DA TEMPO SI SAPEVA
Ci sono ancora persone che quando si parla di controllo mentale e impianti di chip sorridono, pensano che chi denunci simili cose sono dei “pazzi”. Purtroppo anche a sinistra (compresa in quella che si autodefinisce “antagonista” o addirittura “rivoluzionaria”) quest’atteggiamento è diffuso.
Ebbene personalmente a questi “antagonisti” e “rivoluzionari” sono in realtà succubi del sistema, perché non hanno rimosso un problema che non è solo teorico, ma soprattutto pratico di linea: quella della presunta neutralità della scienza. Rimuovere questo problema, significa rinunciare ad avere una visione autonoma. E parlando di scienza: rinunciare a una visione autonoma della scienza, rispetto a quella del capitale.
Questo lo dico perché la scusante della “pazzia” di chi denuncia simili torture, si andasse a documentarsi, di documentazione (non solo scientifica ma addirittura giornalistica) se ne trova. Un esempio è un opuscolo degli anni ’70 dal titolo Kapitale e/o scienza a cura del Collettivo Controinformazione Scienza Calusca Edizioni, a proposito del controllo dell’uomo sono riprodotti alcuni articoli interessanti.
A proposito del controllo del comportamento attraverso la stimolazione del cervello.
“E nata la possibilità di ridurre l’uomo ad un automa, di farne addirittura un robot che può essere governato a distanza” (da Il Giorno, 17. 09.1970).
All’epoca Il Manifesto denunciava certe pratiche contro i prigionieri:
“In Germania un tribunale ha deciso di sottomettere la compagna anarchica Ulricke Meinhof ad un’operazione di lobotomia. L’operazione consiste nel tagliare i legami tra alcune parti del cervello ed altre. L’operazione si fa in questo modo: si infila uno scalpello sotto il cervello e si spezzano le febbre nervose che si trovano alla base delle fronte. Con la lobotomia si cambia il carattere delle persone: gli aggressivi, emotivi, sensibili diventano docili, passivi, insensibili” (Il Manifesto, 26.08.1973).
C’è un errore grossolano quando definisce la compagna Ulricke Meinhof anarchica, ma voglio rilevare che all’epoca le denunce erano fatte e come il famigerato Deldago non era uno sconosciuto.
“Uno dei più grandi specialisti di lobotomia del mondo è il prof. Delgado, uno scienziato brasiliano che opera all’università di Yale negli USA, esperto anche nelle tecniche di controllo a distanza sul comportamento degli animali e dell’uomo. Questo serve a chiarire ancora meglio come tra e ricerche di Delgado sul’cervello comandato’ via radio e la lobotomia, non ci sia alcuna differenza, sono entrambi scientifici per il controllo completo dell’uomo e l’eliminazione di chi si ribella” (da La scienza contro i proletari – stampa alternativa).
Ebbene se all’epoca si denunciava la repressione elettronica, che ha l’obiettivo di creare il super servo, perché adesso ci si definisce pazzi? O chi emette simili accuse preferisce lo statu quo?