NUOVO TELESCOPIO OSSERVA ENTITA’ TERRESTRI INVISIBILI
Un rapporto pubblicato nel numero di maggio del Journal of Physics ha rivelato una scoperta sorprendete, con un telescopio di nuova concezione con lenti concave si è osservato (ufficialmente) per la prima volta delle entità nel nostro ambiente terrestre che sono invisibili ai nostri occhi. Ancora più sorprendente è il fatto che queste entità sembrano muoversi in modo intelligente, quasi a suggerire una strana forma di sorveglianza non autorizzata della zona.
La scoperta è stata fatta dal dottor Ruggero Santilli, un esperto di matematica, di cosmologia e di fisica. Il dottor Santilli ha Realizzato un nuovo tipo di telescopio progettato per osservare l’antimateria-luce. Questa forma do luce ha un indice rifrazione negativo,, che richiede lenti concave [1] piuttosto che le tradizionali lenti convesse utilizzate nei telescopi convenzionali.
Utilizzando convenzionali del tipo Gallileo, il dottor Santilli ha trovato la prova effettiva dell’esistenza nel nostro universo di galassie di antimateria, asteroidi di antimateria e di raggi cosmici di antimateria. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Clifford Algebre.
Santilli con il nuovo telescopio il 5 settembre del 2015 nel cielo notturno sopra Tampa Bay, in Florida aveva rilevato la presenza di queste entità ancora visibili non identificate.[2]
Dopo la sua prima osservazione Santilli effettua i test e attraverso osservazione sistematiche dove si individua due diversi tipi di Entità Invisibili Terrestri (ITES) anche se non si scarta la possibilità che in futuro si possono individuare altre tipi di entità.
Santilli definisce il primo tipo (ITE-1) come entità che:
- Non sono visibili all’occhio umano o con strumenti ottici convenzionali con le lente convesse, ma sono altrimenti completamente visibili attraverso telescopi con lenti concave.
- Esistono nel nostro ambiente terrestre, piuttosto che in spazi astrofisici profondi e lasciano “immagini scure” sullo sfondo delle fotocamere digitali collegate al telescopio.
Santilli fa notare che le entità si muovevano lentamente ruotando. Questo particolare tipo di movimento esclude impurità nella lente del telescopio o nella telecamera come possibili interpretazioni.
Santilli osserva che “l’emissione di luce nell’antimateria non significa che l’impresa si compone di antimateria, perché l’esistenza delle entità all’interno della nostra atmosfera implicherebbe una catastrofica esplosione a causa dell’annientamento di materia e antimateria”.[3] Continua il dottor Santilli “In breve sembra che ITE-1 è composto da materia-entità nel nostro ambiente terrestre raggiungono la locomozione attraverso l’acquisizione di antimateria al loro interno con l’utilizzo conseguente di propulsione materia-antimateria come una sorte di scarico”.
Santilli definisce il secondo tipo (ITE-2) come un entità che:
- Non sono visibili all’occhio umano o a strumenti ottici tradizionali con lenti convesse, ma sono altrimenti visibili attraverso telescopi con lenti concave.
- Queste entità esistono nel nostro ambiente terrestre, piuttosto che in spazi astro-fisici profondi e lasciano “immagini luminose” sullo sfondo delle fotocamere digitali collegati a telescopi Santilli.[4]
A differenza degli ITE-1, che lasciano immagini scure causate da un tipo di luce equivalente e antimateria-luce, ITE-2 sembrano essere composti di materia che lasciano immagini luminose causate da luce normale, che possiedono invisibilità a causa della “conversazione della loro indice di rifrazione da un valore positivo a un valore negativo”.
Il dottor Santilli osserva che le ITE-2 pulsano e si spostano sistematicamente avanti e indietro, suggerendo che “conducevano la sorveglianza non autorizzata dell’Area esclusivamente visibile con il telescopio Santilli Tampa”.
Nel suo rapporto pubblicato nel giornale americano di Fisica Moderna, il dottor Santilli spiega “La stesura di questo documento è stata motivata dal fatto che ITE-1 e ITE-2 si comportano in un modo che suggerisce fortemente la conduzione della sorveglianza non autorizzata dei nostri, impianti, civili, industriali e militari sensibili, garantendo in tal modo la loro conoscenza sociale.
Su basi scientifiche, la documentazione presentata in questo documento stabilisce oltre ogni dubbio credibile l’esistenza di due nuovi tipi di luce che sono totalmente fuori di qualsiasi possibilità di trattamento fuori di qualsiasi possibilità di trattamento con conoscenza fisica del 20° secolo.
Per motivi industriali, i risultati presentati in questo documento stabilisce, anche oltre ogni dubbio credibile, l’utilità di telescopi progressi astrofisici, non solo fondamentalmente per nuovi progressi astrofisici, ma anche per le questioni relativi alla sicurezza personale, industriale, e nazionale”
VERSO NUOVI PARADIGMI?
Si sta ponendo le basi attraverso queste nuove scoperte di nuovi paradigmi scientifici? Per cominciare questo discorso bisogna parte dal fatto che nel contesto della società capitalista il rapporto tra scienza e sviluppo dei mezzi di produzione diventa sempre di più entrale, nello sviluppo di un sistema basato sulla massimizzazione del profitto e sull’estrazione di plusvalore. Per questo motivo, in ultima analisi, le capacità soggettive dello scienziato sono subordinate alla capacità di tradurre la speculazione teorica in progresso tecnologico, ovvero in quell’intreccio di teoria e prassi che abbia un valore sociale per la società nel suo insieme. Per essere più precisi su questo discorso, un approccio idealistico alla questione, sosterebbe, per esempio, nello studio della fisica subatomica la scoperta degli elettroni sia avvenuta grazie al progresso tecnologico sospinto dall’espansione capitalista. Il punto, chiaramente è un altro. Che gli elettroni non abbiano una natura di classe è scontato, quello che riveste un’importanza determinante non è tanto (non è solo) l’indicare nell’elettrone un costituente fisico, ma comprenderne il significato che assume questa scoperta all’interno di una determinata epoca storica: ad esempio, dell’energia nucleare, questo rende questo discorso più dinamico, fa comprendere che l’accumulazione di conoscenze interne alla società, ad un determinato grado del proprio sviluppo è direttamente relazionata con il processo produttivo e con il ruolo che le classi hanno in relazione ad esso. Proprio tale accumulazione progressiva, nel momento in cui si relaziona dialetticamente con lo sviluppo delle forze produttive, non deve sfuggire l’importanza dirimente che hanno tali fasi nello sviluppo tanto sociale quanto scientifico; in tali fasi si consuma, in modo non lineare, la crisi progressiva di vecchi e superati paradigmi e ideologie, tanto a causa di incoerenze laceranti interne al paradigma stesso, quanto, soprattutto, per l’importanza decisiva che assume il conflitto di classe nelle varie epoche storiche. Lo sviluppo dei vari paradigmi scientifici, così come delle ideologie, è in relazione complessa e dinamica con il ruolo storico giocato dalle classi sociali di volta in volta rivoluzionarie; tali classi, nella fase di ascesa, si dotano di un corredo di strumenti ideologici e scientifici, che ne decretino il dominio assoluto e l’estensione dei valori fondativi oltre ogni vincolo storico (è quella falsa coscienza, l’ideologia in Marx, intesa come separazione delle idee dal sostrato reale da cui traggono origine, a scopo di dominio). Tale corredo resta immutato nel tempo, nonostante il ruolo rivoluzionario della classe, progressivamente, si esaurisca e la classe stessa perda la propria funzione progressiva, fino, dialetticamente a tramutarsi nel proprio contrario: nella difesa dello status quo, in una difesa reazionaria di una realtà sulla quale non è più in grado di esercitare un funzione progressista. Il mutare del ruolo della classe reca con sé anche un mutamento delle proprie prospettive filosofiche di riferimento tendenzialmente da posizioni materialistiche (nelle varie accezioni che ha il termine), tipiche della fasi rivoluzionarie, fino a prospettive idealistiche e soggettiviste, sempre più conservatrici – e dei paradigmi scientifici di cui fanno si fanno espressione storica (si pensi alla transizione tra l’illuminismo e il positivo).
Sarebbe frutto di un materialismo meccanicista sostenere che ad ogni sconvolgimento sociale corrisponda un mutamento di paradigma, di pari proporzioni, però è innegabile che il contesto culturale e la pressione del conflitto sociale giochino un ruolo decisivo sul lavoro degli scienziati. In ultima analisi, il paradigma, inteso come complessa stratificazione, è una cristallizzazione delle istanze avanzate dalla classe dominante, e in quanto tale, sarà legato dialetticamente alle sorti della classe di cui è espressione teorica. È propri per questo motivo, è una falsificazione idealistica separare la scienza dalla società quanto dalla lotta politica vi si produce.
A questo punto, la relazione dinamica tra un’organizzazione politica che miri all’emancipazione dell’essere umano dai vincoli imposti dal capitalismo (di un paradigma, che, da tempo, ha esaurito la propria funzione storica) e la propria classe di riferimento, ritengo sia di grande attualità e d’importanza decisiva per analizzare tanto i rapporti di forza tra le classi quanto, in modo tutt’altro che lineare, il modo in cui tali rapporti trovano espressione sulla scena politica. In ultima analisi, ed è questo il fattore determinate, tale relazione è centrale per capire come struttura un’organizzazione che sappia dimostrare, nella ricorsività tra teoria e prassi, la validità e la coerenza di un’alternativa rivoluzionaria, radicandosi saldamente e configurandosi come punti di riferimento politico. Cosa significa questo? Nel parallelismo tra la scienza ufficiale e la relativa pace sociale, e tra rivoluzioni scientifiche e rivoluzioni sociali, significa comprendere come le relazioni tra fattori oggettivi e soggettivi sia determinante. Un paradigma non si esaurisce, come già accennato, solo per via delle proprie contraddizioni interne, occorre che sussista una contraddizione oggettiva, esterna direttamente collegata alla classe sociale che ne è espressione. Ma una contraddizione sita in una classe sociale che ha esaurito la propria funzione storica progressista, non è sufficiente per esaurire concretamente il suo ruolo storico, provocandone un superamento in virtù delle sole contraddizioni che la dilaniano: occorre una presa di coscienza da parte del proletariato nel suo complesso, dei risultati concreti, nefasti che l’anarchia del cosiddetto “libero mercato” (nella realtà concreta una mistificazione ideologica) reca con sé, con il proprio retaggio fatto di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di sperequazioni condotte in nome della massimizzazione sistematica del profitto.
Occorre in ultima analisi, lo sviluppo di un fattore soggettivo adeguato che sia espressione di tali istanze progressiste e che dialetticamente si relazioni ad esse: di un’organizzatone che giochi per che giochi un ruolo attivo nella direzione rivoluzionaria.
Le lotte teoriche ed epistemologiche si saldano al conflitto che sorge all’interno delle contraddizioni insite nella società e in questo senso risulta impossibile scindere i deu ambiti senza cadere in analisi parziali, ideologiche e fuorvianti.
Perciò si potrebbe tranquillamente dire che la storia di ogni società esistita fino a questo momento sia storia di lotte di classi, e relativi paradigmi scientifici.
[1] Le lenti Piano Concave (PCC) possiedono una prima superficie piana ed una seconda superficie concava che generano nel complesso una focale negativa. Esse non formano mai immagini reali e possono essere utilizzate per divergere un fascio incidente o, in alternativa, per aumentare la lunghezza focale di un sistema noto in precedenza. Come per le lenti PCX, le lenti PCC offrono un minimo apporto di aberrazione sferica nel caso di oggetti posti all’infinito, rivolgendo la superficie concava verso questi ultimi e quella piana verso l’immagine.
L’abberrazione di un sistema ottico è la differenza tra un immagine effettiva, reale o virtuale formata dal sistema e l’immagine che si voleva ottenere, immagine che di solito è bidimensionale e consiste in una proiezione geometrica del piano reale sul piano focale del sistema secondo i principi dell’ottica geometrica ideale. Le aberrazioni possono dare (di solito più sulla periferia dell’immagine che al suo centro) scarsa nitidezza, deformazioni dell’immagine, differenze tra le immagini corrispondenti ai diversi colori, non uniformità della luminosità.
[2] http://www.pianetabluneuws.it/2016/01/29/nuovo-telescopio-osserva–entità-terrestri-
[3] C.s.
[4] Nuovo tipo di telescopio che ha permesso di rilevare la presenza di galassie di antimateria, asteroidi e raggi cosmici