TASER IN ITALIA

Già da tempo affermavo che le cosiddette armi “non letali” come il Taser si stanno diffondendo in tute le nazioni, anche in Italia. Nei quotidiani del 13 febbraio 2013 si legge che era stato tratto in arresto a Milano il gestore di Dragon Club, con l’accusa di utilizzare il locale come un deposito di armi di cui si riforniva all’estero. E, in effetti, nella palestra furono sequestrati una pistola calibro 3,57 magnum con 118 proiettili, un manganello, due mazze e appunto un Taser.[1]

Ora, sempre a Milano, è accaduto un fatto di cronaca nera, che ha visto l’utilizzo di un Taser. È accaduto prima del Natale del 2013, dove un marocchino irregolare e con precedenti, è entrato in una portineria di Corso Buenos Aires per rapinare il custode dello Sri Lanka. Il magrebino prima l’ha picchiato con calci e pugni e poi l’ha tramortito con la pistola elettrica, due ore dopo è stato arrestato nel mezzanino della stazione della metropolitana della fermata Loreto.[2]

Più recentemente un altro fatto di cronaca a visto l’utilizzo del Taser. Nel luglio 2015 un anziano a Corsico (MI) è stato immobilizzato e imbavagliato da tre malviventi che, fingendosi postini, l’hanno derubato. Il pensionato è stato inoltre stordito con il Taser, quella pistola che rilascia scariche elettriche. Dopo i soccorsi del 118, l’uomo è stato ricoverato all’Humanitas, dove è ancora sotto osservazione. Oltre allo choc, gli è stato riscontrato anche un trauma facciale a seguito della violenza utilizzata dai malviventi per imbavagliarlo. Indagini sono ora in corso per risalire all’identità dei banditi che si sono poi dati alla fuga.[3]

Questi fatti di cronaca nera dimostrano che l’utilizzo del Taser si sta diffondendo. Che c’è un mercato clandestino di quest’arma e c’è da chiedersi chi rifornisce la malavita, tendendo conto che la Polizia italiana non è ancora adesso (almeno ufficialmente) non ne è dotato.

Solo di recente e precisamente, nel settembre 2014 è arrivato il sì all’utilizzo in via sperimentale da parte della Polizia alla pistola elettrica Taser. Lo prevede un emendamento di Gregorio Fontana (Fi) al decreto stadi approvato dalle commissioni Giustizia e affari costituzionali della Camera. La parola ora passa all’Aula. “La possibilità di sperimentare la pistola elettrica è un’esigenza così tanto urgente e necessaria da essere inserita in un decreto legge?”, lamentano i grillini.[4]

L’emendamento è stato approvato dopo che il viceministro Filippo Bubbico, ne ha proposta una riformulazione. Questa prevede che la sperimentazione della pistola Taser debba avvenire “con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il ministro della Salute“, roba da ridere per non piangere, un’arma (definita nel 2007 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, quando il Portogallo volle dotare le sue forze di Polizia di Taser,

una violazione dei diritti umani, una vera e propria forma di tortura“)[5] un’arma che possa essere usata nel rispetto della salute e dell’individuo, è dire usiamo la frusta nel rispetto però dei diritti della persona umana!

Contraria Sel, con Daniele Farina, mentre Emanuele Cozzolino (M5S) ha detto che questo emendamento non sarebbe dovuto essere discusso in questo decreto.    La pistola elettrica Taser (che è usata dalle forze di polizia e di “sicurezza” di oltre 100 paesi) è un’arma di “dissuasione non letale”: essa produce una scarica elettrica che rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi, sufficienti alle forze dell’ordine per arrestarla.

     Inoltre, la polizia potrà fare uso di piccole telecamere indossabili nel corso di manifestazioni pubbliche, ma solo in caso di “effettiva necessità” . Lo ha stabilito il Garante della privacy che ha fornito il suo parere sul nuovo sistema di ripresa avviato in via sperimentale dal Dipartimento di pubblica sicurezza in quattro città, Torino, Milano, Roma e Napoli.

La vendita del Taser è un autentico affare: dai 90 milioni di dollari del dicembre 2011, a dicembre 2013 è stato di 137milioni di euro. E questo riguarda solo l’azienda leader del settore, la Taser International, quotata al NASDAQ.[6]

 

Inoltre, La Taser International, produce anche le telecamere proprio quelle che il governo italiano vorrebbe introdurre sulle divise degli agenti di polizia italiani.

 

Questo tipo di arma “non letale” non verrebbe prodotta solo negli USA.

Su internet ci sono diverse aziende cinesi che lo vendono, ma non c’è garanzia sulla loro provenienza. In Europa c’è un’azienda che produce Taser, la Samex che ha sede a Vienna, e l’Hornecke Industry tedesca.

 

Quest’arma “non letale”, nonostante tutte le mistificazioni, è mortale. “Nel Nordamerica (Usa e Canada), dal 2001, il numero dei morti ‘taserizzati’ è di almeno 864. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate[7] spiega in una nota Amnesty International. Sono tanti i report dell’associazione internazionale che mettono in guardia sui pericoli del dissuasore elettrico. In Canada ad esempio a farne le spese sono state spesso gli adolescenti, addirittura ragazzi di 12 anni, nonostante le forze dell’ordine canadesi siano a conoscenza degli effetti negativi che possono avere le scariche multiple.

 

Sarà un caso, ma questa Europa ormai asservita al Capitale multinazionale, governata da un tecnofascismo, che impone politiche di lacrime e sangue (la Grecia ne è un classico esempio e gli altri Stati si stanno avviando sulla stessa strada), che ha costituito una polizia speciale (l’Eurogendfor), comandata dalla NATO, quindi dagli Stati Uniti, nonostante operi in alcuni stati europei (non tutti hanno ratificato il trattato) ha poteri illimitati,[8] il governo italiano pensa non già a sanare le ingiustizie e a porre rimedio alla povertà, ma a dotare le forze dell’ordine di nuovi strumenti “dissuasivi” utili per fronteggiare le possibili rivolte popolari, considerate certe visto l’aggravarsi della crisi. Non è un caso che questo proposito viene alla luce contemporaneamente alle riforme (o meglio contro-riforme) nel campo dell’occupazione che mirano a smantellare i diritti acquisiti.

 

 

[1] http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_febbraio_13/gestore-palestra-trezzano-difesa-personale-armi-munizioni-balestra-taser-2113980487670.shtml

 

[2] http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_24/aggredisce-portinaio-una-pistola-elettrica-deruba-arrestato-38enne-a3c33254-6ca2-11e3-90a0-d4e6580ce920.shtml

 

[3] http://www.ilgiorno.it/sud-milano/corsico-anziano-derubato-aggredito-teaser-1.1172749

 

[4] http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/ok-alla-pistola-taser-per-la-polizia-in-via-sperimentale_2071125201402a.shtml

 

[5] http://www.polisblog.it/post/144085/dotazioni-di-polizia-nel-limbo-tra-manganelli-tonfa-e-pistole-taser

 

[6] Il NASDAQ, è l’acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation (ovvero: “Quotazione automatizzata dell’Associazione nazionale degli operatori in titoli”) è il primo esempio al mondo di mercato borsistico elettronico, cioè di un mercato costituito da una rette di computer. Il NASDAQ è, essenzialmente, l’indice dei principali titoli tecnologici della borsa americana; vi sono anche quotate compagnie di molteplici settori, tra cui quelle informatiche come Microsoft, IBM, Apple, Google, Yhaoo e Facebook. Il nuovo gruppo borsistico è stato istituito a New York il 5 febbraio 1971. Fino a qualche anno fa il NASDAQ è stato caratterizzato da una forte voltatilità, dovuta al boom della cosiddetta New Economy. L’indice, dopo essere partito l’8 febbraio 1971 con un valore iniziale di 100 punti, ha raggiunto un massimo storico di 5132 punti il 10 marzo 2000, in pieno boom della New economy prima del successivo scoppio della bolla speculativa delle Dot-com. La sede si trova a Times Square. L’andamento del NASDAQ è misurato da diversi indici, tra cui principalmente il NASDAQ Composite Index e il NASDAQ-100

 

[7] http://www.linkiesta.it/it/article/2014/10/01/useremo-il-taser-ma-non-sappiamo-dove-comprarlo/23023/

 

[8] Il Trattato Eurogendfor venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti: “condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici” (art. 4). Il raggio d’azione: “EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche” (art. 5). La sede e la cabina di comando: “la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR” (art. 3).    Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.    Ma non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.

Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che sarà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, una sostanza i “nostri” (si fa così per dire ovviamente) parlamentari hanno così sancito una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri Chinotto fin dal 2006. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.

La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che questa polizia europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono.

   Per il testo integrale del trattato di Velsen http://files.meetup.com/699381/trattato_velsen.pdf
 

 

~ di marcos61 su dicembre 4, 2015.

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