IL MICROCHIP
C’è una presunta profezia contenuta nel Libro della Rivelazione un testo che è conosciuto anche con il nome di Apocalisse di Giovanni, dove descrivendo i segni che accompagneranno la fine del mondo, si dice: “Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vedere se non portava il marchio, cioè il marchio della bestia o il numero che corrisponde al suo nome”. Teniamo conto la composizione di questo testo risale alla fine del I° secolo dell’era cristiana, molto probabilmente negli anni che vanno tra il 90 e il 95 d.C.
Ora, dal mio modesto punto di vista, il problema vero, non sta nel credere o meno alle profezie, ma constatare un dato di fatto: che da molti anni molte ricerche scientifiche vertono sull’elaborazione di sistemi di localizzazione: lo scopo dichiarato è quello di riuscire a individuare il maggior numero di informazioni con precisione e in saper individuare in ogni momento la posizione di ogni individuo nel pianeta per potergli offrire il maggior numero di informazioni utili in tempo reale, proteggerlo, monitorare lo stato di salute o semplificare le transazioni. Come tutte le motivazioni ufficiali, gli scopi sono benefici, inerenti la sicurezza personale oppure il miglioramento della qualità della vita.
I chip sottocutanei già vengono usati per riconoscere gli animali domestici e sono obbligatori (qui in Italia) per i cani, dato che permettono di risalire al loro padrone, soprattutto in caso di abbandono, maltrattamento o danni.
Quello che non viene messo in evidenza (se non addirittura nascosto) è che questa tecnologia può essere applicata anche all’essere umano. La Radio Frequency Identification (Identificazione tramite radiofrequenza), o più semplicemente RFID, è una tecnologia basata su un dispositivo che invia segnali, a ricevitori esterni e nel contempo li riceve. Il modello base trae energia dallo stesso apparato che gli invia i dati. Il problema è che, in eventuale assenza di trasmissione, potrebbe spegnersi e impedire la localizzazione del portatore da parte del sistema di monitoraggio. Perciò è stata proposta una versione avanzata del microchip in grado di autoalimentarsi tramite l’energia stessa prodotta dalle cellule sottocutanee in cui viene impiantato. La versione attualmente usata si chiama VeriChip ed è l’unica (ufficialmente bisogna precisare) ad aver ottenuto l’approvazione della FDA (Food and Drugs Administration, ovvero l’autorità sanitaria statunitense) per l’impianto su esseri umani. Esso conterebbe “soltanto” il codice identificativo del possessore, mentre tutti gli altri dati rilevati vengono registrati nei dati vengono registrati nei database governativi. Questo significa che ogni nostra caratteristica, anche la più intima, è a disposizione delle autorità o di chi riesca a forzare le dei database e ottenere l’accesso, per esempio un hacker.
Nel variegato mondo definito “complottista” si sostiene che i microchip sostituiranno il denaro e le carte di credito. Inizialmente dovrebbero funzionare su frequenze radio per ogni nazione. In seguito dovrebbe una frequenza valida a livello internazionale.
Questa visione dell’onnipotenza delle banche (e dei banchieri) trascura il fatto che i fenomeni monetari sono subordinati ai fenomeni reali. Io appartengo a quel filone di pensiero che sostiene che è la banca che si indebolisce se perde i suoi legami con l’industria e il commercio. Il capitale può funzionare simultaneamente come capitale produttivo, capitale-merci e capitale-denaro, senza che nessuna di queste sue forme possa assorbire le altre. Ma in questa formula trinitaria è il capitale produttivo che svolge il ruolo importante, poiché è l’unico che può funzionare autonomamente, mentre gli altri costituiscono ciò che Marx chiama “capitale inattivo”. Questi capitali inattivi (e in particolare il capitale-denaro e il capitale bancario) non possono “allontanarsi” dal capitale produttivo né operare nel vuoto, ma devono anzi avvicinarsi ad esso, fondersi con esso. Il movimento D-D’ non è che una formula abbreviata, feticista, del movimento D-M-D’, che concentra in un solo atto il processo di produzione e quello di produzione.
I fenomeni finanziari cominciano ad avere importanza nel periodo di tempo che corrisponde al passaggio dal capitalismo concorrenziale al capitalismo monopolista, quando il brusco aumento di dimensioni delle imprese e delle loro attività attribuisce un ruolo rilevante alle banche insieme al capitale industriale nel suo complesso. La scarsità di capitali è stata una caratteristica della fase iniziale del capitalismo monopolista: le banche ebbero allora una breve ma dorata fase iniziale sull’industria che consentì a quest’ultima di ampliare il volume della produzione e di erigere imprese sempre più grandi. Ciò imponeva al capitale industriale grandi esborsi di denaro che solo la banca poteva finanziarie. Si ebbe allora l’impressione che il capitale industriale si mettesse nelle mani della banche, mentre il realtà gli utili straordinari ottenuti dai monopoli industriali non tardarono a superare questa situazione.
Per Lenin nel capitale finanziario si determina la fusione e l’equiparazione del capitale industriale con quello bancario e la stretta unione di entrambi con il potere dello Stato monopolista.
In sostanza, nel senso comune dominante, per “finanza” si intende fondamentalmente speculazione borsistica, invece, la definizione di Lenin è più ampia: il capitale produttivo, per esempio, della FIAT, insieme alle partecipazioni azionarie della FIAT detenute dalle varie finanziarie del gruppo, il denaro preso in prestito dalle banche, ma anche le azioni degli gruppo FIAT detenute nelle banche, determinano la formazione di unico capitale finanziario. I fondi pensione negli USA, per esempio, detengono azioni e obbligazioni di grosse imprese, speculano sui cambi e sui tassi di interesse, hanno quote investite in immobili: la speculazione, la produzione materiale e immateriale, il capitale bancario, la rendita immobiliare il capitale produttivo di interesse, tendono a fondersi, a presentarsi come singoli aspetti di un gigantesco meccanismo di valorizzazione su scala mondiale.
Chiarito il mio pensiero, rispetto al “grande complotto dei banchieri”, bisogna dire che già oggi l’utilizzo di bancomat e carte di credito consente alle autorità (e non solo a loro) di ricavare moltissime informazioni sul loro presunto possessore. Uso l’aggettivo presunto perché in realtà chiunque potrebbe usarle pur senza esserne il vero proprietario. Basta esserne in possesso e conoscerne il codice (per molte carte di credito basta la conoscenza di quest’ultimo, ottenuto magari con qualche vendita truffa via Internet). In questo modo, se anche l’autorità incrociasse i dati raccolti (posizione geografica degli acquisti, ecc.), in realtà avrebbe la certezza che una persona – di cui si presume che sia il possessore della carta – si trova in una determinata località o abbia compiuto un determinato percorso.
Lo stesso discorso vale per i telefonini. Se oggi una persona non vuole farsi localizzare è sufficiente che utilizzi prodotti intestati ad altre persone. Questo è uno dei motivi per cui le persone vengono sempre più incentivate a usare i social network in associazione con i telefonini e a utilizzare Internet per transazioni e acquisti. Di recente, anche Facebook e Google hanno cominciato richiedere ai loro utenti il loro numero di cellulare.
Tutta queste limitazioni rendono difficoltosa, lo localizzazione geografica di una persona. E da qui emerge la possibilità di utilizzo del microchip. È sufficiente che esso sia progettato per funzionare unicamente con il codice genetico della persona cui è intestato: a questo punto, se il suo uso fosse reso obbligatorio per legge, sfuggire alla localizzazione sarebbe virtualmente impossibile. Attualmente il VeriChip trasmette solo l’identificativo, ma non è detto che (segretamente e illegalmente) il suo utilizzo sia ben altro, e tutto questo venga mascherato dietro le esigenze della “sicurezza nazionale” o delle “ricerche scientifiche”. Quando si tratta di “questioni di Stato” (motivazione dietro le quali le varie bande istituzionali mascherano la loro attività), i servizi segreti possono disporre di porte di accesso a funzioni segrete di telefonini, computer e VeriChip. Nessuna autorità lo dirà mai ufficialmente, come non dirà mai che ogni conversazione e ogni SMS vengono archiviati e messi in disposizione dei servizi segreti.
Quando qualche anno fa in Italia si scoprì l’esistenza di un database di conversazioni di politici di ogni schieramento. I quali si trovarono per la prima volta tutti d’accordo nel distruggerlo. Ma i grandi sistemi di controllo come ECHELON vanno ben oltre la volontà di privacy dei politici, e registrano ogni cosa venga detta o scritta tramite qualsiasi mezzo atto allo scopo (Internet, telefonia ecc.).
I tag RFID attualmente immessi nel mercato e prodotti secondo la tecnologia resa ufficialmente dalle ricerche militari non consentono ancora essere usati come parte integrante di una rete a livello globale, poiché hanno un raggio di azione molto limitato. Ma il livello di ricerca militare, sicuramente (e dalle poche notizie che emergono) è certamente avanzato di circa un secolo rispetto ai dispositivi immessi liberamente sul mercato. Il 90% di ciò che viene usato abitualmente a scopo ludico (telefonia mobile, videogiochi con simulazione tattica e conflitti a fuoco, ecc.) prima di essere venduto alle industrie di intrattenimento era appannaggio dei soli miliari e classificato come top secret.
Ma oltre alle funzioni di controllo c’è qualcosa di più inquietante in merito all’uso dei chip nei corpi delle persone. Nell’ambito del progetto MK-ULTRA, fu progettato un microchip che ha lo scopo di assumere il controllo della salute e dei cicli ormonali dell’essere umano. Questo dispositivo può essere predisposto per emettere segnali molto simili a quelli fisiologici, in grado dunque di influire sul funzionamento delle ghiandole. Stimolando le ghiandole surrenali è possibile indurre un iperproduzione di adrenalina: il soggetto diverrebbe improvvisamente aggressivo. Inibendo l’ipofisi, si potrebbe impedire il concepimento. Senza ormone-stimolante una donna di vent’anni entrerebbe all’istante in uno stato di menopausa artificiale. Questo contraccettivo elettronico potrebbe essere usato anche il controllo occulto delle nascite.
L’uso del chip per il controllo mentale è tuttora operante in tutto il mondo, Italia compresa.
Nel nostro paese si è stimato in diverse migliaia l’estensione di questo “problema” (ma la definizione migliore sarebbe crimine). Nel sito http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org dell’ACOFOINMENEF (Associazione contro ogni forma di controllo ed interferenza mentale e neurofisiologica) sono registrati tutti i casi segnalati in Italia. Uno dei primi casi segnalati in Italia è addirittura del 1962, quando a Milano, un marito presentò una denuncia contro ignoti, poiché sua moglie sarebbe sottoposta a trasmissioni del pensiero a distanza mediante impulsi radioelettrici e perciò non sarebbe più padrona della propria volontà. Il marito sottopose sua moglie a una visita psichiatrica, ma i medici non l’hanno giudicata malata. Tutto era cominciato il giorno in cui la moglie tornando da un giro di compere in centro, lamentò di avere sentito in tram un improvviso calore, come “una folgorazione”. Da allora i disturbi si fecero sempre più frequenti e più gravi.
La coppia andò a Genova dove risiedeva il medico di fiducia della signora, ma le cure non hanno fatto registrare alcun miglioramento. I disturbi di natura nervosa subirono anzi una evoluzione improvvisa, che portarono la signora a una serie di esperienza strane, apparentemente medianiche, che dovevano condurla in breve a un vero e proprio stato di sudditanza a una misteriosa “volontà”.
La donna sosteneva di ricevere messaggi non di provenienza extraterrena, ma da una équipe scientifica composta da studiosi di fisica e di medicina applicata all’elettronica. Questo gruppo le avrebbe svelato che ella stata captata per mezzo di radio onde e che deve esse tenuta sotto controllo subendo una serie di trasmissioni a distanza per un esperimento scientifico.1
Quello che è capitata alla signora può essere che si stata la cavia degli esperimenti che sin dalla fine della seconda guerra mondiale (e che durano fino ad oggi) compiuti da diversi équipe di neuropsichiatri e ingeneri elettronici, ingaggiati dai vari apparati governativi-militari, soprattutto da quello USA, che si sono affannati di condurre questi esperimenti che si possono definire come crimini contro l’umanità.
Questi esperimenti prevedevano, tra l’altro, l’irraggiamento di vasti territori in varie parti del mondo, con onde elettromagnetiche ad alta intensità, modulabile secondo determinati parametri.
Il capostipite di queste équipes fu lo spagnolo Prof. Juan M. R. Delgado, che già subito dopo la seconda guerra mondiale si dette da fare, coperto dal regime fascista spagnolo, per capire come poteva essere influenzata la vita degli esseri umani, agendo sul loro cervello attraverso sonde o altro.
Questo “esimio” luminare, Direttore della Clinica Neuropsichiatria Universitaria dell’Università di Yale, negli USA, dopo aver studiato come controllare la mente umana attraverso sonde impiantate nel cervello, dirottò la sua attenzione sulla Stimolazione Elettrica Cerebrale Diretta (ESB), abbracciando il più vasto settore degli effetti biologici dei campi magnetici.
Il seguente bramo è tratto dalle pagine 89-96 del libro di Delgado Controllo fisico della Mente –Verso una Società Psicocivilizzata (il titolo è tutto un programma) edito nel 1969: “Ora si sta colmando una lacuna,2 è già possibile equipaggiare animali od esseri umani con dispositivi chiamati stimoricevitori, programmati per la trasmissione e la ricezione di comunicazioni elettriche da e per soggetti attivi.3 La micro miniaturizzazione di alcuni componenti elettronici, ci permetterà di costruire uno strumento più efficace nel controllo parametri eccitativi tramite un’accurata telemetria cerebrale, attuata con tre sensori installati in tre punti diversi del cervello, stimolando all’uopo precise aree, in seguito a determinati segnali elettrici di attività cerebrale.
È ragionevole speculare che in un futuro prossimo, gli stimoricevitori possano provvedere ad un controllo pressoché totale dell’individuo, interfacciando il proprio sistema neuro-fisiologico con un computer remoto, causando peraltro un’azione reazione tra neuroni e strumenti, la quale rappresenterebbe una nuova tendenza nel campo del controllo medico a distanza delle funzioni neuro-fisiologiche”.4
Quindi Delgado, con i soliti e crudeli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani, ha continuato a coltivare questa sua “passione” che sarebbe meglio definire perversione, ora in Spagna suo terra natale, ora negli USA. Ma soprattutto ha messo a punto ulteriori tecniche di controllo mentale, sia individuale che di massa. Un particolare esperimento consisteva nell’impiantare nel cervello di una piccola scimmia, alcuni elettrodi, collegati a un radiocomando, i quali essendo collegati nelle aree cerebrali, sede del comportamento, avrebbero, se stimolati, avuto diversi effetti. Infatti, nell’esperimento in questione, la scimmia viene fotografata un attimo prima di inviarle un impulso cerebrale radiocomandato.
Un altro esperimento consisteva di mettere in gabbia con lo stesso sfortunato primate, un pupazzo dalle sembianze umane, onde testare la reazione dell’animale. L’animale appare vistosamente impaurito dalla presenza del pupazzo. Un istante dopo viene inviato alla scimmia, un impulso cerebrale radiocomandato. A questo punto diviene aggressiva e si scaglia addosso al pupazzo, senza un’apparente motivo.
Come si vede basta stimolare alcune aree del cervello per fare si che da pacifico, un essere vivente diventi, a comando, aggressivo e micidiale.
In Italia si è riscontrato tutta una serie di metodi utilizzati: controllo mentale con impianti sottocutanei, manipolazione mentale onirica, manipolazione mentale massiva, manipolazione mentale tramite trasmissioni televisive e telefoniche e la pubblicità, quindi, attacchi elettromagnetici a microonde finalizzati all’uccisione delle persone, od alla loro neutralizzazione sociale, e la presenza di strutture che agiscono di concerto per tacere e coprire questi strumenti di morte.
Nel nostro non è che manca una legge contro questo tipo di torture, manca la volontà politica di perseguire questo crimine sociale e istituzionale che è la tortura tecnologica.
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1 http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/08/esperimenti-segreti-sulla-popolazione.html
2 Si riferisce alle lacune della scienza biomedica fino a quel tempo.
3 Li distingue da soggetti repressi!