L’UAR OVVERO L’ITALIA DELLE POLIZIE PARALLERE

Nel 1996, Aldo Gianulli, che all’epoca era un perito del Tribunale di Milano, rivenne nell’archivio di Via Appia a Roma, la documentazione inerente, l’Ufficio Affari Riservati (UAR).

L’UAR è stato un organismo che dal 1948 al 1974 è stato al vertice della polizia politica italiana.

L’UAR era composto di veri e propri spioni, da poliziotti di professione che ha differenza di quanto, avveniva nel SID (come all’epoca si chiamava il servizio segreto militare) dove poteva capitare che a doversi occupare che a doversi occupare di investigazioni politiche fossero militari che provenivano dal genio, ammiragli laureati in ingegneria navale o pluridecorati generali che magari conoscevano alla perfezione le strategie belliche, ma non avevano la minima idea di cosa fosse un’indagine informativa di natura politica. Con risultati spesso disastrosi (come il caso Giannettini).[1] Mentre gli uomini dell’UAR erano dei professionisti del settore, che difficilmente si facevano beccare.

Per fare un esempio, se i legami e le complicità che, negli anni ’60 e ’70, tra l’estremismo di destra e il SID sono ormai documentati, prove documentali di una conclamata collusione fra l’UAR e le formazioni fasciste non sono mai state provate. Emblematico è il del fondatore di Avanguardia Nazionale, Stefano delle Chiaie; del suo legame con il ministero dell’Interno si è parlato numerose volte (perfino un ex funzionario dell’UAR ha sostenuto che Delle Chiaie aveva contatti con il Viminale, Paolo Emilio Taviani, più volte ministro democristiano dell’Interno dal 1962 al 1974, dichiarò ai magistrati che Umberto Federico D’Amato, poliziotto e gourmet, responsabile dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, gli faceva periodiche relazioni sui rapporti che intratteneva con i neofascisti: «Il D’Amato, oralmente, ebbe a relazionarmi più volte in ordine a rapporti diretti con elementi della destra estrema per fini difensivi»,[2] ma quali erano i “fini difensivi” non è mai stato chiaro. Ma non è mai emerso un documento capace di provarlo con certezza.

L’UAR nel 1948 sulle ceneri della vecchia Divisione Affari Generali e Riservati che operava sotto il fascismo, il suo compito essenziale era quello di coordinare il lavoro degli Uffici Politici delle questure. A fine degli anni ’50, tuttavia, quando al vertice dell’Ufficio giunse un nucleo di funzionari dalla questura di Trieste (chiamati dall’allora ministro dell’Interno Tambroni e tra i quali vi era una figura molto importante per la storia degli apparati di polizia, Walter Beneforti), l’UAR subì un profondo mutamento, sganciandosi completamente dalle questure e diventando una polizia parallela al diretto ed esclusivo servizio del Viminale, indipendente rispetto a qualunque apparato informativo esistente allora in Italia.

Alla fine degli anni ’60, l’UAR era diventata un’organizzazione piramidale con D’Amato al vertice e numerose squadre periferiche attive in varie in varie città italiane, composte di sottoufficiali di pubblica “sicurezza” (autonomi dalle questure, poiché il loro quartier generale era situato in anonimi uffici privati) che gestivano tutti gli informatori disseminati all’interno dei partiti politici, quotidiani, sindacati o movimenti politici.  I componenti dell’UAR, peraltro, avevano tutti la qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria, ma potevano anche non informare la magistratura qualora venissero in possesso di notizie inerenti un reato.

Nel 1965 si creò il Club di Berna, una struttura creata da D’Amato, il cui compito era coordinare e armonizzare il lavoro delle principali polizie europee.

 

Il ruolo di D’Amato nella morte di Feltrinelli

 

Dai documenti rivenuti da Gianulli, quelli contenenti i verbali del Club di Berna, si legge che la sinistra e l’estrema sinistra, erano considerate come l’unico, pericolo, per questo motivo dovevano essere oggetto di operazioni di infiltrazione da parte di agenti ben addestrati anche “all’uso di armi ed esplosivi”, [3] come se il loro compito fosse non solo prevenire attentati ma anche crearne le condizioni o ispirarli.

Se si guarda bene, non si è mai affrontato veramente il perché il ministero degli Interni abbia avvertito la necessità di infiltrare a tempo pieno in un gruppetto insignificante come il Circolo 22 marzo di Roma, in cui Avanguardia nazionale aveva già inserito merlino con compiti di provocazione, il finto anarchico Andrea, e cioè l’agente Salvatore Ippolito.

L’unica risposta seria, è che da tempo c’era in atto il progetto di creare una pista anarchica, studiando i movimenti di alcuni di loro, verso cui indirizzare la responsabilità di alcuni attentati.

Ma dalla documentazione di Via Appia salta fuori sulle responsabilità dell’UAR nella morte di Feltrinelli.[4]

In questa documentazione salta fuori che pochi mesi dopo la morte di Feltrinelli, si era riunito il Club di Berna, in questa riunione D’Amato lesse una relazione nella quale si rilevava che nel febbraio 1972, l’UAR si era adoperato per pubblicare un libro da titolo Feltrinelli guerriero impotente. In sostanza era un attacco a Feltrinelli (dove si diceva che giocava alla rivoluzione senza rischiare in prima persona) per spingerlo ad agire apertamente. Il libro fu uno shock psicologico per Feltrinelli. Il giudizio di Gianulli è severo: “L’intero brano getta una luce assai sinistra sull’incidente di Segrate, già di per sé non del tutto chiaro. Quando, due giorni dopo questa relazione, Lotta Continua uscì con l’infelice titolo sulla morte del commissario Calabresi, questo parve a molti una sorte di rivendicazione dell’assassinio. Applicandolo stesso metro dovremmo osservare che la relazione di D’Amato sembra una cosa assai prossima a una rivendicazione”.[5]

In sostanza si trattò di una vera e propria azione psicologica.


[1] Il 20 giugno 1974, Giulio Andreotti (allora ministro della “difesa” nel governo), indicherà in un’intervista a Il Mondo che Giannettini, era un collaboratore del SID, dopo che il SID non solo aiutò Giannettini a scappare, ma continuò a dargli per diverso tempo lo stipendio.

 

[5]                                                                                    C.s.

~ di marcos61 su settembre 15, 2011.

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