L’AVVENTO DELLA BESTIA
Nel capitolo 17 dell’Apocalisse viene descritto l’avvento della Bestia. Questo avvenimento avviene quando l’Ekklesia (la Chiesa) e la Polis (ovvero la civiltà) raggiungono un apice di corruzione che coincide con la massima decadenza dell’Impero. In questo momento viene evocata la figura della “prostituta Babilonia” cioè Roma ovvero l’immagine della città simbolo dell’Occidente (sintesi della Polis ed Ekklesia) che domina i popoli e regna sui Re della Terra e ha “fatto bere a tutte le nazioni il vino della sua sfrenata corruzione”. Con questa prostituta viene scritto, che hanno fornicato i Re e con essa si sono corretti. La donna descritta è dunque Roma che Giovanni in una visione la vede seduta sopra una Bestia.
Supponiamo che Giovanni fosse un veggente, da uomo religioso che viveva in empi antichi, non poteva che interpretare quello che vedeva con il suo livello di conoscenza. Facciamo un’ipotesi che il nostro veggente avesse visto l’esordio di un mondo razionale, completamente orientato al materialismo, una società che per un mistico come Giovanni non poteva apparire come una realtà minacciosa, un pericolo per i valori spirituale. Supponiamo che egli descriva questa società come un Drago. E con il linguaggio della sua epoca descriva il microchip.