LA PSICANALISI E’ UNA MAGIA NERA?

    Affermare che la psicanalisi sia una forma di magia nera potrebbe apparire bizzarro se non che tutto ciò era stato già osservato da  studiosi come René Guénon e Ivan più recentemente Ivan Ilich. Quello che deve essere sottolineato è la conseguenza implicita di una tale affermazione: lo psicanalista evoca delle forze oscure di cui non sa assolutamente nulla; peggio, se tale psicanalista crede veramente di conoscere questa realtà quando nella realtà dietro la quale c’è ben altro di quanto egli creda. Le conseguenze sono terribili, per il paziente e anche per l’analista. Forse, per l’analista ancora di più poiché alla fine della fiera, si tratta di una forma di possessore da una parte di forze che si potrebbero definire “infere”; e, se si pensa che oggi, milioni di persone in tutto il mondo che si sottopongono alla psicanalisi credendo di trovare un sollievo ai loro tormenti, mentre invece si consegnano a forze che si potrebbero definire “!occulte”, si può facilmente comprendere quale immensa minaccia questa pseudo-scienza rappresenti per la salute spirituale della società contemporanea.

   Jeane Osipovin singolare figura di filosofo e psichiatra di filosofo e psichiatra francese afferma: “(…) la limitazione che fissa il rapporto terapeuta-malato su un piano non spirituale lo trasforma in rapporto paziente-carceriere. La conduzione è evidente: non possono sussistere in questa relazione interpersonale che zone oscure, campi propizi a conflitti interminabili, estenuanti e senza via di uscita. Ciò spiega l’effetto anti-terapeutico, quasi inevitabile, per il suo stesso meccanismo, della cura psicanalista. La quale insidiosamente conduce nel corso dei mesi e degli anni a stringere, tra paziente e carceriere, uno strano rapporto sado-masochista. Il rito stesso del trattamento suscita reminiscenze di bassa cerimonia religiosa. L’officiante, suo malgrado talvolta, si fregia degli attribuiti d’una funzione quasi magica” e ancora “Abbiamo incontrato durante le nostre ricerche psico-fisiologiche, centinaia di psicanalizzati, la cui cura era per alcuni durata quattro anni, con rovina del patrimonio familiare. Nessuno si è dichiarato guarito. La magia bianca della medicina tradizionale, che sosteneva gli sforzi del paziente per guarire, è diventata magia nera”.[1]

   Osipovin dice che lo psicanalista che  per definizione rivolge le sue cure a un essere umano in stato di turbamento e debolezza, è facilmente preda di ogni sovversione dello psichismo inferiore. Inoltre, sempre secondo Osipovin, esaminare i sogni ordinari attraverso una vasta gamma di interpretazioni non può portare che a un falso simbolismo privo di contenuti sovraumani che, soli rendono autentici i sogni. In realtà, per ignoranza o incapacità di risalire alle fonti, le considerazioni psicoanalitiche dei sogni portano alla ribalta solo l’infraumano nei suoi aspetti più deteriori.

   Sempre secondo Osipovin, la sola terapia che permetterebbe alla persona che viene definita “malata mentale”, cancellando il carattere distruttivo di ciò è stato, per alla fine svolgere con decisione all’avvenire; e a questo scopo obbligarlo a operare nel presente, sarebbe adoperandosi a rivilitalirizzare l’essere che soffre, restituendogli la pace e l’equilibrio, suscitando in la speranza, eliminando pazientemente angosce, autopunizioni.  Nella sostanza si tratterebbe di condurre il paziente ad affrontare l’esistenza, che vuol dire, innanzitutto, attarlo ad operare su se stesso. Il paziente scoprirà così che il presente contiene in germe le determinazioni future.

   Nella teoria psicanalitica, lo psicanalista, che Osipovin definisce  essere un “posseduto”,  opera come uno stregone che evoca dallo psichismo inferiore le paziente le forze più basse e distruttive, con gravi pericoli per entrambi pericolo per entrambi e con la certezza di infliggergli, nel migliore dei casi delle ferite dell’anima che solo il tempo poi, parzialmente, lenire, ma non più cancellare. 


[1] http://.nwo.it/psicanalisi.html

~ di marcos61 su novembre 26, 2019.

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