IL DRONE DEL MISTERO

 

 

L’E-37B, questo è il nome dell’apparecchio mandato in ordine dall’esercito USA, è un minishuttle o, meglio un drone spaziale. Fu lanciato oltre cinquecento giorni fa e il suo scopo è tuttora un mistero.[1]

L’3-37B è un velivolo di dimensioni ridotte: 2,9 metri di altezza, 8,9 di lunghezza e un’apertura alare di 4,5 metri per un peso complessivo di 4.900Kg.[2]

La sua durata di volo (si parla di più di 670 giorni di volo) è stato reso possibile dalla sua capacità di trarre dal sole l’energia per sopravvivere in orbita.

Il costo totale del progetto è sconosciuto poiché il bilancio è classificato da quando il progetto X-37B è stato trasferito alla famigerata agenzia DARPA. L’identità specifica del carico utile non è stato rivelato… L’Air Force ha dichiarato solo che il velivolo spaziale avrebbe “eseguito vari esperimenti e consentito a sensori, sottosistemi, componenti per satellite e alla tecnologia associata di essere immessi nello spazio e fatti rientrare.”[3]

Le fonti ufficiali dell’US Air Force dicono che il velivolo è utilizzato come “programma di test sperimentali per la dimostrazione tecnologica di una piattaforma a controllo remoto, affidabile e riutilizzabile, da testare nello spazio per conto dell’US Air Force.” Vi sono diverse versioni di ciò che il velivolo spaziale dovrebbe fare, mentre orbita intorno al pianeta in quote dichiarate che variano da 200 a 750 km sopra la superficie terrestre. L’idea iniziale era che il velivolo spaziale agisse come un nuovo tipo di satellite di sorveglianza che potesse cambiare le orbite volando sopra un determinato territorio della Terra. Questa versione è confermata dal fatto che la navetta ha sorvolato Afghanistan, Iran, Iraq, Corea del Nord, Pakistan e ha cambiato orbita più di una volta.

   James Lewis, direttore del Programma di Tecnologia e Politiche Pubbliche presso il Centro di studi strategici e internazionali di Washington, dice che la durata della missione indica che l’OTV ha anche una missione ancor più segreta. Non ci sarebbe la necessità di rimanere in orbita per mesi, altrimenti, dice Lewis. “Non si tratta solo di un bus progettato per prendere le cose nello spazio e riportarle indietro.” Questo esperimento dimostra che gli Stati Uniti possono utilizzare lo spazio “come piattaforma per i sensori in grado di raccogliere dati dagli altri paesi e in modo veramente continuo” aggiunge. Nel caso dell’X-37B ciò probabilmente comprende la raccolta “di segnali elettronici di tutti i tipi“, che si tratti di comunicazioni a microonde o della capacità di misurare dei dati a distanza. “Nel caso, per esempio, del recente lancio del missile nordcoreano, questo potrebbe includere i messaggi tra il controllo a terra ed il missile, così come misurare la firma termica e la traiettoria del lancio”.[4]

Si parla di segreto, non per manie cospirazioniste, ma poiché lo scopo ufficiale è top secret. Accanto alle formule di rito, non c’è vaghezza ma proprio nessuna indicazione su come abbia passato il tempo lassù per quasi due anni. C’è un inghippo bello grosso: lavora sotto le insegne dell’aeronautica, non quelle della NASA, che l’ente deputato ai viaggi dello spazio. Da qui le congetture di ogni tipo, fatti non solo da fonti “complottiste” ma anche da testate come la CNN.[5]

Si sono formulate tante ipotesi sui motivi reali della missione dell’X-37B.

Tanta segretezza potrebbe essere giustificata dal fatto che l’X-37B potrebbe essere un drone spia.

Nel corso delle missioni precedenti,[6] la Cina rese noti i suoi timori sul fatto che il veicolo spaziale potrebbe essere la piattaforma per nuove armi orbitali o uno strumento per disattivare i satelliti.[7]

La natura top-secret delle missioni del drone ha scatenato una ridda di teorie, le più gettonate sono:

 

  • Per sorveglianza.
  • Essere usato come bombardiere spaziale.
  • Interferire con altri satelliti.
  • Spiare la stazione spaziale cinese Tiangong-1.[8]

–        L’osservazione segreta della superfice terrestre.

 

 

 

 

 

LA TERZA GUERRA MONDIALE SI COMBATTERA’ NELLO SPAZIO?

 

Ma il titolo più esatto sarebbe dal mio punto di vista: come all’insaputa della maggioranza della popolazione della terra si sta sviluppando la militarizzazione dello spazio.

Gli Stati Uniti rimangono tuttora la nazione che in assoluto compie i maggiori investimenti in campo spaziale, e che teorizzano con il concetto dello Space Control, l’esercizio di un potere militare predominante nello spazio. Certo un predominio molto fragile, poiché è basato su apparati estremamente vulnerabili, quali possono essere i satelliti, che espone i loro dispositivi al rischio di attacchi mediante armi anti-satellite (ASAT).

A proposito di armi ASAT, il più grande giornale ebraico YedihotAharonot, nel 2011, ha fatto uno scoop. Secondo il giornale, l’Iran avrebbe accecato un satellite spia della CIA. Il giornale ha aggiunto che una fonte dell’intelligence europea afferma che l’Iran ha stordito l’Occidente puntando un laser contro un satellite americano distruggendolo. Si deve stare attenti nel valutare un tale scoop da un giornale israeliano. Dopo tutto, Israele sta apertamente spingendo verso un attacco americano contro l’Iran e questo potrebbe essere le false flag necessarie per lanciare un attacco del genere. Israele vuole scatenare i cani da guerra. Eppure, la notizia è apparsa in un momento interessante.

Secondo un articolo del Christian Science Monitor, gli iraniani hanno successivamente ottenuto l’accesso alla tecnologia di bloccaggio, permettendo loro di tenere traccia della navigazione dell’aereo senza equipaggio. L’ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite John Bolton ha detto alla Fox News che una tale opzione è possibile. Ci sono ulteriori testimonianze di questo. Il 4 dicembre, l’Iran ha catturato un drone americano. La TV iraniana ha mostrato un video di un drone Lockheed Martin RQ-170 Sentinel. Era stato intercettato da unità di guerra elettronica dell’esercito iraniano sulla città di Kashmar. Fonti americane hanno ufficiosamente confermato la perdita. Il generale di brigata Amir-Ali Hajizadeh, capo dell’unità aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran ha detto che il drone “è caduto nella trappola atterrando con danni minimi”. Questo è accaduto a 140 miglia dal confine afghano, ben all’interno dello spazio aereo iraniano. Ciò dimostra che apparentemente l’Iran possiede la base tecnologica necessaria per sviluppare tali armi. Bolton aggiunge che secondo diversi rapporti la Russia ha venduto all’Iran un sistema di bloccaggio molto sofisticato poco tempo fa. Ora, militari americani dicono che non è vero, che il drone è precipitato a causa di un malfunzionamento, perché se così non fosse, il successo iraniano sarebbe il primo del genere. Ora, l’Iran ha apparentemente distrutto un satellite della CIA, rendendolo un cattivo cliente per Stati Uniti e Israele, che potrebbero limitarsi solo ad attacchi chirurgici. In un paese grande come l’Iran, sarebbe quasi inutile. Se lo scoop di Yedihot Aharonot fosse vero, allora il teatro è cambiato e gli Stati Uniti non possono più attaccare l’Iran nel suo modo preferito. Se l’Iran può accecare i satelliti della CIA, può facilmente colpire i satelliti di comunicazione. L’esercito americano si basa su questi satelliti per le sue comunicazioni. Coordinare un attacco americano contro l’Iran, senza immagini e satelliti per le comunicazioni richiederebbe impiegare un esercito di una generazione fa.[9]

Ad aggiungere la precarietà del dominio USA nello spazio bisogna vedere che, come si è visto, diversi paesi potenzialmente ostili agli Stati Uniti stanno gareggiando anche loro alla corsa dello spazio.

Inoltre, sul piano politico, se lo spazio rappresenta, com’è innegabile, la proiezione di rapporti di forza terrestri in orbita, è evidente come la volontà di dominio assoluto statunitense non è compatibile con quello delle altre potenze spaziali come Cina e Russia, che interpretano la propria politica spaziale per affermare la propria egemonia regionale, in un’ottica di rifiuto della supremazia USA.

L’avvicinamento tra Mosca e Pechino nel campo dei progetti d’avanguardia in campo spaziale, anche se volti all’esplorazione della Luna e di Marte, evidentemente rappresenta un motivo di preoccupazione per gli USA, soprattutto perché detti Paesi negli ultimi anni, pur destinando ai rispettivi piani spaziali risorse nettamente inferiori rispetto a quelle investite dagli Stati Uniti, hanno messo a segno successi di tutto rispetto in campo scientifico.

Gli Stati Uniti non hanno un inoltre accettato di buon grado l’avvio da parte europea di programmi spaziali mirati ad acquisire una certa indipendenza sul piano strategico frenando, ad esempio, il decollo del sistema di navigazione satellitare Galileo e disapprovando poi l’apertura europea alla partecipazione cinese.

L’esercito russo si prepara a inaugurare un nuovo reparto: le forze armate spaziali. L’ha riferito una fonte anonima del Ministero della “Difesa”,[10] secondo il quale il progetto ha già ricevuto l’approvazione delle autorità russe e ci si aspetta “un annuncio ufficiale nel prossimo futuro”. Con la nascita del corpo militare, l’aeronautica “non sarà più un servizio delle forze armate russe”, che saranno composte da: Esercito di terra, marina e Aeronautica Spaziale, appunto. La fonte ha fatto sapere che i nuovi militari del cosmo saranno formati in modo graduale negli anni.

Nel repertorio dei mezzi che sono usati in questa crescente militarizzazione dello spazio, possiamo metterci di tutto dai detriti che viaggiano a velocità folli, che disintegrano sul loro delirante cammino (il film Gravity[11] da una vaga idea del potenziale di devastazione di cui stiamo parlando), fino ai sabotaggi calibrati al millimetro, tramite laser che partono da qualche punto della terra, che intercettano navicelle e i satelliti, che dovrebbero mettere k.o. i loro sensori e sistemi di navigazione o, senza troppi complimenti, fanno esplodere i serbatoi del carburante, senza pietà per le sorti dell’equipaggio. In questo pacchetto potrebbero entrare pure razzi comandati dalla smodata volontà di facoltosi terroristi (che sono spesso e volentieri una copertura di servizi segreti).

Mi rendo conto che tutto questo può apparire fantascientifico, ma quello che ho descritto prima è pressappoco quello che potenzialmente potrebbe essere la fisonomia di un conflitto combattuto bello spazio.

James Clay Moltz, un esperto di politiche dello spazio e di temi di “sicurezza”[12] nazionale negli USA, in un suo libro pubblicato dalla Columbia University Press, che s’intitola Crowded Orbita, ovvero orbite affollate, afferma che l’area intorno alla Terra è molto più frequentata rispetto ai tempi della cosiddetta “guerra fredda”. Secondo lui questa tendenza ogni anno sono lanciati 100 satelliti ogni anno, ed entro il 2020 se ne dovrebbero lanciare mille ogni dodici mesi.[13] Se quello che afferma fosse verso, il rischio di collisione, statisticamente, si alza sempre di più. D’altronde è già successo: nel 2009 il satellite per le telecomunicazioni Iridium, in quel momento operativo, si è scontrato con una delle tante navicelle russe delle missioni Cosmos, che per fortuna era inattiva, senza nessuno a bordo. Proprio per questa ragione, mosca non fu incolpata dell’accaduto e non si crearono particolari tensioni.[14]

Non è detto che si possa essere sempre altrettanto fortunati. E se non la prima, ma la seconda se non terza collisione con delle vittime, potrebbe avere potenzialmente lo stesso effetto che ebbe l’attentato di Sarajevo nel 1914.

Certamente quello ho esposto è una lettura semplicistica, ma Moltz è netto nell’argomentarla. A cominciare da un’evidenza: “Se si tiene traccia delle tendenze attuali e del crescente tasso di Stati, c’è da preoccuparsi. Queste potenze sono costrette a impegnarsi reciprocamente nel rimanere calme per evitare un conflitto” ha spiegato in un intervista Forbes. Aggiungendo: “In questa decade circa una dozzina di nazioni sono in condizioni di testare armi spaziali o di attaccare le navicelle dei nemici”.[15]

La sola buona volontà non sarebbe sufficiente, poiché nello spazio sopra la Terra, non ci sono soltanto semplici satelliti per le telecomunicazioni o altri con scopi pacifici, ma di vere e proprie armi galattiche.

Nel 2007, per esempio, il satellite cinese usato per un test anti-missile si sbriciolò in tremila pezzi dal diametro di diecimila l’uno. Questi pezzi sono tutt’altro che innocui, poiché per i prossimi quarant’anni viaggeranno alla velocità di 27 mila chilometri orari, prima di rientrare nell’atmosfera terrestre e distruggersi. Nel frattempo, se nella loro rotta dovessero incontrare altri abitanti metallici nello spazio, potrebbero causare danni seri, quali la depressurizzazione e la distruzione/danneggiamento di eventuali astronavi. Oltre a causare altri detriti potenzialmente killer.[16]

 

 

LA MINACCIA CHE VIENE DALLO SPAZIO

 

 

No, non intendo raccontare una storia di fantascienza con alieni cattivi e malvagi che intendono conquistare la terra, ma della minaccia costituita dai meteoriti o dagli altri corpi cosmici. La Terra, si ritiene, può essere colpita, in media, da un corpo cosmico di 10 Km o più ogni 100.000 anni, da uno di 100 m ogni 15 anni, da uno di 1 m ogni secondo. Per questi motivi anche in Europa ci sono una dozzina di osservatori che dedicano parte della loro attività all’individuazione degli asteroidi. A Erice in provincia di Trapani dal 2004 è in costruzione un osservatorio astronomico per il monitoraggio degli asteroidi potenzialmente pericolosi.

Come difendersi? Secondo molti esperti se l’impatto è previsto entro poche settimane, l’unica soluzione è evacuare la zona a rischio. Con qualche anno di tempo si può far esplodere un missile vicino all’asteroide che, per l’onda d’urto, si dovrebbe allontanare. Con 15 anni di anticipo dovrebbe essere possibile collocare sull’asteroide un motore a propulsione che lo spinga lontano dalla terra (o così si spera almeno). [17]

Che la minaccia costituita dagli asteroidi non sia una trama tratta da un film, ma una minaccia reale, sta nel fatto che nel 2007 le Nazioni Unite furono invitate ad assumere il coordinamento di una missione spaziale internazionale basata sul progetto innovativo di un “trattore gravitazionale” per deviare il corpo dell’asteroide Aphophis ed evitare il possibile impatto col nostro pianeta. L’annuncio del coinvolgimento dell’ONU nel caso di Aphophis fu dato dall’astrofisico Russel Scheweickart, capo di un gruppo di ex astronauti della NASA ora impegnati a tempo pieno nel programma di monitoraggio degli oggetti cosmici e nella difesa dai rischi di collisione con Terra.[18]

Scoperto nel 2005, Aphophis è un piccolo asteroide a forma di patata, con un asse maggiore di 400 metri. La sua caratteristica più preoccupante è che, mentre compie un giro completo attorno al Sole ogni 323 giorni, incrocia l’orbita della Terra due volte l’anno, esponendoci a una serie di “incontri ravvicinati” che, a causa della potente forza di attrazione terrestre, prima o poi potrebbero farlo precipitare su di noi.

Secondo Scheweickart e i suoi collaboratori, le proposte fin qui fatte per fermare gli asteroidi, di far esplodere un ordigno nucleare accanto all’asteroide, oppure, con l’impianto di un motore, potrebbero rivelarsi pericolose.

Infatti, dalle ricerche effettuate, è emerso che gli asteroidi possono essere formati da materiale incoerente, facile a disgregarsi in tanti piccoli frammenti. La bomba o il motore potrebbero trasformarli in uno sciame che, invece di un singolo colpo, esporrebbe la Terra a una micidiale grandinata di proiettili spaziali. Il progetto del “trattore gravitazionale”, descritto nei particolari in un articolo della rivista Nature, consiste in una grande astronave teleguidata che si dovrebbe avvicinare ad Aphophis senza toccarlo, in modo da legarsi a esso con l’invisibile filo della forza gravitazionale. Quindi l’astronave azionerebbe esili ma efficaci getti propulsori che trascinerebbero gentilmente l’asteroide lontano dalla Terra, in una posizione definitivamente sicura.

Il 15 febbraio 2013 questo incubo di un pericolo per la popolazione per la Terra derivati dagli oggetti cosmici provenienti dallo spazio, è diventata una realtà.

Cominciamo dall’inizio di questa storia terrificante.

Da quasi un anno era stato previsto il passaggio vicino alla Terra, da far temere un possibile impatto devastante, di un asteroide. Questo evento fu posto per il 15 febbraio 2013 (una precisione da calendario indubbiamente), l’asteroide gli diedero il nome di 2012AD14[19].

2012AD14 è arrivato proco prima del momento previsto, nella distanza specifica, senza deviare dalla sua rotta, come alcuni temevano. Ma questo passaggio (almeno in apparenza) è andato completamente inosservato, perché la mattina dello stesso giorno un asteroide è passato sugli Urali, provocando con una notevole esplosione, una grande onda d’urto, detriti, un migliaio di feriti, danni notevoli ecc. Con una velocità degna di lode (per far vedere che il sistema funziona), l’ESA e la NASA annunciarono subito che il meteorite non aveva nulla a che vedere con 2012AD14. Ora i nostri cieli sono affollati, e vi è anche il sospetto che un altro meteorite sia esploso nel cielo della California la sera del 15 febbraio 2013[20] e un altro lo stesso 15 febbraio a Cuba.

Anche il clero ortodosso dice la sua! Il metropolita della città Cheljabinsk, la città più colpita, ha affermato che quello che è accaduto è un “avvertimento di Dio

È chiaro che dopo un avvenimento del genere fioriscono come funghi gente che vede complotti dappertutto. Zhirinovskij vice presidente della Duma in un intervento televisivo nella Voce della Russia del 15 febbraio 2013 afferma che “La meteora che ha colpito gli Urali era in realtà un test militare condotto dagli statunitensi”.[21] Egli afferma, inoltre, che il Segretario di Stato USA John Kerry aveva cercato il Ministro degli esteri russo Lavirov per avvertirlo su una provocazione degli Stati Uniti che aveva lo scopo di influenzare la Russia.

Quest’ultima notizia ha l’apparenza per essere qualificata in qualche modo reale. Il giorno prima della caduta del meteorite, Victora Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato ha confermato che ci sia stata una chiamata senza risposta da parte d Kerry. [22]

Teniamo conto che Victora Nuland è una nota neocon, ed è un personaggio molto gradito a Kerry. Molto probabilmente, sarà per questi motivi che alla fine del mese di febbraio ha ricevuto pressioni perché si dimettesse dal suo lavoro al Dipartimento di Stato.

Quasi allo stesso tempo il 15 febbraio 2013 gli amici della Nuland pubblicavano sul Washington Free Beacon di Washington, sito notoriamente neocon, un articolo di Bill Gertz su una presunta incursione di due bombardieri russi Tu -95, che volavano verso l’isola di Guam (isola del Pacifico, che fa parte dell’arcipelago delle Marianne che dal 1945 fanno parte degli Stati Uniti come territorio incorporato) dove sono presenti basi militari USA.

Ci sono delle informazioni con valore diverso, che rendono molto confusa la situazione (da 2012AD14 ai bombardieri russi che volano verso Guam), come interpretarli? Una possibile risposta sta nel fatto che gli Stati Uniti, che nonostante la crisi rimane la potenza imperialista dominante e che intende rimanere tale, tra l’altro è dominante nel sistema delle comunicazioni (media, giornali, web ecc.) e se ne serve come un’arma.

Per capire l’importanza della comunicazione nella politica e nelle strategie dei paesi si può prendere come esempio la Direttiva sulla comunicazione strategica[23] da parte del Ministro della “Difesa” italiano Mario Mauro.

In questa Direttiva si pone l’accento sul fatto che l’opinione pubblica e i mass media devono essere messi condizione di comprendere e apprezzare la necessità di avere uno strumento militare capace, flessibile e proiettabile. Le nuove “minacce” alla sicurezza impongono di estendere l’impegno della “Difesa” lontano dai confini nazionali, per anticiparle e prevenirle. Una mancata risposta da parte della Comunità Internazionale (leggi NATO sotto il comando USA) non danneggerebbe solo l’immagine dell’Italia, ma metterebbe a rischio i suoi interessi economici (sarebbe a dire danneggerebbe gli interessi della Borghesia Imperialista italiana). Per questi motivi occorre aumentare nell’opinione pubblica la consapevolezza che le operazioni militari contribuiscono alla crescita del paese.

Ma l’intento reale non è quello di convincere l’opinione pubblica bensì di manipolarla. Nel 1928, il nipote americano di Freud, Bernays Edward, nel suo libro Propaganda scrisse: “La manipolazione cosciente e intelligente delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo occulto che è il vero potere dominante del nostro paese”. Fu Bernays a inventare il termine “pubbliche relazioni” come eufemismo di propaganda di Stato.

Di esempi della comunicazione manipolata usata per fini politici c’è ne sono tanti. Ne indico solo due:

1)    Nel 1971, Daniel Ellsberg faceva trapelare dagli archivi governativi statunitensi i documenti noti come The Pentagon Papers, rivelando che l’invasione del Vietnam si basava su una menzogna sistematica.

2)    Come non ricordare che anche la “nuova cyber–potenza americana” (nuova per modo di dire ovviamente) ricorse alla menzogna sul possesso della cosiddette “armi di distruzione di massa” da parte di Saddam Hussein, per giustificare l’invasione dell’Iraq.

In sostanza l’industria della menzogna è parte integrante dell’apparato industriale-militare dell’imperialismo.

Torniamo adesso agli asteroidi. Dopo le tragiche vicende negli Urali, il vicepremier e presidente della Commissione per l’industria militare russo Dmitri Rogozin si è espresso a favore per la creazione di un sistema di rilevamento degli oggetti spaziali pericolosi.[24]

Alcuni giorni dopo la disintegrazione del meteorite sopra la città di Cheljabinsk, gli esperti dell’Istituto di Astronomia dell’Accademia delle Scienze della Russia hanno reso noto di avere elaborato insieme agli specialisti dell’industria aereospaziale russa un programma federale per difendere il paese dai pericoli provenienti dallo spazio. Si è saputo che gli scienziati stanno lavorando a questo programma dal 2010.

È prevista per questo programma (che riguarda la minaccia rappresentata sia dagli asteroidi sia dai rifiuti spaziali) una spesa di 58 miliardi di rubli.

Questo programma prevede un ammodernamento dei piccoli telescopi delle scuole e delle università (con specchio di diametro fino a 60 cm), oltre alla costruzione di alcuni grandi telescopi grandangolari (con specchio di diametro intorno ai 2m). Il loro compito sarà di monitorare il cielo in cerca di potenziali pericoli. È indispensabile inoltre la creazione di un centro unico d’informazioni e analisi, simile a quello esistente negli USA.

Sull’asteroide cascato a Cheljabinsk, rimangono molte incognite. Margherita Hack disse a proposito: “Quello che è successo in Russia è in fenomeno davvero molto strano: in genere i meteoriti sono attratti dalla forza di gravità della terra ma raramente riescono a superare indenni il contatto con l’atmosfera”.[25]

Qualcuno, addirittura, ipotizza che sia stata l’aviazione militare russa a distruggere il meteorite per evitare nuovi danni.

Russia Today ha riferito che un’unità aerea di stanza presso l’insediamento Urzhumka potrebbe avere frantumato l’asteroide sopra la Terra. La voce è stata riportata dal giornale locale Znak, citando una fonte militare anonima.

Il tragico evento del febbraio 2013 in Russia, è stata l’occasione, come si visto, del lancio di tutta una serie di programmi che hanno lo scopo di trovare gli strumenti per proteggere la Terra, i suoi abitanti, le sue città, da catastrofi che vengono dall’esterno invece che dall’interno della Terra stessa.

Anche l’Italia è coinvolta in questi tipi di programmi, attraverso lo Space Situational Awareness dell’ESA di monitoraggio di tutti corpi che possono avere un impatto disastroso sia con il suolo che con l’atmosfera, e mettere a punto mezzi di difesa.[26] Il gruppo italiano è specializzato nello studio della composizione di questi oggetti che per buona parte è ancora sconosciuta, avendo l’Italia costruito anche il più grande archivio spettroscopico europeo (denominato SINEO). Conoscere la composizione è, infatti, fondamentale per escogitare delle misure difensive ad hoc, e come si è visto, d’idee in merito c’è ne sono diverse. Sempre in Italia, e precisamente al Centro Interdipartimentale di studi e attività spaziale (CISAS) di Padova è stato presentato un progetto con doppia valenza: da un lato vuole risolvere il problema della spazzatura spaziale (come i pezzi di razzo o i satelliti che girano beati), dall’altra studiare un metodo efficace per intercettare e rispedire al mittente eventuali asteroidi pronti a impattare sulla Terra.[27]

Nel giugno del 2016 da fonti della NASA si viene a sapere che un asteroide con una massa molto grande, dal diametro di circa due chilometri si era avvicinato alla Terra e per fortuna è andata via. Ma gli astronomi prevedono che possa tornare fra dodici anni, nell’ottobre del 2028, e le cose potrebbero andare peggio. Per questo motivo si stanno studiando sistemi in grado di intercettare gli asteroidi un tempo per abbatterli nello spazio.

Il piano prevede il piazzamento di grosse cariche esplosive sulla superfice di una massa non troppo lontana da noi per forzarne il cambio strada. Il primo esperimento del genere dovrebbe tenersi nel 2020.[28]

A rifletterci bene, dietro le preoccupazioni inerenti, le minacce di eventuali impatti a corpi celesti, potrebbe celarsi un forte stimolo alla militarizzazione dello spazio.

 

 

LA RICADUTA GEO ECONOMICA DELLA CORSA ALLO SPAZIO

 

 

Tracciare le ricadute della corsa allo spazio è una faccenda complessa giacché implica la considerazione di diversi aspetti, che spaziano da problematiche prettamente commerciali a considerazioni su strategie a lungo termine per lo sfruttamento di risorse dislocate presso altri corpi celesti.

Cominciamo a capire quanti sono gli Stati che hanno dei satelliti nello spazio.

Alla fine del 2006, questi Stati erano 47, tra i membri di questo club sono entrati l’Iran con il lancio del Sina-1 ad opera dei russi nell’ottobre del 2005 e il Kazakistan nel 2006.

Gli Stati in grado di lanciare indipendentemente apparati in orbita sono una decina. Gli Stati Uniti rimangono, di gran lunga, il Paese con il maggior numero budget dedicato ad attività spaziali, che la quasi totalità viene indirizzato al settore militare. Secondo dati riferiti al 2005, gli Stati Uniti detengono approssimativamente 130 satelliti militari operativi, circa la metà dei satelliti militari in orbita. La Russia segue con 60-80 satelliti militari operativi, ma nel rispetto delle proporzioni, va rilevato che Mosca dedica alle attività militari una cifra 30 volte inferiore a quella statunitense.[29] Tutto ciò dimostra la fondatezza della tesi che l’imperialismo cerca di risolvere le proprie contradizioni solo con la forza, solo con la guerra.

Per quanto riguarda il budget dedicato al settore civile, esso è in crescita nei Paesi come Cina e India, che nell’ambito di programmi consacrati alla sicurezza ambientale e allo “sviluppo sostenibile”,[30] si propongono partner all’avanguardia per una serie di Stati che ancora non hanno capacità orbitali proprie, come Algeria, Brasile, Nigeria, Sud Africa e Thailandia, interessati a utilizzare sistemi satellitari per supportare programmi di avanzamento sociale ed economico.

 

GLI ASPETTI COMMERCIALI

 

Vediamo adesso gli aspetti commerciali.

La crescita dell’industria spaziale nel settore commerciale è dominata dai servizi satellitari, che sono triplicati dal 1996. Il settore satellitare commerciale secondo dati del 2005, si attesta sui 90 miliardi di USD, grazie alla sempre alla sempre più esigente domanda da parte di privati. [31] Gli osservatori coinvolti sono i produttori degli apparati, i gestori coinvolti sono i produttori degli apparati, i gestori dei servizi satellitari (ovvero le organizzazioni che gestiscono la funzionalità degli apparati ed i centri di supporto terrestre che li controllano, processano i loro dati[32] e li vendono) e i fornitori dei lanci.

Negli ultimi anni la Russia ha dominato l’industria dei lanci spaziali di satelliti, gli USA rimangono leader incontrastati nella fabbricazione, mentre, a partire dalla fine degli ’80, l’Ente Spaziale Europeo (ESA) si è affacciata sul mercato della gestione dei servizi.[33]

Il progressivo miglioramento della tecnica che caratterizza il settore dei lanci ha abbassato notevolmente i costi.[34] Le ultime frontiere della capacità in questo campo vedono sempre più frequentamene lo svolgimento di lanci multipli, e messa a punto di tecnologie per il lancio di apparati da aerei a velocità supersonica.

Le principali imprese commerciali oggi impegnate nel settore dei lanci spaziali sono Arianespace (Europa), Energia (Russia), Lockheed Martin (USA), Boeing Launch Services (USA), ma anche due consorzi, Sea Launch[35] e International Launch Service.[36]

In via generale gli introiti dei lanci sono attribuiti al paese presso di cui è basato il costruttore del veicolo, eccezion fatta per i gruppi multinazionali.

Il settore dei lanci commerciali ha iniziato a crescere notevolmente dagli anni ’80. A quel tempo la NASA era concentrata sull’operatività dello Shuttle e considerava questo comparto marginale rispetto ai propri obiettivi strategici. Trassero beneficio da quest’orientamento le imprese russe, cinesi, che sono competitive rispetto agli statunitensi implementando lanciatori basati sulla tecnologia missilistica, rinunciando in sostanza ai veicoli spaziali riutilizzabili.[37] In questo modo ad esempio, Arianespace arrivò a detenere, tra il 1988 e il 1997, circa il 50% del mercato dei voli commerciali. Anche la Cina con la Lunga Marcia, la Russia con il Proton e l’Ucraina con lo Zenit ottennero ottimi risultati commerciali, favorendo un clima di competitività internazionale all’inizio degli anni ’90. Altri paesi che maturarono capacità di lancio molto avanzate furono Giappone e India.

 

LO STATO ATTUALE DELL’ESPLORAZIONE SPAZIALE E DELLA RICERCA

 

Vediamo adesso, in sintesi, lo stato dell’esplorazione spaziale e dell’inerente ricerca naturale.

Tutte le maggiori potenze hanno dato negli ultimi tempi una maggiore importanza ai programmi a lungo termine per l’esplorazione lunare.

La Luna si trova a una distanza relativamente ravvicinata rispetto alla Terra,[38] per cui potrebbe essere utilizzata in termini ragionevoli come laboratorio sperimentale per testare forme di colonizzazione di altri Corpi Celesti.[39]

Una base lunare verrebbe, infatti, giudicata dagli esperti, utile anche ai fini del raggiungimento del Pianeta Rosso o per lanciare missioni ancora più lontane. Il satellite terrestre, inoltre, risulta ricco di risorse minerarie.

Stati Uniti, Russia, Cina e India hanno annunciato piani per l’esplorazione di Marte.

La prospettiva di colonizzare la Luna attrae tutti i paesi impegnati nella corsa allo spazio anche per l’ingente presenza di risorse energetiche e minerali nel suolo lunare. Nel 1994, la sonda Clementine ha scoperto, presso le regioni polari del satellite, un giacimento di oltre 10 miliardi di tonnellate di ghiaccio, un bacino d’acqua in grado di provvedere al fabbisogno di un’intera, futura colonia anche ove si pensasse di ricavarne ossigeno o combustili, in combinazione con l’idrogeno.

A proposito della ricerca di acqua sulla Luna, c’è una notizia che sembra presa da un film di fantascienza del tipo Star Trek, ma non lo è. Nel 2009 si è svolta la missione Lcross della Nasa per cercare acqua sulla Luna. Un razzo Centaur si è schiantato sul cratere lunare Cabeus vicino al Polo Sud lunare alla ricerca di eventuali riserve idriche, seguito dalla ‘sonda madre’. L’impatto a oltre 7.000 chilometri orari del missile bomba’ Centaur, il primo stadio della sonda, con la superficie lunare è avvenuto alle 7:33 ora di Cape Canaveral, con alcuni minuti di ritardo sull’orario previsto, sollevando una nube di polvere lunare. La sonda ha avuto quindi soltanto quattro minuti per filmare e fotografare gli effetti dell’impatto e, attraverso gli strumenti di rilevamento a bordo, per cercare vapore acqueo o frammenti di ghiaccio nella nube di detriti alzata dall’esplosione. La spettacolare missione potrebbe confermare i risultati della sonda indiana Chandrayaan-1, che ha scoperto tracce d’acqua sulla superficie lunare, aprendo scenari di esplorazione alla Star Trek, il telefilm cult di fantascienza: la presenza di acqua è, infatti, considerata l’elemento essenziale per un eventuale ritorno dell’uomo sulla Luna, e stavolta per rimanerci, in una base spaziale stabile. Nel programma della NASA, in attesa dell’approvazione della Casa Bianca, questa ipotesi è fissata per il 2020. Alla stampa americana Alan Andrews, che ha progettato la missione LCROSS, non ha nascosto la sua eccitazione per l’evento, che sarà trasmesso in diretta sul sito della Nasa: “La tempesta di polvere che si scatenerà e che potremo vedere sarà fantastica, come se la Luna ci venisse addosso“, ha detto.

Il Centaur ha espresso una potenza pari a una tonnellata e mezzo di dinamite, sollevando una nube di 350mila chilogrammi di detriti lunari e aprendo una voragine che gli scienziati ritengono, avrà un diametro di circa venti metri. Affermano i responsabili della missione che la Luna, però, non corre alcun rischio: in media quattro volte al mese viene colpita da corpi celesti che provocano crateri equivalenti. La differenza, in questo caso, è che il punto dell’impatto è stato scelto dagli scienziati con cura, al polo sud della Luna, dove la luce del Sole non batte mai e dove potrebbero trovarsi depositi di ghiaccio nascosti nel sottosuolo. Svolto il suo primo compito ‘dinamitardo’, la sonda LCROSS rimarrà nello spazio per studiare la superficie lunare, in cerca del sito migliore per il futuro, eventuale, atterraggio sulla luna. Certo qualche dubbio su missioni di ricerca fatte a suon di missili, sorge il sospetto che dietro questa parvenza scientifica ci siano scopi militari.[40]

Vediamo adesso i minerali che stanno nel suolo lunare, quelli di cui se ne hanno la certezza. Essi sono: alluminio, calcio, ferro, magnesio, titanio. Vi potrebbero essere anche riserve d’oro. Inoltre, nell’attesa di un possibile sfruttamento a fini energetici, la Luna è ricchissima di elio-3 (He3), un isotopo leggero di elio derivato dalle reazioni nucleari all’interno delle stelle, pressoché inesistente sulla Terra, ma che, per le particolari condizioni ambientali che ne caratterizzano l’atmosfera, è presente allo stato gassoso in enormi quantità sulla Luna.

L’elio-3 potrebbe essere utilizzato come combustibile per alimentare i reattori a fusione nucleare, in condizione di relativa sicurezza, considerando che le scorie radioattive abbia prodotto dalla reazione di questo elemento del deuterio e del trizio, peraltro ancora a loro volto in fase sperimentale.

Gli esperti sostengono che un carico corrispondente a quello di uno Shuttle di elio-3 (pari a circa 25 tonnellate) potrebbe soddisfare il bisogno di un grande Stato, come gli usa, per almeno un anno, mentre periodicamente si moltiplicano le stime degli scienziati sull’incidenza che potrebbe avere l’accesso alle riserve di elio-3 lunare sull’evoluzione delle soluzioni energetiche sul nostro pianeta. L’elio-3 si rivelerebbe inoltre, un ottimo combustibile per eventuali astronavi in corsa verso missioni più lontane, che non possono prescindere dall’alimentazione nucleare.

Per quanto riguarda l’esplorazione di Marte, essa si configura come una sfida tecnologica che per il momento non appare risolvibile con i mezzi attuali.

Le condizioni ambientali del Pianeta Rosso sono molto ostili per l’uomo.[41]

Inoltre gestire le comunicazioni a così grande distanza comporterebbe tempi non compatibili con la normale funzionalità di un apparato comandata da terra; per questo motivo i veicoli e la base marziana dovrebbero essere completamente autonomi. Si calcolino poi costi di trasporto dalla Terra a Marte che non sarebbero sostenibili.

Per portare l’uomo su Marte e permettere e permettere qualsiasi attività in quell’atmosfera, sarebbe necessario un salto di qualità nello sviluppo delle tecnologie indispensabili per raggiungere tale obiettivo, che potrebbe avere significative ricadute in tutti i campi dell’esplorazione spaziale, comportando innumerevoli progressi in moltissime discipline.

In questo quadro gli Stati Uniti hanno fissato nel 2030 il termine per la creazione di una base abitata su Marte, partendo dalla Luna, mentre Cina e india, all’inizio del 2007, hanno siglato un accordo per portare un piccolo satellite cinese e un’astronave russa, la Phobos Exporer, su Marte.

Questa missione fu un fallimento, qualcosa non ha funzionato infatti pochi minuti dopo il lancio: chi dice l’hardware e chi il software, fatto sta che i motori non si sono accesi al momento giusto per scagliare le 13 tonnellate del satellite verso Marte; in quella missione di 33 mesi che prevedeva di arrivare al Pianeta Rosso, lanciare la sonda cinese da 115 chili Yinghuo 1 che doveva fare la cartografia di Marte per i futuri astronauti del Paese del Dragone, e far atterrare sulla piccola luna di Marte, Phobos, la sonda principale. Questa doveva analizzare il suolo, grunt in russo, e addirittura riportarne due etti sulla Terra.

Su questa vicenda ci sono diverse interpretazioni, alcune delle quali affermano che non c’è stato un guasto tecnico, ma, invece, fu un atto di guerra non dichiarata. Il generale Nicolay Rodoniov,[42] che comandava il sistema di allerta russo nella rete di difesa dagli attacchi dei missili balistici, afferma che è stato un atto di sabotaggio nei confronti della sonda spaziale russa che avrebbe dovuto atterrare su Phobos, la luna maggiore di Marte. Questa sonda aveva il compito di prelevare campioni di suolo e riportarli sulla terra. Inoltre doveva liberare in orbita un satellite cinese. Invece appena giunta in orbita terrestre, lì è rimasta senza una spiegazione.

Il 23 novembre 2011 l’antenna europea dell’Esa a Perth in Australia, sembrava aver compiuto il miracolo raccogliendo dei segnali, dati telematici che avevano fatto ben sperare nella possibilità di recuperare la missione. Innanzitutto la comunicazione avrebbe permesso di capire che cosa fosse successo a bordo se il guaio era nel software o nell’hardware. Nel secondo caso, ovviamente, non ci sarebbe speranza. Dopo il 23, però, il silenzio era tornato. I dati ricevuti a Perth furono inviati subito al centro di controllo di Mosca e agli ingegneri della Lavochkin, la ditta ha costruito la sonda. E qui gli esperti si trovano davanti a un’amara sorpresa: il contenuto era danneggiato e finora illeggibile. Secondo i tecnici questo era la conseguenza dell’incompatibilità tra i sistemi dell’Esa e quello russo per cui nel travaso si era verificato il danno.

Invece il generale Rodoniov ha un’opinione diversa e punta il sistema accusatorio su una stazione radio americana situata a Gakona (Alaska). In sostanza Rodoniov punta il dito contro il programma Haarp, che ufficialmente è dedicato allo studio della ionosfera e ai suoi influssi sulle telecomunicazioni, in realtà è un programma per l’attuazione di guerre ambientali.

Rodoniov accusa che: “Le potenti radiazioni elettromagnetiche emesse da questa stazione possono aver danneggiato il sistema di controllo della sonda interplanetaria”.

Bisogna dire che con Marte sembrerebbe che i russi siano stati vittima di una maledizione. L’ultima spedizione delle sonde del programma Phobos fu nel 1988 e nel 1989. La prima operò normalmente fino al 2 settembre1988, quando non avvenne una prevista sessione di comunicazione con la sonda. I contatti non vennero mai più stabiliti, a causa di un errore nel software inviato alla sonda il 29 e 30 agosto, che disattivarono i propulsori di assetto. Per questo motivo la sonda perse l’orientamento con il Sole e non potendo orientare i suoi pannelli solari scaricò le sue batterie.

Le istruzioni del software facevano parte di una routine che era usata durante i test a terra, e normalmente sarebbe dovuta essere rimossa prima del lancio. Tuttavia il software era contenuto nelle memorie PROM,[43] e la rimozione del codice avrebbe richiesto la sostituzione dell’intero computer. A causa dei tempi di lancio molto stringenti, gli ingegneri decisero di lasciare la sequenza di comando, pensando che non sarebbe mai stata utilizzata. Tuttavia, un singolo carattere sbagliato nella sequenza di aggiornamento causò l’esecuzione di questa routine, con la seguente perdita della sonda.

Nella seconda la sonda Phobos 2 operò normalmente durante il percorso verso il pianeta Marte e durante l’inserimento in orbita avvenuto il 29 gennaio 1989, raccogliendo dati sul Sole, sull’ambiente interplanetario, su Marte e il satellite Phobos. Il 28 marzo, poco dopo la fase finale della missione, durante la quale la sonda si sarebbe dovuta avvicinare a Phobos e rilasciare due lander, è stato perso i contatti. L’ultima trasmissione ricevuta dalla sonda includeva un filmato, rilasciato dalla ormai ex-URSS tre mesi dopo l’accaduto (e sotto la pressione delle agenzie spaziali estere coinvolte nel progetto tra le quali l’italiana ASI), nel quale si poteva distinguere chiaramente una strana sottile ellisse proiettata sulla superficie di Marte (sono facilmente reperibili fotogrammi del filmato in rete). L’agenzia spaziale Russa non diede mai spiegazioni riguardo alla strana ellisse accantonandola come “immagine che non dovrebbe esistere“. La versione ufficiale identifica il fallimento della missione Phobos 2 come un guasto al sistema trasmittente di controllo o a un impatto con un corpo celeste non previsto nel progetto.[44]

Questa militarizzazione dello spazio è molto collegata alle risorse naturali che si trovano nella Luna (e negli altri pianeti) come l’Elio- 3 appunto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Metro, lunedì 17 ottobre 2016

 

[2] http://www.focus.it/cultura/mistero/la-nuova-missione-segreta-di-x-37b  http://www.focus.it/cultura/curiosita/x-37b-il-drone-misterioso-e-i-suoi-segreti-36371

 

[3] https://aurorasito.wordpress.com/2013/01/10/la-militarizzazione-dello-spazio-degli-usa/

 

[4] The Christian Science Monitor, US launches super-secret, orbiting, robotic plane, 12 dicembre 2012,

 

[5] http://panorama.it/mytech/x-37-drone-spaziale-misteri/

 

[6] L’X-37B nella missione inaugurale del programma spaziale è avvenuta nel 2010, con una durata di 225 giorni. La seconda missione, invece, è durata 469 giorni.

 

[7] http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/10/25/x-37b-teorie-sulla-missione-segreta-

 

[8] Tiangong 1 (che significa “Palazzo del paradiso”) è il primo laboratorio orbitale cinese lanciato nello spazio. La messa in orbita originariamente pianificata per la fine del 2010, è stata successivamente posticipata al 2011. Pensato e costruita come laboratorio-test per esperimenti e docking delle varie navette Shenzhou che la visiteranno nel corso dei due anni di vita programmata, esso fa parte del ben più ampio Progetto 921-2 che vuole vedere la Cina avere nello spazio una stazione orbitante da 20 tonnellate (su modello della Mir) entro il 2022 e in Tiangong un modulo di rifornimento, chiamato Tianzhou.

 

Nel settembre del 2016 viene ufficiale dichiarato da parte delle autorità cinesi che il laboratorio orbitale è “fuori controllo”. http://www.wired.it/scienza/spazio/2016/09/21/stazione-spaziale-cinese-tiangong-1-precipita/

 

[9]http://www.ecplanet.com/node/2921

 

[10] http://www.pensierisfusi.com/2014-04-21-22-47-46/agi-esteri/item/24798-in-russia-e-tutto-pronto-

 

[11] https://it.wikipedia.org/wiki/Gravity_(film)

 

[12] Quando un cosiddetto esperto al servizio della Borghesia Imperialista parla di sicurezza, bisogna mettere sempre tra virgolette, poiché l’unica sicurezza che egli parla è sempre quella di come mantenere il dominio della Borghesia Imperialista, non certo quella delle masse popolari.

 

[13] http://www.panorama.it/mytech/terza-guerra-mondiale-nello-spazio-ecco-come

 

[14] http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/02/collisione-satelliti-spazio.shtml?uuid=eb926646-f8e3-11dd-bf81-5511fef7afac&DocRulesView=Libero&refresh_ce=1

 

[15] http://www.panorama.it/mytech/terza-guerra-mondiale-nello-spazio-ecco-come

 

[16] http://www.panorama.it/mytech/terza-guerra-mondiale-nello-spazio-ecco-come    https://www.youtube.com/watch?v=6gNVZBLcezs

 

[17] Franco Foresta Martin, “Missili contro gli asteroidi giganti” In Sicilia un osservatorio finanziato dalla Nasa: è il primo fuori dagli Usa, Corriere della Sera del 22 agosto 2004.

 

[18]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e-Tecnologie/2007/02_Febraio/18/aster

 

[19]http://aurorasito.wordpress.com/2013/02/20/note-su-meteorite-due-tu-95-

 

[20] Novosti, 16 febbraio 2013.

 

[21]http://aurorasito.wordpress.com/2013/02/20/note-su-meteorite-due-tu-95-

 

[22]                                             C.s.

 

[23] Manlio Dinucci, La comunicazione è strategia, Il Manifesto, 29.10.2013.

 

[24]http://russiaoggi.it/società/2013/02/contro_i_meteoriti_uno_scudo_

 

[25]http://www.neoingegneria.com/blog/meteoriti-sulla-russia-rilancio-dello-scudo-

 

[26]http://corriereinnovazione.corrieredelveneto.corriere.it/2013/15-febbraio-2013/

 

[27]http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/news/meteoriti-caduti-in-russia-padova-progetta-lo-scudi-spaziale-1.6529810

 

[28] http://ilgiornale.it/news/cronache/nasa-asteride-rotta-sulla-terra-nel-2028

[29] Dati tratti da Space Security 2007, luglio 2007, pubblicazione accessibile al sito http://www.spacesecurity.org/SSI2007.pdf.

 

[30] Metto tra virgolette poiché non vi può essere nessuno sviluppo sostenibile nell’ambito del Modo di Produzione Capitalistico.

 

[31] Questo, però, non deve far dimenticare il ruolo preponderante, anche nel campo dei satelliti commerciali, svolta dalla domanda da parte di istituzioni pubbliche. In particolare, con 1 miliardo di USD spesi ogni anno, il Ministero della Difesa statunitense rappresenta il principale utente di servizi commerciali a livello mondiale.

 

[32] In Informatica per processo s’intende un’istanza di un programma in esecuzione in modo sequenziale. Più precisamente è un’attività controllata da un programma che si svolge su un processore in genere sotto la gestione o supervisione del rispettivo sistema operativo.

 

[33] Sui 21 lanci di satelliti compiuti nel 2006, 9 sono stati effettuati dalla Russia, mentre le industrie statunitensi hanno prodotto il 59% di tutti satelliti prodotti nel 2006.

 

[34] Il costo della messa in orbita di un Kg in orbita GEO è calato dai 40.000 USD del 1990 ai 26.000 USD del 2.000.

 

[35] Vi partecipano Boeing (USA), Aker Kvaerner (Norvegia), RSC-Energia (Russia) e SDO Yuzhnoye/PO Yuzhmash (Ucraina).

 

[36] Vi partecipano il centro di ricerca spaziale russo Khrunicev, Lockheed Martin Space Systems e RSC-Energia

 

[37] Quello dei veicoli spaziali riutilizzabili è comunque un settore in cui gli Stati Uniti stanno investendo molto, come dimostrato da costruttori come SpaceX.

 

[38] La sua distanza media dalla Terra è di circa 384.000 Km.

 

[39] Per gestire i rifornimenti e il funzionamento della base, sarebbe stata formulata l’ipotesi di predisporre un veicolo lunare che possa fare da spola con la Stazione Spaziale Internazionale, che fungerebbe da scalo intermedio.

 

[40]http://www.csu-sicilia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=122:missile-sulla-luna-riuscito-impatto-la-sonda-lcross-ha-scaglia-un-proiettile-contro-un-cratere-lunare&catid=1:ultime&Itemid=50

 

[41] A parte le temperature caratterizzate da sbalzi termici insostenibili per l’uomo e dannosi per i materiali di eventuali infrastrutture vi si volessero installare, si pensi anche che l’atmosfera marziana sia caratterizzata da una composizione irrespirabile, che la pressione è 100 volte inferiore a quella del nostro pianeta e che la gravità è solo 1/3 di quella terrestre.

 

[42]http://www.corriere.it/scienze/11_novembre_29/sonda-russa-marte-capr

 

[43] In elettronica digitale, la Programmable Read Only Memory, in altre parole memoria di sola lettura programmabile, termine spesso abbreviato in PROM, è una tipologia di memoria Read Only Memory a stato solido programmabile una sola volta. Nasce come evoluzione della ROM a maschera ed è volta a ridurne i notevoli costi di produzione dovuti alla progettazione delle maschere per l’impiantazione ionica. La ROM a maschera richiede, infatti, di cambiare l’intera linea di produzione ogni qual volta fosse necessaria modificare anche una minima parte dei circuiti logici. La PROM invece contiene dei fusibili, che possono essere bruciati secondo le esigenze per implementare i circuiti logici richiesti, e richiede un’apparecchiatura speciale per le operazioni di scrittura.

 

[44] Per non parlare delle ipotesi da parte degli ufologi che vedono le difficoltà su Marte la causa di mani aliene. Secondo molti esperti su Marte ci sarebbe una cupola aliena, http://www.rainews.it/dl/rainews/media/marte-ufo-cupola-aliena-opportunity-d16977d7-81be-49ef-9c99-d03613fd41c4.html#foto-1   http://www.ilgiornale.it/news/cronache/nasa-sta-nascondendo-cupola-aliena-su-marte-1200524.html

La risposta ufficiale è che si dovrebbe trattare con ogni probabilità di una semplice formazione rocciosa e dell’ennesimo caso di pareidolia: in sostanza il nostro cervello è portato a dare un significato particolare a ciò che vede, come quando si trovano forme particolari nelle nuvole. Sul Pianeta Rosso negli ultimi anni è stato avvistato un po’ di tutto: da un cucchiaio volante alla celebre “faccia”, da un busto di Barack Obama a una donna velata. http://www.rainews.it/dl/rainews/media/marte-ufo-cupola-aliena-opportunity-d16977d7-81be-49ef-9c99-d03613fd41c4.html

 

 

 

~ di marcos61 su ottobre 25, 2016.

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