E’ IL POTERE CHE USA LA MAGIA NERA

 

 

 

Che cosa è la magia nera? Dopo una serie di riflessioni (mi hanno aiutato letture sull’argomento), sono giunto alla conclusione che è la manipolazione delle persone. Essa è antica, da quando c’è l’essere umano. Essa era il modo di manipolare dei sacerdozi egizi che dovevano “costruire” i miracoli.

Si potrebbe definire la magia nera il controllo mentale della persona umana. Durante il corso della storia, sono stati registrati molteplici resoconti che descrivevano rituali e pratiche simili al controllo mentale. E non è un caso, che tra i primi scritti in merito alla manipolazione della personalità umana si trovano nel Libro dei Morti egiziano.[1] Si tratta di una raccolta di rituali, molto studiato dalle società segrete di oggi, che descrive i metodi di tortura e d’intimidazione (per creare un trauma), l’uso di pozioni (farmaci) e il “lancio” d’incantesimi (ipnotismo), che si traduce nel totale asservimento dell’iniziato. Altri eventi attribuiti alla magia nera, alla stregoneria e alla possessione demoniaca (dove la vittima è animata da una forza esterna) sono anch’essi antenati della programmazione Monarch.    Tuttavia è durante il 20° secolo che il controllo mentale diviene una scienza in senso moderno del termine, dove migliaia di soggetti sono stati sistematicamente osservati, documentati e sperimentati. Uno dei primi studi sulla metodica del controllo mentale basato sul trauma sono state condotte da Josef Mengele, medico che lavorava in campi di concentramento nazisti. Inizialmente acquisì notorietà per essere stato uno dei medici delle SS che curò la selezione dei prigionieri in arrivo, determinando chi doveva essere ucciso e che sarebbe diventato un operaio per i lavori forzati. Tuttavia, egli è noto soprattutto per aver condotto degli esperimenti macabri sugli esseri umani all’interno dei campi di concentramento. Mengele conduceva esperimenti pure sui bambini, motivo per il quale fu chiamato “L’angelo della Morte”.

Perciò la magia nera esiste, ma non la faccio io: lo fa la mia “costruzione dell’effetto” sul soggetto passivo. È il soggetto passivo che attiva il mago: il mago è attivo se c’è un soggetto passivo. Noam Chomsky spiega tutto questo in 5 parolette. Ha secondo dell’ordine in cui le mettete, si ottiene un effetto diverso. Che si potrebbe chiamare manipolazione, effetto magico e in tanti altri modi. Le cinque parole sono:

1) Astrazione.

2) Estrazione.

3) Ostruzione.

4) Istruzione.

5) Distruzione.

Il risultato cambia, secondo l’ordine in queste parole sono disposte. Il risultato finale è la costruzione dell’effetto magico. Ma chi era il mago? Magia viene da un termine sanscrito, Mg, che significa conoscere: così, magia ha la stessa radice di magister. Il mago poi diventa maestro, cioè lo scienziato, perché conosce: costruire l’effetto perché conosce i termini della produzione dell’effetto, che è l’effetto magico. La magia nera nasce quando da quando sorgono le classi sociali e quella dominante ha bisogno del potere per sottomettere ai suoi voleri quella dominata.

La magia nera è potere. Perché i grandi e autentici Rosacroce (non le copie falsificate di controiniziati) e i grandi filosofi hanno studiato la magia in tutte le versioni, ma non hanno mai praticato la magia nera? Perché non erano interessati al potere, erano interessati all’essere. Quindi, l’effetto magico è una costruzione di potere: serve a far fare a qualcuno quello che voglio io, in base a un percorso che io ho disegnato. Il vero esoterismo, la vera esperienza spirituale, non è un’esperienza di attività, è un’esperienza di complementarietà, si è complementari al corso delle cose, non le si modifica.

C’è da chiedersi che senso avrebbe studiare la magia nera, astenendosi però da praticarla. La magia è intesa come storia dell’esoterismo, come formazione di un pensiero. Noi siamo abituati a studiare una certa storia, sui libri di storia e non ci insegnano che c’è anche una meta-storia, come c’è una fisica c’è anche una meta-fisica.

C’è una storia di avvenimenti, di date, e c’è una storia fatta di ragionamenti – di pensieri, di mutamenti all’interno del corpo sociale, del costume, della spiritualità delle persone – che porta a dei mutamenti storici. Certo, quella di Hitler è una storia del nazismo, fata di date. Ma ci sarebbe mai stata, quella storia di nazismo, se non ci fosse stata la storia di un pensiero antecedente, magari dettato da uno scienziato che si chiamava Gobineau, che almeno 70 anni prima della ascesa del nazismo in Germania scrisse un libro che si chiama L’evoluzione delle razze? Il pensiero di Gobineau era l’anticamera della moderna discriminazione razziale. Come c’è una storia, c’è anche una meta-storia: quella di chi si occupa del pensiero, che è l’unica cosa che ci sopravvive, se è valido. Quando Cartesio dice “cogito, ergo sum aeternum”, non ne fa un ragionamento d’immortalità, ma di essere; io sono, poiché penso, e non ho bisogno di essere immortale. Perché tutti gli esoteristi che si dedicati alla magia nera e l’hanno praticata, sono andati incontro a una negatività? Perché la pratica della magia nera è il perseguimento del potere.

Con la magia nera, se la uso, modifico la vita altrui, il corso delle cose. Se invece pratichi l’essere, tu sei, se vogliono imitarti, t’imitano, però non imponi dei modelli comportamentali. Uno dei cliché dell’ufologia è quello dei vigilanti, degli osservatori, personaggi o esseri di cultura superiore (non solo dal punto di vista tecnologico, ma soprattutto spirituale) che hanno però il divieto di interferire. Anche nella Bibbia si trovano dei personaggi che devono osservare ma non intervenire. Se sono veramente di origine divina, non intervengono mai. Perché il non intervento è il divino: se dobbiamo concepire la presenza del divino, dobbiamo concepirla in termini di non intervento. Invece, tutta la nostra cultura religiosa (ma in realtà magica), ci ha insegnato a chiederlo l’intervento. Della serie Madonna, fammi vincere al Superenalotto. Ci hanno insegnato a chiedere la grazia. Ma la grazia non è una cosa che ti viene data, è un tuo stato: tu sei nella grazia, se scegli di essere. E non sei nella grazia – e non è certamente un caso che il contrario di grazia si chiama disgrazia – se sei nel potere.

La grazia è una condizione dell’essere, non è una cosa che ti è concessa perché la chiedi. Tutto ciò è frutto di un insegnamento della religione che è tradotta e mistificata in termini magici, ed è solo in termini magici che frotte di persone vanno a Lourdes, Medjugorje (e altri posti simili), aspettando di vedere le Madonne piangere, perché quello è un effetto magico. Quello che si fa fatica a capire, non si vuole capire è che i miracoli sono nelle pieghe di questa vita, sono nascosti; quando sono evidenti non sono miracoli. Il nascosto è l’essere, la magia nera è il manifesto. Il potere non è mai occulto, se mai lo sono i suoi agenti che si nascondono, per non essere individuati. Parlare di poteri occulti è un ossimoro (come dire un illustre sconosciuto, un disgustoso piacere, un assodante silenzio ecc.): il solo fatto che se ne parli dimostra che nella realtà non sono occulti.

Negli ultimi secoli, nella storia, c’è stata una deriva magica, ma forse sarebbe meglio dire un uso massiccio ed estensivo della magia nera.

La magia nera, essendo una scelta di potere, che ha lo scopo di modificare gli altri (rendendoli soggetti passivi), non può altro che portare frutti degenerati. Quando si scegli il potere come dominio sugli altri, anche se non si è fatto ancora niente di male, si può stare sicuri che alla fine si finirà di farlo.

L’homo faber è chi ha creato l’alchimia. La magia nera sta nell’aspetto deteriore. La tramutazione dei metalli degli alchimisti, non era il potere, l’esercizio di un dominio sugli altri, ma l’essere, tant’è vero che quelli che volevano ottenere l’oro venivano (giustamente) chiamati, volgarmente, soffiatori, perché soffiavano nel mantice, mentre l’alchimista autenticamente esoterico era quello doveva trasformare il proprio “piombo” in “oro”. L’alchimista vero non insegna nulla agli altri, poiché scrive testi così ermetici di cui, nella maggior parte dei casi, la maggior parte della gente che si avventura a queste letture non ci capisce niente.

In ambiente esoterico ci sono due modi di trasmettere la conoscenza: uno si chiama iniziazione, l’altro si chiama tradizione. Quando io t’inizio, ti spiego: ti do la scatola e la chiave (o così dovrebbe essere salvo che la società esoterica d’iniziati non sia una copertura per una società di faccendieri che sfruttano un’esigenza autentica di conoscere). Quando invece trasmetto soltanto la scatola, ma non la chiave, ti do lo stesso contenuto, ma tu non sai cosa c’è dentro, quando a tua volta lo trasmetti. E come quando si diceva la messa in latino: le persone che pregavano sapevano a memoria le parole, ma non sapevano cosa significassero. In sostanza la conoscenza è data solo a una ristretta minoranza di persone (le masse in questa visione sono viste come prigioniere dei loro bestiali istinti).

I testi alchemici conservano questa conoscenza per chi sa procurarsi le chiavi. La ricerca della chiave deve essere vista dentro un percorso di formazione iniziatica. Un reale percorso iniziatico potrebbe essere la migliore garanzia contro la tentazione di usare la magia nera.

Bisogna intendersi cosa intendere per reale percorso iniziatico.

La tradizione esoterica occidentale (quello della prima massoneria, dei costruttori di cattedrali) era caratterizzata da due elementi fondamentali: l’elevazione spirituale e l’impegno nel mondo sociale. Essa non si presentava solo come una vera e propria filosofia che intende sviluppare un sistema d’idee sull’uomo e sul mondo; né tanto meno si presentava come un sistema di norme utili per regolare la vita quotidiana.

Questa tradizione non era costituita solo da una filosofia né solo da un sistema di norme etiche. Al contrario, a differenza di altre tradizioni culturali, si muoveva su entrambi i piani: da un lato, presentava un sistema filosofico di idee sull’uomo e sul mondo, dall’altro, un insieme di principi etici riferiti al comportamento umano personale, interpersonale e sociale.

Questa tradizione presentava una propria visione del mondo che non è avulsa dalla vita giornaliera degli uomini e dal loro impegno non solo etico nella società in cui vivono, ma che risponde all’esigenza di contribuire al progresso sociale e civile dell’umanità all’interno di specifici ideali e valori. Per questo, l’iniziazione e il percorso di elevazione spirituale, come fulcro della vita all’interno dei templi, non sono mirati solo al miglioramento individuale, e in particolare all’interno del Tempio, ma si ampliavano alla conduzione di vita nella società che si presenta come impegno etico e sociale.

Al centro di questa tradizione c’è dunque il concetto di elevazione spirituale nel duplice senso individuale e di impegno, non solo etico, nel mondo sociale. In questa duplicità si fonda la natura di una spiritualità che si varia da altre forme di spiritualità poiché essa non è considerata come un fine, ma come un mezzo per migliorare se stessi e al contempo contribuire al miglioramento dell’intera umanità.

Questa particolare natura di questo tipo di spiritualità fa sì che il percorso iniziatico non sia un cammino salvifico individuale, ma si basi su un profondo senso di altruismo e di solidarietà verso tutti gli esseri umani. Un altruismo e una solidarietà che non sono intesi solo come forme di compassione, ma come partecipazione attiva al benessere e al malessere del prossimo. Un iniziato non può mai essere veramente tale se non si è spogliato di un naturale egoismo che lo spinge a pensare unicamente al proprio interesse e al proprio benessere; uno degli obiettivi del percorso iniziatico, che spesso è simbolizzato nell’iniziazione con il ritiro dei metalli del profano, non è costituito solo della negazione del mondo materiale, bensì anche del proprio egoismo fondato sull’acquisizione di beni materiali. L’iniziato nel suo percorso di elevazione spirituale, non può che limitare il suo egoismo in modo che nel suo animo si possano aprire le porte al sentimento di altruismo e di solidarietà verso l’intera famiglia umana.

Questo tipo di spiritualità proprio perché intimamente legata ai valori della fratellanza, dell’altruismo e della solidarietà, non si presenta mai in modo avulso dalle concrete condizioni sociali in cui vivono gli iniziati. L’impegno etico e sociale dell’iniziato non è solo quello di comportarsi secondo le norme etiche della sua cultura, ma anche quello di aprirsi ai bisogni non solo dei suoi Fratelli, ma di ogni essere umano che richiede aiuto materiale e spirituale e di fornire con le sue capacità un effettivo contributo al bene generale (concreto, spirituale, culturale) dell’intera umanità.

In tal senso, questo tipo di spiritualità se da un lato mira a fare in modo che l’iniziato alzi il suo sguardo verso i valori e il mondo trascendente, dall’altro non intende in alcun modo negare le necessità e i bisogni materiali del mondo.

Si può dire che sia facile incentrare la propria vita sui beni materiali e credere che siano questi a darle senso; non altrettanto facile, ma non impossibile, è sfuggire al mondo e rifugiarsi in una spiritualità strettamente personale, e forse anche egoistica, dimenticando il mondo stesso non solo per sé ma per tutti quelli che lo abitano.

Certamente la via spirituale è una via individuale e personale che richiede sforzo e sofferenza e coloro che la intraprendono in modo sincero sono indubbiamente esempi morali per tutti gli uomini.

Questo tipo di via spirituale è la più difficile, poiché consiste nell’assegnare un giusto valore ai diversi aspetti della vita umana che è costituito di materia e di spirito. L’iniziato non nega il mondo né le esigenze materiali e di soddisfazione mondana, ma allo stesso tempo mira a porsi sopra questa condizione. Com’è possibile conciliare l’elevazione spirituale con l’accettazione della vita mondana concreta con tutti i suoi bisogni giornalieri, sia materiali sia esistenziali, culturali, psicologici e sociali?

Lo sforzo etico dell’iniziato consiste proprio in questa possibile conciliazione tra vivere spiritualmente senza negare la concretezza della vita, concepita e vissuta sempre all’interno di specifici valori etici e di ideali.

Se questo è l’obiettivo di questo tipo di spiritualità, allora diventa centrale nella sua vita l’impegno concreto di fratellanza, di altruismo e di solidarietà negando gli impulsi naturali e sociali di tipo egoistico.

La solidarietà verso il prossimo, in tutti i sensi in cui essa può essere espressa, è un sentimento che deve essere sempre presente nella vita di coloro che si ispirano ai propri principi. La solidarietà verso i propri simili è quindi un elemento fondamentale di questo tipo di spiritualità che vede ogni uomo come degno di attenzione, come un fine e mai come un mezzo.

Al sistema dominante, fondato sulla divisione in classi sociali fa, comodo la concezione dell’uso della conoscenza per controllare, manipolare la realtà e le persone umane.

Fa comodo che la stragrande maggioranza degli abitanti di questo povero pianeta ha sempre bisogno di qualcosa: non solo denaro o cibo ma anche di uomini e donne, dell’ultimo modello di auto, di cellulare ecc. Se uno ha bisogno, non è mai libero.

C’erto c’è sa suddividere i bisogni, tra quelli fondamentali: cibo, casa, salute, avere un’abitazione ecc. dove tuttora alla stragrande maggioranza della popolazione del mondo, questo sistema li nega e per questo bisogna battersi.

E bisogni indotti: l’ultimo modello di cellulare non è certo una necessità vitale.

Per mantenerci allo stato di bisogno il potere costituito usa la magia nera. E se si guarda tutta la nostra storia politica, sociale, umana è stata imperniata d’interpretazioni magiche. Tutta la cultura cristiana del miracolo, della retribuzione paradisiaca, ha effetti deleteri perché funzionali al potere costituito: soprattutto quando si è trasformata la religione cristiana in quella di Costantino. Ma Costantino, come pochi ormai sanno, non era cristiano, è stato battezzato solo in punto di morte.

Si confonde spesso e volentieri tra spiritualità che è un fatto individuale (e soprattutto non fa danni, non crea inquisizioni) e religione, che è un evento collettivo, che serve alle classi dominanti.

Quello tra magia nera, religione e potere è rapporto drammatico, se si guarda bene, uno è complementare all’altro, con il fine del dominio di un ristretto gruppo di persone sull’immensa maggioranza.

Quando Tommaso Moro scrisse Utopia o Campanella La città di Dio, parlavano di una società che non aveva le regole del potere costituito, poiché ogni persona era utile, e tutti condividono. Una società giusta.

La figura del mago è quella più di antica che ci sia e di quanto si possa immaginare. Si può chiamarlo sciamano, prete, stregone ma sempre mago rimane. Poi il mago antico si scinde: diventa sacerdote, medico e guaritore, capo del villaggio. Ma l’origine vera è che da quando l’essere umano divenne agricoltore e allevatore ci fu (in tempi storici) uno sviluppo della capacità produttiva e riproduttiva delle società umane che iniziarono a praticarla; unite alla capacità di conservare i cibi e alla possibilità di restare nello stesso luogo senza doversi spostare per seguire piante e animali, fornirono agli uomini molto più cibo di prima, la possibilità avendo più tempo e non dovendosi spostare, di costruire abitazioni che proteggessero meglio dal freddo e dalle intemperie: cosicché molti gruppi umani aumentavano rapidamente di numero ed il territorio, che in relazione non erano più tanto vasto: iniziò così nella società esistente un motivo di discordia che sfociò nella guerra per la conquista dei territori e dell’appropriazione di schiavi che servivano a reggere l’economia.

Ma il motivo principale dei problemi futuri fu che per la prima volta nella storia ci si rese conto che ad es. un gruppo poteva, sfruttando l’allevamento e l’agricoltura, stabilmente per molto di più di 100 persone ad esempio di 110. Se allora si tenevano schiave queste persone, da esse si poteva ricavare di che poter vivere gratis per 10 persone del gruppo che le teneva schiave. Lo sfruttamento schiavistico e il servaggio della gleba (che in Europa furono successivi, ma che probabilmente nascono entrambi insieme come forme di sfruttamento) si sviluppano proprio partire da quest’accelerazione nello sviluppo delle forze produttive umane dovuto all’applicazione dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame.

È questo il primo punto della preistoria umana, dell’evoluzione umana. Da questo punto in poi le società umane sono uscite dal comunismo primitivo e si sono divise in classi: classi dominanti e sfruttatrici e classi sfruttate. Insieme alle classi è nato lo Stato come strumento sia per conquistare il dominio su atri popoli, altre società, sia soprattutto per mantenerlo senza dover continuamente guerreggiare, ma per “vivere in pace” come condizione per imporre le proprie leggi e per consentirsi quindi di poter “sfruttare in pace” le classi o i popoli più deboli.

È in questo contesto che nasce la magia nera, come esercizio di potere.

Dobbiamo conoscere la magia nera per imparare a evitarla. Il cerchio magico tracciato dal mago non è mai reale, ma è efficace: la costruzione dell’effetto magico funziona sulle regole che detta il mago, o che il mago conosce ma non svela. Chomsky ha codificato 10 forme di manipolazione collettiva ma non si è mai occupato di manipolazione individuale. È la manipolazione individuale è più pericolosa di quella collettiva poiché non è mai stata codificata da nessuno. Possiamo solo immaginare quanti massoni, esoteristi, membri della Golden Dawn, stregoni da strapazzo, gente che volevano fare le orge sperando di vampirizzare l’energia di giovani donne, sono state danneggiate dentro queste pratiche. Aspiranti manipolatori che si sono trovati essi stessi manipolati. Persone che si ritenevano (o che aspiravano a essere) onnipotenti che alla fine della fiera è finita a farsi di pasticche, o nei reparti psichiatrici, o a pensare di essere posseduta dal demonio.

 

 

[1] Si tratta, generalmente, di formule e di racconti incentrati sul viaggio notturno del Dio sole (nelle sue diverse manifestazioni) e della sua lotta con le forze del male (tra cui il serpente Apopi) che tentano, nottetempo, di fermarlo per non farlo risorgere al mattino. http://digilander.libero.it/fab655/Il%20libro%20dei%20morti%20degli%20antichi%20egizi.pdf

~ di marcos61 su novembre 20, 2015.

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