scegliere, attraverso il lavoro e l’esame, quegli iniziati capaci di adattare la tradizione del nuovo secolo che si andava aprendo innanzi”.[23]

   Sul suo aspetto più noto, quello dello studio e della formazione, si studiavano nell’Ordine le opere di Eliphas Lévei, Bulwer-Lytton (1803-1873), Fabre d’Olivet, Wronsky, Jacob Bohme, Emmanuel Swedenborg, Martinez de Pasqually e Louis Claude de Saint Martin. Si potrebbe tranquillamente dire che tutti i grandi mistici ed esoteristi, contribuirono alla divulgazione della conoscenza e della spiritualità.

   Le generazione di occultisti francesi ed europei, che perpetuano le tradizioni iniziatiche e dei misteri d’occidente, furono in gran parte influenzate da questa scuola sconosciuta. Tra essi si potrebbe dire Saint-Yves d’Alveydre e Rudolf Steiner.

   L’ OKRC fu l’ispiratore continuo delle correnti spirituali occidentali. È interessante osservare che la maggior parte dei rappresentanti dell’Ordine ebbe l’incarico di creare una scuola legata in modo invisibile alla tradizione madre.

   Ci si trova davanti ad un paradosso: da una parte c’è una visibilità dell’Ordine dall’altra una segretezza sui riti perfettamente conservato dagli iniziati ed un apprendistato classico e rituale di grande qualità.

   È in questo spirito che fu concepito l’Ordine e che continuò a perpetuarsi sia su un piano esterno sia uno interno, o ad occulto, nel Collegio Invisibile dei sei fratelli dell’Ordine e del Grande Patriarca Rosa-Croce che dirigeva questo gruppo. I Gran Maestri esterni dell’Ordine dopo Guaita furono: Francois Charles Barlet, Papus, Charles Detré (Teder), dal 1916 al 1918, Jeane Bricaud, che nel 1922 creò una Società Occultista Internazionale, con il medico Joseph Ferrua e la collaborazione di Jollivet-Castellot.

   Il Gran Maestro esterno era un rappresentante pubblico dell’ordine che agiva sotto il controllo dell’Ordine internazionale e del Gran Patriarca Rosa-Croce, vera direzione occulta dell’OKRC. Questo rappresentante esterno non era autorizzato a rivelare nulla di propria di iniziativa.

   Fino a Bricaud, il Gran Patriarca Rosa-Croce è allo stesso tempo il Gran Maestro dell’Ordine esterno, in seguito l’Ordine esterno cessa di esistere come tale. La trasmissione di Gran Maestro non è più che onoraria ed associata ad alcune responsabilità nella massoneria egiziana, nel martinismo o nello gnosticismo. È facile comprendere, visto che i personaggi che ebbero questo titolo non furono al corrente dell’iniziazione e riti interni dell’Ordine. Costant Chevillon e Robert Ambelain furono i soli a ricevere alcune descrizioni e tecniche derivante dell’Ordine interno ed autorizzati a metterle in pratica per la creazione degli Ordini di cui erano responsabili.

   Sul piano dell’Ordine interno, la successione fu sempre trasmessa in modo ininterrotto con le stesse ragioni ed esigenze dell’ordine Rosa-Croce delle origini e nella regione che era sempre stata il crogiolo dell’ermetismo rosacrociano: il sud-ovest della Francia.[24]   Jean Bricaud, allora sia Gran Patriarca Rosa-Croce sia Gran Maestro esterno dell’Ordine, trasmise la carica occulta a L. – M.F.G. (1921), un religioso. J.B. fu il suo successore, quindi P.T. Fu a seguito di una riunione martinista in sua (1986), che rimise la sua eredità occulta ed alcuni oggetti rituali, segno di questa trasmissione, al Gran Patriarca Rosa-Croce che andava assumere questa carica, J. L. de Biasi.

   Gli oggetti martinisti e rosacrociani potevano nuovamente illuminare gli altari dei maestri passati dell’Ordine.

   Ma il momento di risvegliare l’Ordine non era ancora venuto. Il ciclo 111 anni doveva essere rispettano ed applicato. Nel 1999, l’Ordine interno poté riprendere i propri lavori occulti che devono svolgersi durante 7 anni. I primo periodo di quattro anni fu destinato al risveglio dell’ermetismo occidentale e a manifestare la sua presenza come in precedenza.

   L’OKRC nuovamente vivificato dal contribuito di ermetisti, Rosa-Croce e martinisti, può ora aprire i suoi capitoli per avviare i suoi lavori come previsto nel 2006, conclusione della sua manifestazione.

   Il governo ideale degli occultisti ottocenteschi seguiva il modello della Sinarchia. Fu Saint Yves d’Alveydre (1842-1909) il teorico del regime sinarchico. Si trattava di un governo fortemente ordinato, retto da un ristretto consiglio di saggi, un’élite di re-sacerdoti. Un concistoro segreto. Questo modello, secondo i sinarchici, doveva essere applicato dapprima alla Francia e poi, dopo aver eliminato tutti i governi in carica allora esistenti, si sarebbe fondata una confederazione di Stati Uniti d’Occidente. Tale unione si rivelava indispensabile per contrastare la “minaccia espansionistica dell’Islam”. Saint Yves d’Alveydre definiva i Templari come padri spirituali della Sinarchia.

  Era necessario distruggere per poi ricostruire. Tutto sotto il segno del Sacro Cuore.

   Quello che d’Alveydre si limitò a teorizzare durante i convegni esoterici alla Librairie de l’Art Indépendant fu messo in pratica più tardi dai suoi seguaci. Il Sacro Cuore rivestiva in questo scenario un ruolo di primo piano. L’esoterista e iniziato Pierre Dujols osservò che il Sacro Cuore rappresentava per gli occultisti dell’epoca il nuovo Graal. I Rosacroce ottocenteschi si identificavano con i Templari, che il mito medievale aveva innalzato a custodi del Graal. La dottrina praticata dagli esoteristi della Belle époque era un “cristianesimo delle radici”, secondo la loro stessa definizione; un gnosticismo, pregno di acceso nazionalismo, intriso di riti satanici e dedito a un atavico culto dei morti.[25] 

   Questo ramo deviato dei Rosacroce abbandonava, poco a poco, la lungimiranza dei mitici padri fondatori e si tingeva di un nero profondo. L’universalismo degli umanisti, il messaggio liberale dei Fedeli d’amore (società iniziatica esoterica alla quale Dante apparteneva)[26] e il sacrificio disinteressato di ispirati filosofi come Giordano Bruno, lasciavano il posto alle ambizioni più nazionalistiche, allo spiccato settarismo, addirittura all’antisemitismo[27].

   Le trame per impadronirsi del potere diventavano subdole, più raffinate. I membri dei nuovi Rosacroce si infiltravano senza remore di sorta nelle società segrete rivali, cambiavano colore a seconda del momento, organizzavano morti misteriose, incensavano e sponsorizzavano impostori e, come se non bastasse, fomentavano la paura, mettendo in scena miracolose apparizioni della Madonna o del Sacro Cuore foriere di apocalittiche disgrazie. I riti di questi iniziati confermavano l’aura tenebrosa che ne permeava il pensiero: erano vere e proprie messe nere[28].

   La Sinarchia di Saint Yves d’Alveydre permeava anche la società cattolica dello Hiéron du Val d’Or, fondata nel 1873 a Paray-le-Monial  dal barone Alexis de Sarachaga e dal gesuita Victor Drevon[29]Lo Hiéron contribuì a espandere le idee sinarchiche  tra i cattolici più estremisti, a tal punto che alcuni ricercatori vi hanno riconosciuto il precursore dell’Opus Dei. Non ci sarebbe da stupirsi che anche i famigerati Protocolli dei savi anziani di Sion, che all’inizio del XX cominciarono ad avvelenare l’Europa nel corso di una serrata propaganda antisemita,  non fossero stati solamente l’opera di un agente dei servizi segreti russi, ma anche un frutto maledetto di questi tenebrosi compari. Lo scrittore francese Maurice Joly (1829-1878), autore del pamphlet  Dialoghi all’inferno tra  Montesquieu e Machiavelli, affermava che gli agenti dell’Ochrana (servizi segreti russi nel periodo zarista) si erano ispirati nel mettere su carta gli infamanti Protocolli, a un rosacroce. Joly spirò in circostanze misteriose[30].

   Con il passare del tempo, le mire politiche dei sinarchici non rimasero limitate all’Europa. Si pensò di estendere l’auspicato governo sacerdotale al mondo intero. Dagli Stati Uniti d’Europa si passò all’idea di un governo mondiale. Questo nuovo sviluppo iniziò nella prima metà del Novecento, tra le due guerre. Sfociò nel manifesto del  Patto rivoluzionario sinarchico per l’Impero francese, redatto nel 1936, in cui il MSE (Movimento Sinarchico Europeo) annunciava una rivoluzione dall’alto, che sarebbe partita dalla Francia e avrebbe coinvolto tutte le nazioni del mondo.

   Triste fiore di questa propaganda fu il movimento politico della Cagoule, che non esitò a usare metodi violenti allo scopo di rovesciare la Repubblica e istituire un regime fascista[31].  Utilizzando simbologia ritualistica simili a quelle praticate dalla Massoneria, i membri della Cagoule terrorizzarono la Francia per anni, seminando bombe e morte. Eugène Deloncle (1890-1944), capo dell’organizzazione, era un esoterista e si ispirò, nella struttura del suo  movimento politico, al modello delle società segrete. Collaboratore dei Deloncle all’interno della Cagoule fu anche Francois Plantard, un cugino di Pierre Plantard. Il fondatore del moderno Priorato di Sion.   

      Questo è il contesto culturale e politico sotteso ai collegamenti politici e operativi tra un certo settore di Massoneria (e delle altre società iniziatiche come si è visto)  che si può benissimo definire nera (in particolare la Loggia P2) e le trame terroristiche e golpiste di destra. Non sorprende quindi di scoprire alcuni esponenti neofascisti tra i massoni. Dalla fine degli anni ’60 entrarono nella Massoneria, molti spiritualisti evoliani ed estremisti neri, tra i quali spiccano i nomi di Sandro Saccucci e di Loris Facchinetti, leader di Europa e Civiltà.

   Ed è significativo che esponenti dell’eversione nera affiliati alla Massoneria e giunti a controllare la casa editrice Atanor, specializzata in libri massonici ed esoterici, risultino implicati nell’inchiesta della magistratura romana sul covo arsenale di Via Prenestina e sulla società pubblicitaria Adp, copertura di una centrale di supporto di organizzazioni terroristiche fasciste come i NAR (ma anche a … “Prima Linea”)[32].

   Ed è significativo che il mondo del cinema e dell’editoria gestiti dal grande capitale finanziario abbiano dato spazio e notorietà a

stragisti come Mambro Francesca e Fioravanti Giusva (peraltro attore di cinema sin da bambino), a banditi criminali come Vallanzasca (il cui prestigio gli permise di recarsi a Radio Popolare appena evaso) e Felicetto Maniero (sponsorizzato culturalmente da giornalisti di rilievo) od a “guerriglieri metropolitani” di “Prima Linea” prontamente dissociatisi dopo la cattura come Segio Sergio e le evase di Rovigo. Ed i servizi segreti inglesi sostennero la permanenza a Londra per circa 20 anni diversi dirigenti dei NAR e di “Terza posizione” tra cui il futuro fondatore di “Forza nuova” Roberto Fiore.

    Né può essere una coincidenza che in tutte le trame golpiste (dal tentativo di colpo si Stato del 1970 organizzato da Junio Valerio Borghese, quello progettato per l’agosto 1974, alla Rosa dei Venti) si ritrovino in ruoli chiave diversi affiliati alla Massoneria. Nel caso del golpe Borghese, non solo il suo braccio destro, Remo Orlandini, ma anche il generale Duilio Fanali, Salvatore Drago e Sandro Saccucci sono Massoni, ma è pure documentata l’adesione di una loggia del ceppo di Piazza del Gesù, si pure ritirata all’ultimo momento con una lettera del suo rappresentante Gavino Matta, che tuttavia parteciperà personalmente all’impresa abortita[33].

  In questo contesto la Loggia P2 di Licio Gelli si configura con i suoi autentici caratteri di una sovrastruttura parallela e segreta di comando all’interno del mondo massonico, con fini di potere e di condizionamento politico, collegata con i servizi segreti e con altri gruppi di potere. Indubbiamente, una deviazione rispetto alla tradizione illuminista, liberale della Massoneria ufficiale, ma anche per converso interprete dell’anima reazionaria e oscurantista di essa. Non è un caso che un amico e apologeta di Licio Gelli, Pier Carpi (tra l’altro iscritto anche lui nella Loggia P2 dove era  Maestro), autore di un pamphlet in sua difesa, sia un cultore dell’esoterismo e un grande ammiratore di René Guénon (il pendant francese di Evola) autore di un libro un libro pubblicato dalle Edizioni Mediterranee specializzate in esoterismo, occultismo e opere di Julius Evola, sulle profezie di Giovanni XXIII, ove si dice che Angelo Roncalli avrebbe dettato per misteriosa ispirazione, congiunto in mistica catena con i fratelli della società segreta dei Rosa-Croce, alla quale sarebbe stato iniziato quando era nunzio in Turchia[34].

L’ALTRA FACCIA DELLA MODERNITA’

   Confesso, che io stesso che scrivo di queste storie, sono il primo stupirmi, ho dei moti interni che vanno dall’incredulità alla sorpresa, rispetto a delle vicende che assomigliano molto, forse troppo, alle trame che ci sono nei romanzi di avventure. Storie dove si racconta di ricerca di oggetti nascosti, trame in cui appaiono coinvolti personaggi potenti e oscuri, tutto questo appare eccessivo e irrealistico e questo perché queste vicende appaiono come qualcosa di desueto, a cui non siamo normalmente abitati.

   Quello che dobbiamo soffermarci, per riflettere meglio, non è tanto disquisire il valore che si vuole attribuire alle credenze magiche, a quello che è definito paranormale (ma che dal mio punto di vista sarebbe meglio dire è il normale che non si conosce) o dell’attendibilità delle teorie sulla geografia sacra: quello che bisogna evidenziare è l’esistenza di gruppi di persone, anche molto importanti e potenti, presso i quali tali credenze sono prese molto sul serio.

   Quella che è definita modernità – proprio la nostra cara modernità, così razionalmente consolante – è una realtà molto più complessa di quella a una dimensione tratteggiata dalla maggior parte dei manuali scolastici e anche in molti testi universitari.

   La Germania nazista – indubbiamente lo Stato più spietatamente moderno della prima metà del XX secolo – impiegava mezzi e denaro per le sue ricerche esoteriche affidate a un’intera truppa di studiosi (l’Ahnenerbe);[35] Hitler fece carte false pur di aver accanto a sé la Lancia di Longino, quella che la tradizione affermava essere la lama che aveva penetrato il costato di Cristo e che il Führer considerava un potente oggetto magico.

   Ma pensiamo anche alle ricerche psichiche delle SS Ahnenerbe, un capitolo volutamente dimenticato della storia recente.

   Oltre alle classiche ricerche extrasensoriali sugli esseri umani, vennero per la prima volta analizzate scientificamente le proprietà delle droghe psichedeliche sulle facoltà cerebrali di alcune persone particolarmente dotate, proprio per cercare universi paralleli al nostro,[36] e raggiungere così un sufficiente potere sulla materia e sulla vita animale nel nostro mondo.

Queste droghe ricavate da funghi, fiori e piante allucinogene dell’America centrale e meridionale, costituivano un importante spunto per sperimentazioni estreme. Si è parlato con insistenza, inoltre, di esperimenti volti alla cura e crescita dei cristalli, tentando di “coltivarli” come se fossero piante vegetali.

   Si tenne conto di determinate tecniche tibetane di origine prebuddiste, volte a favorire i sogni lucidi e un’uscita della mente dal corpo, per procurare il classico viaggio astrale verso luoghi sconosciuti. Tutti questi studi furono continuati negli USA nel dopoguerra, col progetto MK Ultra e con altri esperimenti segreti.[37]

   E come non bisogna scordarsi del ruolo di una società esoterica segreta dal nome molto indicativo, la Thule nell’andata al potere del nazionalsocialismo.[38]

   La società di Thule era stata fondata nel 1910 da Felix Niedner, che tradusse in tedesco il libro Old Norse Eddas. La società fu influenzata dagli scritti di Lamz von Liebenfels, un misto di teosofia, paganesimo nordico, antisemitismo, mistificazione dell’alfabeto runico. La Società di Thule, configurata esattamente come una loggia massonica, fu trasferita il 18 agosto 1918 a Monaco su iniziativa di Rudolf Glauer, Barone Rudolf von Sebottendorff di adozione capo del ramo bavarese del Germanen Order. Le riunioni erano segrete.[39]

   Altro membro era il principe Gustav von Thurn und Taxis, un importante esponente del mondo economico tedesco. Da degli studi fatti dall’ex magistrato Carlo Palermo la famiglia Thurn und Taxis ha un origine veneziana. Thurn und Taxis sarebbe la traduzione in tedesco di Torre e Tasso.[40] Il nome della famiglia compariva negli annali dell’oligarchia veneziana del XIII secolo ed era indicata come la famiglia più importante di Bergamo, città che, in diversi momenti storici aveva fatto direttamente parte dell’impero veneziano e ne aveva subita l’influenza. Sotto l’egida di Venezia, la famiglia si era distinta con il nome di Torre e Tasso. Un ramo olandese-tedesco della famiglia era stato fondato alla vigilia della guerra dei Trent’anni (1618-1648) nell’Europa centrale e – a quanto si racconta – non sarebbe estranea alla gestione dello spionaggio veneziano in Germania fino a dopo le guerre napoleoniche, sotto forma di monopolio sul servizio potale. Di tale servizio il ramo di Ratisbona della famiglia ottenne lo status di prima famiglia del Sacro Romano Impero.[41]

   Il principe tedesco Johannes, all’epoca dell’attentato a Giovanni Paolo II del 1981, era presente nel Consiglio di amministrazione della Banca di Monaco Bayerrischer Vereinsbank (controllava il 15% del pacchetto azionario). Sia in questa sia nella filiale londinese, l’Union Bank of Bavaria, erano state segnalate nell’inchiesta trentina del giudice Palermo dell’inizio degli anni ’80, relativamente al deposito di tre milioni di marchi da parte del mafioso turco Bekir Celenk, quelli promessi ad Alì Agka per l’attentato al Papa.

   La Bayerrischer Vereinsbank era strettamente connessa dal punto di vista bancario con la Bulgarian Foreign Trade Bank, che era considerata il polmone finanziario di diverse operazioni sporche.[42]

   Tornando alla Società di Thule, il 9 novembre 1918 von Sebottendorff pronunciò un appassionato discorso davanti alla Thule, incitando i membri a una resistenza con la Repubblica dei Consiglio bavarese che era stata instaurata durante la rivoluzione tedesca del 1918.

   Rudolf von Sebottendorff acquistò nel 1918 il Munchener beobachter, un piccolo settimanale locale stampato per la prima volta nel 1868.

   Von Sebottendorff ne fece l’organo ufficiale della Thule e in seguito cambiando nome diventerà l’organo di stampa ufficiale del partito nazista. La Thule attinse a piene mani dalle teorie del professore di geopolitica Karl Haushofer, che era un convinto sostenitore del ritorno della grande Germania e dell’espansione a Est al fine di costruire un solido “spazio vitale” che avrebbe a sua volta garantito il dominio de mondo, dagli insegnamenti di uno strano monaco cistercense allontanato dalla Chiesa Cattolica, Adolf  Lan von Liebenfels, fondatore dell’Ordine dei nuovi Templari, una sorta di setta che predicava l’esistenza di una razza superiore formata da ariani, che erano ritenuti semidei  col compito di liberare il mondo dagli ebrei.

   La Thule si ispirò molto anche al Buddhismo tibetano, deformandone i contenuti, e anche alle dottrine esoteriche di madame Blavatsky, la celebre medium e occultista, fondatrice della Società Teosofica Internazionale, che sosteneva di essere in contatto telepatico con…gli antichi “Maestri Invisibili” (in questa storie ci sono tante persone che ritengono di essere in contatto con degli “superiori sconosciuti” che sarebbero i sopravvissuti di una razza eletta).

   Gli appartenenti alla Thule miravano, attraverso la telepatia e riti occulti, che si svolgevano solitamente nei boschi e vicino a corsi d’acqua ritenevano di entrare in contato con questa sorta di superuomini, al fine di ricostruire la razza superiore.

   L’occultismo della Società Thule divenne patrimonio del Partito Nazionalsocialista tedesco (NSDAP). Adolf Hitler ebbe come maestri all’inizio del suo percorso soggetti come Glauser (von Sebottendorff) e Dietrich Eckart. Ma fu il secondo a favorire l’iniziazione di Hitler nella Società di Thule nel 1919 e al medesimo Furher dedicò il Mein Kampf. Intanto caduto in disgrazia von Sebottendorff, un ulteriore sviluppo occultistico del nazismo avrebbe avuto luogo: la Thule venne abolita quasi immediatamente dopo che Hitler ebbe preso il potere, per fare posto all’istituzione di nuova società segreta da parte di Goebbels, la Vril.

  In Gran Bretagna Churchill, era membro di una curiosa setta “celtica” chiamata Ancient Order of Druids e chiese aiuto a maghi per cambiare le sorti della guerra.[43]

   Nel 1936 in Germania si portava avanti una lotta di contrasto alle organizzazioni massoniche e , e ad altri tipi di sette segrete, per esempio, quelle facenti capo a vario titolo al vecchio OTO di Crowley. Tale lotta continuò con toni particolarmente feroci dopo la fuga di Rudolf Hesse in Scozia avvenuta nel maggio 1941.

   Fin dall’inizio del conflitto, infatti, i fratelli Ian e Peter Fleming (Ian Fleming fu il creatore letterario dell’Agente 007), si erano messi in contatto con Crowley con un solo obiettivo in mente: catturare addirittura Hitler o il suo secondo Hesse. Che la prima soluzione appariva impossibile, con Hess sembrava più facile.

   Il delfino di Hitler era un anglofilo, amico dei “geopolitici” Karl e Albrecht Haushofer, entrambi molto poco inclini a una guerra con l’Inghilterra. In più Hess era facilmente emozionabile e soggetto a passioni esoteriche e all’astrologia. Tramite astrologi compiacenti, Hess fu convinto a seguire oroscopi falsificati ad arte che lo indirizzavano a tentare una via di uscita per la guerra se si sarebbe recato segretamente in Scozia.

   Questo la versione che pur ritenendo veritiera, dal mio modesto punto di vista, trascura il fatto che Hitler per avere mano libera all’Est contro l’URSS offrì all’Inghilterra un accordo che doveva essere raggiunto attraverso una forte pressione militare. Non intendeva colpire a fondo, ma raggiungere un’intesa. Puntava sull’influenza di settori della società inglese legati all’esoterismo.[44]

   L’atto decisivo per questa storia lo fece Crowley, nei primi mesi del 1941.

   Il primo ministro inglese Churchill, appassionato occultista, lo fece pagare affinché si consumasse un rito magico molto particolare, svoltosi poi nella foresta di Ashdown, tra diversi occultisti, il Servizio segreto inglese schierato e dei fanatici esoteristi. Un pupazzo di Hess fu assemblato e inserito nel modello di legno di un aeroplano tedesco. Mentre Crowley pronunciava oscure parole rituali, probabilmente in lingua angelica “enochiana”, insieme con altri officianti i suoi adepti con il pupazzo di Hesse dentro era fatto volare con una teleferica da un luogo all’altro del bosco.[45] Per quanto possa sembrare incredibile la storia, si potrebbe dire che l’uso della magia Voodoo ebbe effetto, e pochi mesi dopo Hesse fu catturato.

   Un altro esempio lampante dell’uso di persone che si occupano di esoterismo e occultismo per fini bellici è quello inerente a Dione Fortune.

   Dione Fortune visse in Inghilterra dal 1890 al 1946. Psicologa, ritenne di avere scoperto in sé forse spirituali importanti e fondò un movimento The Society of the Innet Light (la società della luce interiore), che esiste tuttora. Nella seconda guerra mondiale, Dione Fortune combatté i tedeschi (a modo suo ovviamente) senza utilizzare bombe o metodi spionaggio ma attraverso una lotta spirituale di successo, in collaborazione con numerosi suoi compagni. Si servì dell’antico sapere occulto allo scopo di tenere la minaccia tedesca lontana dall’Inghilterra. 

    Una parte del sapere a lei tramandato spiega che è meglio potenziare le proprie energie positive, anziché combattere le forze negative, perché i risultati sono molto più efficaci (lo stesso principio, tra l’altro, è praticato anche in tutte antiche tradizioni mediche). Nel caso di Dion Fortune, si trattava quindi di rafforzare i valori interiori della nazione inglese, piuttosto che contrastare la volontà di potenza dei tedeschi. I tedeschi, come si spiegava prima, non impiegavano esclusivamente mezzi bellici tradizionali, ma avevano esperti in psicologia che accumulando forza, cercavano di manipolare la coscienza collettiva degli avversari allo scopo di indebolire la difesa.

   Per osteggiare i nemici e rafforzare i principi spirituali positivi della nazione, Dione Fortune istituì dei gruppi di meditazione. I partecipanti erano sparsi ovunque in Inghilterra, ma il fulcro era costituito da una cerchia di esperti occultisti con sede a Londra. Ogni domenica costoro meditavano e visualizzavano (a un’ora prestabilita) un tema ben preciso, che era comunicato a tutti per lettera. In tal modo, Dion Fortune sfruttò la forza collettiva della mente umana nella sua guerra. La cronaca di questi avvenimenti è riportata nel libro The magical battle of Britain, pubblicato da un suo discepolo cinquant’anni più tardi.

   Grazie alle notizie riportate nei giornali sulla guerra in Europa, era possibile costatare che, ogniqualvolta il gruppo lavorava mentalmente su un determinato giorno era possibile sapere l’esito di questi interventi.

   Dion Fortune e i suoi collaboratori non hanno mai pensato di attribuire a lei il merito della scampata invasione tedesca dell’Inghilterra, ma erano consapevoli del ruolo decisivo nel rafforzamento del morale e della volontà di difesa di tutta la nazione, nella costruzione di barriere mentali contro le influenze telepatiche dall’esterno e nella neutralizzazione dell’operato degli agenti nemici nella propria patria. Chi conosce la velocità di diffusione della paura e del disorientamento mentale in una guerra e sa come questo stato può portare alla sconfitta, non potrà che ritenere interessante e di conseguenza apprezzare il ruolo svolto da Dion Fortune.  

   Se affrontassimo il rapporto tra servizi segreti ed esoterismo, si scoprirebbe che è molto vecchio.

   Francesco Bacone (1561-1626) amico di Shakespeare, e cultore di studi esoterici e con buona probabilità sembra che abbia avuto dei rapporti con la prima Massoneria (quella operativa) e con i Rosacroce,[46]  e soprattutto Gran Cancelliere d’Inghilterra, era contornato da una cerchia di illustri letterati che erano in modo diretto o indiretto, collegati al servizio segreto inglese, nato sotto gli auspici della regina Elisabetta al tempo del conflitto con a Spagna.

   Capo di questo servizio segreto, era sir Francis Walsingham, ambasciatore in Francia dal 1570, e agente protestante,[47] il suo rapporto riguardante la Invecible Armada (la flotta spagnola che aveva il compito di invadere l’Inghilterra) – oggi conservato fra i manoscritti della raccolta Sloane al British Museum – dal titolo The Plot for Intelligence out of Spain – è visto in assoluto come il primo documento formale elaborato da un servizio segreto di uno Stato.

   Sin dai primi passi della sua creazione, Walsingham si era contornato di agenti segreti inviati a spiare ovunque. Uno dei primissimi collaboratori era stato l’astrologo e matematico John Dee (1527-1608). Incaricato di seguire gli interessi britannici in Polonia, Dee aveva riferito degli intrighi messi in atto dal Vaticano e dalla Spagna.[48] Qualche anno prima, nel 1562, sempre Dee aveva scoperto e messo le mani su uno strano libro intitolato Steographia di Johannes Trithemius, abate benedettino di Sponheim (1462-1516) da cui aveva appreso l’utilizzo di codici e cifrari che aveva immediatamente reso disponibili per l’utilizzo da parte delle spie agli ordini di Walsingham.[49] A seguito di questo, ebbe inizio la tradizione di identificare gli agenti con un numero, ma anche le persone coinvolte o i luoghi. Per esempio, l’Inghilterra era lo029, 096 l’Olanda, 070 a Germania, la Regina di Spagna con lo 055, mentre Maria regina di Scozia era lo 003, John Dee era contrassegnato dallo 007 (guarda caso lo stesso numero, come tutti sanno, di James Bond, la spia per antonomasia).

   Oltre alle attività svolte in ambito governativo (soprattutto spionistico),[50] praticava l’arte dell’alchimia con il beneplacito reale. Era anche ben noto per l’opera Liber Mystorium che, per via delle “conversazioni angeliche” contenute, è sovente associata a un’antica perduta arte (derivata dal biblico Enoch e conosciuta come magia enochiana), grazie alla quale sarebbe possibile comunicare con gli angeli esercitando il comando su di loro, al fine di vedere realizzato ogni desiderio. In realtà, l’opera (conservata in originale al British Museum) non ha niente a che vedere con le potenze angeliche, in quanto si tratta di una sorte di registrazione di discussioni in merito al servizio segreto vaticano che Dee scrisse in forma criptata anche con l’aiuto dell’avvocato e compagno Edward Kelly.[51]

   I cattolici, nell’intento di screditare i rapporti di Dee, incominciarono a presentare i suoi scritti enigmatici come una specie di manuale di stregoneria, un ramo della magia nera che comportava il contatto con l’angelo Uriel, tramite un linguaggio sconosciuto. Da parte sua, Dee traeva gran vantaggio da queste interpretazioni false, giocando con queste sue presunte relazioni con forze soprannaturali. Qualche anno dopo i suoi scritti vennero presentati al consesso della Royal Society, brillantemente decodificati dal genio di Robert Hooke (che era un inventore prolifico).

   Facendo sulla modernità, si può dire che esiste una modernità occulta che è altrettanto importante di quella conosciuta, che è tecnologica e positivista.

   Dan Brown l’ha capito più di altri e con la sua intuizione è divenuto miliardario.

   C’è un aspetto da affrontare se le opere letterarie e il loro successo di Dan Brown siano il frutto di un complotto avente lo scopo di colpire e screditare la religione cristiana a livello mondiale. Di questo complotto farebbe parte anche la diffusione tra gli anni ’80 e ’90, della cultura New Age, il proliferare a macchia d’olio dell’interesse mediatico per l’occultismo, per le cosiddette nuove e per le tante versioni all’occidentale dello yoga o di altre discipline orientali.

   Sempre secondo quest’ottica di tipo complottista, la proliferazione di questi fenomeni sarebbe in qualche modo  pilotata da organizzazioni o lobby potentissime, identificate di vota in volta, con le onnipresenti logge massoniche (che diventano alla fine della fiera una sorta di capro espiatorio per tutte le malvagità esistenti) o con altre strutture di potere che si suppone possano esercitare un tale influsso da dietro le quinte, interessati a colpire le religioni per sostituirle con una sorta di spiritualismo soggettivista a uso consumistico. Si tratterebbe, in sostanza di una grande cospirazione, uguale e contraria, in fondo, a quella tratteggiata da Dan Brown sul suo romanzo: un ipotesi indubbiamente inquietante e affascinante, ma non meno difficile da dimostrare di quella che vede il mondo come il terreno di uno scontro tra il Priorato di Sion e l’Opus Dei.

   Questo non significa che le posizioni complottiste non abbiano anche, in una certa misura le loro ragioni: essendo, in fondo, nient’altro che chiavi di lettura esagerate, o per lo meno indimostrabili, di fatti che hanno però una solida concretezza e realtà.

   Un’interpretazione possibile di quella che si potrebbe definire “la cospirazione da Vinci”, quella della diffusione, lenta ma capillare, di una sorta di neospiritualismo percepito come una sfida nei confronti delle religioni istituite e del cristianesimo in particolare, è leggerla in chiave sociologica.

   Dal mio punto di vita il fenomeno da Vinci, va inquadrato da un lato come dicevo all’inizio del discorso della crisi culturale della società capitalistica (i vecchi valori e credenze si rilevano insufficienti) e dall’altro col declino del materialismo meccanicistico[52] che in parte aveva contraddistinto quella che viene definita modernità (legato peraltro a processi politici di cambiamento sociale). Ci troviamo di fronte a una sorta di “edonismo di massa” che porta a una mera ricaduta di un individualismo disperato e avaro di prospettive, e nello stesso tempo si assiste a un cambiamento di paradigma di pensiero. Sono in crisi gli stessi presupposti del positivismo ottocentesco: l’idea che lo sviluppo sociale coincide sic et simpliciter Con quello economico; messa in crisi è l’idea che la scienza possa risolvere tutti i problemi e rispondere a tutte le domande messa in crisi, peraltro è la stessa visione di scienza e della realtà in cui viviamo, alla luce di nuove prospettive come la fisica quantistica, a psicologia postfreudiana, la biologia organicista, la visione olistica della vita e del cosmo.

   Un cambiamento di paradigma, dunque, che fa come più che mai attuale l’eterno anelito dell’essere umano alla ricerca spirituale, alle domande di senso, al problema fondamentale dell’interiorità. Questo cambiamento, pertanto, porta anche a una rivalutazione globale del ruolo della religione che è tornata in effetti, a ricoprire un significato importantissimo, non solo nella prospettiva individuale, ma anche nelle questioni sociali: non solo nelle forme benigne (interessamento verso chi soffre, pensiamo al fenomeno del volontariato) ma anche in quelle maligne come i fondamentalismi.

   Allo stesso tempo, questo cambiamento di paradigma avviene nel contesto di un modo che viene definito globalizzato (termine mistificante che vuole nascondere la mondializzazione capitalista) e dove, concretamente, un potere sempre più grande e supernazionale, ha sempre meno bisogno di  una qualsivoglia legittimazione democratica, e tende a prendere piede utilizzando ogni mezzo possibile dalla persuasione indotta attraverso i mass-media e la cultura fino all’utilizzo preventivo della forza militare. In linea di principio poi il modello di persona con cui un potere, che abbia pretese globali può auspicarsi è essenzialmente quello individualistico: un uomo, cioè disgiunto da ogni tipo di identità o appartenenza forte, sia essa di tipo familiare, politico, religioso e nazionale; psicologicamente incerto e privato di ogni sostegno umano stabile; consumatore di idee e di affetti al pari di qualsiasi altro prodotto immesso sul mercato.   

.

   Ed è su questo piano, dunque ossia quello antropologico, che il potere presiede al tipo di quella che è definita globalizzazione oggi vincente (ma che il termine più corretto sarebbe mondializzazione capitalista) non può esimersi di confrontarsi con il fenomeno della religione.

   La religione, infatti, è al momento appare l’unica forma identitaria, dopo il crollo e il disgregarsi di quelle aggregazioni politiche, nazionali e di classe che avevano contraddistinto il XX secolo. Ma la religione, al tempo stesso, anche nelle forme più conservatrici e reazionarie, è una realtà istituzionale tra le più ostiche nell’otica di potere unico mondiale. L’uomo religioso, infatti, è tendenzialmente portato a interpretare l’esistenza in un’otica diversa se non opposta a quella individualistica dominante: attribuendo un’importanza all’aspetto comunitario, alla stabilità affettiva dei rapporti umani, in una visione della vita generalmente tesa, peraltro, a relativizzare i beni materiali, cosa questa, tutt’altro che indifferente, nell’ottica di un potere che trae fondamento dall’economia. All’interno dell’universo religioso, inoltre, due nuclei emergono su tutti gli altri, sia per la consistenza numerica sia per capacità di radicamento sociale: l’Islam e il cristianesimo.

   Rispetto al fenomeno religioso, dunque, e a queste due emergenze in particolare gli unici atteggiamenti che un potere globalizzatore può avere sono, lo scontro aperto o anche, lì dove sia possibile, il tentativo di ammorbidire e addomesticare queste identità, rendendole essenzialmente innocue. È da questo punto di vista che quelli che sono definiti “poteri forti” (eufemismo per dire classe dominante) vedrebbero con favore ogni iniziativa tesa a frantumare l’identità religiosa disperdendola negli infiniti rivoli di un sentimento individualistico, privo di aggancio con qualsiasi autorità tradizionale e dove l’elemento puramente emotivo e passionale risulti essere quello dominante.[53]

   Così non è certamente un caso come l’unico tipo di cristianesimo che riesca a godere oggi di grandi simpatie e sostegni in un paese come gli USA sia il pentacostalismo,[54]  fondato sull’autorità massmediatica dei cosiddetti telepredicatori, prototipo di una religiosità spettacolo facilmente ammaestrabile anche a fini politici e ideologici,[55]  ed è in quest’ottica, anche, che un sociologo come Michel Lacroix ha potuto definire la New Age come l’unica religione possibile del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.[56]

   Sempre da questo punto di vista, peraltro, non è impossibile immaginare come questi fenomeni parareligiosi possono anche essere periodicamente aiutati, nella loro diffusione, attraverso operazioni che, per evitare quel termine troppo carico di suggestioni che è complotto, potrebbero invece definirsi più tranquillamente politiche culturali: veri e propri investimenti a lungo termine, atti creare nelle masse uno stato di spirito più confacente alle finalità del proprio agire.

   Anche il romanzo Il Codice da Vinci di Dan Brown, dunque potrebbe essere considerato alla stregua di una di queste operazioni culturali? Nulla vieta di pensarlo. Basti vedere con quale entusiasmo sia stato accolto dai mass media e dalle case editrici, l’opera di questo abile ma fino a quel momento sconosciuto autore che ha dovuto attendere di scrivere un romanzo definito “anticristiano” per vedersi pubblicare, uno per volta tutti quegli altri che conservava nel cassetto.

   Un’operazione culturale che qualcuno forse cedendo alla suggestione ha messo a confronto con un altro straordinario fenomeno mediatico: l’uscita di The Passion di Mel Gibson. Si potrebbe dire che sia una lotta dove il terreno di scontro è l’orientamento delle masse, come dice Iannaccone: “il romanzo di maggior successo nella storia americana si contrapposto al film (indipendente) di maggior successo della storia del cinema americano (…). Al progetto di evangelizzazione di Gibson, se ne è contrapposto uno di controevagelizzazione”.[57]

   Il noto esoterista René Guénon, convertitosi in età matura all’Islam ed entrato in una tariqah sufica, ma conosciuto anche per la sua prolungata frequentazione giovanile di logge massoniche e gruppi occultisti nella natia Francia, da “esperto del mestiere” ritorna più volte, all’interno delle sue opere, sul concetto di stato di spirito: esso è l’espressione indicante un’atmosfera culturale che può essere indotta nelle masse attraverso il sapiente utilizzo di mezzi appropriati.

    Di per sé, il Guénon non dice niente di nuovo poiché questo processo, che più prosaicamente può essere definito di persuasione occulta, è presente costantemente nella nostra vita moderna: pensiamo solamente alla pubblicità. Nel 1957 uscì negli USA The Hidden Persuaders di V. Packard tradotto nel 1958 in Italia con il titolo indicativo i persuasori occulti la psicoanalisi del consumatore dove si denuncia l’impiego della psicanalisi di massa nelle grandi offensive di “persuasione”, ed è il primo saggio dove si analizzano i messaggi subliminale e il potere occulto della pubblicità. Questo libro finisce con una denuncia e un monito che io non esito a definire profetica: “Il sopruso più grave che molti manipolatori commettono, è a mio avvio, il tentativo di insinuarsi nell’intimità della mente umana. È questo diritto alla intimità della mente – il diritto di essere, a piacere razionali o irrazionali – che io credo, abbiamo il dovere di difendere”.[58]

   Un altro strumento di persuasione occulta è il cinema. Negli USA Hollywood è indubbiamente una macchina da guerra, e non solo quando esaltava le imprese genocide contro i nativi e nei vari film di azione, ma anche nei film d’amore e nelle varie commediole che pur apparendo innocue per lo spettatore evidenziano un “superiore civiltà”, vuoi per il delicato abbandono, vuoi per la rinuncia altruistica (come nel film Casablanca), vuoi per la tenerezza di sentimenti, vuoi perché tali sentimenti sono accompagnati da case o da ville sontuose, da automobili da urlo, da un ambiente raffinato, che inviano un messaggio non esplicito ma facilmente decodificabile come implicito: i grandi sentimenti sono patrimonio dei ricchi o degli aspiranti ricchi. Mentre per i poveri che abitano in abitazioni modestissime nelle periferie d’America, angosciati da mutui, da troppe bollette da pagare e con troppi figli, non c’è dolcezza, amore ma solo spazio per la sopravvivenza e l’attaccamento sessuale.

   Le cose più indecenti sono nei serial, qui le prudenze che vengono in parte praticate nei film con attrici e attori famosi e che sono distribuite nelle sale cinematografiche, vengono meno. Attraverso la violenza e il sesso – che sono due vettori fondamentali nei serial USA – si educa all’individualismo, alla sfiducia nell’altro, all’avidità, alla competizione sfrenata, al disprezzo di una vita equilibrata, alla sessualità come possesso femminile o maschile che sia.

   La manipolazione del consenso è una strategia costante in tutti i maggiori paesi imperialisti.

   Negli USA uno dei passaggi più importanti nella strategia della manipolazione è stato nel 1947 quando Edward Bernays scrisse La costruzione del consenso. Bernays che era nipote di Freud sosteneva che le masse per avere fiducia nei leader devono credere che tutto ciò che è detto da questi sia vero.

   Un altro aspetto è l’attenzione che la CIA e dagli altri servizi segreti USA verso gli intellettuali comunisti,[59] per il semplice motivo che gli oppositori di destra non avevano certamente bisogno di essere indottrinati dalla propaganda anticomunista. L’obiettivo era di dirigere il pensiero degli oppositori di sinistra al Movimento Comunista ufficiale, in maniera che non diventasse troppo radicale e quindi di manipolarlo.

   Chi lavora per la Borghesia Imperialista sa molto bene che gli intellettuali (inteso come ceto sociale, o meglio sottoclasse dominata dalla classe dominante) sono bramosi di gloria e potere quindi anche inconsapevolmente, oscillano costantemente fra i due blocchi sociali antagonisti (borghesia e proletariato) fino – il più delle vote – vendersi alla classe dominante.

   La CIA creò un Ufficio di Strategia Psicologica attraverso cui promuoveva nel mondo la cultura anticomunista. Questo processo si accompagnava al riciclo degli scienziati e dei tecnici nazisti (Operazione Paperclip) e l’infiltrazione nei movimenti di estrema sinistra (Operazione Chaos, Agenzia Aginter Press).

   Nel 1954 nasce il Gruppo Bilderberg, nel 1967 nella fusione di gruppi similari è fondata la Lega Anticomunista Mondiale (agenzia tampone che servirà di copertura per operazioni sporche).

   La linea politica è chiara: chiunque non si allinei agli interessi dell’imperialismo USA deve essere schiacciato con tutti i mezzi a disposizione, e questo vale anche per le dissidenze interne al campo occidentale come la Francia del generale de Gaulle.

   Nel 1962 fu pianificata l’operazione Northwoods, da alti dirigenti del Ministero della “Difesa” statunitense (firmato dal generale Lyman Lemnitzer, capo degli stati maggiori riuniti) allo scopo di indurre l’opinione pubblica statunitense a sostenere un eventuale attacco militare contro il regime cubano di Castro. Il piano, che non fu mai messo in atto, prevedeva l’esecuzione di una serie di azioni organizzate da entità governative USA operanti sotto le mentite spoglie di nazionalisti cubani; il piano prevedeva anche attacchi terroristici contro obiettivi all’interno del territorio nazionale degli Stati Uniti. I primi documenti del piano furono pubblicati nel 1997 ad opera del John F. Kennedy Assassination Records Review Board; gli allegati furono pubblicati del 1998 dal National Security Archive.

   Ma se vogliamo approfondire il discorso inerente alla diffusione di uno stato delle spirito all’interno della popolazione dei paesi imperialisti non si può non affrontare la problematica della diffusione della cultura della droga.

    Quella che fu definita “rivoluzione psichedelica” venne alla luce nel mondo elitario ed esclusivo dell’alta società americana e britannica dalla quale, per una precisa scelta, si diffuse in seguito a livello di massa.

   Essa ebbe origine, dunque, in ambienti lontanissimi dal colorato mondo dei grandi raduni rock o delle comuni hippie di San Francisco. Bisogna tornare indietro agli anni ’50 nel contesto degli esperimenti sul controllo mentale finanziati dalla CIA o dai servizi britannici di cui MK-Ultra è solo il più noto, e dove molto spesso allucinogeni come l’LSD venivano utilizzati insieme a tecniche di deprivazione sensoriale. Si tratta di progetti che verranno alla luce solo molti anni dopo, come nel caso MK-Ultra che suscitò un autentico scandalo nell’opinione pubblica americana quando fu reso pubblico, durante un audizione speciale nel Senato USA nell’agosto 1977.

   Nel suo Shock Economy, la giornalista canadese Naomi Klein – autrice del manifesto No-Global No Logo – paragona il sistema della tortura utilizzata dalla CIA nel progetto MK-Ultra alla dottrina economica dello shock elaborata dal premio Nobel Milton Friedman che sfrutta momenti di shock e trauma collettivo per dedicarsi a misure radicali d’ingegneria sociale ed economica. Per Friedman soltanto con una crisi – reale o percepita – si può produrre un vero cambiamento. Quando questa crisi avviene, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano finché quello che al momento sembra politicamente diventano politicamente inevitabili.

   Paragonando le teorie neoliberiste promosse da Friedman alla tortura vera e propria Klein nota che: “Dal Cile alla Cina all’Iraq, la tortura è stata un partner silenzioso nella rivoluzione liberista globale. La tortura, però, è ben più di uno strumento utile alle politiche indesiderate a chi si ribella: è anche una metafora della logica alla base della dottrina dello shock”.[60]

   Nei manuali della CIA, infatti, si chiariva che per piegare la resistenza di chi oppone resistenza bisogna creare rotture violente tra i prigionieri e la loro capacità di dare senso al mondo che li circonda. In primo luogo, eliminando ogni input sensoriale (con cappucci in testa, tappi alle orecchie, isolamento totale, manette), poi bombardando il corpo con stimoli estremi (luci stroboscopiche, musica a tutto volume, percorse, elettroshock).

   Lo scopo di questa fase di “ammorbidimento” è quello di provocare una specie di uragano della mente: i prigionieri dovrebbero subire una regressione tale e dovrebbero essere talmente spaventati che non dovrebbero essere più capaci di pensare razionalmente né a proteggere i loro interessi. È in questo stato di shock che la maggior parte dei prigionieri dà a chi li interroga ciò che desidera: confessioni abiura di convinzioni, informazioni.

   E a questo punto che da parte del torturatore può anche iniziare lo psychic driving, il ricondizionamento mentale, ricostruendo letteralmente da capo la psiche della vittima.

   Ispirandosi alle ricerche psichiatriche condotte da Ewen Cameron sul decondizionamento e ricondizionamento mentale, i ricercatori della CIA avviarono un programma segreto dedicato alla ricerca sulle “tecniche speciali dell’interrogatorio” che avrebbe poi realizzato dapprima al Project Bluebird, poi denominato Artichoke infine nel 1953 MK Ultra.

   Fermo restando, che tuttora e ufficialmente queste tecniche torturatorie sono usate a Guantanamo, le ricerche di Cameron furono sviluppate in segreto finché non furono rese pubbliche negli anni ’70. Le inchieste del Senato USA fecero emergere come oltre alle tecniche di tortura utilizzate per interrogare i prigionieri, erano state elaborate sofisticate e tecniche per manipolare, controllare e ricondizionare il cervello che è stato condotto alla decognizione: in una parola, riscriverlo.

   Già nel 1958 Huxley spiegava dalle pagine di Ritorno al Mondo Nuovo, che uno shock indotto e prolungato può ottenere uno stato di suggestionabilità assai intensificato, sulla base del quale è possibile condizionare la psiche della vittima.

   Tutto ciò potrebbe far ipotizzare che il romanziere inglese avesse partecipato al progetto MK-Ultra.

   Recentemente il generale USA Albert Bert Newton Stubblebine, un personaggio noto e ambiguo per il suo lavoro nel settore della Guerra Psicologica e per il suo impegno nel creare una nuova razza di “super soldati” dotati di poteri inusuali e abilità ESP, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito al ruolo del romanziere inglese nell’ambito delle ricerche americane sul controllo mentale.[61]

   Esiste un legame tra lo shock e la manipolazione mentale.

   Quando si è vittima di un trauma profondo, la nostra mente crea una barriera, un amnesia intorno all’evento, in modo da non rivivere il dolore dei ricordi: la mente si parcellizza, isolando così il ricordo del trauma che è rimosso ma non eliminato.

   Furono i nazisti, i primi a rendersi conto – grazie agli studi di Mengele – che se si traumatizza sistematicamente qualcuno attraverso la tortura, le molestie sessuali, o torturando qualcun altro davanti ai suoi occhi si può distruggere a mente di quella persona, trasformandola in qualcosa di simile a un nido di api, costituito cioè da compartimenti indipendenti separati da barriere di amnesia: è la cosiddetta teoria della mentalità dell’alveare.

   È per questo che oltre alla deprivazione sensoriale, la somministrazione di droghe e la tortura, si utilizzano anche rituali occulti a sfondo satanico per traumatizzare, plagiare e manipolare a mente delle vittime: una volta che l’unità della mente è stata distrutta, che all’interno di essa si sono formati dei compartimenti, ognuno ignaro dell’esistenza dell’altro, essi possono essere programmati per vari compiti o esperienze, senza che l’uno abbia coscienza dell’esistenza dell’altro.

   Ciò non esclude la possibilità che vi siano dei veri e propri missing-time (tempo mancante) sentiti dalla vittima con malessere per l’incapacità di ricordare. Usando parole-innesto, chiavi, suoni o segnali ipnotici, questi comportamenti possono essere spostati in avanti o all’indietro proprio come un casellario mentale. Un compartimento autonomo, corrispondente a una specifica personalità della mente riprogrammata, diventa così il livello cosciente dell’individuo risprofonda poi nell’inconscio, nel momento in cui si ha acceso a un altro compartimento. Questo significa che dopo aver eseguito un compito, la vittima dimentica ciò che ha fatto e con chi.

   Queste tecniche di condizionamento sono state e sono tuttora utilizzate anche da sette di stampo occulto grazie alla copertura dei servizi segreti (in particolare americani, inglesi e australiani). Da un lato si gettano le basi per fabbricare dei veri e propri culti intorno a un leader carismatico, dall’altro si sperimentano le tecniche che si erano dovute abbandonare con la scoperta pubblica del progetto MK-Ultra. È così che si creano dei movimenti settari che alternano tecniche di manipolazione mentale in pieno stile MK-Ultra a pratiche esoteriche.

   La funzione del controllo delle menti è quello di garantire la tenuta del sistema.

   La crisi generale del capitalismo ha determinato politiche che hanno creato milioni di poveri lavoratori schiavizzati che brulicano senza costrutto nelle città europee, che non vedendo alternative ritenute credibili, sono indotti a cercare un bersaglio contro il quale cercare le frecce avvelenate della frustrazione. Il sistema, profondo conoscitore della psicologia delle masse, riesce però a canalizzare questa rabbia che viene scientificamente evocata. Il capolavoro delle élite consiste proprio in questo, nel generare sentimenti di odio che finiscono per confondere e paralizzare le masse. Naturalmente non è così semplice farsi un idea della realtà, specie in un mondo abbruttito da una miriadi di informazioni – spesso tra di loro incompatibili – che colpiscono il cosiddetto “cittadino medio” con una velocità impressionante fino a stordirlo. In questa confusione, utile per provocare disillusione e disimpegno, che i soliti “maghi neri” esperti in imbrogli e manipolazioni regnano.

   C’è da chiedersi come ha una fatto una oligarchia fortemente minoritaria a metter le catene ai polsi a un numero spropositato di persone che alla fine della fiera adorano la loro frusta. Una spiegazione a questo sta nell’uso di quello che viene definito “lavaggio de cervello”, che usa in maniera massiccia quello che Goebbels affermava, ovvero la ripetizione in continuità di notizie false, che diventano vere solo perché proposte all’infinito. È per questo motivo diventano verità oggettiva, esempi di notizie che diventino verità se ne possono fare tanti, un esempio tra i tanti: che gli Stati devono prendere a prestito le moneta che usano, che è legittimizzata sul piano internazionale di pochi usurai (che sono definiti mercati) che tengono in scacco interi continenti. Oppure il fatto che il sistema tende a presentare all’infinito l’immagine di popoli afflitti da debiti che non riusciranno mai del tutto a ripagare. In questa situazione coloro che denunciano questa situazione sono bollati come “complottisti” o “populisti”, termini coniati dai cultori della neolingua per scoraggiare sul nascere il sedimentarsi di forme risolute di protesta.

   Certo nello stesso momento la fiducia da parte sempre crescente da parte delle masse dei media sta venendo sempre meno, mentre c’è un irrompere nel web di un’informazione spontanea e non pilotata. Per questo il sistema è tentato di imporre per decreto una verità ufficiale. La forza del sistema non sta tanto nel controllo militare, giudiziario o politico dei diversi apparati, ma nel controllo delle menti, del modo di pensare e di accettare i soprusi.

   Non deve meravigliare in questa situazione che quella parte di masse popolari che vanno ancora a votare hanno delegato la propria sorte in Francia a un uomo dei Rothschild. Siamo ormai in una società che seleziona le proprie classi dirigenti con le stesse regole con il quale si scelgono i concorrenti di un reality. È questo “Grande Fratello” che stabilisce in piena solitudine chi è “populista”, “demagogico”, “spaventa i mercati” e chi invece è “responsabile perché sceglie la speranza e non la rabbia”. Perciò anche se Marine Le Pen, rinnega il passato del padre, fa esplicito riferimento a de Gaulle, elabora un programma riformista  e fa una scelta a favore di Israele, tutto ciò non importa, il sistema ha il suo uomo in Macron, perciò Marine resta fascista. E siccome è fascista tutti i “democratici” devono unirsi per impedirle di vincere. Questa narrazione fa presa non perché vera ma perché ripetuta continuamente. Tutto ciò dimostra che la suggestione scientifica indirizza il voto delle masse che non avendo maturato anticorpi per demistificare le menzogne, prendono per buoni racconti demenziali manco fossero bambini da impaurire con lo spauracchio del “lupo nero” (il “lupo nero” adattato al mondo degli adulti rimasti bambinoni sarebbe: lo spread, il default e la reazione dei mercati). Nella sostanza se al bambino spieghi il Teorema di Pitagora, essendo complicato, ha delle difficoltà a comprenderlo, mentre se evochi un irreale “lupo nero” provocherebbe in lui stupore e turbamento. Allo stesso modo fino a quando l’elettore medio non sarò munito di strumenti culturali buoni per riconoscere al volo il vaniloquio dei soliti pagliacci che evocano (per malafede o per ignoranza) l’arma del “disastro economico imminente che va sventato con i sacrifici” (degli altri naturalmente), non si faranno dei passi in avanti.

   Abbiamo visto in questo raccolto il ruolo importante che hanno avuto le società esoteriche nella costruzione europea. Ma sarebbe errato affermare che sono le società esoteriche che occupano discretamente ma in maniera implacabile i centri del potere finanziario. Ma nella realtà sono i centri finanziari che hanno occupato le società esoteriche, così come hanno sempre occupato le istituzioni laiche e religiose.

   Detto questo si può affermare che le varie stragi “islamiche” che di recente hanno imperversato in Europa sia una riedizione di quella “strategia delle tensione” che aveva colpito in l’Italia negli anni ’70.

   Le stragi producono quasi sempre in automatico alcuni prevedibili effetti: rendono semplici la criminalizzazione di ogni forma di opposizione (anche quella più pacifica e legalitaria) che viene accusata di “fare il gioco dei terroristi” e danno fiato alle forze moderate che sono ben presenti a livello istituzionali. Se si analizza bene, si deve notare che senza Bin Laden e la sua fantomatica Al-Qaeda, il Patriot Act (legge illiberale ed emergenziale) non sarebbe mai approvato, negli USA, così nessuno si sarebbe potuto mai accanire contro Saddam Hussein e le sue inesistenti armi di distruzione di massa.

   L’ISIS non è forse il prodotto di un ventennio di politiche da parte dei paesi imperialisti volte a destabilizzare il Medio Oriente? E tutto fa pensare che questa destabilizzazione non sia certo casuale ma voluta.

   Eraclito sosteneva che “l’armonia è il risultato dell’equilibrio fra elementi opposti e in continua tensione fra di loro”, ovvero che esiste una unità fra opposti. In parole povere il pompiere serve nella misura in cui esistono gli incendi, altrimenti sarebbe una figura inutile. Parimenti i difensori della “purezza atlantica”, così per come sono disegnati ad esempio nel libro Lo scontro delle civiltà di Samuel Huntington, acquistano forza e importanza in misura direttamente proporzionale al livello di aggressività palesato dai propugnatori di valori e stili di vita incompatibili con quelli occidentali.

LE UR-LODGES

   I centri di potere si internazionalizzano, anche quelli delle società esoteriche.

   Era quasi inevitabile che la stessa tensione civile e sociale, che durante il XVIII e il XIX secolo aveva condotto molti massoni a impegnarsi verso un mutamento profondo delle istituzioni politiche dell’epoca nel senso dei valori democratici e liberali, conducesse molte logge dall’inizio dell’Ottocento a coordinarsi tra di loro non solo all’interno dell’organizzazione rituale, ma anche al di fuori di essa.

   Questa è l’origine delle Ur-Lodges, la cui esistenza è stata rivelata da Gioele Magaldi, nel libro Massoni, società a responsabilità illimitata, si tratta di una cupola di superlogge internazionali, le Ur-Lodges, appunto, che vantano affiliazioni di esponenti politici, banchieri, industriali. Secondo l’autore le Ur-Lodges sarebbero 36 e si dividerebbero tra progressiste e conservatrici e sarebbero loro a sponsorizzare le associazioni paramassoniche del tipo la Trilateral Commission o il Bilderberg Group.

   L’insieme di queste Ur-Lodges non formano un entità unitaria e monolitica, anzi sono spesso in lotta feroce tra di loro, esse conoscono una dialettica molto accentuata.

   Secondo Magaldi, Abu Bakr al-Baghdadi, il califfo dell’Isis, sarebbe uscito dalla prigione irachena in cui era tenuto prigioniero dagli americani. L’Isis, sarebbe un progetto della massoneria reazionaria per scatenare nuove guerre. Isis secondo Magaldi è il nome della dea egizia Iside, assimilata anche alla Dea di Dendera Hathor e Hathor Pentalpha è il nome della “loggia del sangue e della vendetta” fondata nel 1980 da Bush padre quando fu battuto da Reagan alle primarie repubblicane. A quella cupola di potere, sempre secondo Magaldi è ascrivibile la regia dell’11 settembre con annessa “fabbricazione del nemico” da Al Qaeda a Saddam Hussein, della Hathor Pentalpha, scrive Magaldi, hanno fatto parte sia Tony Blair, l’inventore della armi di distruzione di massa irachene, sia Nicolas Sarkozy, il demolitore di Gheddafi. La Hathor Pentalpha, secondo Magaldi, sarebbe dunque responsabile della strategia della tensione globale innescata dall’11 settembre, della guerra infinita che ha travolto l’Afghanistan, l’Iraq, lo Yemen, l’Egitto, la Libia e la Siria.

   E proprio tra gli esponenti della Ur-Lodges Hathor Pentalpha, figurerebbe lo stesso Erdogan.

   Per capire come società esoteriche si sono trasformate centri di potere si può prendere come esempio un fenomeno provocato dalla crisi degli alloggi ovvero l’occupazione abusiva degli alloggi. La caduta dello spessore intellettuale e spirituale della Massoneria, che è un fatto coerente con quanto è accaduto nella società esterna, soprattutto da quando il modo di produzione capitalista è passato dalla fase della decadenza a quella della decomposizione.

   Perciò se sono sorte logge nel nome del miglioramento dell’esercizio dell’essere umano, la corruzione determinata dalla gestione di un potere economico, politico e culturale le trasforma in conventicole di affari e di favori. E se le Ur-Lodges dovevano essere un veicolo di diffusione di libertà, democrazia e benessere, c’è sempre qualcuno che le ha voluto utilizzale al fine di perpetuare regimi liberticidi tramite pratiche anche sanguinarie.

   Il progetto di creare le premesse di un “terrorismo islamico” viene da lontano e rispondono a logiche oligarchiche di Ur-Lodges come la Hathor Pentalpha descritte da Gioele Magaldi nel suo libro.

   La sovragestione del terrorismo islamico troverebbe le sue radici in una predominanza nella Massoneria internazionale, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, di una concezione oligarchica e monolitica.

   Ora è molto probabile che sia da questi ambiti sovranazionali e cosmopoliti, come è sovranazionale e cosmopolita sta diventando il Capitale finanziario, che vengano gli input per creare tra le masse uno stato di spirito.

   Si sarebbe tentati di definire tali ambiti una sorta di Spectre, ma al di là dei nomi possibili, qualunque etichetta si usi non sarebbe altro che l’espressione di un sistema che dovrebbe essere smantellato da un punto di vista economico, politico e culturale, poiché nessun sistema, regime politico, dottrina filosofica, economica e politica può essere ritenuta giusta se ogni individuo, fino al più sfruttato lavoratore indiano, cinese, africano, latinoamericano, europeo e asiatico, non abbia la possibilità di vivere con dignità o senza poter aspirare alla sua porzione di spazio non solo materiale ma anche spirituale e vitale, cioè la felicità.


[1] Il compito di Mattei fu messo a capo dell’AGIP perché la liquidasse. Frugando però tra i documenti riservati all’ente, ne trovò uno che parlava della scoperta di un giacimento di metano fatta nel 1944 in un paesino della Val Padana.

[2] Indagine sulle materie prime, promossa dall’ONU e pubblicata nel 1949, il Rapporto Paley viene presentato al Congresso su questa fase tracciando una strategia di controllo dei giacimenti da sfruttare e delle riserve.

[3] La vicenda di Mossadeq è emblematica l’assenza di intervento dei sindacati europei pur di fronte a un attacco all’assetto petrolifero-energetico-chimico che costituiva uno degli assi del dominio oligopolistico e del modello di sviluppo avviatosi in quegli anni.

[4] Nel 1951 il MNR – partito politico boliviano di un nazionalismo di stampo peronista – vinse le elezioni, avendo l’appoggio dei minatori, degli operai delle industrie, degli studenti e di ex militari. Il 9 aprile 1952 ci fu un golpe militare, che dopo tre giorni di scontri di strada con la partecipazione di tutte le forze popolari, trasformò un’insurrezione vittoriosa che non solo costrinse il MNR stesso a mettere in atto le sue promesse elettorali quali la riforma agraria, la nazionalizzazione delle miniere e il suffragio universale – in Bolivia vigeva il voto “qualificato”, vale a dire che potevano votare ed essere eletti solo i maggiorenni che avessero un “patrimonio” e sapessero leggere e scrivere, in questo modo il 90% della popolazione era esclusa – si convertì in rivoluzione. L’esercito venne ridotto e sostituito dalle milizie armate dei lavoratori e degli studenti.

[5]  È il principale sindacato algerino, istituito il 24 febbraio 1956 con l’obiettivo di mobilitare il lavoro algerino contro gli interessi coloniali e capitalisti francesi. Fu bandito poco dopo, nel maggio del 1956.

[6] L’Unione dei lavoratori marocchina è il più antico centro sindacale nazionale del Marocco. È stata fondata nel 1955. L’UMT rappresenta i lavoratori sia nel settore privato che in quello pubblico dell’economia.

[7] La conquista del fifty-fifty avviene nel 1947 in Venezuela ad opera del governo democratico che fu rovesciato poco dopo da un muovo golpe. La conquista non può essere annullata: anzi viene ottenuta dai paesi del Medio Oriente che “giocano” nello scontro tra “sorelle” americane e anglo-olandesi. La resistenza di queste ultime in Iran contro le rivendicazioni iraniane di avere una maggiore quota dei profitti inerenti al petrolio scatena il movimento di Mossadeq per la nazionalizzazione.

[8] Incontri Mediterranei. Il° Convegno Internazione sull’energia, marzo 1968: L’associazione cooperativa e i sindacati, a cura di S. Levrero (vedere anche: Per una nuova politica del petrolio, in Notiziario Economico della Cgil, maggio 1971).

[9] Relazione sui prezzi energetici sfavorevoli ai paesi europei, Ceca, 1952.

[10] Prima Conferenza mondiale sull’applicazione pacifica dell’energia nucleare indetta dall’ONU a Ginevra nell’agosto 1955, dopo il lancio del programma “Atomo per la pace” col discorso di Eisenhower all’ONU nel dicembre 1953; Seconda Conferenza Mondiale sull’applicazione pacifica dell’energia nucleare (Ginevra 1958).

[11] Paolo Rumor nota correttamente che gli pseudonimi che utilizzano i due personaggi assomigliano a quelli utilizzati dalla mitologia egizia.   

[12] K. Marx, Teorie del Plusvalore, Tomo II°.

[13] Gianni Vannoni, le società segrete dal Seicento al Novecento, Sansone Editore, 1985, p. 324.

[14] R. Mukerjee, Storia e cultura dell’India, Milano, 1966.

[15] Questo soprannome gli fu affibbiato dal giornalista L. Gupta, in un articolo comparso su Indian Review, Madras, 1913.

[16] Sul ruolo del governo britannico nella diffusione del Teosofismo in India, cfr. M.V. Dharmamentha, L’occupazione inglese in India, in Idem, Lo Yoga e il neospiritualismo contemporaneo, cit. pp. 159-165.

[17] Dichiarazione pubblicata sulla rivista The Medium and Daybreak, London 1893, p. 23.

[18] A.A. Bailey, Il destino delle nazioni, Roma 1971, p. 135.

[19] R. Guénon, Il Teosofismo, vol. I, cit. pag. 32.

[20] Earth Under Fine, Il codice dell’Apocalisse, Nexus Edizioni Srl, 2006.

[21] Graham Hancock, Civiltà sommerse, Corbaccio, 2002.

[22] Paolo Rumor con la collaborazione di Giorgio Galli e Loris Bagnara, l’altra europa Miti, congiure ed enigmi all’ombra dell’unificazione europea, HOBBY & WORK, 2010, pagg. 195-201.

[23]                                                           C.s.

[24]

[25]                                                   C.s. p. 157

[26] http://www.esonet.it/News-file-article-sid-213.html 

[27] Sabina Marineo, Il Serpente rosso Società segrete al potere, Venexia, Roma,  2013, p. 157

[28]                                            C.s. pp. 157.158

[29]                                          C.s.   p. 158

[30]                                          C.s.   p. 158

[31] La Cagoule aveva rapporti con i servizi segreti italiani. Fu per conto loro che assassinarono nel 1937 i fratelli Rosselli.

[32] C. Incerti, Camerati squadra e compasso, Panorama 18 maggio 1981.

[33] R. Fabiani, I massoni in Italia, Editoriale l’Espresso.

[34] P. Carpi, Le profezie di Papa Giovanni, Roma, Ed. Mediterranee, 1976.

[35] Marco Zagni, la svastica e la runa Cultura ed esoterismo nella SS Ahnenerbe, presentazione di Giorgio Galli, Mursia, Milano, 2011.  

[36] In sostanza nella Germania nazista si cercava di creare le basi di quella era definita “nuova scienza” – l’Universo, per come riusciamo a conoscerlo, deve essere interpretato come un enorme ingranaggio interconnesso i cui denti non poggiano solo su pari basi meccanicistiche e quantitative, ma soprattutto su basi qualitative analogico-sincroniche.

   Il concetto fondamentale di partenza, passando dalla filosofia alla scienza è comunque questo, un particolare atomo emette simultaneamente due fotoni dalle eguali caratteristiche, ma che viaggiano in direzioni totalmente diverse.

   Ebbene questi fotoni identici sono in realtà sempre armonicamente legati dalla stessa informazione di base, per cui operando e modificando la costituzione di uno dei due fotoni bombardandolo, per esempio, con elettroni, s’introduce un cambiamento istantaneo anche nell’altro fotone, indipendentemente da dove questi  si trova nello spazio: è il concetto di sincronicità analogica, il cui fattore di collegamento portante è il principio stesso dell’etere di antica memorie che, buttato fuori dalla finestra dalla fisica grazie alle ipotesi pluriaccreditate di Albert Einstein, riapparve con tutte le sue potenzialità scientifiche e filosofiche negli studi alternativi della Germania nazista.

   Due effetti apparentemente a-casuali sono legati in realtà dalla medesima causa, che però nel nostro Universo tridimensionale, appare come invisibile.

   Devono pertanto esistere altre dimensioni o altri universi dove quello che sembra impossibile o “magico” da noi, diventa in realtà possibile.

[37] Marco Zagni, la svastica e la runa Cultura ed esoterismo nella SS Ahnenerbe, presentazione di Giorgio Galli, Mursia, Milano, 2011, pagg. 397-98.

[38] http://wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_Thule

[39] http://thule-ilsegnodelcomando.blogspot.it/2013/03/società.thule.html

[40] Carlo Palermo, il quarto livello Integralismo islamico massoneria e mafia Dalla rete nera del crimine agli attentati al Papa nel nome di Fatima, Editori Riuniti, Roma 1997, pagg. 126-127.

[41] Nuova Solidarietà, 4 febbraio 1985

[42] Sent. Ord. 20.12.1984; Rapporto Guardia di Finanza, 15 aprile 1985, pagg. 5-6.

[43] Gianluca Marletta, la riscoperta del graal Dal fenomeno Dan Brown al ritorno dei miti, prefazione di Franco Cardini, Editori Riuniti, Roma, gennaio 2007, pag. 129.

[44] Giorgio Galli, hilter e il nazismo magico le componenti esoteriche del reich millenario, BUR, 2001, pag. 227.

[45] Moon Peter, Spandau mystery Sky Boks, New York 2007, pagg. 267269

[46] http://www.angolohermes.com/Speciali/Inghilterra/St_Albans/Francis_Bacon.html

[47] Richard Deacon, A History of the Brihish Secret Sevices, London, Grafton Boks, Capitolo 1, pagg. 23-24.

[48]                                                                    C.s. Cap. 2, pag. 34.

[49]                                                                    C.s.  pag. 40.

[50] Fu anche consigliere personale della Regina

[51] Richard Deacon, A History of the Brihish Secret Sevices, London, Grafton Boks, Capitolo 2, pag. 43.

[52] Perché metto crisi del materialismo meccanicistico e non materialismo? Bisogna spiegarsi su cosa si deve intendersi per materialismo.

   Il materialismo afferma che la materia esiste indipendentemente dallo spirito (inteso come la coscienza, le idee, il soggetto) che è nella sostanza un fenomeno della materia.

   Il materialismo antecedente a Marx (materialismo meccanicistico) dava al pensiero un fattore passivo. Il materialismo dialettico, al contrario mostra che il pensiero sorge dalla pratica sociale e nello stesso tempo questo stesso pensiero dirige l’attività pratica.

   Un’altra sciocchezza è quella secondo cui chi è materialista si occupa solo di cose materiali e lascia le cose spirituali ai professionisti della materia come preti, psicologi, intellettuali ecc. non sono mica materialisti quello che dicono “tutto quello che esiste è materia”. Se seguissimo questo ragionamento pensieri, sentimenti, ricordi e progetti, non essendo materia non dovrebbero esistere. La conseguenza logica diventa che tutte queste tematiche inerenti alle cose spirituali sono lasciati in gestione ad astrologi, preti, psicologi da strapazzo e da filosofi pagati dalla borghesia.

   Il materialismo dialettico non è un caso che un’arma per la rivoluzione socialista.

   Il prevalere del revisionismo all’interno del Movimento Comunista ha visto da un punta di vista teorico il degradare del materialismo dialettico a quello meccani sita, frutto della scissione da teoria (che in parte si pretendeva ancora rivoluzionaria o comunque mirante al socialismo anche se per via pacifica) e la prassi riformista.

[53] Nel febbraio 2002, il New York Times salutava con un clamoroso “Wow!” la pubblicazione del Codice (cfr. M. Arturo Iannaccone, Le <cabale dei devoti>, pag. 74).

[54] Il pentacostalismo è una forma di religiosità esplosa negli ultimi decenni che vive di un atteggiamento molto carismatico e miracolistico, mediato dai cosiddetti telepredicatori. È un fenomeno che coinvolge negli USA più di 70 milioni di persone.

[55] È noto il sostegno accordato dai telepredicatori USA alla politica aggressiva dei neoconservatori, in nome di una visione apocalittica dell’attualità che vede, nello scontro di civiltà con l’Islam e nel trionfo finale di Israele in Palestina, il preludio del Secondo Avvento di Cristo (cfr. M. Blondet, I fanatici dell’Apocalisse. Ultimo assalto a Gerusalemme, Rimini, 2002).

[56] M. Lacroix, L’ideologia della New Age, Milano 1998.

[57] Mario Arturo Iannaccone, le <cabale dei devoti>, Milano, 1998, p. 36.

[58] V. Packard, i persuasori occulti la psicanalisi del consumatore, Il SAGGIATORE, Sesta edizione 1978 pag. 337.

[59] Frances Stonor Saunders Chi conduce la danza? La CIA e la Guerra Fredda culturale.

[60] N. Klein, Shock Economy, Rizzoli editore, 2007, pag. 24.

[61] Enrica Perucchetti, dmt terzo occhio o inganno dello SPIRITO?  Terre Sommerse, 2013, pag. 329.

Pubblicità

~ di marcos61 su ottobre 31, 2022.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

 
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: