MORIRE DI LAVORO NON E’ UNA FATALITA’

In un fascicolo conservato all’interno dell’Archivio di Stato di Torino, c’è la prova che la lobby (in altre parole si tratta dei gruppi di pressione che operano verso le varie istituzioni a favore dei capitalisti) dell’amianto ha agito per nascondere le prove scientifiche che il materiale fosse letale. La scoperta è dell’avvocato Ezio Bonnani, presidente dell’Osservatorio nazionale sull’amianto e legale di centinaia di casi in difesa di lavoratori e cittadini esposti all’amianto: sotto il nome di “Lobby dell’amianto”, ha trovato due allegati scritti a mano. Nell’allegato 116 si parla di un corso, a Neuss (Germania) nel 1976, tenuto da ingegneri delle sedi di Eternit per istruire tecnici turchi ai quali è stato suggerito di rinnegare lo studio epidemiologico sul rischio di neoplasie dell’apparato digerente in esposti ad amianto effettuato nel 1964 a Selicoff. Nell’allegato 117, invece, in una riunione alla sede dell’Assocementi di Roma nel 1978, “i produttori di amianto erano riusciti a fare pressione sul ministero della Salute dell’epoca per evitare di far entrare in vigore, negli anni ’70, i limiti di soglia sulla concentrazione di fibre di amianto negli ambienti di lavoro contenuti nella proposta di legge”. I limiti entrati nel ’92, avrebbero diminuito l’esposizione e salvate vite umane.
La morale è una sola morire di lavoro non è una fatalità, e la causa porta un solo nome: profitto.

Fonte Metro Lunedì 19 settembre 2011

~ di marcos61 su settembre 19, 2011.

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