LA MINACCIA DELLA SORVEGLIANZA SATTELITARE
Dal 1957 (data del lancio dello Sputnik) i satelliti sono stati usati in tutti i campi sia civili (come nel campo delle telecomunicazioni) che militari. Essi sono attualmente in grado di monitorare una persona non solo quando è in movimento su una strada, ma anche quando è al chiuso all’interno di un edificio.
I satelliti hanno delle facoltà di lavoro che possono sembrare incredibili, ad esempio:
– La lettura del pensiero di una persona.1
– Il monitoraggio delle conversazioni.
– La manipolazione di strumenti elettronici.
Mi rendo conto che è difficile da digerire che si possa effettuare la lettura del pensiero via satellite, se non si tiene conto dello sviluppo (per lo più segret0) della tecnologia satellitare.
Come bisogna tenere conto, in questa analisi, che esistono anche i satelliti “clandestini”, ovvero ufficialmente non appartenetti a entità statali o aziendali.
Nel 1998 le imprese che gestiscono i satelliti hanno guadagnato 26 miliardi dollari.
Le attività via satellite sono molteplici: trasmissioni televisive, effettuare telefonate a lunga distanza, essere informati sulla situazione meteorologica e trovare i rilevamenti geografici. Ma dietro la facciata della tecnologia satellitare vi è una vaso di Pandora di sviluppi tecnologici tenuti occulti. In effetti, se ci si pensa bene, i satelliti spia usati per scopo militare difficilmente possono avere delle ricadute civili.
L’agenzia governativa Usa maggiormente coinvolta nella tecnologia satellitare è la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) che è un braccio del Dipartimento della “Difesa” incaricata delle sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.
Dei satelliti civili si occupa la NASA, ma bisogna tenere conto che non esiste una muraglia tra usi civili e militari.
Un altro fattore da tenere conto è che né la DARPA e né la NASA costruiscono i satelliti. Sono le varie corporation che li costruiscono.
Le principali società coinvolte nel business satellitare sono:
– Lockheed.
– General Dynamics.
– RCA.
– General Electric.
– Westinghouse.
– General Electric.
– Comsat.
– Boeing.
– Hughes Aircraft.
– Rockwell International.
– Grumman Corp.
– CAE Electronics.
– Trimble Navigation.
– TRW
Si calcola che sarebbero almeno un migliaio le aziende interessate in un modo o in un altro ai satelliti. Molte sono nel settore radiotelevisivo, ci sono anche quelle che si occupano delle immagini comprese quelle che si occupano dell’osservazione della Terra via satellite.
I satelliti spia sono in funzione da parecchio tempo. Le crisi missilistica del 1962 aveva dimostrato l’utilità militare dei satelliti. Con l’avvio dell’Iniziativa di Difesa Strategica (SDI) nei primi anni ’80 da parte di Reagan il ruolo dei satelliti diventa centrale.
L’architettura del progetto SDI prevedeva una serie di piattaforme, dotate di vari tipi di sensori e armi, e sistemi d’intercettazione con base a terra: alcune piattaforme avrebbero avuto la funzione di identificare e tracciare i missili in fase di lancio, elaborare con i computer di bordo i dati per la loro intercettazione; altre, la funzione di distruggere i missili, nella prima e seconda fase, con armi a energia diretta (raggi X, fasci di particelle neutre); altre, la funzione di distruggere i veicoli di rientro, nella terza e quarta fase, con armi a energia cinetica (missili intercettori con guida terminale, lanciati da piattaforme orbitanti o da rampe a terra).
Da parte di molti scienziati e esperti di questioni strategiche, si metteva in evidenza che uno stato in possesso di uno “scudo spaziale”, anche se imperfetto, avrebbe potuto lanciare un attacco nucleare di sorpresa, sapendo che lo “scudo” sarebbe stato in grado di neutralizzare uno scoordinato colpo di rappresaglia. Inoltre, le armi ad energia cinetica, che apparivano le più fattibili per uno spiegamento a breve termine rispetto a quelle a energia diretta, avrebbero potuto essere usate per distruggere i satelliti militari dell’avversario che, “accecato”, sarebbe stato più vulnerabile in un attacco nucleare.
I circa 300 satelliti attivi, dei 170 sono militari svolgono importantissime funzioni militari e civili: tra quelle militari vi sono la raccolta di informazioni, le comunicazioni, l’allarme precoce contro un attacco ecc.2
Costituiscono quindi un sistema nevralgico di primaria importanza. Le prime armi anti-satellite (ASAT = Anti-Satellite) sono state costruite e sperimentate negli Stati Uniti nel 1959, quelle sovietiche nel 1969; da allora i programmi ASAT sono proseguiti.
Comunque l’aspetto più sinistro della sorveglianza satellitare sta, come si diceva prima, nella lettura del pensiero.
Già nel 1981 lo scrittore Harry G. Stine3 poteva scrivere che i computer hanno letto la mente umana per mezzo della possibilità dovute all’uso degli elettroencefalografia .4Ufficialmente i primi lavori in questo campo sono stati eseguiti dalla DARPA nel 1978. La magnetoencepalografia (mega)5 si è sviluppata da utilizzando sensori elettromagnetici ad alta sensibilità che possono direttamente mappare l’attività neurale del cervello anche attraverso le ossa del cranio. Le aree visive del cervello sono state mappate da Scott Barry Kaufmann dell’Università della Pennsylvania (e da altri ovviamente), questi lavori utilizzano tecniche MEG.
Nel 1992, Neesweek7 ha riferito che con potenti nuovi dispositivi che attraversano il cranio si può vedere il cervello al lavoro. Nel 1994, uno scienziato ha notato che “le tecniche di immagine attuali possono rappresentare eventi fisiologici nel cervello che accompagnano la percezione sensoriale e motoria, così come la cognizione e la parola.”9Al fine di fornire una capacità satellitare di lettura della mente, resta solo da mettere qualche tipo di EEGG-come-dispositivo su di un satellite e collegarlo con un computer che dispone di una banca dati di ricerca sulla mappatura del cervello. Si può ipotizzare che i satelliti di sorveglianza cominciarono a leggere la mente – o meglio, hanno cominciato a leggere le menti di quelli che erano i loro obiettivi – a volte nei primi anni 1990. Sembra fantascienza, ma visto gli sviluppi tecnologici di potrebbe ipotizzare che satelliti, siano in grado di leggere la mente di una persona dallo spazio.
Fanno parte della tecnologia satellitare il famigerato e brevettato Neurophone, la capacità di manipolare il comportamento che sfida ogni
descrizione. In Brave New World, Huxley ha anticipato la Neurophone. In quel
romanzo, le persone lo tenevano su di una manopola di metallo per ottenere
“effetti feely” in un orgia simulata in cui le zone erogene del visom
di sei mila spettatori nel Alhambra fornicavano con piacere quasi
intollerabile e galvanizzate. Anche se non ancora applicato al sesso, la
Neurophone – o più precisamente, un Neurophone come -strumento – è stato
adattato per l’utilizzo ai satelliti e possono alterare il comportamento in
modo subliminale la trasmissione audio, ma funziona su un principio
differente.
1] http://peacepink.ning.com/profilòes/blog/la-minaccia-scioccante-di-sorveglianza
2] Dati del 1991 tratti dal libro Tempesta del deserto di D. Bovet – M. Dinucci, edizioni ECP
3] Harry G. Stine (1928 – 1927). Scrittore scientifico e di romanzi di fantascienza (con il nome di Lee Correy).
4] L’elettroencefalografo è uno strumento che, mediante elettrodi applicati nel cuoio capelluto iene utilizzato per eseguire e registrare l’elettroencefalogramma vale a dire per rilevare i potenziali elettrici del cervello e trasformarne l’andamento temporale in una forma grafica (EEG).
5) La magnetoencepalografia o ”magnetoencefalogramma” (MEG), è nata quando il progresso tecnologico ha consentito di rilevare i debolissimi campi magnetici generati sul cranio dalle correnti elettriche connesse con l’attività della corteccia cerebrale.
Le prime misure si debbono a D. Cohen del MIT (Cambridge, Mass.), che nel 1968 evidenziò il ritmo alfa magnetico usando una potente bobina d’induzione in rame da un milione di spire. Riuscì nel tentativo mediando 2500 volte il campo indotto riferito al ritmo alfa elettrico corrispondente. Lo stesso Cohen, usando uno SQUID (v. oltre), fu in grado nel 1972 di misurare direttamente il ritmo alfa magnetico senza dover far ricorso alle medie. Nel 1978 J.R. Hughes e coll. impiegando la stessa strumentazione di Cohen, effettuarono misure dei ritmi cerebrali durante il sonno e in condizioni di patologia cerebrale, ivi compresi casi di epilessia generalizzata non convulsiva (piccolo male). I risultati furono deludenti.
Dal 1980 in poi G.B. Ricci e coll., impiegando un gradiometro a seconda derivata in ambiente extra-urbano presso l’Istituto di Elettronica dello stato solido (CNR di Roma), effettuarono con successo le prime misure in numerosi casi di epilessia generalizzata e, per la prima volta, di epilessia focale. Dimostrarono l’utilità della metodica che è in grado di evidenziare attività patologiche non evidenti nel corrispondente elettroencefalogramma (EEG), migliorandone al tempo stesso la definizione.
Seguirono poi gli studi di D.S. Barth e coll. Dell’università della California a Los Angeles per localizzare i foci epilettici nelle tre dimensioni dello spazio. Furono impiegati dapprima strumenti monocanali e successivamente a 4, a 7 e infine a 9 canali, che tuttavia non consentivano ancora misure simultanee di tutta l’attività d’interesse obbligando a una continua correlazione con il corrispondente EEG. Ne conseguiva una compromissione della definizione temporale, risolta solo recentemente grazie alla realizzazione di strumentazioni policanali a 20÷37 canali in grado di misurare simultaneamente gran parte dell’attività proveniente da un emisfero cerebrale. In corso di realizzazione sono inoltre strumenti con cento e più canali capaci di misurare simultaneamente tutta l’attività magnetica proveniente dal cervello.
L’attività della corteccia cerebrale è associata a reazioni chimiche e quindi a spostamenti di ioni che generano correnti elettriche (v. elettroencefalografia, in questa Appendice). Tali correnti inducono un campo magnetico che è perpendicolare alla loro direzione (legge di Biot e Savart). È un campo debolissimo, un miliardesimo di quello statico terrestre, che è oggi possibile misurare grazie all’evoluzione degli SQUID (Superconducting QUantum Interference Device, traducibile come “dispositivo superconduttore a interferenza quantistica”; v. superconduttività, App. IV, iii, p. 551, e in questa Appendice; josephson, Bryan David, App. IV, ii, p. 218).
Lo strumento di misura, nella sua configurazione elementare, o ”canale”, è costituito da una bobina di rilevamento collegata allo SQUID e al circuito di amplificazione (fig. 1). Il complesso bobina-SQUID può funzionare solo in condizioni di superconduttività raggiunta a temperature prossime allo zero assoluto, immergendo il tutto in elio liquido contenuto in uno speciale contenitore in vetroresina denominato dewar o criostato. Ogni canale misura una superficie corrispondente al diametro della bobina di rilevamento, che solitamente è di 1÷2 cm. Ne consegue che, per poter misurare l’attività magnetica di parte, o tutto, il cervello in maniera simultanea, bisogna disporre di apparecchiature multicanali. La fotografia in fig. 2 mostra uno strumento a 28 canali per m. realizzato presso l’Istituto di Elettronica dello stato solido del CNR di Roma. L’apparecchiatura opera in cabina schermata magneticamente; il supporto dell’apparecchiatura consente di orientare in maniera ottimale lo strumento e di avvicinarlo al cranio del soggetto in esame. Il meccanismo di spostamento è micrometrico e non produce vibrazioni. Il lettino è movibile in senso anteroposteriore e laterale.
Il MEG è il complemento magnetico dell’EEG in quanto entrambi prendono origine dagli stessi generatori nella corteccia cerebrale. Tuttavia, per le leggi della fisica, esistono sottili differenze fra le due metodiche. L’EEG e il MEG prendono origine dalle fluttuazioni del potenziale di membrana a riposo delle ramificazioni dendritiche dei neuroni corticali, che sono provocate da impulsi sinaptici, come per es. avviene per i potenziali sinaptici eccitatori e inibitori. Tali fluttuazioni provocano flussi di corrente passiva compensatrice all’interno e all’esterno della cellula nervosa. Le correnti extracellulari si diffondono nel cervello e attraversano il cranio e il cuoio capelluto, ma in tale passaggio incontrano strati con differenza d’impedenza (meningi, liquor, ecc.) che penalizzano il potenziale originario e, per quanto riguarda il cranio, variano da regione a regione. La conseguenza più evidente è una riduzione del voltaggio, che può essere tale da impedire la misura in superficie. Si verifica inoltre un effetto di sparpagliamento e di media sul potenziale originario che compromette ulteriormente la risoluzione dell’EEG. Per ovviare a questi inconvenienti si è ricorso, nello studio preoperatorio delle epilessie, a metodiche invasive e potenzialmente pericolose come l’applicazione di elettrodi alle meningi o l’infissione di elettrodi in piena massa cerebrale.
6] La Magnetoencepalografia (MEG) è una tecnica non invasiva che permette lo studio delle funzioni cerebrali mediante la registrazione dei campi magnetici generati dall’attività elettrica dei neuroni della corteccia. I risultati dello studio MEG possono essere integrati con le immagini strutturali 3D della Risonanza Magnetica (RM) per localizzare con precisione le sorgenti degli eventi di interesse (risposte evocate, anomalie epilettiformi) e ottenere una mappa spazio-temporale dettagliata.
7] Neesweek è una rivista generalista statunitense, fondata nel 1933, pubblicata a New York e diffusa in 3 milioni di copie negli Stati Uniti e 4 milioni nel resto del mondo.
[8] https://groups.google.com/forum/#!topic/italia.brescia.discussioni/0n9x0Tx35zU
9] C.S.