ROCK, SERVIZI SEGRETI E MANIPOLAZIONE

 

 

La cosiddetta “rivoluzione culturale” nell’Occidente tra gli anni ’60 e ‘70 è legata alla musica rock, ai primi grandi concerti all’aperto[1], alla diffusione di massa della droga in particolare tra la gioventù americana, che fu sapientemente pilotata dalla congiunzione di vari interessi sia da parte della CIA (programma MK-ULTRA), come da alcune case discografiche e farmaceutiche, utilizzando come cavie i partecipanti ai vari concerti.

 

Mi rendo conto che simili affermazioni possono essere ricondotte alla categoria del complottismo. Come sono ben cosciente che l’origine del complottismo sono reazionarie. Esso prese le mosse dalle teorie controrivoluzionarie dei tempi della rivoluzione francese (secondo cui sarebbe stata ispirata da un complotto massonico),[2] certamente ha fatto fiorire tante storie alcune delle quali hanno avuto un risvolto tragico quando si affermava l’esistenza di una cospirazione ebraica per il dominio del mondo, teoria diffusa attraverso la pubblicazione dei falsi protocolli di Savi di Sion fatta propria dal nazismo.

 

D’altronde non bisogna dimenticare che la popolarità di questo termine è dovuto alla CIA.

 

La CIA creò il termine “cospirazionismo” per attaccare chiunque sfidasse la narrative ufficiale, nel 1967 la CIA inviò il dispaccio che coniò il termine “teorie del complotto” indicandone i metodi per screditarle. Il testo era segnato dal termine Psych, abbreviazione che indica le operazioni psicologiche, e C.S. che sta perle unità dei servizi clandestini della CIA.[3]

Questo dispaccio fu reso pubblico nel 1976 in risposta ad una inchiesta del New York Times.[4]

Possiamo analizzare in sintesi il contenuto:

  • Sostenere che le testimonianze oculari sono inaffidabili;
  • Sostenere che la notizia è vecchia e che nel frattempo sono emerse “nuove evidenze significative”;
  • Ignorare l’argomento a meno che le discussioni siano già attive;
  • Sostenere che è irresponsabile speculare;
  • Accusare i teorici di essere di essere innamorati delle loro teorie;
  • Accusare i teorici di avere interessi finanziari nel promuovere le teorie del complotto.

La CIA creò gli argomenti per attaccare coloro che si muovevano oltre e fuori l’informazione ufficiale, spostando il dibattito dalla documentazione che raccoglievano, alle persone che rielaboravano le fonti, essendo “innamorati delle loro teorie” e “politicamente motivati”. Quindi per la CIA (come per gli altri servizi segreti), il giornalismo investigativo – soprattutto se a loro dire è ostile ai governi in carica- è al servizio di un fantomatico “nemico esterno”.

D’altronde i complotti esistono. Certamente non possono spiegare la complessità dei fenomeni, ma comunque, può certamente dispiacerti, vengono architettati.

Pensiamo al colpo di Stato cileno del 11 settembre 1973. Le multinazionali dei telefoni e del rame, la International Telegraph & Telephone Company, ITT e la Kennecott Cooper Corporation, ebbero un ruolo decisivo nella tragica fine del governo di Unidad Popular e del suo leader Salvador Allende. Senza il loro cospicuo apporto il golpe non sarebbe stato possibile.

Ritengo corretto che quando si parla di complotti, lo si deve mettere al plurale poiché, un complotto spesso e volentieri ne genera degli altri: “Complotti veri che tendono a egemonizzarlo, complotti fittizi che tendono mascherarli, complotti di segno contrario che tendono a contrastarlo”.[5]

Tornando al discorso iniziale del rapporto tra rock, diffusione di droghe e servizi segreti proviamo a chiederci come è stato possibile che un’intera generazione di giovani contestatori sia finito in fumo o riassorbita dal sistema. Nell’estate del 1967 la CIA, avviò una grande covert operation[6] – che significa operazione condotta per interferire negli affari interni anche di uno Stato estero, con il massimo grado di riservatezza e tutela, questo tipo di operazioni sono l’anticamera dell’illegalità e dell’arbitrio istituzionalizzato – dal nome significativo di Operazione CHAOS. Operazione chiusa ufficialmente nel 1974 da quel che risulta nei documenti ufficiali. Consisteva nell’infiltrare, a scopo di provocazione, propri agenti o fiduciari all’interno di gruppi, associazioni e partiti dell’estrema sinistra estraparlamentare in Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Repubblica Federale tedesca. Faceva parte di quest’operazione, con lo scopo di depotenziare il movimento.  La diffusione di droghe sintetiche. In Italia si ebbe una versione locale con l’Operazione Blue Moon[7] attuata dai servizi USA e da strutture che facevano capo alle rappresentanze ufficiali di questo paese in Italia.  Il governo USA fece un uso massiccio dell’LSD per fare deragliare il movimento di protesta.[8] Ci fu il sostegno al movimento hippy che potrebbe essere definito una vera e propria arma di distrazione di massa. La determinazione del governo USA nell’uso dell’LSD traspare in un documento della CIA del 4 settembre 1970 nel quale, a fronte dell’impressionante estensione della protesta giovanile per la guerra del Vietnam, il Dipartimento della “Difesa” suggeriva nuovi metodi di contenimento della violenza politica, che avessero lo scopo di demoralizzare e rendere temporaneamente incapaci gli avversari con la diffusione delle droghe psicotrope. Allo stesso tempo, i giornalisti vicini agli ambienti agli ambienti dei servizi diffondevano nella società americana la convinzione che il dissenso giovanile e la contrarietà alla guerra in Vietnam nascessero da giovani menti alterate dall’LSD, danni cromosomici di quella droga, proveniva da una devianza genetica.[9]

Per quanto riguarda il programma MK-ULTRA, se ne seppe ufficialmente nel 1977 quando grazie alla legge sulla libertà di informazione, furono derubricati alcuni documenti che testimoniavano la partecipazione diretta della CIA al programma MK-ULTRA.

Il progetto fu portato all’attenzione dell’opinione pubblica per la prima volta dal Congresso degli Stati Uniti e da una commissione chiamata Rockefeller Commission. Tale commissione pubblicò un documento che recitava: “Il direttore della CIA ha rivelato che oltre 30 tra università e altre istituzioni sono coinvolte in un programma intensivo di test che prevede l’uso di droghe su cittadini non consenzienti appartenenti a tutti i livelli sociali, alti e bassi, nativi americani e stranieri. Molti di questi test prevedono la somministrazione di LSD. Almeno una morte, quella del Dr. Olson, è attribuibile a queste attività[10]

Nel 1964 questo programma fu rinominato MKSEARCH in quanto si stava specializzando nella creazione del cosiddetto siero della verità. Dato che la grande maggioranza dei documenti riguardanti MK-ULTRA sono stati distrutti è praticamente impossibile poter ricostruire tutte le attività svolte nell’ambito di questo programma.

Oggigiorno, le tecniche di controllo mentale delle masse, si possono definire in maniera approssimativa in due tipi: attive e passive. Nelle attive possiamo metterci tutte quelle tecniche di marketing culturale che, attraverso i media, tendono a cambiare o modificare la percezione del mondo, dell’altro o di se stessi, pur rimanendo il soggetto fondamentalmente libero di accettare o meno i messaggi veicolati.

Un esempio di controllo mentale di massa è la disinformazione per scopi politici o militari. In questo senso il caso dell’Iraq è sotto gli occhi di tutti! Si dovettero inventare delle prove dell’esistenza di “armi di distruzione di massa”, che poi come ormai è noto, risultarono false, pur di giustificare di fronte all’opinione pubblica internazionale la guerra conto l’Iraq. Per ciò che invece riguarda il controllo mentale passivo, qui il soggetto non è più libero di “scegliere”! tipi di controllo mentale passivo sono esempio i messaggi subliminali oppure l’utilizzo di vere e proprie armi (pensiamo solamente a quelle che usano l’elettromagnetismo).

MUSICA ROCK, DROGHE E MANIPOLAZIONE

   L’anno 1967 segnò una significante intensificazione nella guerra non dichiarata contro il movimento di opposizione giovanile alla guerra e al sistema. Quell’anno vide l’inizio dei concerti di massa dal vivo. Nei due anni successivi, oltre quattro milioni di giovani si recarono a quasi una dozzina di questi festival, divenendo le vittime di questo programma su larga scala per la sperimentazione di sostanza stupefacenti. Droghe allucinogene che distruggono la mente come il PCP[11],  l’STP[12], e LSD[13] vennero liberamente distribuite durante questi concerti. I partecipanti quando in seguito sarebbero tornati alle loro abitazioni divennero molti di loro una sorta di messaggeri e promotori della nuovo cultura della droga, o se si preferisce di quella che venne chiamata la “Nuova Era”.[14]

Il festival rock, The First Annual Monterey International Pop Festival, registrò la presenza di oltre 100.000 giovani. Il vero scopo del Monterey Pop era la diffusione più estesa possibile di un nuovo tipo di droghe, classificate con il nome di psichedeliche o allucinogene, come l’LSD. A Monterey, migliaia di adolescenti vennero iniziati alle nuove droghe allucinogene. La prima sperimentazione dell’LSD cominciò all’inizio degli anni ‘60 nella sezione Haigtht-Ashbury di San Francisco. Parte del progetto prevedeva la distribuzione di oltre 5.000 compresse attraverso una nota comune conosciuta con il nome di «Ken Kesey’s Merry Pranksters».

 

La manifestazione era prevista nel Golden Gate Park dell’Haight Ashbury, il quartiere di San Francisco che all’epoca influenzava maggiormente il movimento contro la guerra. L’ Haight Ashbury era il luogo in cui si svolgeva gran parte dell’organizzazione politica del movimento contro la guerra. Era anche il luogo di ritrovo degli hippies. Il luogo dove la sinistra radicale s’incontrava con la “controcultura” giovanile. L’operazione, ere perciò importante e la manifestazione fu organizzata nei dettagli. Il giorno della manifestazione giovanile 25.000 persone convergono nella Bay Area. Nella Bay Area c’erano allora sole, musica, talismani, incenso…e marijuana e LSD a fiumi.

 

Tra i numerosi oratori vi erano personaggi come Leary e Rubin, un ricercatore di Berkeley convertitosi all’uso dell’acido. Uno dei più importanti oratori era Leary. Leary che descrisse l’evento come il primo grande evento del “nuovo mondo”. In questo “mondo nuovo” l’unica libertà importante sarebbe cominciata “dal di dentro”. Questa “libertà” poteva essere offerta dalla psichedelica. Nella primavera del 1967 in una nuova manifestazione Leary espresse il concetto in maniera più chiara: “La scelta è tra l’essere religiosi e l’essere ribelli. Non votate! Non fate politica! Non fate petizioni! Non c’è niente che si possa fare politicamente per l’America. Secondo Leary (scrivono Lee e Shlain) non c’era reale differenza tra comunismo e capitalismo. Ronald Reagan e Fidel Castro competevano entrambi per il potere politico. Ed egualmente in competizione erano i giovani della sinistra radicale, che lui denigrava definendoli “giovani uomini con il cervello in menopausa”. Leary denigrava ogni azione che non fosse un tentativo di espandere la coscienza dei robot. “Non bisognerebbe permettere alla gente di parlare di politica”.[15]

 

Accanto ai richiami contro la politica (che costituiscono anch’essi una politica) Leary organizzò la distribuzione di qualcosa come trecentomila dosi di LSD da 305 milligrammi in 48 ore ai giovani della Bay Area per vedere che effetto aveva sul comportamento della giovane sinistra. E a furia di LSD e dichiarazioni apolitiche, questa droga contribuì a produrre quella generazione dei figli dei fiori, giovani bianchi della classe media con i fiori tra i capelli che praticavano un credo fatto di rinuncia ai beni materiali per una vita in comunità isolate do costruire un mondo “nuovo”. L’influenza del movimento dei “figli dei fiori” diventò via via internazionale, amplificata da vere e proprie campagne pubblicitarie volte a socializzare la positività dell’evasione deviata. Non fu lasciata cadere neanche la possibilità di manipolare in tal senso il “messaggio” della musica rock, di un Jimmy Hendrix o di una Janis Joplin.  L’esaltazione propagandistica del LSD passava allora attraverso i canali istituzionali in modo del tutto evidente: era il tentativo di trasformare un’intera generazione di contestatori in un gruppo disorganizzato di sognatori,[16] di svuotare di ogni contenuto le loro rivendicazioni esaltandone invece le forme, di esaltare un nuovo ordine basato sulla libera circolazione delle droghe leggere, sulla liberalizzazione del sesso e sulla pace interiore indotta dalle sostanze psicotrope.

 

Una delle spinte che animarono la protesta e l’attivismo politico di tanti giovani, soprattutto studenti, era la ricerca di un’autenticità nei rapporti umani e tra gli esseri umani e la scoperta che questo tipo di rapporti sono in contraddizione con la natura del capitalismo avanzato (ovvero del capitalismo nella sua fase imperialista), con il suo uso “razionale” e disumano della tecnologia. In una fase iniziale, anche per effetto del disastro storico derivato dal revisionismo e riformismo della sinistra “ufficiale” negli Stati Uniti, tale reazione non poteva che assumere forme ingenue. Essa cercò e trovò nel consumo delle droghe cosiddette leggere, come anche nell’arte (ad esempio la musica del rock) a esse congiunta, una via per superare le barriere stabilite dalla società capitalista tra gli individui e dentro gli stessi individui, per favorire l’avvicinamento comunitario tra i giovani. Poteva essere l’inizio verso una più matura attività politica di opposizione fondata sullo studio e la comprensione del meccanismo sociale e istituzionale capitalistico e sulla lotta collettiva contro di esso. Questo accadde effettivamente, a partire dalla fine degli anni ’60, per un settore minoritario del movimento di contestazione che tentò di collegarsi, anche attraverso il contatto con le iniziative dei militari inviati o desinati in Vietnam e con quei gruppi radicali del movimento afroamericano, con la condizione operaia. Nel magma di iniziative e ideologie del movimento di contestazione, però un dato atteggiamento verso le droghe “leggere” era anche suscettibile di essere il fulcro su cui potevano far leva tutte le politiche desiderose di impedire un simile sviluppo. Fu proprio quello che accade, anche per effetto dell’intervento in campo degli stupefacenti dei servizi statunitensi. Che non si limitarono alla diffusione delle droghe psichedeliche nelle piazze, nelle università, nei raduni per i concerti e i meeting culturali e politici. Mentre con una mano spacciavano LSD, con l’altra facevano arrivare fiumi di eroina e di anfetamine tra i giovani proletari in divisa inviati in Vietnam in modo di “aiuti” a continuare lo sporco lavoro a cui essi erano sempre più riottosi.

Torniamo adesso ai concerti e alle loro conseguenze di chi vi aveva partecipato. Essi furono un oggetto di studio ravvicinato degli effetti collaterali di questa droga. Ken Kesey, un sedicente «poeta» già condannato per droga, divenne famoso perché girovagava su e giù per la California con la sua comune – i Merry Pranksters (allegri burloni) – a bordo di un autobus interamente dipinto distribuendo LSD mescolata Ad un’altra sostanza per non destare sospetti nel consumatore. L’effetto prodotto dall’LSD sul consumatore è di farlo diventare psicotico ed incapace di distinguere la realtà dalle allucinazioni indotte dalla droga. A causa di questa psicosi – detta anche «bad trip» («cattivo viaggio») – molti si suicidarono. Se poi un individuo assume LSD senza esserne a conoscenza, le capacità della droga di produrre allucinazioni vengono amplificate, e di solito causano nella vittima un danno cerebrale permanente.

L’organizzatore del festival pop di Monterey fu John Phillips, un membro del quartetto rock Mamas & Papas. Phillips, come più avanti vedremo, era uno spacciatore di droga fortemente legato alla rete di satanisti che facevano capo a Charles Manson e al regista Roman Polanski. Phillips nominò un consiglio di amministrazione per promuovere e finanziare il concerto. Si presume che dietro a ai membri del consiglio si muovevano alcune spie. Il consiglio comprendeva Andrew Oldham (il manager dei Rolling Stones), il leader degli Stones Mick Jagger, il beattle Paul McCartney, e l’amico di Phillips e noto produttore discografico Terry Melcher, figlio dell’attrice Doris Day. Il concerto, che prevedeva l’allestimento di un enorme ed innovativo impianto di amplificazione per esterni, venne condotto da Phillips.

Per la prima volta, un pubblico americano assistette all’esibizione di gruppi inglesi così apertamente demoniaci come The Who e Jimi Hendrix. Alla fine del loro spettacolo, il gruppo The Who, in preda alla frenesia causata dalla droga, distrusse tutte le chitarre, gli amplificatori e la batteria. Sul palcoscenico Hendrix simulò la masturbazione con la sua chitarra, suonando ad un livello di volume tale da danneggiare l’udito dei presenti. Il consumo di droga fu massiccio e aperto. Lo scrittore Robert Santelli, nel suo libro Aquarius Rising «L’Acquario nascente»), scrive: “A Monterey c’era LSD in abbondanza. Pasticche di “Monterey Purple” vennero letteralmente distribuite a chiunque volesse sperimentarne un po’”[17]. La polizia non operò arresti, creando così un precedente per i futuri concerti dal vivo.

In realtà, tutto faceva parte di un disegno più vasto. Come si diceva prima questo piano era collegato a MK-ULTRA, e prevedeva il coinvolgimento dei satanisti legati a Phillips, oltre ad agenti come Ken Kesey e Timothy Leary (1920-1996). Il piano era di trasformare la vicina San Francisco in una riserva di caccia, reclutando in massa e pervertendo la gioventù fuggita di casa. Anni prima, Phillips aveva scritto la musica di una canzone intitolata San Francisco, che aveva venduto qualcosa come 5 milioni di dischi. Il brano invitava la gioventù di tutto il Paese a recarsi a San Francisco, “with flowers in their hair” (con i fiori tra i capelli). Esso divenne il grido di guerra di decine di migliaia di giovani che invasero San Francisco nell’estate del 1968 per unirsi al neonato movimento «hippie», detto impropriamente «summer of love» («estate dell’amore»). Alcuni di questi giovani divennero le prede per i sollazzi di Charles Manson, che scelse le persone da reclutare nella sua setta esclusivamente tra i giovani scappati di casa.

 

L’ERA DELL’ACQUARIO

 

Il più grande concerto dopo Monterey Pop, il Woodstock Music and Art Fair, sarebbe stato ciò che la rivista Time celebrò come un “Aquarian Festival” (festival dell’dell’Acquario) e come il “grande evento della Storia”.[18]  Il termine “acquariano” era stato sculto attentamente. L’inizio dell’Era dell’Acquario sottintende che era finita la “L’era dei Pesci”, quella dei Gesù Cristo, è giunta al termine.

A Woodstock, una piccola cittadella situata nei dintorni di New York, quasi mezzo milione di giovani si radunò in una fattoria per drogarsi e lavarsi il cervello. Le vittime vennero isolate, immerse nel sudiciume, ingozzate di droghe psichedeliche e tenute sveglie per tre giorni interi, e tutto questo con la complicità dell’FBI e degli altri agenti governativi. La sicurezza per il concerto era stata affidata ad un hippie addestrato nella distribuzione di massa di LSD. Woodstock fu una trovata di Artie Kornfeld, il direttore della Contemporary Projects Division, una sezione della Capitol Record. Il finanziamento originale proveniva da uno degli eredi di una grande compagnia farmaceutica con sede in Pennsylvania, un certo John Roberts, e da altri due Partners. La droga psichedelica LSD era stata sintetizzata per la prima volta da un’altra prestigiosa casa farmaceutica situata in Svizzera: i Laboratori Sandoz.[19]

Joel Rosenmann, uno dei tre Partners, descrive in questi termini la situazione pochi giorni dopo prima dell’evento: “Cibo ed acqua avrebbero evidentemente scarseggiato, i servizi igienici sarebbero stati assolutamente insufficienti, ma la droga sarebbe stata sovrabbondante. Tuttavia, l’aspetto peggiore era costituito dal fatto che non era possibile garantire a chi lo desiderasse la possibilità di andarsene”. [20] Sedere sui propri escrementi faceva parte del piano, come scrisse scherzosamente John Roberts: “Distribuiremo banane all’entrata per accontentare i nostri clienti abituali”. Una comune di hippies denominata “Hog Farm” (allevamento di maiali) ebbe un ruolo speciale a Woodstock. Essa era alle dipendenze di un tale soprannominato “Wavy Gravy” (salsa ondeggiante) il cui vero nome era Hugh Romney, che era stato uno dei primi membri che avevano partecipato all’operazione MK-Ultra di Ken Kesey, alla comune Werry Pranksters[21]. Comuni come la “Hog Farm” erano situate nelle zone più remote della California e servirono come terreno fertile per le sette sataniche e affini.

I membri di queste comuni cambiavano continuamente spostandosi in altre comuni e costituivano il terreno di reclutamento per The Process Church e per personaggi come Manson. Una hippie della “Hog Farm”, Diane Lake, era anche un membro della Family di Manson al tempo del massacro di Sharon Tate e dei suoi ospiti. Il 14 agosto, un giorno prima della prevista apertura, l’intero servizio di sicurezza del festival, che comprendeva 350 agenti fuori servizio della città di New York, se ne andò. Un portavoce della polizia di New York sostenne che non era mai stato fatto alcun accordo ufficiale con le forze dell’ordine della città, un’affermazione che gli organizzatori del festival smentirono in modo veemente. In un articolo apparso sul New York Times, il 15 agosto 1969, il responsabile per la sicurezza di Woodstock intervistato disse: “Attualmente qui non c’è più nessuna sicurezza. Sono senza parole. Stiamo per assistere al più grande raduno di ragazzi che si sia mai verificato in questo Paese senza alcuna protezione da parte della polizia”. Com’era dunque prevedibile, il servizio di sicurezza venne affidato alla comune “Hog Farm”.

 

Il finanziatore e direttore di Woodstock John Roberts ammise apertamente di essere perfettamente consapevole del collegamento esistente tra la “Hog Farm” e la distribuzione della droga. Egli scrisse: «Il loro compenso comprendeva unicamente le spese di andata e ritorno dal Festival. Si trattava di una forza di pace che guardava, parlava ed annusava – per così dire – la folla cercando di apparire allo stesso tempo come altamente credibili ed estremamente efficaci; ma, soprattutto, essi erano esperti in fatto di droga, riconoscendo un buon acido da uno cattivo, i buoni “trip” da quelli scadenti, i buoni farmaci dal veleno, ecc.». In quel periodo, la “Hog farm” viveva sulle montagne del New Mexico. Roberts noleggiò un Boeing 727, al prezzo di 17.000 dollari, e trasportò 100 di essi a New York.

 

Per sgombrare da ostacoli la parte finale del percorso del progetto, che prevedeva l’intossicazione da droga di mezzo milione di giovani, il Procuratore Distrettuale della zona in cui doveva avvenire il concerto si accordò privatamente con gli organizzatori assicurando che non ci sarebbero stati né arresti, né querele per le violazioni delle leggi sulla droga. Scrive Roberts: “Il Procuratore Distrettuale […] si accorse ben presto che molti dei nostri “clienti” stavano facendo consumo di droghe illegali, ma si avvide anche del fatto che tale consumo sarebbe stato l’ultimo dei problemi che avremmo dovuto affrontare in quel fine settimana. Egli perciò ci agevolò volentieri e fu molto comprensivo per tutta la durata del concerto”. Roberts scrive anche che si incontrò continuamente con gli agenti dell’FBI fino al giorno prima dell’inizio del concerto, ed ebbe la loro piena collaborazione.

 

HA INIZIO L’ESPERIMENTO

 

Due giorni prima dell’inizio del concerto, 50.000 ragazzi erano già arrivati a Woodstock. La droga cominciò a circolare immediatamente. Molte persone avevano portato con sé i loro bambini, e anch’essi – scrive Roberts – vennero drogati. Sempre Roberts narra che nel vicino White Lake “i bimbetti nuotavano nudi, fumavano l’erba ed erano presi dalla musica”. Un sondaggio condotto al festival dal New York Times rivelò che il 99% dei partecipanti fumava marijuana. I vice dello sceriffo locale, totalmente incapaci di fare fronte a quella situazione, raccontarono in seguito che nessuno degli arresti effettuati venne fatto per l’uso di droga.

 

Il New York Times del 17 agosto riportò questa frase di un deputato: “Se li avessimo arrestati, non sarebbero bastate nemmeno le prigioni di Sullivan e delle tre vicine contee”. L’uso di marijuana non fu la cosa peggiore. Seguendo il disegno originale del progetto MK-Ultra, iniziò la distribuzione massiccia di LSD, in gran parte diluita nella Coca-Cola, come i Pranksters di Kesey avevano fatto cinque anni prima. Roberts racconta in tono scherzoso il seguente fatto: “Ad un poliziotto particolarmente irritante […] fu data da bere della Coca Cola corretta con LSD mentre dirigeva il traffico. Dopo un po’ di tempo, tutte le automobili della zona erano aggrovigliate in un ingorgo gigantesco. Alla fine lo portarono via”. Nei tre giorni successivi, il quasi mezzo milione di giovani che arrivarono furono sottoposti ad un incessante bombardamento di droga e di musica rock. A causa delle piogge torrenziali che si abbatterono, essi furono costretti ad affondare nel fango fino al ginocchio. Non c’era modo né di ripararsi né di andarsene via. Le macchine erano rimaste parcheggiate ad una distanza di circa 14 chilometri.

 

Scrive Rosenmann che la chiave dell’esperimento di Woodstock fu nel far sì che “i musicisti suonassero giorno e notte […] e nel tenere i ragazzi come paralizzati”. Secondo le autorità mediche, nelle prime 24 ore, oltre 300 persone si sentirono male. La diagnosi fu chiara: avevano avuto dei “cattivi viaggi” da LSD. Nel giro di poche ore, migliaia di giovani li avrebbero seguiti. Il 17 agosto, il New York Times riportò la seguente notizia: “Questa notte, un annunciatore del festival avvertì dal palcoscenico che una partita di acido malamente confezionato” era finita in circolazione. Egli aggiunse: “Non state prendendo dell’acido avvelenato. L’acido non è veleno. Si tratta solamente di acido non preparato correttamente. Non state per morire. Sappiate dunque che se pensate di aver preso del veleno, ciò non corrisponde al vero. Ma se avete paura di sentirvi male prendete solo metà pasticca”. Questo consiglio (prendete solo metà pasticca), fornito a quasi 500.000 persone, fu dato nientemeno che dall’agente “Wavy Gravy”. A causa della crescente emergenza medica, fu necessario richiedere l’intervento del personale medico della vicina New York. Oltre 50 tra medici e infermieri arrivarono in aereo. Alla fine del concerto di Woodstock si parlò di 5.000 casi di persone che avevano dovuto ricorrere a cure mediche.

 

SETTE E SERVIZI SEGRETI

 

Per affrontare l’argomento del rapporto tra sette e servizi segreti possiamo prendere come esempio uno dei casi che è diventato famosi quello di Manson e della sua Family.

Dopo il suo arresto nell’ottobre del 1969, ci fu una serie di omicidi, di suicidi e di fortuiti incidenti di testimoni appartenenti alla Family, o amici di adepti della Family. Tutto questo segue un programma ben noto in certi particolari di omicidi coperti (lo stesso modus operandi di quello che è avvenuto in Italia con la vicenda del cosiddetto “Mostro di Firenze”, dove ci fu, come si è visto, una scia di morti molto sospette tra le persone coinvolte). Magicamente chi può testimoniare si uccide o ha un provvidenziale incidente.

Nell’agosto del ’69 Manson e la Family si trasferirono definitivamente nella Death Valley, recidendo così ogni rapporto con la “civiltà”. Manson prepara così i suoi alla sua delirante profezia: i negri d’America faranno una rivoluzione, rovesceranno il governo e solo loro, la Family, saprà fronteggiare come ultimo baluardo bianco contro” l’infernale razza negra”.

Nel deserto oltre i 40 gradi, nella solitudine assoluta, Manson può finire il suo lavoro di controllo mentale degli adepti, in maggioranza donne. Quando queste entrano nella Family sono spogliate e valutate da Manson (certe sette sembrano il rifugio per vecchi maiali). Poi le adepte subiscono attraverso il dominio sessuale, quella completa perdita di volontà che le renderà docili esecutrici della volontà unica di Manson, dell’Anima, come si faceva chiamare. Ai pasti mangiano prima degli uomini, poi le donne, ma prima devono offrire il pasto ai cani, e poi hanno il permesso di mangiare gli avanzi degli animali. Nelle baracche della Family e tra le dune del deserto le donne devono starsene nude, al massimo con le mutandine, docili, ad un ordine di Manson, accoppiarsi con uno o più uomini, anche sconosciuti. Devono praticare la fellatio su ordinazione non solo sui membri maschili della Family, ma anche sui cani. Quest’uso del sesso come iniziazione alla completa sottomissione e umiliazione, uscendo anche dai limiti dell’umano con il rapporto animale, distrugge la dignità e scardina l’identità, cui sarà sostituita una nuova: quella di macchine pronte a eseguire i propositi criminali di Manson.

Ma questo controllo sulla volontà avveniva anche sugli uomini. Quando fu interrogato Tex Watson, esecutore degli omicidi Tate-LaBianca, gli inquirenti verificarono che l’uomo sembrava aver perso il 30% delle sue possibilità mentali, come se qualcosa avesse mangiato parte del suo cervello. Inoltre, sia al momento dell’arresto che in carcere, tutte le adepte sembravano, collegate tra loro da una volontà unica: erano allegre, improvvisavano spogliarelli, urinavano davanti ai poliziotti, si tenevano mano nella mano in circo salmodiando misteriose litanie come seguendo gli ordini di Manson che sussurrava nella sua cella delle parole incomprensibili. Invece quando le donne si trovavano isolate nelle loro rispettive celle, cadevano in una specie di abulia.

C’è da chiedersi dove Manson, un marginale che ha passato buona parte della sua vita nelle patrie galere, abbia appreso simili tecniche di controllo mentale. Ed Sanders, nel suo libro su questo caso pubblicato nel 1971, accenna in poche righe di quanto si dovrebbe investigare per capire gli omicidi della Family in certe tecniche di controllo mentale. Si era nel 1971, e non erano stati resi pubblici i documenti del progetto di controllo mentale della CIA denominato MK-ULTRA.[22]

Una risposta a questo interrogativo lo diede Carol Greene che nel suo libro del 1992 Mirder aus der Retorte: Der Fall Charles Manson (Omicidi di Laboratorio: il caso Charles Manson), che Manson prima degli omicidi era un “soggetto di ricerca” da parte del Narional Institut of Mental Healt (NIMH), un centro fondato dallo psichiatra Felix che era anche il boss di Isbell, un autentico criminale che conduceva barbarici preso il Centro Ricerche Tossicodipendenze di Lexington, Kentucky. Questi esperimenti riguardavano LSD e una grande varietà di altri allucinogeni e veleni esotici. In un caso sette prigionieri furono mantenuti in stato allucinatorio da LSD per ben 77 giorni consecutivi. La tortura che si svolgeva a Lexington seguiva lo schema sviluppato da quell’altro criminale che portava il nome di Cameron a Montreal: sonno indotto da un farmaco, che viene interrotto da shock elettroconvulsivi, i soggetti collaborativi venivano premiati con buchi di eroina o qualsiasi droga gradissero.

Torniamo a Manson, egli fu scarcerato da una prigione della California nel marzo del 1967. Per legge, gli fu prescritto di presentarsi regolarmente ai colloqui con l’ufficiale per la libertà vigilata, il signor Roger Smith, che era stazionato c/o la Clinica Medica Haigtht-Ashbury di San Francisco. Questa clinica era frutto di un progetto del NIMH, che aveva lo scopo di studiare – e, di fatto, supervisionare – la prima tossicodipendenza su larga scala degli adolescenti bianchi, migliaia dei quali erano clienti della clinica. Il direttore della clinica, David E. Smith era anche l’editore del Journal il Psychedelic Drugs, nonché un emittente sostenitore della legalizzazione dei narcotici. Egli era incaricato di investigare gli effetti che i vari tipi di droghe avevano sui tossicomani seguiti dalla clinica NIMH: in sostanza doveva portare avanti uno studio comportamentale sui bambini delle comuni. Egli era un esperto nell’allevamento di personaggi violenti e antisociali nell’ambiente delle comuni hippy o delle sette.

Roger Smith seguì i percorsi di Manson anche dopo aver cessato di essere il suo ufficiale per la libertà vigilata, come consulente e osservatore dell’uomo che andava gradatamente impazzendo (ma forse sarebbe meglio dire che ci fu l’induzione all’impazzimento), nel frattempo Manson si affiliò a The Process, un curioso e teologicamente originale gruppo para-satanista fondato da due ex membri di Scientology (egli aveva già frequentato le150 ore di Scientology nel corso di un Criminon – il programma di recupero e indottrinamento per carcerati organizzato dalla “chiesa” di Ron Hubbard – gli danno diritto ad accedere agli eventi ed ai parties organizzati dalla setta fra Los Angeles e San Francisco allo scopo di irretire le stars di Hollywood nei famosi Celebrity Centers).[23]

Non è ancora chiaro quando Manson si affiliò a The Process, ma secondo alcuni rapporti secondo cui fu nell’estate del 1967. I fondatori della setta avevano stabilito il loro quartiere generane negli USA a due isolati dal luogo, dove viveva Manson e reclutava tra i figli dei fiori.

Persone che hanno avuto a che fare con questa setta, sono state implicate in omicidi. Non solo Manson ma anche David Berkowitz, che fu condannato per gli omicidi seriali, “Son of Sam” di New York.

Perché ritengo importante il collegamento sette e controllo mentale? Si commette l’errore spesso di ridurre gli strumenti e le tecniche per controllare la mente all’uso di mezzi tecnologicamente avanzati oppure a tecniche invasive; come l’elettroshock, l’uso pesante di LSD, la deprivazione sensoriale, le percorse, la tortura, l’uso di messaggi diffusi da altoparlanti alle cavie chiuse in isolamento, elettrodi impianti nel corpo o chip. Ebbene Manson era riuscito ad avere il controllo totale su più di una trentina di persone, senza l’uso di macchinari tecnologici o particolari tecniche invasive. Se, invece, si prendesse la briga di andare a vedere in molta letteratura esoterica e occultista, si vedrebbe che simili pratiche di controllo mentale vi sono descritte, seppure sono di difficile decifrazione. È quasi certo che molti di questi testi non sono mai stati pubblicati o se lo sono la circolazione è limitata in determinati e ristretti ambiti iniziatici.

Si potrebbe formulare l’ipotesi che quello che si sa del progetto MK-ULTRA sia una sorta di informazione-disinformazione. Potrebbe essere stato messo in giro proprio dalla CIA e da altri organi occulti, per nascondere certe notizie, per far credere che per il controllo mentale servono costosissime tecniche, che hanno bisogno l’ausilio di complicati macchinari, della partecipazione di decine di scienziati, di Università), nascondendo tecniche meno appariscenti, ma più efficaci.

Manson e il suo lavoro sulle adepte della Family lo starebbe a dimostrare.

Se si analizza la struttura sociale delle comuni hippy degli anni ’60, vediamo che il fulcro è sempre un leader. Come nel mondo da cui si vuole fuggire, anche nella comune (da non confondere con la Comune di Parigi e le altre comuni rivoluzionarie) anche in queste comuni si ricrearono gli stessi meccanismi, ma nel caso della comune, il leader non è colui che deve soffocare la libertà dei suoi adepti, come avviene nella società “civile” (ma sarebbe meglio specificare nella società divisa in classi sociali), al contrario, la deve liberare. E proprio quest’accezione, il leader assume la valenza di Totem, come si faceva chiamare Manson, l’Anima. Ogni anima di un adepto avido di conoscenza e limitata vede in questa luce dell’Anima una strada da seguire, una via che la può liberare dalla sua prigionia, dalla paura. Di fronte ad un simile afflato della psiche, un condizionamento mentale non è cosa poi così difficile.

Ci sono esempi lampanti di tutto questo in religioni riconosciute, programmi televisivi, cinema e di esempi se ne potrebbero farne tanti.

Ci sono ricercatori che hanno avanzato l’ipotesi che il funzionamento del cervello umano sia una specie di ipnosi, che entri in questo stato ipnotico auto indotto nel momento della ricerca di una soluzione ad un problema: la mente per funzionare deve cadere in uno stato ossessivo, quindi ipnotico, e si giunge ad affermare che la stessa struttura del cervello è proprio nella ripetività delle onde cerebrali del digramma dell’encefalogramma. È proprio quel meccanismo dell’eguale che si ripete che regolerebbe il funzionamento della mente stessa.

Questa tesi porterebbe alla conclusione che il controllo della volontà è insito nella mente stessa, e proprio per far funzionare il cervello al meglio, lo stesso individuo domina il suo stesso cervello, lo ipnotizzerebbe.

Non sono in grado di dire se queste teorie siano vere o false, resta il fatto che chi stava portando avanti il progetto di controllo della mente, invece di costringere delle cavie a subire trattamenti criminali come faceva Cameron, oppure coinvolgerne l’altro con l’inganno, avrebbero potuto semplicemente farsi un giro nelle strade della California degli anni ’60 dove avrebbero trovato molti individui disposti a sottoporsi ad esperimenti con gli acidi, oppure ad entrare a far parte di sette religiose, dove il controllo della mente è più semplice e in un certo senso “pulito”. E solo in seguito si sarebbero potuto usare certe tecniche più invasive, farle accettare non sarebbe stato difficile, la scusa era il progresso dell’individuo stesso, e gli adepti di tante sette ci si sarebbero sottoposti di propria volontà.

La legge degli Stati Uniti sulla divulgazione di documenti segreti del governo dopo un periodo d’anni, la Freedom of Information Act (FOIA), ha un po’ l’aspetto di un bluff nella sostanza, in quanto se un segreto lo è ancora attualmente, come nel caso dell’MK-ULTRA, allora è facile prima della divulgazione fa scomparire i documenti (come è successo per il progetto MK-ULTRA), oppure se vengono pubblicati, le ipotesi sono due: o i documenti non sono più pericolosi, oppure si divulgano per disinformare sotto la copertura di aver rivelato una verità segreta.

In sostanza in un determinato periodo per nascondere meglio le attività sul controllo mentale, i servizi s’infiltrano nei vari culti settari. Uno di questi è sicuramente l’OTO fondato da Crowley. Nel 1925 si era frantumato, un gruppo seguì Crowley, un altro conservò la sua indipendenza, un altro ancora si organizzò nella Fraternitas Saturni, che sopravvisse alla guerra ed esiste ancora oggi.

 

ESISTE UN LIVELLO OSCURO?

 

Tutto quello che si è descritto sopra, per vedere se c’è una traccia che accomuni i vari soggetti; trafficanti di droga, spacciatori, editori, servizi segreti.

Seguendo questa pista (ben celata dalle omertà di Stato) ci consentirebbe la comprensione delle interconnessioni occulte: essa potrebbe essere la chiave d’accesso a quello che si potrebbe definire i livelli oscuri del potere, al centro direttivo delle componenti bancarie, finanziarie e politiche internazionali che gestiscono (al di là delle apparenze) il potere in un contesto soprastatale, ma sarebbe meglio dire tentano di gestirlo e di condizionarlo secondo i propri criteri. Questo è il livello che non può essere scoperto, perché dietro di esso si celano solo i nomi e gli interessi dei poteri diretti dello Stato: la chiave a cui nessun profano è consentito ad avere.

L’individuazione di queste componenti presenta ovviamente estreme difficoltà.

Analizzando le diverse componenti, consente comunque alcuni possibili sviluppi logici.

Se prendiamo come esempio la mafia siciliana, vediamo che l’organo dirigente stata la Commissione, che ebbe per un certo periodo tra gli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 nella posizione di preminenza come capo assoluto Salvatore Riina.

Questa identificazione, a essere precisi, attiene a quello che è il braccio armato dell’organizzazione.

Passando all’esame delle altre componenti quelle del massimo livello non si potrebbe tentare una medesima operazione di ricerca?

Proviamo a domandarci: la componente reale, nella politica dei governi, è forse quella che si palesa nei patti politici, negli atti ufficiali, nei trattati internazionali, ove vengono siglate alleanze, accordi di non proliferazione nucleare, embarghi? Oppure va ricercata in quelle altre condotte segretamente conosciute solo al massimo livello decisionale: forniture di armi ad un paese formalmente nemico partecipazione azionarie in società sconosciute o in banche estere, atti d’interferenza nella vita di altri paesi o di altre persone?

Di esempi ce ne sono tanti: dai molteplici rapporti tra l’Italia e la Libia di Gheddafi, dalle forniture militari degli USA all’Iran e all’Iraq ecc. E in questo contesto che sono state messe in atto tutta una serie di coperture per fatti politicamente rilevanti: segreti di Stato, segreti NATO, depistaggi, archiviazioni ministeriali ecc.

E non si ha la sensazione che il massimo potere possa spesso coincidere con il suo braccio militare? Superservizi, cellule impazzite, servizi deviati, menti raffinatissime tutti termini che indicano direttrici occulte, ma comunque gestori del potere reale e capaci di dare vita ad attività concrete che condizionano la vita politica e sociale del paese?

E le manifestazioni di questo potere non sono spesso accompagnate da episodi di natura violenta? Con talora stabilizzanti, altre volte destabilizzanti, secondo le esigenze del momento e secondo matrici e motivazioni normalmente non coincidenti con quelle affermate a livello ufficiale?

Non stato forse così nelle stragi di Stato, nella partecipazione a strutture occulte o clandestine?

Su questa linea, possiamo porci come esempio porci la domanda, qui in Italia dal 1945 chi ha comandato realmente? I ostri governanti? O, piuttosto le componenti americane?

Con sostegni economici, ma anche con ricatti; con finanziamenti ai partiti ma anche con condizionamenti di scelte politiche, con accordi di favore ma anche con occupazione di potere, con declamazioni di pace, ma anche con attività occulte dirette a portare un popolo in pace in uno stato di guerra permanente.

Seguendo questa logica, ci si pone un’altra domanda: se sono state le componenti americane a dirigere realmente la politica italiana, chi, a sua volta, le avrebbe dirette?

Sarebbe sciocca e ingenua, la risposta che le avrebbe dirette il presidente degli Stati Uniti. Negli Stati Uniti a chi gli poneva la stessa domanda William Cloen Skousen, che al tempo stesso un professore della Brighan Young University, autore di un libro tradotto in Italia nel 1978 (Il capitalista nudo, a cura di S. Vaselli, Roma 1978) e un segugio,[24] rispondeva: chi comanda realmente negli USA è il Council of Foreign Relation (Cfr), Skousen ha prestato servizio nella FBI per oltre quindici anni.

Il Consiglio per le relazioni internazionali,[25] un’associazione costituita a Parigi nel 1919 da Edward Mandell House, un influente uomo d’affari texano, eminenza grigia che accompagnò il presidente Wilson alla Conferenza di pace, quando le nazioni vincitrici del primo macello mondiale imperialista si stavano spartendo il mondo.

Dalla Conferenza di Parigi scaturirono il Trattato di Versailles, che poneva i presupposti di una nuova conflagrazione nel cuore dell’Europa, dove si creò la Società delle Nazioni (che i bolscevichi definirono un covo di briganti), incarnante l’‘dea di una specie di governo mondiale federativo; poi ripresa dopo il secondo macello mondiale con l’O.N.U.

Il quartier genere del Cfr si trova presso Harold Pratt House, un edificio di quattro piani donato all’organizzazione dai Rockefeller (guarda caso), all’incrocio della 68 Strada nuovayorchese con l’elegante Park Avenue. E qui che vengono allevati i futuri alti funzionari e consiglieri governativi degli Stati Uniti, come H. Kissinger e Z. Brzezinski, solo per citare i più noti.

Ma il CFR – ed per questo che il libro di Skousen interessante – non sarebbe altro che l’emanazione più esterna di una società segreta che affonda le sue radici nell’ Inghilterra vittoriana, e precisamente raccoltosi intorno a John Ruskin, un critico estetico, riformatore sociale e profeta politico, una personalità percorsa da una vena romantica che predicava in un linguaggio biblico e infuocato, l’avvento di una platonica Politeia, dove tutto, lavoro, modo di vestirsi, sposarsi e addirittura di procreare sarà regolato dallo Stato, o meglio dai sapienti che lo dovrebbero reggere. Ruskin non nutriva alcuna simpatia per gli ideali di libertà e di eguaglianza, era profondamente convinto della superiorità di alcuni uomini su altri.

Non è un caso che queste idee si sviluppano verso la fine del XIX secolo quando il capitalismo comincia a entrare nella sua fase imperialista. Proprio in questo periodo nascono nuove forme di controllo e di repressione, alimentate da specifici pregiudizi e appoggiate da apposite costruzioni culturali.

E in questo periodo che si sviluppano interpretazioni arbitrarie della biologia che vorrebbero stabilire che alcuni popoli sono superiori e altri inferiori (razzismo) e che alcuni individui sono superiori e altri inferiori (eugenetica).

Si comincia a teorizzare che i leader sono geneticamente destinati a comandare e che ci che vale per un individuo vale per un gruppo, un popolo, una nazione.

Nel 1891 un gruppo di personaggi imbevuti di tali dottrine tra i quali spicca Cecil Rhodes, il colonialista conquistatore del territorio africano che fu dato il nome di Rodesia avrebbe costituì una società segreta caratterizzata da una fanatica vena di pan anglismo razzista; che aveva come scopo di imporre al mondo il predominio britannico,[26] tale programma era animato da un afflato che spostava l’accento dalla nazione alla razza, postulava l’esigenza di un’alleanza tra le nazioni di razza anglosassone. Dopo la morte di Rhodes un’altra figura di proconsole sudafricano, lord Alfred Milner, organizza una cerchia esterna, la Round Table, che deve assicurare all’originaria società segreta, un ambiente di simpatia e di fattiva collaborazione. Nel 1914 funzionano gruppi della Round Table in Inghilterra, Sud Africa, Canada, Australia, Nuova Zelanda, India e Stati Uniti. Il coordinamento delle loro attività viene assicurato da un organo trimestrale, The Round Table, che esce completamente anonimo, allo stesso modo della rivista gesuiti La Civiltà Cattolica, analogia non casuale, se si pensa che la Compagnia di Gesù costituiva il modello organizzativo di Cecil Rhodes.

Alla fine della prima guerra mondiale, quando è ormai chiaro che gli Stati Uniti sono destinati ad assumere un importanza sempre maggiore più grande nel contesto mondiale, il gruppo americano della Round Table offre la piattaforma per la creazione della Cfr, assumendo il compito di contrastare la tendenza isolazionista dell’opinione pubblica: il grande business e i truts volevano mantenere l’apertura dei mercati mondiali. La sovrastruttura ideologica era data dalla teorizzazione da parte della setta segreta originaria dell’egemonia planetaria della razza anglosassone.

Da sempre il CFR formula le sue azioni sulla basi di scenari previsionali. Il caso storico più celebre ebbe luogo nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale. Il Bar and Pece Studiose Project, l’apposito gruppo di studio creato dal CFR ,[27] per valutare quali sarebbero state le conseguenze, per il business americano, di una vittoria dell’asse.

Il gruppo di studio si pose alcune domande preliminari. Su quanta parte delle risorse e del territorio mondiale gli USA dovevano avere il controllo diretto, per mantenere ed estendere il loro livello di potere? Quanto era autosufficiente il vasto spazio dominato dagli USA (costituito dai paesi dell’America Latina), confrontato con un Europa egemonizzata dalla Germania?

Per rispondere a queste domande, il CFR lanciò il più grandioso studio econometrico mai tentato fino allora. Il mondo fu diviso in settori d’influenza politica, e per ogni settore si calcolò la produzione e il commercio locali di materie prime e beni industriali.

Fu introdotto nel quadro almeno il 95% di tutti gli scambi mondiali di materie prime e beni. Con queste, misurando le cifre dell’import e dell’export, si calcolò il grado di autosufficienza di ciascuna delle grandi regioni geo-politiche: il Wester hemisphere (gli USA e il suo giardino di casa), l’impero Britannico, l’Europa continentale, l’area del Pacifico. Emerse che l’autosufficienza dell’Europa continentale dominata dalla Germania sarebbe stata assai più alta di quelle delle due Americhe.[28] Nel Pacifico ottenne lo stesso risultato: emerse che il Giappone come potenza minacciava i piani del CFR.

La minaccia consisteva in questo: un Europa sotto il dominio tedesco, con l’integrazione della tecnologia tedesca e delle risorse naturali russe, avrebbe costituito uno spazio economico concorrente non dipendente dalle importazioni americane. In Asia e nel Pacifico, l’integrazione tra potenza industriale giapponese e l’immensa dotazione di manodopera cinese avrebbe creato un altro spazio economico concorrente. Un rischio mortale per le società americane che vivevano importando materie prime da queste aree, ed esportandovi beni e capitali.

Il Presidente Roosevelt e il suo entourage furono convinti da un rapporto del CFR ad entrare in guerra a fianco dell’Impero Britannico, che all’epoca era ancora una grossa potenza economica. Già da mesi, un gruppo di pressione appositamente creato dal CFR, il Centufuture Group, aveva indotto l’amministrazione ancora formalmente neutrale a inviare cinquanta incrociatori alla Gran Bretagna in cambio di future basi su delle colonie britanniche.

È nell’ambito del CFR che nel 1972 sono venute le prime proposte di formazione della Commissione Trilateral. È sempre in questo ambito, nasce l’idea di una strategia verso il campo socialista e verso i partiti revisionisti basata sull’allentamento dei loro vincoli rispetto a Mosca. Questo sgretolamento si sarebbe basato sulla penetrazione commerciale occidentale e dal contagio ideologico rappresentato dagli eurocomunismi.

L’indagine di Skousen è stata molto attenta al lato bancario, a prescindere dal quale sarebbe difficile comprendere l’influenza della setta pananglista sulla vita politica e intellettuale degli Stati Uniti.

Dell’influenza del CFR nella vita politica degli Stati Uniti ne parla un intellettuale Carrol Quigley (1910-1977), che afferma di essere stato in contatto per quasi tutta la sua vita con questo centro di potere, di cui esalta i fini umanitari e di averne anche potuto esaminare per due anni gli archivi segreti. Egli ha pubblicato un libro di 1300 pagine, che s’intitola Tragedy and Hope, dove parla di questi suoi rapporti.

Questo libro fu ritirato dalla circolazione dopo la pubblicazione del libro e sul mercato fu immessa un edizione economica, purgata però delle parti più compromesse.

Con questo non intendo certo scadere nel complottismo, ma cercare di analizzare certe dinamiche che esistono nei paesi imperialisti a livello sovrastrutturale.

Quando il Modo di Produzione Capitalista entrato nella fase imperialista, con la concentrazione del capitale che si manifesta non solo nella concentrazione dell’offerta della merce, nell’accresciuta dimensione dell’impresa produttiva, ma anche nel dominio di una massa crescente di capitale, che può essere investito in imprese diverse, in produzioni diverse. Si attua così un potere economico che si accresce attraverso legami finanziari e personali. Non si può avere un idea esatta della concentrazione della produzione, del capitale, del potere economico e delle conseguenze che ne derivano, se non si esamina il fenomeno anche sotto l’aspetto finanziario, se non si tiene presente la formazione di gruppi integrati aventi un’unica direzione finanziaria. Tanto più che questo il fenomeno che è diventato dominante.

Dal formarsi del capitale finanziario che il formarsi di un oligarchia finanziaria che tende a dominare la vita sociale e politica e quindi lo Stato.

I legami oggettivi di natura economica (soprattutto nella parte finanziaria) che si intessono tra i vari gruppi monopolisti, sono accompagnati da legami personali. Questi legami oggettivi sono espressi naturalmente da persone da uomini che sono alla direzione dei gruppi produttivi/finanziari. Si verifica quindi uno scambio di dirigenti.

Nei consigli di amministrazione delle varie industrie si ritrovano alla fine gli stessi nomi; uomini di banca si ritrovano nei consigli di amministrazione di industrie e viceversa.

Nasce così un oligarchia finanziaria, composta da questi capitalisti e qualche volta solo di dirigenti. Vi sono a livello mondiale nomi come: Rockefeller, Morgan, Ford, Krupp, Agnelli ecc., ma ogni paese ha le sue élite.

Come dicevo prima, vi indubbiamente una correlazione tra la teoria della classe eletta che si sviluppò alla fine del secolo scorso e la base sociale costituita dal consolidarsi da questa oligarchia finanziaria.

Come pure vi una correlazione tra l’esigenza, in certi momenti, di una più stretta unione del capitale finanziario e la teoria del superuomo, del duce, del Führer Il formarsi di questa élite non si esercita solamente nel campo della direzione economica, ma anche in quella ideologica con le associazioni culturali, le onorificenze (Cavalieri del lavoro) e circoli vari (Rotary Club ecc.). Quest’élite lavora per permettere il passaggio del proprio dominio dalla sfera produttiva alla sovrastruttura. Essa cerca di dominare nella sfera sociale nella formazione dei quadri tecnici e intellettuali (Fondazione Rockefeller, Fondazione Agnelli ecc.) e l’opinione pubblica, con giornali, riviste, televisioni e gli altri strumenti di comunicazione di massa.

Con il controllo dei media, si cerca di creare la base psicologica per il dominio dello Stato. Questa élite crea la classe dirigente anche in senso politico, e nei regimi democratici borghesi, mantiene il suo dominio anche grazie all’influenza ideologica che esercita attraverso gli strumenti che si parlava prima, attraverso la scuola, attraverso il revisionismo e il riformismo.

Quando questi metodi non bastano a conservare il dominio e la lotta di classe si fa acuta, le libertà democratiche diventano fastidiose e queste élite cercano di sopprimerle. L’imperialismo è per sua natura dispotico e reazionario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Da ricordare il concerto di Woodstock nel 1969.

 

[2]C’è anche chi mettete di mezzo i Templari come vendetta nei confronti della monarchia francese.

 

[3] http://aurorasito.wordpress.com/21/radici.ideologiche-del.cicap   /

[4] http://www.linteferenza.info/attipol/la-manipolazione-dellinformazione-la-nascita-degli-individui-programmati/

 

[5] C. Ginzburg, Il giudice e lo storico, Einaudi, Torino, 1991.

[6] S. Liniti, La Strategia dell’inganno 1992-93. Le bombe, i tentati golpe, la guerra psicologica in Italia, Chiarelettere, Milano 2016, p. 133.

 

[7] http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2017/06/16/ronald-stark-loperazione-blue-moon-la-cia-diffuse-le-droghe-pesanti-nei-movimenti-degli-anni-settanta-fermare-la-rivoluzione/

 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-operazione_bluemoon_eroina_di_stato_in_nome_della_pace_sociale/82_14689/

 

https://www.youtube.com/watch?v=kywmDZVjTnw

 

[8] Si veda, tra gli altri, G. De Lutis, Il golpe di via Fani, Sperling&Kupfer, Milano 2010, introduzione e note.

 

[9] Stefania Liniti, Poteri occulti, Rubettino Focus, 2018, p. 27-29.

 

[10] http://www.altrainformazione.it/wp/il-progetto-mk-ultra/ .

 

[11] PCP o Fenciclidina. La Fenciclidina è una sostanza allucinogena di sintesi a base di piperidina, il principale precursore di alcune droghe ad azione oppiomimetica particolarmente diffusa negli anni ‘70 e ‘80, soprattutto negli Stati Uniti. E’ stata sviluppata negli anni ’50 e brevettata dalla compagnia farmaceutica Parke-Davis come anestetico endovenoso da utilizzare per gli interventi chirurgici. L’utilizzo è stato presto sospeso a causa degli effetti collaterali manifestati dai pazienti, come stati deliranti, agitazione e psicosi nel periodo post-operatorio. Sfruttata successivamente in campo veterinario, per poi diffondersi negli ’60 nel mercato illegale delle droghe con il nome di PCP (acronimo derivante dalla sua nomenclatura IUPAC, 1-(1-fenilcicloesil) piperidina) o anche come “polvere d’angelo”. Esistono nel mercato illegale attuale moltissime molecole varianti del PCP, analoghe a quella della Fenciclidina ed in genere tutte hanno effetti simili, differenziandosi per la loro intensità. Un “parente stretto” del PCP è la ketaminache, pur avendo effetti di minore durata ed intensità, ha generalmente molti meno effetti collaterali della Fenciclidina.

 

[12] Il DOM, chiamato anche STP, deriva dal trattamento chimico di composti anfetaminici con la mescalina. Si presenta sottoforma di polvere incolore e inodore ed è confezionato in compresse e capsule di varie dimensioni. Viene talvolta mescolato a psicofarmaci, barbiturici o tranquillanti per ottenere effetti “sinergici” (cioè potenziati) o “incrociati” (antagonisti). Si assume mediante ingestione per via orale. A piccole dosi produce eccitazione ed euforia tipiche da “amfetamine”, a dosi superiori procura effetti allucinogeni.

 

[13] L’L.S.D., prodotto di sintesi, è il più potente allucinogeno conosciuto. Si presenta sottoforma di pillole di varie dimensioni, di piccoli francobolli o zollette di zucchero. Gli effetti dell’assunzione portano all’intensificazione delle esperienze sensoriali quali il colore, il suono e il tatto, allucinazioni, visive ed uditive, errata percezione del tempo e dello spazio. Segni di intossicazione sono pupille dilatate e tremori. I rischi per la salute si riferiscono alla neurotossicità e al cosiddetto fenomeno del flash-back cioè alla ripetizione delle allucinazioni senza nuove assunzioni.

 

[14] http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/roc_satanismo_droga.htm

 

[15] Francesca Coin, Il produttore consumato Saggio sul malessere dei lavoratori contemporanei, Il Poligrafico.

 

[16]  La presentazione dei contestatori come un gruppo di sognatori disorganizzati ed eccentrici non è una prassi sporadica o causale. Questo tipi di presentazione riflettono le istruzioni che i mass media ricevono e devono eseguire, nella presentazione delle masse, in particolare nei periodi di crisi politica. Prendiamo come esempio la guerra in Iraq. All’inizio della guerra, le tre più grandi compagnie televisive americane hanno fornito ai propri dipendenti una lista di regole e istruzioni alle quali ogni giornalista doveva attenersi. La lista, che aveva una lunghezza di 1.500 pagine, aveva lo scopo di assicurare la diffusione di informazioni omogenee e coerenti. Tra le numerosissime regole che essa riportava, figurava l’ordine di dare visibilità solo ai soldati più “giovani e idealisti”, e di non rappresentare ma i soldati più critici o cinici. Si diceva poi “la liberazione degli iracheni deve essere mostrata attraverso immagini di gruppi iracheni felici ed entusiasti che salutano l’arrivo dei soldati (statunitensi) sventolando la bandiera americana”. Era necessario mostrare i soldati più fotogenici che davano ai bambini iracheni cibo o altri regali. Non dovevano essere mostrate immagini di soldati americani morti o scene di morte violenta tra i soldati iracheni. Per quanto riguarda i manifestanti doveva essere mostrato solo le manifestazioni a favore del governo americano, mentre le manifestazioni antigovernative poteva essere mostrato solo se fosse necessario. In questo caso, bisognava riprendere individui o gruppo molto piccoli di personaggi eccentrici con “caratteristiche socialmente mal viste” quali barba, tatuaggi o deformazioni fisiche. Mentre i manifestanti filogovernativi devono essere mostrati ben vestiti e ben pettinati.

 

[17] http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/roc_satanismo_droga.htm

 

[18] Mi passi la battura: si vede che erano proprio fatti!

 

[19] https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2015/08/17/piano-caos-concerti-di-massa-da-woodstock-ai-rave-party-tecno/

 

[20] https://www.disinformazione.it/rock_satanico.htm

 

[21]                          C.s.

[22] http://icompagnidiball.myblog/2012/08/02/sharon-tate-

 

[23] http://web.mclink.it/MH0077/LeStagionidellaFollia/stagioni%202/Catalano_Manson.htm

 

[24] Skousen ha prestato servizio nella FBI per oltre quindici anni.

 

[25] Gianni Vannoni, LE SOCIETÀ SEGRETE dal Seicento al Novecento, Sansoni Editore.

 

[26]                                              C.s.

 

[27] In questo gruppo di studio parteciparono personaggi come Allen Dulles che in seguito sarebbe diventato il capo della CIA.

 

[28] Laurence Shoup & William Minter: Shaping a new order: the Council on Foreign Relations blueprint for world hegemony, su Trilateralism, Boston, 1980.

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~ di marcos61 su ottobre 1, 2018.

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